Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers
Segui la storia  |       
Autore: Maggie_Lullaby    03/04/2009    8 recensioni
Lexi è una sedicenne testarda e dalla lingua affilata che vive in un mondo tutto suo pieno di ideali e stili di vita.
Maggie è una ragazza timida a innocente, incapace di dire di no e di vivere tranquillamente la sua vita.
Maryl è una ventenne che aspira a una grande carriera, ma è bloccata da un padre testardo e da due sorelle che hanno bisogno di lei.
La vita di tre sorelle si mescola a quella dei Jonas Brothers
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Brothers&Sisters'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ragazzeeee!!

Grazie al cielo oggi è venerdì, non ce la facevo più con la scuola e impegni vari (grazie al cielo la partita che dovevo avere è stata rimandata!!) Vi avverto (molto in ritardo) che io in questa specie di introduzione parlo un po' della mia vita e cose varie, una specie di diario, ma se non volete annoiarvi, cosa che probabilmente farò, andate direttamente ai ringraziamenti!! Ed eccoli a voi:

jeeeeee: amor sono stra felice che questa storia ti piaccia!! Non sai quanto!! Grazie per i complimenti, per seguirmi sempre, per tutto!! Ti voglio bene tesoro!! Un bacio!

Ice_Bubble: mi sembra di capire che quindi ti piaccia Kevin … io lo adoro!! Anche se preferisco Nick, alias il mio futuro marito xD!! Credo rimarrai piacevolmente sorpresa da questo capitolo. Un bacio!

EllieGoodman: Ellie anche io ti amo e lo sai!! Sono contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto, e spero che anche questo ti piaccia, fin ora fra tutti quelli che ho scritto in questa FF è uno dei miei preferiti!! Per quanto riguarda Lexi non sei stata l'unica a trovarla un po' … acida. Comunque vorrei lasciarti un ringraziamento un po' più lungo, ma sono di fretta. Un bacione!!

DarkViolet92: Beh si Maryl è esagerata riguardo ai vestiti, e io sono la prima ad ammetterlo, una certa persona l'ha ispirata … e meno male, si, che l'hanno presa bene per il fatto di essere una band. Un bacio!

LoveJonasBrothers: non sei l'unica ad adorare Maryl e Kevin!! Anche io li adoro *-*. Spero che questo capitolo ti piaccia. Un bacio!

_KikyBlonde_: Figurati per non aver recensito prima, io non so com'è francese, faccio un'altra lingua altrettanto odiosa: spagnolo. Con una prof adorabile (si certo come no!!) Mi fa molto piacere che lo scorso capitolo ti sia spiaciuto, spero che anche questo ti piaccia. Un bacio!

erbeeren: sono contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto … mamma mia come sono ripetitiva in tutto. A scuola ci stiamo girando “Orgoglio e Pregiudizio” non vedo l'ora di leggerlo!! Non ti preoccupare per Hyperversum, domani devo andare a prendere il regalo di compleanno di mia mamma e “casualmente” spingerò mio padre in una libreria. Un bacio!

jollina la verde: disastro è una minoranza, è andata peggio di disastro, un aggettivo che non mi viene in mente in questo momento. Non ti preoccupare, non c'è bisogno di farti perdonare. Un bacio!

sbrodolina: figurati, sono contenta che tu abbia recensito, ma soprattutto che ti piaccia questo capitolo. Vedrai, vedrai su Maggie e Nick … hi hi! Un bacio!

Potterina Weasley: un'altra volta, e dico un'altra, ho letto la prima parola della tua recensione e sono scoppiata a ridere!! UUUUUUUH non è una parola, ma sai quanto mi interessa da uno a dieci? Zero. Sono contenta che tu abbia recensito, anche da me internet fa le bizze, ma ti giuro che mi stavo realmente preoccupando, se non avessi recensito lo corso capitolo avrei iniziato a cercarti per tutta Napoli, dovessi attraversare tutta l'Italia, da Milano fino a lì da te! Un bacio amore!

annina94: ciaoooo! Sono contenta che questa FF ti piaccia, ed eccomi qui ad aggiornare!! Tranquilla, Kevin non ha fatto apposta a rovinare tutti i vestiti firmati di Maryl, è Joe quello sadico! Un bacio!

Capitolo 8. Friends


Maryl nella sua vita era sempre stata abituata ad avere tutto quello che voleva, era sempre stata la “figlia prediletta” del padre, motivo per il quale non aveva mai realmente capito il motivo.

Dall'età di tredici anni era diventata la figlia preferita del padre, un giorno Peter Campbell amava e adorava tutte e tre le figlie, poi il giorno dopo era tutto cambiato e Maryl era diventata la figlia prediletta.

La cosa più strana era che lei non meritava di essere la figlia preferita e perfetta, a parere della ventenne la ragazza che meritava di essere adorata dal padre era Maggie, dal comportamento impeccabile, dai voti altissimi, che faceva volontariato e aiutava il prossimo.

Maryl aveva scelto il corso di legge solo perchè voleva assecondare il padre e cercare di meritarsi un briciolo della sua approvazione. Anche se i suoi recenti voti indicavano che legge non era esattamente la sua vocazione.

A lei piaceva insegnare, le piaceva stare con i bambini e spiegargli le cose, si nascondeva dietro la sua maschera di ragazza superficiale, che poi era, per dimostrare di essere la ragazza che volevano che fosse.

Prima reginetta del ballo per tre anni consecutivi e attuale bellissima dell'università, era un peso, aveva una reputazione.

Tutti credevano che essere bellissima fosse una passeggiata, per esempio essere invitata a uscire dai ragazzi più belli e popolari della scuola.

Ma non era vero, per tenere alto la propria reputazione di bellissima Maryl era costretta a dover sopportare dei ragazzi come Matt Dowson, altrimenti chiamato Matt “Sciupa femmine” Dowson.

Nonostante la sua aria da sfigato aveva un certo fascino che aveva sfruttato alla meglio; in tutta l'università si era fatto tutte le ragazze carine, certo tutte tranne Maryl che rifiutava i suoi inviti nel modo più educato possibile.

- Ehi bellissima, ci sei? - la chiamò Matt mentre Maryl scuoteva il capo.

- Si, stavo pensando Matt – disse lei rassettandosi la camicia.

- A quanto io sia affascinante? - domandò lui, vanesio.

Certo come no!, pensò sarcastica lei,

- No, a mia sorella Lexi – mentì disinvolta, una delle sue maggiori capacità era mentire senza che nessuno si accorgesse delle sue bugie.

- Quello schianto dai capelli mori? - domandò Matt grattandosi il naso.

- No – sibilò Maryl protettiva, - Lexi ha i capelli ramati.

- Ah, l'altro schianto! - esclamò il ragazzo con un sorrisetto falso.

- Già, lei – borbottò fra i denti Maryl aprendo il suo armadietto.

Matt le impedì di aprirlo appoggiando una mano su esso e guardandola compiaciuto.

- Che cosa vuoi? - domandò la ventenne mettendosi gli occhiali sul naso, quel giorno dalla montatura verde, in sintonia con la camicetta della ragazza.

- Uscire con te bella mia, lo sai – disse il ragazzo appoggiando una spalla all'armadietto della ragazza mentre incrociava le braccia al petto in una maniera che lui credeva tanto figa.

- E tu sai benissimo che io non voglio uscire con te – ripeté forse per la milionesima volta la ragazza.

Matt storse il naso.

- Peccato – commentò, - ci sarebbe stato da divertirsi – e schioccò le labbra come se avesse appena assaporato il vino migliore al mondo.

Maryl rabbrividì.

- Matt, davvero io non voglio uscire con te – disse con la voce improvvisamente acuta.

Il ragazzo fece un passo verso di lei.

- Perchè? - chiese.

Maryl lo fissò dal basso verso l'alto, nonostante indossasse i tacchi Matt era più alto di lei di almeno dieci centimetri.

- Perchè ti sei fatto tutte le ragazze più affascinanti di questa università – disse lei riprendendo coraggio.

- Oh, ma loro erano solo un divertimento – disse lui, - io ti voglio.

Il coraggio che Maryl aveva guadagnato lo porse in un attimo: Matt la voleva.

- Matt … - iniziò lei.

- Mi dispiace, ma lei non può uscire con te perchè sta con me – si intromise una voce maschile alle spalle di Maryl.

La ragazza si voltò di scatto e sussultò quando vide Kevin che la fissava con un mezzo sorriso.

- Maryl – la salutò.

- Kevin! - squittì la ventenne. - Che ci fai qui?

Che cavolo ci faceva lui nella sua università? E soprattutto come osava presentarsi da lei dopo averle rovinato tre vestiti firmati e due paia di scarpe?

- Ma come non ti ricordi? Ti avevo promesso che ti sarei venuto a prenderti – disse Kevin Jonas e la sua espressione la pregava di reggergli il gioco.

Maryl sorrise con un'espressione zuccherosa montata al momento.

- Oh è vero amore – disse, - allora andiamo?

- Certo tesoro – disse mettendole un braccio intorno al collo, - ho la macchina qui fuori.

Matt li fissava sbalordito.

- Stai con … - si strozzò.

- Si, piacere Kevin – disse la pop-star ringraziando silenziosamente il buon Dio che quel ragazzo non conoscesse i Jonas Brothers.

- Matt – disse lo studente con un ringhio che Kevin ignorò.

- Bene andiamo cucciola? - disse voltandosi verso Maryl che guardava la scena, divertita.

- Si – disse e insieme uscirono dall'università.

Camminarono in silenzio per qualche istante, camminavano con passi corti ma veloci, Kevin con il proprio braccio ancora intorno al collo della ragazza.

- In macchina – disse Kevin precedendo la domanda seccata di Maryl, - ti spiegherò tutto lì.

Maryl annuì sbuffando e continuò a camminare al fianco di Kevin.

Il ragazzo la condusse lungo una strada dove, fra numerose Toyota, Fiat e BMW, risplendeva lucido un SUV nero dai vetri oscurati, elegantissimo.

Kevin infilò una mano nella tasca dei jeans che indossava e ne estrasse un paio di chiavi che usò per aprire la macchina.

Maryl salì sul SUV con uno sguardo meravigliato e si allacciò la cintura, mentre il ragazzo si sedeva affianco a lei al posto di guida.

- E' tua? - chiese la ragazza meravigliata.

Kevin fece spallucce.

- Regalo di compleanno – spiegò.

- Wow! - esclamò Maryl, - è bellissima.

All'improvviso si ricordò dell'odio che provava nei suoi confronti.

- Che sei venuto a fare nella mia università? - chiese passando da una voce dolce a una temibile.

- Volevo scusarmi con te … per tutto quello che ti ho fatto – disse Kevin infilando le chiavi nel cruscotto e accendendo la macchina.

- Ah, beh, comunque non sei scusato – disse Maryl voltando il bel viso verso il finestrino, lei poteva vedere tutti ma nessuno poteva vedere lei a causa dei vetri oscurati.

Kevin rise sommessamente.

- Non c'è da ridere – disse la ragazza guardandolo, - io ti odio.

- Non mi sembrava quando ti ho liberata dalle grinfie di quel Matt – disse il ragazzo tenendo gli occhi sulla strada.

- Oh, si, comunque … grazie – sussurrò Maryl.

- Figurati, è il minimo dopo che ti ho rovinato non so più quanti vestiti e scarpe – disse Kevin fermandosi a un semaforo rosso.

- Non me lo ricordare – disse la ventenne con una smorfia.

Kevin la guardò.

- Allora … sono scusato? - chiese, - o dovrò vivere per sempre con il rimorso di averti rovinato quei bellissimi vestiti.

Maryl ricambiò lo sguardo, mentre il suo cervello lavorava a mille.

- Non lo so Jonas – borbottò, - insomma erano scarpe di Prada.

Il sorriso di Kevin si sciolse.

- Non sono scusato? - chiese.

La ragazza continuò a guardarlo con un po' di rimorso.

I successivi sette minuti li passarono in silenzio.

- Beh direi che potrei scusarti – disse all'improvviso Maryl.

La sorpresa di Kevin fu tale che frenò bruscamente ricevendo in cambio un paio di colpi di clacson dall'auto dietro di loro.

- Sul serio? - disse, - insomma lo sai che anche io ti detestavo, ma Joe e Nick mi hanno riempito la testa di tuoi pregi e dopo l'ultimo vestito ho dovuto perdonarti per essere una grande smorfiosa.

- Già – disse Maryl, - e dopo il lungo discorso che mi hanno fatto Maggie e Lexi, dopo averti minacciato di morte e dopo che mi hai salvato da Matt Dowson ti devo perdonare per essere un irrimediabile ragazzo goffissimo.

Kevin sorrise allegro.

- Che ne dici se ricominciamo da zero? - propose tendendo la sua mano verso di lei. - Piacere, Kevin Jonas.

Le labbra di Maryl si inarcarono in un sorriso involontario.

- Piacere, Maryl Campbell.

E si strinsero le mani.


Io un giorno crescerò

e nel cielo della vita volerò

ma un bimbo come fa?

Sempre azzurra non può essere l'età

(Io vagabondo, i Nomadi)


- Ho vinto! - esultò un diciannovenne saltando in piedi, - alla faccia vostra!

Lexi sbuffò.

- Non sai vincere Joe, neanche questo sei capace di fare – disse con un sibilo.

- Io so vincere perfettamente – disse il vocalist facendosi improvvisamente serio per poi scoppiare in una risata fragorosa, - ho vinto! Ho vinto!

Lexi incrociò gli occhi con quella della gemella e si trattenne appena ad alzarli al cielo.

Maggie era sdraiata per terra, fra le mani teneva le regole del gioco a cui stavano partecipando lei, sua sorella gemella, Nick e Joe.

- Nanananana! - le canzonò il ragazzo esibendosi in quella che doveva essere una danza della vittoria.

- Spero per il bene di tutte le ragazze che vengono ai vostri concerti che tu non balli durante gli spettacoli – disse Lexi, con voce acida. - Dovresti essere riconosciuto come pericolo pubblico.

- E invece balla – disse Nick con voce annoiata, - e non sai quante volte cade, non a caso il suo soprannome è Danger.

- Grazie Nick – disse Joe, falso, - mi ci voleva proprio questa tua enorme fiducia in me.

Il sedicenne sorrise divertito.

- Un altra partita – propose, - io e Lexi contro Joe e Maggie.

- Ci sto! - approvò Joe dopo il consenso di Maggie. - Verrete stracciati, soprattutto tu Lexi, ti farò mangiare la polvere.

- Si, certo come no! - esclamò la rossa, - intanto chiudi quella bocca, io e Maggie abbiamo perso solo perchè non ci siamo impegnate, ma vedrete ora!

Maggie ridacchiò.

- Ma l'arma segreta la uso io Lexi – disse.

- Eh no sorellina, scordatelo – disse la rossa. Chiamava spesso Maggie con l'appellativo di sorellina, nonostante era Maggie la maggiore di due minuti rispetto a Lexi. - Io l'ho inventata, io la uso.

- Ma se ho affinato io la tecnica – si ribellò debolmente la mora.

- Maggie, no – disse la sedicenne con un'occhiata fra il severo e il divertito.

La gemella avrebbe tanto voluto ribattere, ma rimase zitta e annuì.

- Bene, iniziamo – disse la rossa.

Diede le carte e iniziarono la partita.

- Sapete – disse Nick dopo una decina di minuti di silenzio, - mi sono stancato.

- Ah, vuoi abbandonare solo perchè state perdendo! - disse Joe.

- Ehm, Joe non vorrei distruggere il tuo sogno – lo interruppe Maggie, - ma sono in vantaggio loro.

- Dettagli Maggie, dettagli insignificanti – disse il diciannovenne allegro. - Abbiamo vinto!

Stai calma Lexi, si disse la rossa mentre tentava in ogni modo di sopprimere l'improvviso pensiero omicida che le aveva attraversato il cervello, è solo uno stupido, idiota, deficiente, cretino, rammollito, vigliacco di un Jonas, rilassati, non devi ucciderlo. Non devi, non ne vale la pena.

Nel frattempo Nick aveva incassato la “sconfitta” e aveva rimesso il gioco a posto, tentando anche lui di non strangolare il fratello.

L'improvviso urlo di Maggie la riportò alla realtà.

- Oh Dio! Sono in ritardo! - esclamò saltando da una parte all'altra del salotto afferrando un mazzo di chiavi, un giubbotto, il portafoglio e un paio di scarpe da uno stanzino.

- Da dove scusa? - chiese la gemella, - oggi non hai niente da fare.

Era domenica, l'unico giorno libero di Maggie.

- Alla biblioteca – disse infilandosi con una mano le scarpe e con l'altra si metteva il giubbotto.

- Ma scusa ci hai già lavorato domenica scorsa, perchè anche oggi? - chiese Lexi incrociando le braccia al petto.

- Lo so, ma Terry oggi accompagna il nipote dalla zia, una specie di riunione di famiglia – disse allo sguardo confuso della sorella e dei due amici.

- Ma questo è sfruttamento minorile! - si lamentò Lexi, - Perchè non hai detto di no?

Si diede della stupida, come poteva dire di no sua sorella?

Maggie non rispose e fece per aprire la porta di casa.

- Aspetta vengo anch'io – disse all'improvviso Nick raggiungendola.

Joe e Lexi lo guardarono stupiti mentre la sedicenne mora gli rivolse un sorriso.

- Grazie Nick, ma davvero, non ce né bisogno – disse diventando rossa in viso.

- Mi fa solo piacere, avevo comunque pensato di andarci oggi – disse lui.

- Oh, va bene … grazie – disse Maggie aprendo la porta di casa e facendolo uscire per primo.

La porta si richiuse dopo che lei uscì.

Lexi e Joe si guardarono per un istante.

- E noi cosa dovremmo fare? - gridò lei alla porta chiusa.

- Arrangiatevi – disse Maggie in un urlo fioco.

La rossa e il moro si fissarono con occhi di fuoco.

- Beh, io vado a casa – disse Lexi, - si sta facendo tardi.

Joe guardò l'orologio che era appeso sul camino del salotto: erano le quattro meno venti.

- Oh è vero, per le persone sotto libertà vigilata c'è il coprifuoco – disse ironico.

- Ma guarda un po' che onore, conosco Joe Jonas, il ragazzo più scemo d'America – commentò lei.

Joe disse qualcosa sottovoce che assomigliavano a delle imprecazioni ma che Lexi non riuscì a capire.

- Senti – disse all'improvviso, - noi ci detestiamo.

- Ma no!

- Ecco, uno dei tuoi principali difetti, metti tutto sul ridere, tutto! - disse Alexandra arrabbiata, - ma riesci a essere serio per un solo misero istante?

- Ehm, direi di no – disse lui con aria da finto tonto.

- Ti detesto! - commentò la ragazza.

- Non quanti io odio te – disse il ragazzo.

Si ringhiarono contro per qualche istante.

- Finiamola qui – disse Lexi, - dirò a Maggie che ci abbiamo provato, o almeno che ci ho provato. Tu non ti sei minimamente sforzato per provare a essere amici.

- Io non mi sono sforzato? Ma se ho fatto i salti mortali per te! - disse Joe. - Ho provato di tutto per esserti amico!

- E essere odioso rientra nei tuoi sforzi? - domandò lei.

- Lasciamo stare, tanto è tutto inutile.

- Sono daccordo.

Lexi fece come per uscire di casa, mise la mano sulla maniglia, poi tornò da lui con passo deciso.

- Ascoltami bene, io non sono una ragazza che si arrende, capito? Non mi sono mai arresa in sedici anni di vita e non inizierò adesso per colpa tua – spiegò con fare ribelle. - Ho fatto una promessa a Maggie in cui le promettevo di tentare di esserti amica. Ma se tu non ti sforzi sarà tutto inutile!

Joe la fissava basito.

- Hai qualcosa da dire? - disse lei.

- Si – affermò il ragazzo, - prima di tutto sono d'accordo e per me va bene, però devi promettermi che non farai più un discorso del genere.

- Potrei sapere il motivo … per favore – si sforzò di essere gentile Lexi.

- Detesto i discorsi lunghi, mi perdo nelle prime due farsi – spiegò.

Come dicevo, l'essere più scemo d'America, pensò Lexi.

- Va bene, basta che tu la pianti con le tue battutine – disse la ragazza.

- Non più di cinquanta al giorno – disse Joe.

- Scordatelo, venti – contrattò la rossa.

- Cinquanta.

- Venti.

- Cinquanta.

- Venti.

- Cinquanta.

- Dieci – disse Lexi con un sorrisetto malefico allungando una mano verso di lui.

- Oh, venti, va bene! - accettò Joe e le strinse la mano.


Continua ...

  
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers / Vai alla pagina dell'autore: Maggie_Lullaby