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Autore: Giulz95    06/04/2016    2 recensioni
“Tu non sai un cazzo di me.” Sostengo il suo sguardo alzandomi sulle punte e abbasso la voce ad un sussurro. “Quello che è successo al CCM non mi rende automaticamente una tua responsabilità e non ti da il diritto di prendere le mie scelte.”
Daryl risponde con altrettanta rabbia.
“Credi che l’abbia fatto per te?!” Faccio un passo indietro per impedirgli di avvicinarsi. “Non l’ho fatto per te!”
“No, l’hai fatto per te stesso, perché sei un egoista bastardo, e non ti rendi conto di quello che mi hai tolto!” Lo spingo all’indietro, e devo controllarmi per non urlare.
“Stai dando a me dell’egoista quando eri quella che voleva abbandonarci tutti per farti saltare in aria! Non hai pensato a quello che avresti lasciato indietro?!”
“Non avrei lasciato indietro niente, perché voi non siete niente! Ti comporti come se stessimo giocando all’allegra famigliola in vacanza, quando queste sono le stesse persone che hanno fatto uccidere tuo fratello!”.
“Chi cazzo se ne frega di loro?! Me! Avresti lasciato indietro me!”

Seconda stagione e seguito di Tell it to the frohs
Enjoy!
Genere: Azione, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daryl Dixon, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Devil's backbone'
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A noi due si sono uniti Glenn, Shane e ovviamente Rick.
 
Siamo ritornati al punto dove abbiamo lasciato la bambina. Daryl è chino accanto a Rick. Si occuperà lui di questa storia, magari può rendersi utile tanto per cambiare.
 
“Siete sicuri che sia questo il posto?”
 
“E’ questo.” Sostengo il suo sguardo. “Le abbiamo detto di nascondersi lì e abbiamo attirato gli zombie giù per il ruscello, verso est.”
 
Daryl annuisce apologeticamente.
 
Lo ammazzo. Se continua a trattarmi con condiscendenza, lo uccido.
 
“Questo sì che è un bel cazzo di problema.”
 
“Quando siamo tornati non c’era più. Pensavamo fosse tornata da voi, le ho detto di andare da quella parte, e di tenere il sole sulla sinistra.” Rick indica il punto da dove Glenn ci sta coprendo le spalle, e dal quale io e Sophia eravamo scese durante la nostra fuga, quando le stringevo la mano e le ripetevo che sarebbe andato tutto bene. Che stupida.
 
“Ehi, piccoletto. Spostati, stai incasinando le tracce.” Daryl si rivolge a Glenn agitando il braccio.
 
“Speriamo sappia distinguere la destra dalla sinistra.” Mi irrigidisco alle parole di Shane.
 
“Shane, mi ha capito benissimo.” Rick gli risponde mentre io fisso l’acqua del ruscello stringendo le mandi a pugno.
 
“Era stanca e spaventata Rick. Chissà cosa avrà capito di quello che le hai detto.”
 
“Ha capito.” Alzo lo sguardo per fissarlo dritto negli occhi. “Magari se ci fossi stato tu al posto di Rick avrebbe capito meglio. Ma non c’eri, perché non sei stato tu a inseguirla.”
 
“Ero troppo lontano.”
 
“Palle.”
 
“Ehi!” Daryl ci ferma prima che pianti una freccia in testa al poliziotto, che sospira abbassando lo sguardo. “Ci sono delle impronte qui,” Daryl risale il dislivello. “Vi ha dato retta, è tornata verso la strada. Torniamo indietro.” Si volta aiutando a salire Rick e poi me. Quando sono accanto a lui avvicina la bocca al mio orecchio sussurrano. “Mantieni la calma. Mi servi per trovarla.”
 
“Fai strada.” Lo guardo dritto negli occhi prima di seguire gli altri e aspettare che si muova.
 
 
Daryl si china dopo una ventina di metri nella direzione della strada, osservando il terreno davanti a lui. Quando mi avvicino riesco a vederlo benissimo anche io: l’angolo retto formato dalle orme di Sophia, che è uscita dal percorso così improvvisamente. Perché l’hai fatto piccola? Cosa hai visto?
 
“Fino a qui è andata bene, poi però ha deviato verso destra, da quella parte.” Daryl indica un punto impreciso della boscaglia alla sua destra.
 
“Perché lo avrebbe fatto?” L’asiatico chiede accanto a me, e Shane gli risponde.
 
“Magari qualcosa l’ha spaventata, è scappata.”
 
“Uno zombie?”
 
“Non ci sono altre impronte oltre alle sue.” Rispondo senza voltarmi a guardare Glenn, continuando a fissare le impronte definite della bambina. “Andiamo, stiamo perdendo la luce.”
 
“Aspetta.” Rick mi ferma, e mi volto chiudendo gli occhi e cercando di mantenere la calma. “E’ passato troppo tempo, è meglio che tu, Shane e Glenn ritorniate sulla strada, o cominceranno a preoccuparsi. Ditegli che stiamo facendo qualunque cosa per trovarla, ma soprattutto…”
 
“Io non vado da nessuna parte, Rick.” Sostengo lo sguardo dell’uomo per qualche secondo.
 
“Julie, poco fa sei quasi svenuta.”
 
“Non ho bisogno del tuo permesso. Perché non torni tu sulla strada? Torna davanti a Carol e digli che sei tornato senza sua figlia perché eri stanco.”
 
“Ascoltami bene…” Shane la prende per un braccio.
 
“Non. toccarmi.” I miei occhi si piantarono in quelli dell’uomo, minacciosi e spietati. Shane mi lascia andare prima di schiarirsi la gola.
 
“Gli farò fare qualche lavoretto, cercare qualcosa di utile nelle auto, per tenerli occupati.” Guardò Glenn prima di incamminarsi. “Andiamo.”
 
 ...
 
“Le tracce non ci sono più.” Rick sospira dietro me e Daryl.
 
“No, si vedono poco, ma ci sono ancora.” Daryl punta il dito verso il terreno. “E’ passata di qua.”
 
“Come fai a dirlo? Io vedo solo terra e erba.”
 
“Vuoi una lezione o vuoi trovare la ragazzina e portare il culo lontano da quella strada?”
 
“Sssh.” Li zittisco abbassandomi, ed entrambi si voltano lo sguardo verso di me facendo lo stesso. Indico un punto poco più avanti, dove un putrefatto si aggira da solo tra gli alberi. Rick si volta verso Daryl dopo averlo visto, che fa segno di separarci in due direzioni. Lo seguo dietro lo zombie, mentre Rick, una volta raggiunto un punto più avanti, lo distrae con un fischio. Lo zombie si volta verso di lui ruggendo, mentre il dardo di Daryl si conficca nella sua nuca, mandandolo a terra con uno tonfo. Ci avviciniamo al bastardo, e Daryl chiama Sophia per nome dopo aver recuperato il dardo, mentre Rick si abbassa infilandosi un paio di guanti da lavoro per ispezionare il cadavere.
 
“Non dovresti urlare.”
 
“Potrebbe essere qui intorno.”
 
“E potresti attirare più zombie nella zona.”
 
“Ha della pelle sotto le unghie.” Lo sceriffo ci interrompe, ed entrambi ci voltiamo verso di lui. Un brivido mi corre lungo la schiena. Potrebbe essere troppo tardi.
Rick rivolta lo zombie su un lato, infilando le dita protette dal guanto nella sua bocca. “E della carne fra i denti…”
 
“Sì, ma che genere di carne?” Daryl si abbassa per dare un’occhiata più da vicino.
 
“C’è un solo modo per scoprirlo.” Lo sceriffo apre la camicia del cadavere, scoprendone il ventre, prima di estrarre il suo coltello.
 
“Aspetta.” Daryl lo ferma avvicinandosi al putrefatto indossando i suoi guanti. “Lo faccio io. Tu quante prede hai sventrato? E comunque il mio coltello è più affilato.”
 
L’uomo affonda la sua lama nell’addome dello zombie, lacerando pelle, grasso e muscoli.
La bile mi sale alla gola. Ho visto di peggio, ma l’odore è insopportabile. Mi alzo incoccando una freccia e allontanandomi con la scusa di controllare i dintorni, ma il rumore dei tessuti lacerati è impossibile da bloccare. Quando mi volto appena, dopo qualche secondo, Daryl sta tirando fuori gli organi in chiaro stato di decomposizione.
 
Dio Santo.
 
Mi chino su me stessa rimettendo a terra quel poco che era nel mio stomaco, e Rick mi guarda, il volto pallido probabilmente per lo stesso motivo. Alzo la mano rassicurandolo.
 
“Sto bene.”
 
“Sì, lo stronzo ha mangiato non molto tempo fa. Riesco a sentirlo qua dentro.”
 
Ugh.
 
“Ecco lo stomaco.” Un globo di tessuto marcio finisce sul terreno tra i due uomini, mentre mi avvicino evitando di posare lo sguardo sul cadavere a terra.
 
“Ci penso io adesso.” Rick inizia a tagliare la parete dell’organo, e dopo qualche secondo Daryl alza il suo coltello, sulla punta del quale riesco a vedere il teschio di un animale.
 
“E’ una marmotta.”
 
“Già… Questo lurido bastardo ha pranzato con un roditore.”
 
“Meglio così.” Annuisco allontanandomi.
 
“Almeno lo sappiamo.” Rick sta cercando di riacquisire colore, mentre il cacciatore non sembra minimamente toccato dalla situazione. Si alza i guanti e recuperando la sua arma, camminando verso di me subito prima dello sceriffo.
 
... 

Le tracce si sono interrotte. Il buio arriverà presto, e allora niente ci permetterà di ritrovare la bambina. Siamo arrivati di nuovo sulla riva del ruscello, Sophia deve aver proseguito in questa direzione, tenendo il corso d’acqua come punto di riferimento.
 
“Dovremmo ritornare indietro.”
 
Chiudo gli occhi. Stavo aspettando queste parole da almeno un quarto d’ora.
 
“Voi andate.”
 
“Julia.”
 
“Io non torno indietro senza Sophia.” Guardo i due uomini per un secondo prima di scuotere la testa. “Starò bene. Non è la prima notte che passo qua fuori.”
 
“Si è già perso qualcuno oggi.” Daryl mi guarda dritta negli occhi. “Non è il caso di peggiorare la situazione.”
 
“Non ho dodici anni. So ritrovare la strada.”
 
Rick si avvicina prendendomi per le spalle. “So che ne saresti in grado, ma non posso affrontare Carol da solo.” Lo guardo per un attimo prima di abbassare lo sguardo a terra. “Julia. Per favore.”
 
Annuisco lentamente, e ci incamminiamo tutti e tre verso l’autostrada.

... 
 
Carol è affacciata verso il bosco quando arriviamo. Non riesco ad incrociare il suo sguardo, ne tantomeno quello degli altri. E quando alla donna comincia a mancare il fiato, un nodo mi stringe la gola.
 
“Non… Non l’avete trovata?”
 
“Abbiamo perso le sue tracce, ricominceremo a cercarla all’alba.” Rick la guarda negli occhi, cercando di rassicurarla.
 
“Non potete lasciarla là fuori da sola, non può passare la notte nel bosco.” Lo sguardo della donna cade su di me, ed io volto la testa dietro di me, cercando di trattenere le lacrime.
 
“E’ inutile cercarla ora.” Daryl le si avvicina, il suo tono forzatamente calmo e gentile. “Non faremmo altro che inciampare, e altre persone si perderebbero.”
 
“Ma ha dodici anni! Non può restare laggiù da sola! Non avete trovato niente?”
 
“Carol, so che è difficile, ma non puoi farti prendere dal panico. Sappiamo che è nel bosco.” Rick le posa una mano sulla spalla.
 
“L’abbiamo seguita per un po’.”
 
“Dobbiamo organizzare bene la ricerca. Daryl conosce i boschi meglio di chiunque altro, facciamo come dice lui.”
 
“E’ sangue quello?”
 
Carol sta guardando una macchia sul pantalone di Daryl, il panico sempre più evidente nella sua voce.
 
“Abbiamo abbattuto un zombie.”
 
“Uno zombie…? Oh mio Dio…”
 
“Sta tranquilla, non si è neanche avvicinato a Sophia.” Rick le si avvicina mentre Lori le circonda le spalle con un braccio.
 
“Come potete saperlo?” Andrea, con la domanda che tutti si stanno ponendo.
 
“Daryl e Rick l’hanno sventrato.” Parlo guardando l’asfalto. “Per essere sicuri.”
 
Carol sembra sentirsi mancare. Si volta verso di me sedendosi sul guard-rail, e quando alza lo sguardo verso il mio, le lacrime mi pungono gli occhi.
 
“Come avete potuto lasciarla da sola tanto per cominciare?”
 
Apro la bocca ma nessun suono esce da essa.
 
“Tu l’hai salvata una volta, e adesso… Come hai potuto lasciarla lì?!”
 
Il mio respiro accelera e improvvisamente mi volto verso Daryl, che tiene lo sguardo preoccupato puntato su di me. Cerco di evitare gli occhi dell’uomo e mantenere il controllo sui miei polmoni per evitare di andare in iperventilazione come una cretina, ma dopo qualche secondo sento la sua spalla contro la mia e decido di cedere e appoggiare ad essa la fronte. Non riesco più a trattenere le lacrime, che escono silenziosamente. L’uomo rimane dapprima immobile, ma dopo poco sento la sua mano dietro la nuca. Sta cercando di confortarmi, e se anche un lato di me è ancora fermamente convinto di volergli sparare, gliene sono grata.
 
“Ci stavano addosso, Carol. Ne sono arrivati altri una volta nel bosco, attirati dai rumori. Erano troppi per affrontarli da soli, dovevamo dividerceli e portarli lontano da lei. Julia ha rischiato la vita per lei, se non fossi arrivato in tempo sarebbe morta per proteggerla.”
 
“Come avete anche solo potuto pensare che potesse trovare la strada da sola, è una ragazzina!” La donna si china verso Rick. “E’ solo una ragazzina!”

“Non potevamo fare altrimenti.” La voce di Rick si fa più flebile, mentre s‘inginocchia davanti a lei per guardarla negli occhi. “Era l’unica scelta possibile.”
 
C’è un minuto di silenzio e quando mi allontano da Daryl asciugandomi le lacrime mi avvicino alla donna, incrociando il suo sguardo per un secondo. Quando parlo la voce sembra non voler uscire dalla mia gola, è quasi solo un sussurro, ma è il massimo che posso fare.
 
“Mi dispiace, Carol.”
 
I suoi occhi azzurri rimangono sui miei per un secondo prima di tornare a guardare avanti.
 
“La mia bambina è stata abbandonata nel bosco.”
 
Gli occhi del resto del gruppo sono puntati sulla scena. Vergogna. Tristezza. Delusione. Rabbia. Sono troppe le parole che leggo sui loro volti. La guardo ancora un secondo prima di annuire e voltarmi, iniziando a camminare lungo la strada. Daryl mi raggiunge dopo qualche metro rimanendo al mio fianco.
 
“Voglio restare sola.”

“No, non è vero.”
 
Mi fermo guardandolo per un attimo. Le lacrime riempiono di nuovo i miei occhi, e questa volta è lui a tirarmi a sé, stringendomi contro il suo petto dopo aver lasciato cadere a terra la balestra.
 
“E’ colpa mia, è tutta colpa mia.” Forzo le parole contro la sua camicia e lui mi tiene più stretta a sé.
 
“Sei stata la prima a correre dietro alla ragazzina quando è scappata. Se non fosse stato per te e Rick sarebbe morta prima di arrivare al ruscello.” L’uomo cerca di rassicurarmi muovendo la mano in movimenti circolari sulla mia schiena. “Le hai salvato la vita.”
 
“La guardavo negli occhi, Daryl. Lei guardava me, spaventata a morte, ed io le ho detto che sarebbe andato tutto bene, ma poi… Poi continuavano ad arrivarne, ad ogni angolo, e io ho trovato il nascondiglio vicino al ruscello, e mi sono distratta. Uno di quegli stronzi mi teneva per i capelli, mentre l’altro le si avvicinava e se non fosse arrivato Rick a quest’ora saremmo morte entrambe.” Sto parlando a raffica, buttando fuori ogni singola molecola di tensione residua. Daryl sembra a disagio, ma non fa nulla per allontanarsi da me. “Ma poi, poi lui le ha detto di rimanere là sotto, e di tornare da voi se non ci avesse visti tornare a prenderla. Ed era l’unico modo, in quel momento sembrava la cosa più giusta da fare, te lo giuro. Ed ora tutti mi guardano come se avessi… Come se avessi…”
 
“Lo so, ehi.” Daryl prende le mie spalle tra le mani e mi allontana per guardarmi negli occhi “Lo so. Lo sappiamo tutti. E comunque si fottano gli altri, loro non hanno mosso un dito quando Sophia è scappata. Non dirmi che improvvisamente ti importa di quello che pensano!” Cerca di fare dell’ironia, ma continuo a fissargli il petto e parlare tra le lacrime.
 
“Le ho sorriso, le ho detto che saremmo tornati a prenderla.” Abbasso lo sguardo. “L’ho abbandonata. Ho abbandonato anche lei, e ora non la troverò mai più, Daryl. Non li troverò mai più, ne lei ne Avi, non li troverò più.” Daryl mi guarda cadere in una crisi di panico. Ne è passato di tempo dall’ultima volta che il mio respiro si è fatto corto, e braccia e gambe sono diventate gelide come se stessi andando in ipotermia. L’uomo mi osserva per un secondo prima di costringermi a sedermi a terra. Si accovaccia di fronte a me, e si volta verso il camper. Quando si rende conto che siamo troppo lontani perché qualcuno possa aiutarmi, mi guarda negli occhi.
 
“Va bene, ehi, guardami.” Prende il mio viso fra le mani obbligandomi a guardarlo negli occhi. “Va tutto bene. Devi respirare, okay? Lunghi respiri.”
 
“Non ci riesco!” Mormoro abbassando di nuovo lo sguardo. Daryl afferra la mia mano portandola sul suo petto.
 
“Sì, ci riesci. Lo senti? Copialo.”
 
Ci vuole qualche minuto ma il mio respiro si sincronizza con quello dell’uomo di fronte a me, e comincio a ritornare in me stessa. Daryl tiene la sua mano sopra la mia, impedendomi di distrarmi.
 
“Stai meglio?”
 
Annuisco leggermente tenendo gli occhi verso il basso.
 
“Vuoi contare, o roba simile?”
 
Scuoto la testa, chiedendomi quale può essere il motivo per il quale è così esperto sul come curare gli attacchi di panico.
 
“Sto bene.”
 
“Okay.” Lascia andare la mia mano prima di rialzarsi. “Ce la fai ad alzarti?”
 
Mi tiro su in qualche maniera, ma il sangue mi sale al cervello e una volta in piedi barcollo appena. Le braccia dell’uomo sono immediatamente attorno a me,
 
“Whoa.”
 
“Sto bene.” Lo guardo per un secondo prima di abbassare lo sguardo di nuovo. “Scusami.”
 
Daryl annuisce prima di parlare di nuovo.
 
“Coraggio, torniamo indietro. Devi riposare.”
  
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