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Autore: Iwuvyoubearymuch    07/04/2016    2 recensioni
Ron ed Hermione stanno per diventare genitori.
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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R O N / H E R M I O N E 
Together 
 
Ron Weasley sentiva di essere sul punto di una crisi di nervi. Anzi, era sorpreso di non essere ancora stato sospeso dal lavoro con tutti i casini che aveva combinato ultimamente - ma forse, per quello doveva ringraziare Harry - o di non essere richiuso nel reparto psichiatrico del San Mungo - ancora una volta grazie a Harry. Più tentava di tenere un comportamento normale e dirsi che le cose non sarebbero cambiate, più aveva l'impressione che non ce l'avrebbe fatta, che avrebbe dato fuori di matto alla prima occasione buona.
Onestamente, assistere una donna incinta - Hermione incinta! - era stato più complicato che trovare tutti i dannati Horcrux di Voldemort e finalmente liberarsi di lui.
Ok, non era vero, ma ci andava abbastanza vicino.
Dal momento in cui Hermione gli aveva detto di aspettare un bambino - inutile dirlo, Ron era andato nel panico totale - si era trasformata in una specie di pazza con manie ossessivo-compulsive che unite a quella sua peculiare caratteristica innata di so-tutto-io avevano reso praticamente impossibile la convivenza. Ron cercava di svignarsela appena si presentava la possibilità e rimaneva a lavorare oltre l'orario stabilito o accettava gli incarichi di altri Auror perché più lui e Hermione stavano insieme, più litigavano. Già prima, non si poteva dire che fossero la coppia più stabile e tranquilla del mondo; con la gravidanza i problemi si erano moltiplicati per cento. Nei primi mesi, dopo ogni fase di vomito di Hermione - Ronald, lo sai che non sopporto l'odore delle uova la mattina! - discutevano per più la stupida delle motivazioni: come Ron era rientrato così tarsi la sera prima, perché Hermione si ostinava a mettergli a posto il cassetto dei calzini ogni santa sera, quando sarebbero usciti visto che non andavano a cena da così tanto tempo... e la lista era così lunga che non sembrava mai arrivare a un fine.
Solo che la fine, a un certo punto, era arrivata. Inaspettata. Insieme al primo calcio del bambino, del quale Hermione non aveva voluto conoscere il sesso - sarà più eccitante scoprirlo solo quel giorno, non credi?, aveva detto mordicchiando una striscia di carne essiccata di cui andava pazza ultimamente. Comunque, Ron non era d'accordo con la storia di aspettare per sapere se avrebbero avuto un maschio o una femmina perché non ci vedeva niente di eccitante nel non essere pronti - e la cosa lo sconcertava perché era sempre stata Hermione, soprattutto fino a poche settimane prima, quella che sentiva il bisogno di programmare ogni singola cosa - ma era troppo entusiasta del fatto che le cose si stessero mettendo lentamente a posto per opporsi e levare quel sorriso enorme dalle labbra di sua moglie. 
Il problema nel sapere il sesso di un bambino - be', non era un solo problema, ma tanti. 
Il primo di tutti? Il nome. Più il giorno del parto si avvicinava, più la caccia al nome giusto si faceva disperata e le proposte diventavano assurde. Del tipo che Ron non avrebbe mai permesso che sua figlia, nel caso fosse femmina, si chiamasse Muriel, in onore della sua tanto amata prozia che vedeva molto più spesso di quanto in realtà desiderava; nemmeno il nome Whilhelmina lo faceva impazzire, come qualcuno al lavoro gli aveva suggerito, e preferiva non dover subire la vendetta di sua figlia una volta diventata grande. Harry e Ginny si erano mantenuti sul classico, utilizzando i nomi del padre e del padrino di Harry; Hermione e Ron non volevano fare lo stesso: avevano messo da parte tutti gli aiuti gentilmente arrivati - e non richiesti - e si erano concentrati sul nome che loro due avrebbero voluto dare a loro figlia; la scelta era tra tre possibilità: Grace, Patricia e Rose. 
Nel caso fosse stato un maschio le cose erano un po' più difficili. Ron avrebbe voluto dargli il nome di Fred, ma già ci aveva pensato George e non era il caso di iniziare a ripetere nomi, anche se la famiglia Weasley era così numerosa e continuava a crescere che prima o poi sarebbero incappati inevitabilmente in quell'eventualità. A Hermione piaceva Chris e detestava Simon, Ron poteva accettare il nome Cole ma avrebbe opposto resistenza per Oliver e tanti altri nomi. Ma tanto, secondo Molly Weasley, non avrebbero avuto un maschio. E la mamma di Ron aveva sempre ragione, non sbagliava mai. Se aveva detto che avrebbero avuto una bambina, allora femmina sarebbe stata.
E questo era un altro problema del non sapere il sesso di un figlio. Cioè, non che Ron avesse potuto fare qualcosa se all'ospedale - prettamente babbano, come aveva richiesto Hermione - gli avessero detto che sarebbe diventato padre di una bambina. Ma, forse, avrebbe potuto iniziare a prepararsi, a prendere precauzioni, procurarsi lucchetti e spranghe e spray al peperoncino che nel mondo babbano andavano di moda. Perché Ron sapeva che gli anni a venire sarebbero stati una catastrofe per lui. Non tanto presto magari, ma dal momento in cui la sua piccola sarebbe andata a Hogwarts le cose si sarebbero messe male. La sua bambina in un castello, tutta sola, e con centinaia di ragazzi in preda agli ormoni? Mai!
Era stato anche lui un ragazzo in preda agli ormoni ed era fin troppo consapevole di come andavano le cose per accettare serenamente quel pensiero. E se avesse incontrato uno stupido che l'avrebbe fatta soffrire e piangere come lui aveva fatto con Hermione? Ne aveva parlato con sua moglie, nel periodo di calma post-calcio perché una visione femminile poteva essere d'aiuto e perché era Hermione, lei avrebbe avuto senz'altro una soluzione. Al momento giusto dovremo lasciarla andare, Ron, gli aveva detto poggiandogli una mano sul braccio e guardandolo con quegli occhi grandi che dentro potevano anche racchiudere tutta la saggezza, l'intelligenza e chi-più-ne-ha-più-ne-metta del mondo, ma in quel momento non aveva neanche risposto alla domanda di Ron. E aveva anche aggiunto che sarebbe stata la donna più fortunata della Terra se avesse incontrato qualcuno - a quarant'anni, intendi? - identico al suo papà. Ron non si era affatto sentito meglio. 
A casa c'erano cianfrusaglie ovunque perché dal momento in cui lui e Hermione avevano annunciato la gravidanza, tutti si erano sentiti in dovere di snocciolare ogni tipo di gadget utile-inutile: uno sterilizzatore - qualunque cosa fosse - e un set di ciucci che potevano bastare per il resto della vita di suo figlio anche se ne avessero usato uno diverso ogni giorno, biberon, vestiti dai colori orrendi perché non conoscendo il sesso del bambino tutti avevano preferito tenersi sul neutro ed erano troppi quelli che avevano ritenuto il giallo e il verde sorpassati, degli aggeggi per controllare il bambino anche quando non era nella stessa stanza che Hermione chiamava interfono e Harry, invece, walkie talkie - ma rideva quando lo diceva quindi Ron aveva deciso di non fidarsi di lui. E tante altre cose di cui non si era nemmeno scomodato a chiederne il nome perché erano maghi, per la barba di Merlino! Non avevano bisogno di tutta quella roba. Lui era cresciuto senza ed era venuto su piuttosto bene! Soltanto il padre di Ron aveva gli occhi luccicanti alla vista di tutta quella roba, probabilmente perché sapeva che nel giro di qualche mese dalla nascita molte cose sarebbero passate a lui per essere smontate, montate e smontate di nuovo. 
Sorprendentemente, in tutta quella situazione Ron era riuscito a trovare almeno un lato positivo. Oltre al fatto che il frutto dell'amore tra lui e Hermione l'avrebbe tenuto sveglio per mesi e che avrebbe dovuto trovarsi naso a naso con sostanze di rifiuto decisamente poco profumate, si intende. Grattastinchi. Stando a quello che si conosceva delle gravidanze nel mondo babbano, gatti e partorienti non erano un'accoppiata vincente a causa di qualche tipo di batterio, virus o qualsiasi altra cosa di cui Ron non era ovviamente a conoscenza, di cui il gatto poteva essere portatore. I signori Granger avevano insistito col prendersi cura di quel perdi-pelo a tradimento almeno fino alla nascita del bambino e Ron non aveva potuto far altro che appoggiare la saggia decisione dei suoceri perché un tantino preoccupato era anche lui e perché la prospettiva di passare cinque o sei mesi senza la creatura malefica era troppo ghiotta per lasciarsela scappare, così come poter finalmente assaporare la sensazione di restarsene seduto a oziare sulla poltrona nuova non ancora utilizzata perché il cugino dal pelo fulvo di Nagini ne prendeva puntualmente possesso. Erano le piccole gioie della vita. 
Come passare due placide ore sul divano con la propria moglie tra le braccia a far nient'altro che chiacchierare di tutto e niente e diventare una pattumiera vivente ogni volta che Hermione si imbatteva in una Caramella Tutti Gusti+1 dal colore poco promettente. I fiocchi di neve spiaccicati contro le finestre, il bagliore caldo e invitante del piccolo camino scoppiettante, la sensazione di generale beatitudine. Il Ron Weasley attuale aveva soltanto un vago ricordo di una serata talmente perfetta, risalente forse agli inizi della relazione con la sua migliore amica, quando nonostante il caos (positivo, ma pur sempre caos) successivo alla caduta di Lord Voldemort, il lutto per la morte di Fred e l'ultimo anno che soltanto Hermione aveva voluto completare, erano stati in grado di ritagliarsi uno spazietto privato e approfittare delle cose belle che una volta tanto stavano capitando proprio a loro.
Fu esattamente in quella serata così magica - gioco di parole non intenzionale - che avvenne la nascita del bambino. E così come la gravidanza era stata abbastanza problematica, il parto non poteva essere che da meno. 
Prima di tutto, Hermione non si era nemmeno accorta di essere entrata in travaglio. Come potesse essere accaduto che Hermione Granger - so-tutto-io, preparatissima, con un intero alfabeto di piani a disposizione nel caso in cui il primo non dovesse funzionare - avesse sminuito tanto le fitte e i crampi all'addome fino a iniziare il travaglio senza alcun cenno di ricognizione era un mistero che non avrebbe mai visto una spiegazione. Miseriaccia, perfino Ron sapeva che se il bambino continuava a muoversi e si metteva a testa in giù significava che era pronto per uscire! 
Mancano ancora due settimane!, era stata la replica di Hermione, quando Ron le aveva fatto non molto gentilmente e decisamente poco tranquillamente notare che il momento era arrivato. Il gesto della mano come a liquidare la questione fece partire Ron per la tangente: i bambini non sono puntuali come te!, l'aveva zittita lui. 
E la discussione era andata avanti. 
Da quanto tempo sono iniziati questi crampi?
Stamattina, credo.  A quel punto Hermione aveva sollevato le spalle. 
Stamattina? Stamattina!? E quando pensavi di dirmelo?
Avresti cominciato a dare fuori di matto, come stai facendo adesso, a proposito. 
Mia moglie è in travaglio da almeno otto ore senza accorgersene, come dovrei reagire, secondo te?
Non credevo fossero contrazioni, te l'avrei detto altrimenti. 
Prima o dopo aver partorito?, urlò Ron, le braccia in aria in preda all'esasperazione. 
E' inutile starci a pensare, va' a prendere la borsa. 
Quindi sarei io quello che perde tempo ora?
Ronald Weasley, piantala! Stiamo per avere un bambino. 
Felice che te ne sia accorta finalmente. 
Il secondo problema che si era presentato era quel maledetto ospedale babbano che Hermione aveva esplicitamente richiesto. Le strade erano innevate e loro abitavano in cima a una collina scoscesa a circa trenta minuti dal primo paese più vicino, figurarsi un ospedale attrezzato per accogliere donne in gravidanza. In più il loro accompagnatore designato era Harry - lui e Hermione avevano dovuto farsi rilasciare una specie di permesso per mettersi alla guida di un automobile - visto che Hermione non era esattamente in grado di guidare, ma non c'erano molte possibilità che riuscisse ad arrivare fin lì, il che era ridicolo per uno che aveva sconfitto il più potente Mago Oscuro della storia da neonato, aveva affrontato draghi, Dissennatori e Mangiamorte, di nuovo il Mago Oscuro più potente della storia, sposato quella pazza di sua sorella Ginny. 
Insieme si misero alla ricerca di una soluzione. E ogni cosa che Ron Weasley ed Hermione Granger facevano insieme era complicata; quel parto sembrava esserne la prova ancor più della gravidanza in sé. 
Ho trovato!, esultò Ron, felice di quella serata particolarmente proficua mentalmente. Potremmo andare al San Mungo, lì sapr...
Eravamo d'accordo per un ospedale babbano, Ron. Il San Mungo non lo è. 
Forse non te ne sei accorta visto che oggi sei piuttosto distratta, ma non siamo nella posizione di fare gli schizzinosi. 
E a questo Hermione non trovò nulla da obiettare. 
Il terzo problema era legato alla sfortuna cronica che sembrava perseguitare la vita di Ron. Perché non era possibile essere rimasti a corto del più misero granello di Polvere Volante proprio il giorno in cui il suo bambino stava per nascere. E ovviamente Hermione mancava di notare che le contrazioni erano iniziate, ma non che proprio due giorni prima gli aveva ricordato di comprarla dal momento che se l'era dimenticata anche la settimana precedente. Era difficile tenere a mente determinate cose quando per viaggiare gli bastava pensare a dove voleva andare e con un pop compariva a destinazione. 
Potrei smaterializzarmi da Harry e prenderne un po'. 
Vedi che c'è lì fuori?!, fu l'urlo strozzato di Hermione da un'altra contrazione, mentre indicava al di là della finestra. Finiresti con lo spaccarti.
Allora Leo, propose Ron, ritrovandosi inspiegabilmente a sentire la mancanza di Grattastinchi perché preferiva mandare lui nel bel mezzo di una bufera di neve, piuttosto che Leotordo. Per fortuna - o sfortuna, dipende dai punti di vista - Hermione bocciò anche quella soluzione. 
Inizio a credere che tu non voglia collaborare - Oh, ingenuo Ron. 
Se avessi comprato la Polvere come ti avevo detto...
Vedi, non sei d'aiuto così. 
...ora non avremmo questo problema. 
E se tu ti fossi accorta stamattina di dover partorire...
Per la milionesima volta, non credevo fossero contrazioni! 
Certo, perché è così strano averle a pochi giorni dal parto! 
Senti, Ron, dobbiamo calmarci. 
No, sei tu che devi iniziare a preoccuparti di più. 
E credi che non lo sia? Stiamo per avere un bambino ma...
Si bloccò a metà frase, anche le braccia a mezz'aria come se fosse stata appena colpita da un incantesimo Petrificus Totalus. Oppure come se fosse stata colta da un'improvvisa, geniale idea. E Ron non poté essere più felice del fatto che finalmente il tanto decantato cervello di sua moglie avesse ricominciato a funzionare. Si sentì perfino tutto eccitato quando Hermione propose di chiamare un'ambulanza, chiunque o qualcosa cosa fosse. Il nome era familiare, però: dovevano averne parlato a quel corso pre-parto a cui Hermione l'aveva costretto a partecipare. 
Avanti, Ron, sbrigati. 
Okay, okay, proviamoci... che dovrei fare?
Non lo so, comporre il numero forse?
Oh si, qual è? 
Te l'ho ripetuto almeno un milione di volte. 
Sicuramente, ma in quelle occasioni non avevo una moglie che sta per partorire!
Andiamo, tutti i bambini babbani lo conoscono. 
Quante corna aveva Ghiozza la capra Zozza?
Chi è Ghiozza la capra Zozza?
Ma dai, Ghiozza la capra Zozza! Solo la storia per bambini più famosa del mondo magico. 
E come dovrei saperlo io?
Andiamo, tutti i maghi e le streghe più piccoli lo conoscono. 
Touché. 
Cos'è questo tuscè adesso?
Argh, Ronald. 999, fa presto. 
Visto le cose non potevano far altro che mettersi peggio di come già erano, dall'altro lato della cornetta nessuno rispose. Ovviamente, altrimenti Ron come avrebbe potuto evitare di andare nel panico. O meglio, andarci di più, considerato che era sull'orlo di una crisi di nervi. Passò i due minuti successivi a rifilare oscenità dopo oscenità sui babbani, perché non potevano mettere a disposizione della gente un servizio per le emergenze e poi non rispondere al telefono quando un'emergenza effettivamente si presentava. Ron aveva sentito più volte suo padre e alcuni colleghi di lavoro lamentarsi del mondo magico e si ripromise di far sapere che gli altri stavano messi anche peggio di loro non appena fosse uscito da quella situazione. 
Alla fine - per enorme preoccupazione di Ron - optarono per il parto in casa. 
Lo faremo insieme, come abbiamo fatto tutto il resto nelle nostre vite, aveva detto Hermione dopo che le acque si furono rotte e i dolori iniziavano seriamente ad essere paralizzanti. 
Quella squinternata di Luna Lovegood avrebbe sicuramente commentato che era una situazione romantica - oppure avrebbe proposto qualche strana diavoleria delle sue - ma Ron riusciva a scorgervi soltanto una tragedia. Con nessuna possibilità di lasciare la casa per andare in un maledetto ospedale, toccava a lui far nascere il bambino. Non c'era niente che non avrebbe fatto per far contenta Hermione e anche se sapeva che non sarebbe stato semplice o divertente o pulito doveva fare tutto il necessario per aiutare sua moglie. E il bambino. 
Dopo una carrellata di parolacce, calci in pieno petto ('Mione, sei impazzita!), grida, minacce da parte di Hermione (Niente più sesso!), incoraggiamenti qui e lì, finalmente - finalmente! - il bambino uscì fuori dal corpo esausto di Hermione e finì dritto tra le braccia tremolanti di Ron. E mentre quella piccola creatura era disgustosamente viscida, era anche la cosa più bella che Ron avesse mai visto ed era tutta sua e di Hermione e l'avevano fatta nascere insieme. 
Allora? Ron, è maschio o femmina?
Non lo so, io non...
Non hai controllato?
Scusa, ero un tantino occupato. 
Be', tua madre aveva ragione. E' una femminuccia. 
Ovviamente.
Guarda, ti somiglia moltissimo. 
Cioè, stai dicendo che sembro una bambina minuscola e senza capelli?
Ti amo. 
Ti amo anch'io. 
 
 
  
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