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Autore: Neens O Brien    07/04/2016    4 recensioni
Fanfic ambientata alcuni mesi dopo la fine di Città del Fuoco Celeste. Coinvolgerà soprattutto i Malec, ma anche i Sizzy e i Ragnael (si, lo so lol ).
Genere: Angst, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Izzy Lightwood, Magnus Bane, Ragnor Fell, Raphael Santiago
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Magnus non sapeva per quanto tempo fosse rimasto fermo in silenzio, con un'espressione sbalordita, prima di pronunciare di nuovo una parola. Era stato grazie al piccolo colpo di tosse di Isabelle, che si era finalmente riscosso.
La ragazza voleva chiaramente dire qualcosa, si vedeva, ma evidentemente pensava che il primo a dover parlare dovesse essere Magnus, e a giudicare dallo sguardo che gli stava lanciando, Alec era d'accordo con sua sorella. Lo Shadowhunter lo fissava con un misto di nervosismo e aspettativa, come se non sapesse quale sarebbe stata la reazione del compagno, e si stesse tenendo pronto per ogni possibile scenario.

-E' uno stregone.

Non era stata un'uscita particolarmente brillante, Magnus se ne rendeva conto. Ma era come se la sua parte razionale, quella che aveva sempre la risposta pronta in qualsiasi situazione, fosse sparita, ed evidenziare l'ovvio era comunque preferibile al rimanere in quel silenzio imbarazzato.
Alec corrugò le sopracciglia, guardandolo. Evidentemente, tra le varie risposte che si aspettava, quella non c'era.

-Sì, è uno stregone.

Isabelle era evidentemente stufa di quella situazione di stallo, perchè emise un sospiro esasperato, prima di rivolgersi al fratello.

-Okay, visto che Magnus sembra aver perso il dono della parola, lo chiederò io. Dove l'hai preso?

Il Nephilim sembrava piuttosto toccato dal fatto che Izzy si fosse riferita al bambino quasi come se fosse stato un oggetto, ma decise di sorvolare.

-Io e Jace eravamo in missione, no? Ci siamo occupati di un problema con le sirene, che sembravano aver ideato una piccola ribellione contro la Pace Fredda. E' stata una cosa abbastanza rapida, e poi siamo tornati all'Istituto per fare rapporto, e lui era lì. Letteralmente, era sui gradini dell'Istituto, al freddo. Quando abbiamo visto che era uno stregone...ho pensato che portarlo da te sarebbe stata la cosa migliore, che tu avresti saputo cosa fare.

Alec sembrava sinceramente preoccupato per il bambino, e a Magnus faceva tenerezza vedere questo lato di lui. Non che non l'avesse mai visto preoccuparsi per qualcuno a cui teneva, anzi, ma la cosa era diversa.
Lo stregone guardò il bambino, che sembrava essersi assopito tra le braccia di Alec, e si chiese come qualcuno potesse abbandonare un esserino così indifeso. Non era un caso isolato, certo. Spesso gli stregoni che nascevano con segni evidenti come la pelle di un altro colore, o le branchie, venivano ripudiati, non tanto per paura, quanto perchè continuare a vederli avrebbe costantemente ricordato alle madri il proprio peccato.

-E' stato abbandonato davanti all'Istituto, quindi la madre sicuramente aveva la Vista e sapeva dell'esistenza degli Shadowhunters. Insomma, nemmeno una persona senza cuore lascerebbe un bambino davanti ad una chiesa abbandonata, sapendo che potrebbe non trovarlo nessuno. Magari potremmo provare a rintracciarla.

Magnus stava per dichiararsi d'accordo con Isabelle, ma lo sguardo di Alec gli impedì di parlare. Stava guardando la sorella come se avesse detto una cosa terribile, e le sue braccia si erano strette quasi impercettibilmente sul fagottino che teneva.

-E anche se la trovassimo? Lo ha abbandonato, non si merita di riaverlo. Cosa ti dice che non lo lascerà di nuovo per la strada?

La sua voce era quasi aggressiva, e lo stregone si stupì della sua veemenza.
Anche Izzy sembrava sorpresa dalla sua reazione, infatti lo guardò sollevando un sopracciglio.

-Alec, cosa dovremmo fare secondo te? Dovremmo mandare il bambino a Idris? Allevarlo in Istituto? Darlo in adozione ad una famiglia di stregoni?

Il ragazzo si morse il labbro inferiore, prima di parlare.

-Beh, magari non è necessario che tutti e due i genitori siano stregoni.

Quel giorno le capacità deduttive di Magnus non erano al loro meglio, doveva ammetterlo. Capì dove Alec voleva andare a parare solo quando notò lo sguardo di Isabelle saettare dal fratello a lui.
Il ragazzo teneva gli occhi inchiodati a terra, e in quel momento Magnus comprese tutto. Dal momento in cui era entrato dalla porta, Alec aveva già in mente di tenere il bambino. Era talmente evidente, dal modo in cui lo guardava e lo stringeva, e dal modo in cui parlava, quasi esitante, insicuro. Lo stregone non si ricordava nemmeno l'ultima volta che il suo compagno era stato insicuro mentre parlava con lui, quei tempi risalivano a quando ancora non stavano ufficialmente insieme, e gli sembrava passata una vita.
Non voleva rischiare di sbagliarsi, e quel giorno c'erano buone probabilità che non avesse capito bene.

-Stai suggerendo che lo teniamo noi?

-Sarebbe la cosa migliore per lui...Insomma, tu sei il Sommo Stregone di Brooklyn, potresti insegnargli ad usare i suoi poteri.

Le sue parole sembravano quasi una supplica, come se stesse cercando di convincere sia Magnus che se stesso.
Isabelle aveva praticamente la mascella a terra, ma si ricompose e attirò l'attenzione con un piccolo colpo di tosse.

-Bene, io me ne torno all'Istituto. Sono curiosa di saperne di più su quella faccenda delle sirene.

Detto questo uscì dalla porta, non prima di aver lanciato uno sguardo di avvertimento a Magnus. Era incredibile come un'occhiata durata appena pochi istanti potesse dire 'Stai attento, perchè se ferisci i sentimenti di mio fratello ti taglio a pezzettini e poi li do in pasto al tuo gatto."
Lo stregone incrociò le braccia, fissando lo sguardo negli occhi azzurri di Alec.

-E' davvero quello che vuoi?

L'altro scrollò appena le spalle.

-Questo bambino potrebbe crescere da estraneo, ma se lo prendessimo noi...almeno avrebbe qualcuno che si possa prendere cura di lui. Poi ci avevo già pensato..in un certo senso. Ad avere una famiglia. Con te.

Non furono tanto le parole, quanto la schiettezza del ragazzo a lasciare di stucco Magnus.

-Alexander, io...ho vissuto una lunga vita, e ho conosciuto molte persone. Mi sono innamorato molte volte, ma non ho mai voluto crearmi una famiglia.

Lo sguardo di Alec si spense, e stava per replicare, sicuramente qualcosa del tipo 'Va bene', ma Magnus lo fermò con un gesto della mano.

-Non ho mai voluto crearmi una famiglia...finchè non ho incontrato te. Tu mi fai venire voglia di prendere il meglio dalla vita, e di vivere davvero, per una volta. Come ho detto, ho fatto molte esperienze, ma avere dei figli...l'ho sempre evitato perchè avrebbe reso le cose troppo reali. Ma tu sei reale, Alexander. E niente mi renderebbe più felice che crearmi una famiglia con te.

Il sollievo del Nephilim era palpabile, e il suo sorriso non lasciava spazio a dubbi. Quel sorriso era una delle cose che l'avevano fatto innamorare di Alec, e ogni volta che lo faceva grazie a lui, Magnus sentiva dentro di se una punta di orgoglio, e si ritrovava quasi a pensare 'Il mondo dovrebbe ringraziarmi perchè gli permetto di vedere questa cosa meravigliosa."

-Ce l'ha un nome?

Alec scosse leggermente la testa, spostando lo sguardo sul bambino.

-No ma...avevo un'idea.

Arrosì leggermente, come se si vergognasse di aver già pensato a tutto ancora prima di chiedere a Magnus se l'avrebbero potuto tenere.

-Stavo pensando...Max. Se a te va bene, ovviamente..

Non esisteva nessun universo, conosciuto o sconosciuto, in cui Magnus avrebbe risposto di no. Tanto per cominciare, sapeva bene quanto Alec tenesse al fratellino, e poi..

-Penso che sia un nome bellissimo.

Eccolo, quel sorriso, di nuovo. Per vederlo, Magnus avrebbe acconsentito persino a chiamare il bambino Asdruskijnd. Pensandoci bene, uno stregone che aveva conosciuto in Prussia aveva un nome simile.
Si avvicinò ad Alec, e gli diede un bacio sulla fronte, per poi accarezzare delicatamente la guancia del bambino ancora assopito, con un sorriso.

-Ciao, Max Lightwood-Bane.




|| Lo so, è passata un'imbarazzante quantità di tempo dall'ultimo aggiornamento, ma cercherò di essere più rapida e scattante d'ora in poi, I promise. 
-Neens O Brien

   
 
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