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Autore: salamandergirl    08/04/2016    1 recensioni
[NDA: La storia sarà revisionata e conclusa! Consiglio di partire a rileggerla dal primo capitolo perché cambieranno alcune cose. Grazie a chi aspetta il continuo da anni e spero di migliorarla e concluderla.]
[CAPITOLI MODIFICATI 1/15]
[ACEXOC]
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"Quando gli chiesi a quel ragazzo di portarmi via con lui non mi aspettavo la vita meravigliosa a cui sarei andata incontro, a tutte le avventure che avrei affrontato e a tutte le persone che avrei conosciuto. A quei tempi ero solo una ragazzina orfana che aveva solo conosciuto odio e rancore ma che continuava a sperare, sperare in un qualcosa di meglio.
Grazie per aver preso la mia mano tremolante, grazie per avermi fatta diventare una figlia di Barbabianca, grazie per avermi amata.
Se è per te non mi importa essere considerata un demone da tutti, se è per te morirò con il sorriso sulle labbra. Morirei per te Ace."
Genere: Avventura, Comico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Marco, Nuovo personaggio, Portuguese D. Ace, Shanks il rosso
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 14
Le dita di Ace danzavano nell’aria rilasciando fiamme dai toni giallastri contro i nemici.
Era successo tutto così velocemente, si ritrovava in una locanda con Satch a Mangiare e Bere quando un’esplosione sciolse l’allegria del momento e la mutò in puro terrore.
Mentre il locale, che aveva forma di una maestosa peonia azzurra, era ormai distrutto a metà e il suolo era ricoperto di un liquido denso verdastro.
-NOOO LA LINFA-
Urlò il proprietario gettandosi su di essa.
-La preziosa linfa … senza di essa non potrò ricostruire il locale … Sguatteri!!-
 Urlò e poco dopo venne circondato da due ragazzi che misero in delle ampolle la linfa.
Dalla loro parte Ace e Marco erano gli unici tranquilli che osservavano la spaccatura con fare sospettoso.
Ma una domanda era comune a tutte le menti sia le più terrorizzate alle più spavalde: Chi era stato?
-Satch … vieni.-
Disse con fare mesto Ace appoggiando qualche soldo sul tavolo e uscendo dalla spaccatura scavalcando un ragazzo che era a massima raccolta per terra.
-Ace andiamo a prendere Akane e andiamocene.-
Disse Satch seguendolo.
- Nah, prima guardiamo chi è che sta giocando qua in torno.-
-Ace, siamo venuti qui per un obbiettivo e non dovremmo combattere.-
-Tranquillo voglio solo vedere.-
Finì divertito il corvino vedendo poco lontano un’altra esplosione e altre urla.
Un Girasole era esploso, le foglie afflosciate al pavimento i petali mezzi bruciati stavano cadendo lentamente verso il suolo e la linfa marrone si allargava come una chiazza di petrolio.
Un uomo dai capelli verdi raccolti in una treccia lunga fino alle caviglie teneva le dita strette al collo di un grasso signore e stavano parlando ma i due comandanti non sentivano niente.
Rimasero in disparte ad osservare la scena fino a quando l’uomo alzò la voce per richiamarli.
-E voi chi sareste?-
Domandò gettando come un sacco della spazzatura l’uomo a terra mentre piangeva sopra la sua amata linfa che ormai si era seccata e non sarebbe più stata utilizzabile per ricostruire il negozio.
-Spettatori-
Rispose Satch ghignando.
-A cui hai rovinato il pranzo.-
Aggiunse Ace
-Capisco … io sono Jorgen … mi dispiace non volevo disturbare stavo cercando una persona.-
Rispose Atono analizzando i due ragazzi con i suoi occhi verdi felini.
-Forse voi mi potreste aiutare.-
Fece qualche passo verso di loro per poi fermarsi a un metro esatto.
-Ace e Satch … della ciurma di Barbabianca.-
-Beh noi non conosciamo nessuno di questa zona. -
Rispose Satch.
-Ma io cerco una persona che voi conoscete bene … Akane.-
Il corvino a quelle parole simulò con le dita due pistole e urlò “Higan”, ma il ragazzo socchiuse gli occhi e il signore di prima corse davanti a lui facendo da scudo umano.
Gli occhi del grasso signore erano spalancati con la pupilla rigirata e si vedevano le piccole vene dell’occhio diventare bordeaux e poi mutare in viola.
-Io non gioco in questo modo .-
Sussurrò annoiato.
-Non voglio perdere tempo qui … voglio tornare dal mio capitano.-
-Torna allora cagnolino.-
-Beh Satch … vorrei tornarci ma non mi farà risalire se non le porto l’ultima discendente del popolo della Luna quindi.-
Alzò le braccia.
-Sarò costretto a farla venire fuori.-
Detto ciò chiuse le mani a pugno e li alzò in aria e un orda di gente uscì dalle proprie abitazioni dei dintorni e altre che scappavano via in silenzio tornavano indietro con gli occhi spalancati dai capillari violacei e le pupille all’indietro.
-Giochiamo con i miei nuovi burattini.-
Ed erano finiti così, a combattere contro civili.
Se quello si poteva definire combattere, Ace non utilizzava il suo potere ne armi e ne anche Satch non utilizzava alcuna arma si difendevano solo e sferravano calci e pugni in modo da stordirli.
Ma questa invasione di “Zombie” non temeva niente; e anche se venivano colpiti o cadevano a terra si rialzavano e continuavano a combattere.
Ecco come erano giunti a questo combattimento.
-Satch, come va?-
Urlò dando un calcio a un’anziana donna chiedendole scusa.
-Non male.-
Rispose l’amico prendendo un braccio di un uomo e lanciandolo sopra alcuni cittadini in modo da bloccarli per qualche minuto.
Jorgen osservava il tutto in piedi su un petalo di un fiore fucsia e cercava con gli occhi i capelli rossi della ragazza che poco dopo avvistò.
Si trovava a molti metri più in la, era sicuro che lei non potesse vederlo, imparte ad un una margherita ormai morta e teneva in braccio un bambino, i capelli erano raccolti in una crocchia di salvataggio e gli occhi erano ben spalancati in un espressione di puro panico.
- Trovata.-
Ace sentendo ciò non ci mise molto, anche se dentro di lui sapeva che non era giusto, a lanciare una fiammata circolare intorno a lui bruciando qualche corpo che si mise a emettere urla di dolore che straziavano il cuore al corvino, ma doveva pensare ad Akane; e così si mise a rincorrere Jorgen che a passi svelti stava raggiungendo la ragazza.
*
*
*
Akane aveva corso tra la folla di cittadini che in preda al terrore scappava terrorizzata dalle esplosioni; dopo una buona dose di gomitate al ventre e cadute di vario genere si ritrovo da sola in strada.
Sollevata si lasciò scappare un sospiro e stando attenta a tutto quello che la circondava iniziò a correre sperando di ritrovare i suoi compagni.
Il silenzio la accompagnava nella sua corsa finche non sentì un pianto, di colpo si fermò e girò la testa verso destra e sinistra ma non capiva da dove proveniva.
Provò ad andare avanti per alcuni metri e intanto il pianto si faceva più acuto, doveva appartenere a un bambino, iniziò anche a vedere i fiori ormai squarciati che marcivano velocemente a terra diventando ammassi informi e raggrinziti.
-AIUTO!-
Urlò una voce acuta che molto probabilmente era la stessa che stava piangendo.
-Dove sei?-
Chiese Akane seguendo i singhiozzi.
-Mamma?-
Akane finalmente vide una zazzera bionda che se ne stava seduta con gli occhioni azzurri pieni di lacrime che scendevano come fiumi sulle guance pallide.
-Hey piccolo.-
Il bambino striscio  all’indietro non capendo chi fosse la sconosciuta così la rossa si inginocchio e porse una mano al bambino sorridendo.
-Tranquillo, non ti voglio fare del male.-
Mosse la mano.
-Come ti chiami? Io sono Akane.-
- Christian … -
-Ma che bel nome, quanti anni hai?-
Continuò lei rimanendo ferma mentre il bambino si avvicinava lentamente alla ragazza.
-4 quest’anno. -
Rispose aprendo la mano mostrando le quattro dita.
-Ma allora sei un ometto.-
Il bambino si avvicinò e Akane gli passo le dita sui capelli scompigliandoli appena.
-Perché piangi?-
-Non c’è più la mamma … -
Abbassò la testa ricominciando a singhiozzare.
-Hey, non piangere  … ti va se andiamo a cercarla?-
Il bambino annuì e la ragazza lo prese in braccio, per il momento Ace e Satch potevano aspettare … non poteva lasciare un bambino solo al proprio destino.
-Piccolino, dove era la tua mamma prima?-
-Era uscita per fare la spesa poi … -
allargò le braccia e fece un verso con la voce.
-“BUUM” la casa è esplosa un uomo è entrato in casa e mi ha chiesto se ero solo. Io gli ho detto di si e lui dandomi una carezza sulla testa mi ha detto di nascondermi che altrimenti sarei stato in pericolo. Io mi ero nascosto ma … la mamma non torna ed ho paura.-
Akane bacio la guancia del bambino, sorridendogli si mise a camminare con lui in braccio.
-Vedrai che tua mamma sta bene, magari si è fermata ad una bancarella a comprarti un giocattolo ed è indecisa.-
Il bambino tornò a sorridere anche se Akane sapeva bene che era molto improbabile e, la strada che il bambino le stava mostrando portava proprio al luogo delle esplosioni.
“Ma perché Ace si è messo a far esplodere tutto? Molto probabilmente non è stato lui  ma qualcun altro, altrimenti vedrei anche delle fiamme ...”
Si fermò improvvisamente.
“Ma chi?”
- Hey … signorina dai capelli rossi … stai bene?-
Riprendendosi la ragazza sforzò un sorriso e ricominciò a camminare.
-Certo che sto bene. Ma tu eri a casa da solo?-
-Si.-
Si trovava così in armonia con quel bambino; lo trovava adorabile e sincero, “L’anima del bambino era buona e pura finche la società non la corrompe” si ricordava bene le parole di Sakura … già Sakura l’unica persona che le voleva bene o forse era costretta a volerne; in ogni caso le mancava terribilmente.
-Finalmente ti ho trovata ragazzina.-
Akane alzò lo sguardo dal bambino per ritrovarsi a meno di un metro da lei un ragazzo dai capelli verdi.
-Ehm … -
L’aria intorno divenne di ghiaccio e l’unica cosa che si sentiva erano i passi del ragazzo davanti a loro che si avvicinava ad Akane, ma la ragazza indietreggiava.
-Non ho voglia di giocare, Akane.-
-Come sai il mio nome?-
Ma il ragazzo la ignorò e continuò il suo discorso.
-E’ tutta mattina che ti cerco, piccola stronza e finalmente ti ho trovato. Per fortuna altrimenti avrei dovuto radere al suolo l’intera isola e sinceramente non ne avevo voglia.-
Disse annoiato, alzò il braccio e il bambino in braccio ad Akane si mise a fluttuare sempre più in alto, poi il braccio del verde si abbassò di colpo verso il pavimento e il corpo del bambino cadde per terra provocando delle crepe alla dura foglia.
-Oddio! BASTARDO LASCIALO STARE!-
Akane corse incontro al ragazzo, con il pugno proteso verso di lui e provò a colpirlo, ma semplicemente lui inclinò leggermente il corpo e schivò con facilità la ragazza.
-Quel ragazzino non fa parte dei miei obbiettivi.-
Legò un braccio intorno alla vita e strinse la ragazza al proprio fianco come un sacco di patate.
Akane scalciò e cercò di liberarsi, provò a sguainare le lame ai polsi ma il ragazzo le distrusse.
-Non sono così sprovveduto Akane … so benissimo le armi che ti porti appresso.-
Gli sfilò dallo stivale il coltello dal manico a forma di serpente e lo gettò a terra; la rossa tentò nuovamente di sfilarsi dalla sua presa ma sembrava che ogni cosa che faceva fosse inutile, vana.
-Bastardo lasciami!-
-Basta urlare … mi farai venire mal di testa.-
Rispose pacato.
-Quindi taci.-
-Mi scusi mon signoria ma la ragazza qui presente non ne conosce il significato.-
Rispose una voce scherzosa, Jorgen non fece in tempo a girarsi che venne colpito da un calcio della figura misteriosa che aveva parlato, e mentre il verde rallentò la presa su Akane la figura con uno scatto liberò la rossa.
-Ace!-
Sorrise lei felice di rivederlo.
-Akane qui c’è la faccio vai a nasconderti.-
-Okay … -
Akane corse fino al corpo ansimante del bambino e si accertò che fosse vivo, appoggiò l’orecchio al suo petto e quando sentì il suo cuoricino battere si lasciò scappare un sospiro di sollievo.
-Grazie a Dio. -
Lo prese in braccio e lo strinse forte a se, nel fra tempo Ace e Jorgen si osservavano con sguardo di sfida.
Ace aveva infuocato un braccio mentre Jorgen con aria annoiata teneva le braccia incrociate al petto, l’aria si era appesantita ed era elettrica.
- Portgas non ti arrendi mai?-
-Beh sono uno che ha la testaccia dura.-
Rispose divertito per poi scagliarsi contro il nemico che con un abile balzo atterrò dietro il corvino.
-Sei molto forte, ma non abbastanza veloce.-
Ace si girò e caricò un pugno diretto al suo volto, che colpì.
Mentre l’uomo i lamentava per il dolore Ace prese con forza il suo braccio e lo immobilizzò.
 Cerco di colpirlo con le sue fiamme ma Jorgen sta volta non si era fatto trovare impreparato e riuscì a schivarlo, anche se a fatica, e Ace ghignò vedendo l’avversario perdere sangue dal naso.
-Alla fine sei soltanto uno che si nasconde dietro le sue marionette, fai a fare il lavoro sporco agli altri.-
-Il mio frutto del mare me lo consente … non sono mai stato un grande combattente.-
Jorgen sputò sangue e Ace mise le mani a forma di pistola.
-Di addio.-
Detto ciò sparò, le pallottole viaggiavano veloci verso Jorgen anche se lui riusciva a vederle lentamente; sapeva di non poterle evitare così fece l’unica cosa che lo poteva salvare.
Alzò la mano e fece volteggiare un corpo davanti a lui parando tutti i colpi stava già per cantare vittoria quando qualcosa penetrò nel suo stomaco, abbassò lo sguardo vedendo che era una spada non fece in tempo a vedere gli occhi del suo assasino che il suo corpo mutò trasformandosi in cenere.
Lo scudo di Jorgen era ancora sospeso, i capelli rossi volteggiavano al vento, gli occhi bianchi si spalancarono e dalla bocca fuoriuscì del sangue  mentre allo stomaco si espandevano macchie di sangue.
-A … Akane … AKANE!-
*
*
*
Akira passeggiava per il ponte della nave con fare lento, il vestito che indossava sfiorava il pavimento e aveva intrecciato le mani al grembo.
Appoggiò i gomiti alla ringhiera e respirò a  fondo l’aria salmastra che sembrava che ad ogni nuova boccata la purificasse, chiuse gli occhi e ascoltò il rumore delle onde che si infrangevano quieta all’immensa imbarcazione.
-Che ci fai qui da sola Akira?-
Chiese una voce atona mentre a passi svelti si affiancava alla ragazza appoggiando la schiena alla ringhiera voltando le spalle al cielo che si colorava lentamente di scarlatto.
-Marco-sama, vedi aspettavo il tramonto.-
Disse mesta nascondendo il rossore abbassando la testa puntando gli occhi verso l’acqua.
-Ho notato che è una cosa che fai tutti i giorni, lo facevi anche con Shona?-
- Shona non a mai amato i tramonti, li trovava poco romantici. Per lei un tramonto rappresenta la fine di qualcosa … penso che lo prenda come l’ultimo canto del cigno.-
Si portò una ciocca dietro l’orecchio.
-E per te?-
-Per me rappresenta un nuovo inizio, dopo il tramonto arriva la notte e successivamente l’alba. Io trovo che il tramonto ti voglia preparare a qualcosa di brutto ma che tu devi prenderlo con sorriso perché si sa dopo la tempesta arriva l’arcobaleno.-
Akira si volto verso di lui sorridendo.
-E’ una cosa un po’ complicata da spiegare …. -
-Io la trovo chiara come il sole Akira. E’ una cosa molto profonda.-
Marco puntò il suo sguardo verso quello di lei e per un attimo le sorrise per poi alzarsi e dichiarare di voler andare a cenare.
Akira appena lo vide sparire dietro le porte della mensa si lasciò ricadere sul suolo e sorrise accompagnata dal suono scalpitante del suo cuore al settimo cielo per le parole dette dal suo comandante.
Quando si fu ripresa andò verso le sue stanze sorridendo come un ebete e canticchiando qualcosa quando, un movimento sospetto, fece allertare i suoi sensi.
Vide Teach camminare davanti a lei con un sorriso non molto rassicurabile sul volto, e se ne andò salendo le scale.
Akira con piccoli passi si avvicinò alla sua stanza ed entrò, qualcosa le puzzava; non si era mai affidata a Teach e anche a Marco non andava a genio.
Muovendosi lentamente osservò la stanza, nell’aria si respirava la puzza di sudore e per terra erano stesi accartocciati su di essi i vestiti dell’uomo, poi attaccata alla parete c’era una piccola brandina senza coperte ma con solo un cuscino giallo; era una camera abbastanza spoglia.
Quando Akira vide che non c’era niente di allarmante si diede mentalmente della stupida e si incamminò verso l’uscita ma inciampò in qualcosa e cadde tra i vestiti puzzolenti di Teach.
Guardò nel punto dove era inciampata e trovò una ampolla dal liquido argentato luccicante.
Lo prese con se e uscì dalla stanza solo con la sensazione che in quella ampolla ci fosse qualcosa più grande di lei.
*
*
*
“Akane … svegliati …”
Una voce lieve si espanse per l’oscurità, la voce portava un senso di benessere nella rossa e le scaldava il cuore.
-Chi sei? Dove sono? Perché sono circondata dall’oscurità? Dove è Ace? -
“Cara non spaventarti, Ace sta bene.”
Nell’oscurità si sprigionò una fiammella bianca che si posizionò davanti ad Akane che fluttuava nel vuoto.
“Non avere paura di me, sono la protettrice della tua gente. Sono la dea della luna”
-La dea della luna? Sheeiren?-
Akane non si immaginava certo così una dea, sembrava un esserino che al primo soffio di vento si sarebbe spento e non certo una possente figura che poteva giudicare gli uomini.
“Questo è tutto ciò quello che è rimasto di me, Akane noi dei possediamo una forma solo grazie a voi credenti. Tu sei l’ultima credente rimasta in vita. È grazie a te che io sono ancora qui. Noi dei siamo esseri potentissimi ma nello stesso tempo debolissimi, non siamo niente senza i nostri “sudditi”.”
La fiammella rispose a quelle tacite domande che si erano formate nella testa della giovine che annuiva imbarazzata.
-Non volevo essere irrispettosa, io non sapevo nemmeno della tua esistenza come posso allora essere una tua credente?-
“Tranquilla piccola. In te vive il mio ricordo e io ti proteggerò sempre come ho protetto i tuoi antenati.”
La fiammella si avvicinò e Akane la prese in mano così la piccola luce entrò nel corpo della ragazza.
*
*
*
Un respiro profondo percosse Akane e inarco la schiena come per prendere più aria possibile.
Il suo corpo tornò a peso morto sul lettino dove le candide lenzuola ormai erano imbrattate di sangue, la gola le bruciava ad ogni nuova boccata d’ossigeno nuova .
Le mani le tremavano e spostava lo sguardo alla ricerca di qualcosa, anzi qualcuno.
-Capitano respira!-
Disse una voce mentre qualcuno correva.
-Akane!-
Ace le prese le prese la mano e con forza la strinse e poi abbracciarla.
-Temevo di averti perduta, perdonami.-
Akane rimaneva come una bambolina, non sapeva che fare, così ignorando il dolore ricambiò l’abbraccio in modo lieve e sussurrò “non è colpa tua”.
Dopo qualche minuto qualcuno tossì attirando l’attenzione di Ace così facendo Satch poté spostarlo per abbracciare la ragazza.
-Scricciolo!-
Disse stringendola per qualche attimo per poi lasciarla andare e Satch la osservò, era fasciata dalla testa ai piedi, i capelli erano disordinati e sembravano un nido d’uccelli sfatto.
Sorrise e con le dita le sfioro il naso.
Akane provò a parlare ma la voce non voleva uscire dalla sua bocca e la gola le bruciava da morire e vedendo ciò delle dita tatuate le porsero un bicchiere di acqua.
-E’ meglio che bevi se non riesci a parlare.-
Akane bevve avidamente l’acqua per poi tossire, ma subito si sentì meglio, ne chiese un altro po’ allungando la mano con il bicchiere e Law l’accontentò.
- Law ti siamo riconoscenti dell’aiuto che ci hai dato .-
Disse Satch serio mentre Akane beveva tutto d’un fiato il suo secondo bicchiere, stavolta, senza difficoltà; la gola torno al suo stato originario e non sentiva più bruciare.
-Ho avuto le mie ragioni.-
Disse ghignando per poi dedicare tutta la sua attenzione alla piccoletta dai capelli rossi.
-Allora come ti senti?-
-Meglio.-
Rispose con voce bassa e rauca per poi tossire, Akane puntò i suoi occhi candidi verso Law e l’immagine di qualche ora prima le tornò nella mente così fissandolo disse tranquilla:
-Ma tu sei il maniaco di prima.-
-No non sono un maniaco.-
Rispose di getto Law.
-Lui è il chirurgo della morte: Trafalgar Law. -
Fece le presentazione Ace, ormai tranquillo sedendosi sulla panca insieme a Satch.
-Piacere principessina.-
Continuò con quel fare ironico mentre prendeva una siringa e la riempiva di un liquido giallastro, Akane subito si agitò e Ace le prese per mano e avvicinò la sua fronte con la sua.
-Mi dispiace così tanto, stavo per ucciderti.-
-Non è colpa tua … Jorgen mi ha usato come scudo e tu non potevi impedirglielo.-
Non sentì l’ago entrarle in pelle e neanche il liquido entrare in circolo nel suo corpo.
Law si allontanò da lei e mise un cerotto dove aveva fatto l’iniezione.
-Devi ringraziare il tuo cagnolino, è venuto a rompermi le balle. Continuava ad abbaiare e non voleva piantarla così vedendo che voleva “qualcosa” lo seguimmo e siamo arrivati quando il tuo corpo è caduto per terra.-
Mise a posto le siringhe e poi tornò dalla rossa ignorando le sue domande insistenti riguardo a felpato e il bambino.
-Ma c’è una cosa che non capisco.-
la guardò dritta negli occhi.
-Le ferite per quanto fossero critiche si sono curate da sole e sono assolutamente certo … che il tuo cuore aveva smesso di battere. Io ho solo fermato l’emorragia e ho provato a farti qualche iniezione ma … quando o capito che il tuo cuore aveva smesso di battere ho smesso e dopo 10 minuti.-
Il dottore sbatté una mano sul tavolino entusiasta.
-Il tuo cuore ha ricominciato a battere e tu ti sei risvegliata. Voglio studiarti ragazzina, come hai fatto?-
-Non lo sappiamo nemmeno noi.-
Rispose Satch guardandolo e Ace osservava attentamente tutte le mosse di Law.
-Sappiamo soltanto che è una caratteristica del mio popolo.-
Disse Akane tranquilla.
-Donataci dalla Dea Sheeiren … -
-Mi piacerebbe molto studiarti Rossa.-
E guardò Ace.
-Con o senza il loro permesso.-
Akane guardò l’uomo e sentiva qualcosa che proveniva da lui, aveva avuto una vita dura e triste.
-Come vorresti studiarmi.-
-Credo che aprirti il cervello o il corpo non si possa fare vero?-
Come risposta ricevette un silenzio tombale.
-Allora lascia almeno che studi il tuo comportamento.
*
*
*
Akane riuscì ad alzarsi dal letto dopo mezza giornata di riposo e appena mise piedi fuori dal sommergibile vide il suo cucciolo sulla “terra ferma” seduto ad aspettarla.
-Felpato!-
Urlò con gioia lei correndogli incontro e lasciandosi leccare il viso e le mani.
-Ti aspettava qui, non ha nessuna ferita.-
Disse Bepo, nelle ultime ore le aveva fatto compagnia e avevano dialogato molto e inutile dire che  ormai Akane si era legata a lui.
In quel momento Law individuò il primo comportamento anomalo, alla vista del cane gli occhi di Akane avevano avuto una scintilla azzurra che brillava fortemente.
Ghignò pensando che sarebbe stato divertente studiarla, tanto non aveva nient’altro da fare e poi si ricordò del suo sangue preso di nascosto che ora riposava nel refrigeratore; così con calma più tardi l’avrebbe analizzato.
-Ma Ace, il bambino che era con me?-
Ace sorrise.
-E’ tornato da sua madre.-
-Oh meno male ne sono felice!-
Rispose lei con gioia per poi tornare ad occuparsi del cane.
-Akane noi non dovevamo mica vedere “quei fiori”-
Chiese Satch facendo l’occhiolino, la rossa annuì e Satch iniziò ad incamminarsi verso il presunto posto.
Law affiancò Ace e lo guardò serio.
-Perché non gliel’hai detto?-
-Sarebbe stato troppo per lei.-
Disse solamente, e si incamminò verso i due davanti a loro.
Law meditò per un attimo a questa cosa e si disse che alla fine non era una bugia.
Avevano trovato il corpo del piccolo, Bepo lo prese con se e lo porto alla “nave”  ; il giovane chirurgo dal primo momento che l’aveva visto sapeva che era un miracolo se respirava ancora ma ormai il respiro rallentava sempre di più e sapeva di non poter far niente per salvarlo.
Nel pomeriggio, quando Akane stava parlando con Bepo, Law e Ace portarono il corpicino in città e grazie ai cittadini scoprirono che anche la madre era morta.
Così lasciarono le spoglie del biondino alle loro amorevoli cure e si voltarono senza dire una parola.
Alla fine quel bimbo si era riunito alla madre in un posto migliore.


ANGOLO AUTRICE
Hello every body!
Come state? È da una vita che non aggiorno ma finalmente l’ho fatto con 15 pagine di World.
Naturalmente con la mia solita sfiga il computer mi aveva eliminato il capitolo quindi di corsa a riscriverlo e finalmente è pronto.
Grazie mille a tutti coloro che mi seguono e a tutti coloro che hanno recensito e messo la mia storia nelle preferito/seguite/ricordate.
Un grosso bacio by Sala-chan <3




 
   
 
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