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Autore: Meramadia94    09/04/2016    1 recensioni
Viene commesso un omicidio e non è una cosa insolita per il piccolo Conan, ma stavolta è diverso, in quanto ogni prova ed ogni indizio da come colpevole una persona molto importante per il detective Takagi.
Il piccolo detective dovrà dimostrare la sua innocenza, malgrado tutto converga contro di lei e nulla pare riuscire a scagionarla.
Genere: Angst, Generale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Miwako Sato, Nuovo personaggio, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Wataru Takagi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~Si era quasi scordato della sensazione che si provava dopo aver appena riaperto gli occhi dopo un lungo sonno.
Era un po' come svegliarsi dal coma... intontimento, perdita della cognizione di spazio e tempo, e subito vi era la tentazione di chiudere gli occhi per qualche altro minuto... per poi scoprire che quei minuti, si erano trasformati in un' ora abbondante o giù di lì.
Per un attimo se n'era quasi dimenticato... di tutto quello che era successo sinora. Dell'omicidio, della situazione in cui Sakura si era venuta a trovare, che adesso sua sorella era in coma al Beika Central Hospital...
Se ne sarebbe vergognato per tutta la vita, ma per un secondo era stato bello non avere pensieri in testa.
Istintivamente, prese il cellulare sul comodino per vedere l'ora, e di conseguenza avrebbe anche potuto constatare se qualcuno lo aveva cercato.
L'orologio segnava le 10 del mattino.
Si diede uno schiaffo in faccia. Roba da matti... aveva dormito per il resto della giornata precedente, una notte intera e quasi tutta la mattina.
Evidentemente era più stanco di quanto egli stesso credesse...
Si girò nel letto dalla parte opposta, e divenne rosso come un peperone.
Come si era voltato infatti, si era ritrovato con le labbra a pochi centimetri da quelle di Miwako, profondamente addormentata accanto a lui.
Era completamente vestita e non si era nemmeno tolta le scarpe per coricarsi.
Sorrise leggermente vedendola dormire... che avrebbe fatto senza di lei, in quella settimana in cui pareva che il mondo avesse deciso di presentargli il conto per chissà quale reato tutto in una volta?
Certo, tutti lo avevano aiutato in quel brutto momento... Goro aveva scoperto il vero colpevole, il piccolo Conan aveva raccolto degli indizi ed aveva cercato di tirargli su il morale, l'ispettore Megure, Chiba e Shiratori malgrado dovessero pensare al bene del dipartimento avevano fatto di tutto per aiutarlo ed aiutare Sakura... ma senza Miwako si sarebbe sentito perso.
Era stata la sua colonna portante.
Le carezzò la fronte, ammirandola. Come aveva fatto nella sua vita prima di conoscere lei, a tenere il punto?
E soprattutto... che cavolo ci faceva una donna come lei, al fianco di un uomo come lui?
Si alzò lentamente, per non svegliarla e la coprì con la coperta che aveva addosso fino a pochi secondi prima.
Poi uscì dalla stanza, in punta di piedi.

Era ancora nel dormiveglia quando allungò istintivamente il braccio verso il lato di Takagi. Quando però credeva di trovarsi a contatto con il torace del fidanzato invece trovò il posto vuoto.
Aprì gli occhi per constatare la sua assenza e poi si alzò.
Sorrise nel vedere la coperta che aveva addosso: non c'era quando si era addormentata, quindi Takagi doveva essersi svegliato e gliel'aveva messa addosso quando era uscito.
Era rimasta al fianco di Sakura fino ad un paio d'ore prima, poi l'ispettore Megure le aveva ordinato di andare a riposarsi un po'.
Era notevolmente migliorata, al punto che i medici l'avevano tolta dalla terapia intensiva e sistemata in una normale stanza d'ospedale, malgrado fosse ancora collegata ad un macchinario che registrava l'attività cardiaca e cerebrale.
'' Svegliati in fretta, piccoletta...''- fece Miwako alzandosi in piedi. Le si era già affezionata, malgrado avessero parlato per poco e si fossero conosciute in una situazione che definire difficile era un eufemismo.
Ma d'altronde... come meravigliarsene? Quella ragazzina era identica a Wataru: dolce, carina, intelligente, ed aveva un carattere amabile ma che quando era strettamente encessario non si faceva pregare per combattere.
Impossibile non provare subito dell'affetto spontaneo per qualcuno dei due.
'' Buongiorno...''- fece la giovane poliziotta entrando in cucina dove il padrone di casa stava armeggianfo con una ciotola in cui era un impasto di latte e farina e che stava sbattendo con la frusta -'' che stai combinando?''- fece poi notando l'operazione che stava eseguendo il fidanzato.
'' Oh, buongiorno...''- fece il giovane poliziotto -'' non avevo granchè in casa per preparare da mangiare, così mi sono arrangiato... meno male che almeno c'era tutto per fare i pancake.''
Ricordava chiaramente che quando Sakura era una bimba, e a causa del lavoro dei genitori era compito suo occuparsi di farla mangiare, e non sapeva eguagliare la madre in cucina glieli preparava sempre e poi se li mangiavano assieme.
'' Ne hai un po' sulla guancia, aspetta...''- e nel dir così gli tolse una macchia di impasto di pancake dalla guancia destra con un dito per poi leccarlo -'' sono buonissimi.''
Takagi sulle prime arrossì, ma poi si riprese per rispondere a quel complimento -'' Sono felice che ti piacciano... ma dimmi, come sta Sakura?''
'' Non ha ancora ripreso conoscenza...''- fece Sato, facendo così in modo che sul volto del fidanzato si dipingesse una smorfia di sconforto -'' ma adesso non è più in rianimazione.''
A quel punto, gli occhi di Takagi iniziarono a brillare come due stelle.
'' Veramente?''- fece il poliziotto ancora incredulo.
Se non era più in rianimazione, significava che stava meglio... non si era ancora ripresa del tutto, ma per lo meno non era in pericolo di vita.
'' Sì. Ieri pomeriggio è riuscita a borbottare qualcosa. I medici l'hanno visitata e riesce a reagire agli stimoli esterni. Questo significa che ormai non manca molto al suo risveglio.''
'' Oddio, ti ringrazio...''- fece Takagi appoggiandosi con la schiena al muro. Non poteva ancora crederci... la sua sorellina stava meglio, e presto si sarebeb svegliata.
Davanti a tanta felicità e sollievo, dunque, a Sato mancò il cuore di dire al giovane agente che era fondamentale che la giovane si riprendesse entro quella giornata, in quanto.. se per caso fossero scadute ventiquattro ore e la ragazza fosse stata ancora incosciente, era probabile che riportasse seri danni che non le avrebbero permesso di riprendere una vita normale. Nella migliore delle ipotesi.
'' Facciamo colazione e poi andiamo insieme a trovarla?''- propose Sato.
Proposta che venen subito accettata.

Furono all'ospedale in tempo record e non appena arrivati vennero accolti dall'ispettore Megure, che subito si premurò di chiedere al suo sottoposto come stava.
'' Sono contento di vedere che stai meglio...''- fece l'ispettore Megure rivedendo il suo subalterno -'' Ieri avevi un colore orribile.''
'' Grazie del complimento...''- fece il giovane sarcasticamente, ma poi dovette ammettere che in fin dei conti, quella detta dal suo superiore era una gran verità.
Tra la stanchezza, lo stress, il prelievo ed il faccia a faccia con Sakuragi il giorno prima... era talmente stanco che se non ci avesse pensato Shiratori a riportarlo a casa, quasi certamente si sarebeb addormentato nel taxi e dubitava fortemente che il tassista avrebeb avuto la bontà di non urlargli di svegliarsi alla svelta o di non buttarlo fuori dalla vettura.
'' Dove sono il detective Goro e i ragazzi?''- fece Sato -'' Sono ancora con Sakura?''
Megure dissentì.
'' No, sono andati a casa a recuperare qualche ora di sonno mezz'ora fa. Adesso c'è Shiratori a tenere compagnia a Sakura. Io stavo andando a prendere del caffè al bar dall'altra parte della strada.''
'' La accompagno, ispettore.''- fece Sato per poi rivolgersi al fidanzato -'' tu invece...?''
Wataru la tranquillizzò con lo sguardo.
'' Io mi avvio da mia sorella... ci vediamo da lei.''

Quando il detective Takagi rientrò nella stanza della sorella, questa era ancora immersa nel suo stato catatonico.
Per lo meno, non era più ricoperta di fili e non c'era quel bip insopportabile che risuonava potente nell'aria e che faceva temere di potersi trasformare in un suono che poteva diventare sempre più forte e che annunciava che la persona addormentata, ormai ne aveva solo per pochi secondi.
Aveva solo l'ago della flebo in vena ed un fazzoletto bagnato sulla fronte.
In quel momento, a vegliarla vi era l'ispettore Shiratori.
'' Ciao Takagi...''- lo salutò voltandosi al suono della porta che si apriva e chiudeva.
Il giovane poliziotto  rispose al saluto e poi si avvicinò al letto della sorella.
Sospirò nel vedere quel viso  smunto, pallido, provato dal dolore e dalla pressione che era stata costretta a sopportare in quei giorni. Non pareva nemmeno lei, sempre così allegra e piena di vita e di progetti.
'' Come sta?''- chiese il poliziotto.
'' Direi bene. I valori, stando ai medici, stanno tornando nella norma.''
Takagi sorrise rincuorato. Sua sorella si sarebbe svegliata. E molto presto.
Ne era certo. Dovevano solo stringere i denti, ancora per poco, tutti e due. Poi sarebbe finita.
'' Grazie per avermi riportato a casa ieri...'' fece Takagi sistemando una piega che si era formata sulla coperta che copriva la sorella.
'' Ma non dirlo nemmeno per scherzo.''- fece l'ispettore -'' non ti reggevi in piedi dalla stanchezza e poi... era il minimo che potessi fare.''
'' E quelli da dove sbucano?''- fece Takagi ammiccando ai fiori sul comodino della stanza.
Un vaso che raccoglieva glicine, gardenie e mughetti. Tutti fiori che venivano associati all'amicizia, nel linguaggio dei fiori.
'' Oh... spero che non ti dispiacciano.''- fece Shiratori -'' Glieli ho portati io, ma li mandano dalla centrale di polizia... più una peonia da parte mia.
Volevo farle un regalo gradito, perchè ho come l'impressione che non mi trovi troppo simpatico.''
Takagi rise nervosamente.
E ci credo... pensò tra sè e sè.
Quante volte le aveva raccontato che l'ispettore Shiratori, di tanto in tanto, malgrado in genere fosse benvoluto da tutti i colleghi, gli azziva contro almeno una trentina di agenti solo perchè Sato aveva scelto lui come '' potenziale fidanzato/ amico più fidato''?
Parecchie volte, le aveva confidato questi atti che potevano essere facilmente interpretati come '' mobbing'', per telefono, skype, e-mail.
E quando si vedevano di persona, la sorellina si offriva volontaria per aiutarlo ,quando e se avesse deciso, a dare una lezione a '' quell'insopportabile ispettore di Tokyo che si divertiva a rendere le cose difficili al suo adorato fratellone''.
Nessuna meraviglia che quando si erano incontrati di persona, la ragazza non fosse stata particolarmente zuccherosa nei suoi confronti.
'' Ma d'altro canto... immagino sia normale.''- fece Shiratori sorridendo tiratamente -'' in fin dei conti, è difficile che stia simpatico ad una ragazza a cui ho reso la vita difficile al fratello fino a qualche tempo fa. Visto che lo adora.''
Takagi divenne rosso come un peperone.
''  Mi dispiace...''
'' No, non dirlo.''- lo tranquillizzò Shiratori -'' Tu non c'entri niente. Io mi ero fissato con Sato perchè la credevo Sumiko, e non ti sopportavo a tratti perchè pensavo che tu volessi portarmi via l'amore della mia vita... invece stavo tentando di fare a te quello che credevo tu stessi cercando di fare a me. Non hai idea di quanto mi dispiaccia per questo.''- per non parlare dell'imbarazzo che gli era costato ammettere, persino con sè stesso di aver preso un granchio grande come Moby Dick nel corteggiare per parecchio tempo una donna che a ben vedere non poteva che considerare un'ottima poliziotta ed una buona amica.
'' Dai, non ci pensare... adesso è acqua passata.''- fece Takagi. O per lo meno in parte. Anche se Shiratori aveva abbandonato il comando dei colleghi in preda alla gelosia e che quando volevano sarebbero riusciti a far crollare persino il più recidivo dei serial killer, le '' persecuzioni'', di tanto in tanto si facevano risentire anche se più di rado e più gestibili.
'' Vi somigliate in maniera impressionante. Avete lo stessa faccia da bambini, ma la tempra è quella di un leone.''
Takagi sorrise, lievemente imbarazzato, ma anche compiaciuto, non poteva non ammetterlo, per quello che da quando si conoscevano era forse il primo vero complimento che riceveva dall'ispettore.
In quel momento ci fu un nuovo mugolio, e la giovane Sakura riuscì a muovere un braccio per stropicciarsi un occhio.
I due uomini balzarono come pupazzi a molla.
Quello non era un movimento involontario.
'' Sakura...''- fece Takagi prendendole una mano, quasi per aiutarla a riprendere del tutto i sensi.
'' Tu resta con lei, io vado a cercare un dottore.''- fece Shiratori con la stesso tono con cui dava ordini ai suoi subalterni correndo fuori dalla porta.
'' Sakura...''- continuò a chiamarla il fratello tamponandole la fronte, collo e viso con il fazzoletto umido -'' coraggio... è quasi fatta.''
Sakura parve sentirlo, perchè riuscì ad aggrapparsi alle braccia del fratello e con un gigantesco sforzo riuscì ad aprire gli occhi, respirando affannosamente e con i segni della sofferenza e delal stanchezza in volto ed un'aria sconvolta.
'' Taru...''
'' Va tutto bene... è tutto a posto piccola. Sei stata bravissima.''- cercò di tranquillizzarla. Evidentemente, svegliandosi aveva avvertito anche il dolore che le aveva lasciato l'estrazione della pallottola e la ferita già dolorosa di per sè.
L'abbracciò forte, cercando di non farle troppo male, bagnandole la testa con lacrime di gioia, incredulo che sua sorella fosse viva e che quella settimana fosse finalmente finita.
Mai un periodo così breve gli era parso così lungo ed interminabile.

  
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