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Autore: LorasWeasley    09/04/2016    8 recensioni
AU [Solangelo|Caleo|Percabeth|Frazel|Jasper]
"-Prima di iniziare voglio ricordarvi che questo non è un gioco, non vi state allenando, qui se sbagliate siete morti. Siete i migliori ragazzi in addestramento che siamo riusciti a trovare, venite da diverse parti del mondo, ma ci servite tutti.
...
Spero di non aver sbagliato a fidarmi di voi. Riuscite a portare a termine questa missione e tutto il mondo vi ricorderà come degli eroi."
Genere: Azione, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Frank/Hazel, Jason/Piper, Leo/Calipso, Nico/Will, Percy/Annabeth
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'CIA'
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30.Pizza


Mancavano ormai due giorni all’inizio delle vacanze natalizie.
I ragazzi non avevano ancora scelto uno specifico giorno per intervenire, ma sapevano tutti che ormai era solo questione di tempo.
Così, visto che mancava davvero poco, decisero di andare tutti insieme in pizzeria quella domenica.
Ora, già non sarebbe stata una serata normale solo perché erano un gruppo di agenti segreti. Ma inoltre era un gruppo del quale facevano parte componenti tipo Percy, Nico e Leo. Soprattutto Leo.
Non sarebbe mai stata una serata normale.
-Ma che fine hanno fatto quei due?- Domandò Percy continuando a ticchettare il piede sul terreno.
Jason e Will sbuffarono e Frank si lamentò –Ho fame, io.
-Potete smetterla di lamentarvi come dei bambini?- Annabeth alzò gli occhi al cielo lanciando un’occhiata esasperata ad Hazel, la ragazza si limitò ad alzare le spalle.
Tutti e sette i ragazzi erano fuori, in strada, ad aspettare gli ultimi due ragazzi, Leo e Nico, che erano in estremo ritardo.
-Ma no- si lamentò Calypso che stava finendo di truccarsi specchiandosi nel finestrino di una macchina posteggiata li accanto.
Mise il broncio e si girò verso le sue amiche –Avete un rossetto a portata di mano?
-Ma quello che hai in mano?- Chiese ingenuamente Jason.
Lei sbuffò e aprì il tappo – Ho preso quello sbagliato – e mostrò la lama nascosta al suo interno.
-Quello si che è un bel posto per nascondere un coltello- commentò Percy davvero ammirato.
Annabeth fece un sorrisetto schioccando la lingua – E non hai visto tutti gli altri.
Il ragazzo ebbe il buonsenso di non chiedere quali fossero questi posti.
-Uh, ce l’hanno fatta- tutti si voltarono seguendo lo sguardo di Frank.
Nico era furioso, terribilmente infuriato, l’espressione “gli usciva il fumo dalle orecchie” era azzeccata a pennello.
Perché Nico emetteva davvero fumo, non dalle orecchie certo, bensì dalla maglietta leggermente bruciacchiata che si vedeva dal giubbotto aperto.
Leo, qualche passo dietro di lui, sembrava vagamente imbarazzato.
Quando il più piccolo si fermò davanti loro puntò un dito contro, a nessuno in particolare, minacciandoli con voce gelida.
-Non. Una singola. Parola.
Sette paia di occhi si puntarono su Leo.
Il ragazzo fece un colpo di tosso e borbottò guardando terra – Giuro che non volevo bruciarlo vivo … è stato un incidente.
Ci furono altri interminabili secondi di silenzio, poi Calypso sbuffò e lanciò il rossetto, che ancora teneva in mano, al più piccolo.
Nico lo afferrò al volo e la guardò non capendo.
-Prendilo, ti servirà se devi continuare a dividere la stanza con lui, ti do la mia benedizioni per difenderti.
Nico sghignazzò vedendo cosa si celava sotto il tappo –E’ sempre bello lavorare con te.
-Ma … Ma …
Leo fu interrotto, qualsiasi cosa volesse dire, da Percy che gli diede una gomitata e gli sussurrò –Meglio non peggiorare la situazione, sta zitto e fa finta di non esistere.
-Wow Percy, dovresti avvertire prima di affermare queste tue grandi perle di saggezza.
 
Hazel li fissò tutti, uno per uno.
Ricordava benissimo il giorno che li aveva incontrati, come poterlo dimenticare?
Si era fatta delle idee precise, alcune le erano state confermate, altre totalmente modificate.
-Abbiamo prenotato un tavolo per 9- disse Percy all’ingresso del ristorante.
Percy. Hazel aveva cambiato idea sul suo conto parecchie volte.
Inizialmente non gli piaceva, sembrava troppo spaccone per i suoi gusti, ma si era ricreduta abbastanza presto. Era un ragazzo leale, quando parlava con lei non mentiva mai ed, Hazel ne era abbastanza certa, avrebbe messo ognuno di loro davanti a qualsiasi altra cosa. Avrebbe fatto di tutto per i suoi amici.
Accanto a lui stava Annabeth, la ragazza stava uccidendo con lo sguardo la ragazza che, con un enorme sorriso rivolto al ragazzo dagli occhi color del mare, li stava portando al loro tavolo.
Annabeth invece gli era da subito piaciuta, era sincera e schietta.
Brillante al tal punto da non risultare antipatica, ma in modo da non farsi mettere i piedi in testa da nessuno.
Forse le piaceva anche più di Calypso, ma proprio con quest’ultima aveva legato di più.
La ragazza in questione si era appena seduta al tavolo, proprio accanto a Leo.
Leo era esattamente come Nico. Hazel ne aveva avuto la certezza quando il settimo giorno avevano raccontato le loro storie.
Leo nascondeva qualcosa, qualcosa di grande che aveva cambiato radicalmente la sua vita e che l’aveva segnato.
Solo che Nico aveva reagito chiudendosi in se stesso allontanando gli altri, Leo no, lui rideva e scherzava, mascherando tutto il dolore che provava.
Parlando proprio di Nico, Hazel provava per lui un sentimento forte, non come quello che provava per Frank, ovvio. Ma quasi come fratello e sorella.
Si erano già sistemati tutti al tavolo e Jason era stato il primo ad afferrare il menù cercando qualcosa che attirasse la sua attenzione.
Inizialmente, di Jason aveva pensato le stesse identiche cose di Percy. Solo che quest’ultimo l’aveva conosciuto meglio, Jason era più chiuso e riservato.
Quasi la stessa cosa poteva dire dell’altro biondo, Will.
Si, lui era più socievole di Jason, ma in realtà con Hazel non aveva mai fatto una vera e propria conversazione.
E infine c’era Frank.
La ragazza si girò a fissarlo, stava ordinando alla cameriera la pizza che aveva scelto.
Quando finì di porgerle i menù si girò verso di lei, quasi come richiamato da quello sguardo.
Hazel non distolse il suo, semplicemente sorrise e diventò vagamente rossa, colta in fallo a fissarlo quasi in estasi.
Quando aveva accettato quella missione non le era mai passato neanche per l’anticamera del cervello che avrebbe creato tutti questi legami.
Aveva sempre creduto che era meglio stare soli, che le persone sono false e non sono in grado di mantenere una relazione, di qualsiasi tipo.
Si era dovuta ricredere.
Certo, non sempre tutti loro erano veri al cento per cento, ma avevano i loro motivi ed Hazel li rispettava.
Ma le piaceva davvero avere dei veri amici.
 
Will sussultò così forte da far quasi alzare il tavolo con le sue gambe.
Metà dei suoi amici lo fissarono con uno sguardo confuso, lui abbozzò un sorriso e si scusò a mezza voce.
Quando ognuno di loro tornò alla propria conversazione Will lanciò uno sguardo allarmato a Nico.
Il moro non lo ricambiò, era tutto concentrato nelle sue posate giocherellando con la forchetta, facendosela roteare tra le dita della mano destra. Non aveva quasi toccato la sua pizza.
L’altra mano la teneva sotto la lunga tovaglia candida del tavolo, anche se Will era abbastanza certo che si fosse appena infilata tranquillamente nei suoi pantaloni.
Cercò di fargli capire di smetterla con qualche occhiata, ma neanche un pizzicotto al braccio lo fece degnare di un’occhiata.
Nel frattempo la sua mano sinistra aveva appena superato anche i boxer afferrando saldamente, ma con delicatezza, il suo membro.
Will si morse il labbro e strinse la forchetta in pugno, così tanto da far sbiancare le nocche.
Nico iniziò a muovere la mano.
E dio solo sapeva quanto Will si stesse eccitando.
Sia perché erano in un luogo abbastanza pubblico, in mezzo a un sacco di persone e circondati dai suoi amici, che era abbastanza sicuro non sapessero del suo orientamento sessuale... forse.
Ma anche perché era Nico. L’aveva immaginato e sognato così tante volte da non credere sul serio che stesse accadendo.
-Will … Ti senti bene?
La voce di Hazel. Merda. Fra tutti non proprio Hazel.
Alzò lo sguardo su di lei cercando di sorridere, molto probabilmente ebbe come risultato una vera e propria smorfia di dolore.
-Benissimo- rispose con voce un po’ troppo stridula sapendo già in partenza che non gli avrebbe creduto, molto probabilmente non solo lei.
Will voleva davvero alzarsi e fuggire in bagno, o in qualsiasi altro posto abbastanza lontano da li.
Ma la mano nei suoi pantaloni glielo impediva categoricamente.
A quel punto, il moro al suo fianco decise di divertirsi ancora di più facendo dei movimenti circolari con il pollice.
Will venne, nascondendo il suo lungo gemito in un violento colpo di tosse.
Solo a quel punto Nico si permise un sorrisetto di vittoria ripulendosi la mano tranquillamente nei suoi boxer.
Infine si sporse in avanti per prendere una bottiglia d’acqua, casualmente quella più vicina a Will.
Quando si avvicinò abbastanza al suo orecchio sussurrò – Avevo detto che te l’avrei fatta pagare.
Nel frattempo, accanto al biondo era seduta Calypso, troppo presa dallo stato d’animo del suo ragazzo per rendersi conto di una qualsiasi cosa.
-Hey- mormorò quando si rese conto che Leo stava decisamente giocando troppo con il cibo.
-Mh?- Rispose il ragazzo senza neanche guardarla.
-Tutto okay?- Calypso continuò a parlare a bassa voce, più per non attirare l’attenzione degli altri che per altro.
Il ragazzo abbozzò un sorriso – Ah-ah.
Calypso si mordicchiò l’interno guancia, sapeva benissimo che quella risposta voleva far intendere un si, ma che praticamente voleva dire tutto il contrario.
Leo, dal canto suo, stava pensando all’incidente avvenuto poco prima in camera con Nico. Non era successo nulla alla fine e la maglietta non era stata carbonizzata.
Ma questo gli aveva riportato alla mente dei ricordi che aveva davvero creduto di poter dimenticare.
 
C’era una spia.
Annabeth ne era più che certa.
Era da un po’ che ne aveva i sospetti, ma tutto le era stato più chiaro dopo che mandò quel messaggio a tutti quanti.
Esattamente un’ora dopo il signor McLean aveva intensificato le misure di sicurezza.
Annabeth sapeva che una cosa del genere sarebbe potuta accadere, quasi lo sperava per approvare la sua tesi.
Appunto per questo non aveva specificato il giorno, era pur sempre intelligente, no?
Si stava guardando intorno, non poteva fare a meno di scrutarli uno per uno, studiandoli.
-Non ti piace?
Annabeth si riscosse  e portò lo sguardo al suo fianco, dove stava Percy.
Il ragazzo si stava mordicchiando il labbro e si stava naturalmente riferendo alla sua pizza intatta per più di metà.
Alla ragazza spuntò un sorriso sincero, gli piaceva quel ragazzo, forse non avevano iniziato nel modo migliore, ma si era riscoperto una persona totalmente diversa.
Ed Annabeth avrebbe anche iniziato volentieri una relazione più seria con lui, ma sapeva che poteva benissimo essere lui la spia.
Non poteva compromettere la loro missione in qualche modo, era troppo ragionevole per farlo e doveva pensare lucidamente. Lui sarebbe stato solo una distrazione.
-No, no. E’ buonissima- rispose riportando lo sguardo sul suo piatto.
Per confermare la sua affermazione se ne tagliò un piccolo pezzo e lo mise in bocca.
Alzò lo sguardo quando il rumore di una sedia che veniva strisciata sul pavimento attirò la sua attenzione.
Nico si stava alzando per andare in bagno borbottando qualcosa sul fatto che avesse le mani tutte sporche.
Annabeth non staccò gli occhi da lui, un pensiero gli aveva appena illuminato la mente.
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Ed eccovi qui l'ultimo capitolo "calmo". Preparatevi alla tempesta che si sta preparando. Si abbatterà su di loro già dal prossimo capitolo.
Alla fine ormai ogni pezzo è al suo posto no?
Diciamo che questo è più un capitolo riflessivo.
Volevo mostrare come si vedevano e come vedevano i legami che si erano creati dopo ormai un paio di mesi.
Non voglio essere ripetitiva, ma vorrei sempre ricordare che nessuno di loro è abituato a tutto questo.
Uscire a mangiare una pizza, una cosa che per noi può sembrare scontata, per loro non lo è. E anche se cercano di comportarsi come persone "normali" alla fine non riusciranno mai a farlo del tutto. Come Annabeth che non smette un attimo di pensare a quello che potrebbe succedere e a cosa li porterebbe determinate scelte.
Leo. Leo ha un oscuro passato, forse l'avevo già accennato, ma qui si fa più evidente.
Prima o poi lo racconterò, insieme a quello di Nico.
Per concludere la Solangelo... Non penso ci sia molto da dire su quei due ;)
Preparatevi psicologicamente per i capitoli dalla prossima settimana in poi! Ricordate sempre che vi voglio bene ahaha
Deh
  
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