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Autore: Vanex23    09/04/2016    0 recensioni
"Lo sai che fai più chiasso tu che tutto questo flusso di persone senza una meta il primo giorno di scuola?" Mi chiese una ragazza posizionandosi dietro di me, ridendo.
"Ciao anche a te Lydia Martin, sto bene grazie e tu?" Domandai non curandomi della sua presenza.
"Come siamo permalosi di prima mattina." Brontolò alle mie spalle ma io non le diedi più retta.
Poi di colpo, finalmente l'armadietto si aprì ed io riuscii nella mia impresa vittoriosa. Ero così soddisfatto della mia impresa mattutina che volevo davvero andarmene per tutto il corridoio saltellando come un pazzo, ma come sempre la sfiga aveva qualcosa in serbo per me e quel qualcosa o meglio, qualcuno, in quella giornata era proprio Lydia Martin.
"Cos'è, oggi ti hanno morso la lingua e non parli? Non mi ricordavo di te così taciturno!" Mi disse sospettosa.
"A quanto pare neanche io mi ricordavo di te così chiacchierona, soprattutto di prima mattina." Mormorai io, chiudendo il mio armaditto forte, perché aveva anche il difetto di rimanere aperta sta cagata.
Genere: Comico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Allison Argent, Jackson Whittemore, Scott McCall, Stiles Stilinski, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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  Same Mistake



Circa un anno fa.



Amavo molto i primi periodi delle vacanze estive perché non sapevo mai cosa fare ma sapevo che anche se avessi trovato soluzione troppo tardi non sarebbe mai stato così tardi come invece nelle giornate occupate prevelentemente dalla scuola e dallo studio, comunque cose che non servivano alla mia quiete mentale. Chiunque poteva pensare di me che ero un pazzo o addirittura uno schizzato mentale ma nessuno capiva che in realtà il più delle volte mi adeguavo alla stupidità che mi circondava e che per sopravvivere mi difendevo mostrando la realtà nuda e cruda agli occhi di chi preferiva ignorarla. Ero comunque sempre pronto a reagire.
Ma proprio in questa serata di fine giugno non avevo la benché minima idea di cosa farne della mia vita, ero spaparanzato completamente sul divano, aspettando forse una grazia divina che mi illuminasse saggiamente cosa fare nelle prossime ore. Sorseggiavo un po' di birra e controllavo ripetutamente il telefono, cercando anche di avere un briciolo di ispirazione, ma niente. Il mio cervello aveva deciso di andarsene in vacanza e non dirmi assolutamente nulla. Va bene Stiles, ci siamo solamente io e te, dissi al mio sarcasmo, proponimi qualche idea divertente e che sia possibilmente legale e io cercherò di trovarci solamente la positiva per farne diventare qualcosa di costruttivo, come sempre del resto. Ovviamente cosa non vera, ma questo non doveva saperlo.
Mi alzai tornando in cucina e posando la bottiglia della birra nel lavello, e rimasi un po' a pensare, che cosa strana, di solito non lo facevo mai, nemmeno sapevo cosa volesse dirne il concetto. Ma va? Io pensavo anche fin troppo e molto spesso la mia ansia derivava proprio da quello. Ma che persona ero? Proprio strano.
Allora decisi di andarmene al piano di sopra, avrei fatto una doccia, magari la doccia riusciva a portarmi consiglio e a rilassarmi di più, ma il mio piano fu interrotto da un lieve rumore provenire da dietro la porta di ingresso. Non che il mio udito fosse paragonabile a quello di un felino appena si apprestava a cacciare, come ad esempio un leone o un ghepardo, ma ero solo in casa e qualsiasi rumore estraneo sarebbe stato riconoscibile all'istante. Devo comunque ricordarmi di non divagare troppo nei concetti, forse è per questo che in storia non riesco a prendere un voto apprezzabile ma amo fare giri di parole immense per far perdere la pazienza alle persone.
Comunque avevo deciso di andare a controllore la causa dello strano rumore che avevo appena sentito e ovviamente non poteva mancare la mia amata mazza da baseball che mi accompagnava fedelmente da ormai un anno. Perché ne avevo viste talmente così tante in quegli ultimi due anno da non riuscire più a pensare che in questa città vivesse solamente gente 'normale'. E ho detto tutto.
Aprii pianissimo la porta cercando di fare il meno rumore possibile ma praticamente fu nullo paragonato al silenzio che vi era in casa, quindi avevo appena segnalato la mia posizione a chiunque avesse creato quel rumore sospetto pochi secondi fa come un radar e la cosa mi faceva stare davvero molto tranquillo, eh sì, tantissimo. Che idiota che sono!
Presi comunque un respiro profondo, mi posizionai dietro la porta, socchiusi gli occhi e quando li riaprii per impugnare meglio la mia amata mazza da baseball, ma fui bloccato dalla voce che sentii subito e che mi fece riaprire gli occhi.
"Stiles?" Mi chiese Scott, con un tono tra il divertito e il preoccupato.
Riaprii di scatto gli occhi, capendo la figura del coglione che stavo facendo per l'ennesima volta davanti al mio migliore amico, anche se era ormai indubbiamente abituato a tutto e mi calmai immediamente. - "Avevo sentito un rumore e ho pensato: a mali estremi, estremi rimedi." - Spiegai subito.
"Certo, con una mazza da baseball.." Disse lui dubbioso.
"Era la prima cosa che avevo trovato per casa, ok? E poi tra Kanima e lupi mannari assetati di vendetta credo di averne visti troppi per quest'anno, quindi dovevo equipaggiarmi no?" Domandai pungente. Ero umano, che cazzo!
"Ero solamente io e poi sai che non avresti concluso nulla con questa cosa." Mi spiegò indicandola.
"Vorrei ricordarti che non ho avuto la fortuna di poter avere come regalo un morso da un lupo mannaro uscendo una notte di luna piena per andare a gironzolare in mezzo al bosco, né tanto meno ho iniziato a frequentarne la gang, alquanto psicopatica e sconnessa per sapere le conseguenze del mio folle gesto. Nono!" Risposi gettando la mazza da baseball sul divano.
"Sai Stiles, certe volte penso che tu faresti male a chiunque senza poteri ma solamente aprendo la bocca a parlando." Commentò Scott dandomi una pacca sulle spalle.
"Grazie a Dio!" Esclamai felice.
"Comunque sono qui per chiederti se ti andava di venire ad una festa, ovviamente andiamo insieme." Mi disse Scott sorridendo.
"Qualcosa mi dice che ci sarà anche Allison, non è così?" Domandai curioso. Ormai Scott per me era come un libro aperto e poi ormai sapevo che tra lui ed Allison era nato qualcosa ma che nessuno dei due voleva ammetterlo e non si erano neppure messi insieme, che vergogna.
"Sì." Rinunciò subito lui, sospinto dal mio sguardo indagatorio. Non si può mentire al magnifico Stiles Stilinski.
"Dammi cinque minuti e andiamo subito a questa festa. Spero ne valga davvero la pena." Lo informai prima di andarmi a cambiare.
"Non te ne pentirai." Mi urlò lui dalla cucina soddisfatto.



***



In realtà aveva ragione, la festa era piuttosto accesa e non mi stavo affatto annoiando. Sarà che trovavo comunque un pretesto per scatenarmi, sarà anche stato ad influire la mia massima solarità con gente sconosciuta il fatto che comunque avevo bevuto anche più del necessario, ma mi ritrovai seduto su un divano con Scott e altre persone che non conoscevo minimamente mentre osservavo altra gente dimenarsi per la casa ballando o semplicemente limonandosi.
"Mi da fastidio." Mi disse Scott attirando la mia attenzione.
"Cosa?" Chiesi rivolgendomi a lui completamente distratto.
"Il tatuaggio." Brontolò scoprendo la parte del braccio sinistro tatuata, mentre si sistemava la benda.
"Amico, te lo dico sinceramente, toglimi subito questa visione orribile prima che io possa vomitarti addosso o possa addirittura svenire." Gli comunicai in modo molto sobrio.
"Come sei impressionabile." - Mi disse alzandosi dal divano. - "Ti dispiace se vado a cercare un attimo Allison? Non l'ho ancora vista da queste parti." Mi chiese guardandosi attorno.
"Va pure, io me ne starò buono buono senza fare casini." Gli dissi mimandogli un 'ok'. 
Ma dopo neanche un'ora mi ritrovai a ballare e a cantare col gruppo di Lydia Martin e il suo amorevole fidanzato Jackson Whittemore, in piedi su un tavolinetto di legno, mentre cercavo di far valere le mie mille doti nascoste.
"Allora ascoltatemi, indovinate cosa sto cantando!" Pronunciai prima di bere un altro sorso di non so che cosa e schiarendomi la voce.
"Sì, lo so, lo so!" Esclamò Lydia contenta.
"Ma se non ho ancora cantato?" Chiesi stupito.
"Ah." Disse solamente lei stranita.
"Siete pronti?" - Chiesi alzandomi di nuovo sul tavolo e tutti annuirono. - "But I wonder where were youuuuuuu, when I was at my wooooooooorst, dooooooown on my kneeeeeeeees, and youuuuuu said youuuuuuuuuu had my baaaaaaaaaaaaack, so I wonder where were youuuuuuuuuuuu, all the roads you took came back to meeeeeeeee, so I’m following the map that leads to youuuuuuuuuuuuuuu, the map that leads to youuuuuuuuuuuuuuu, ain’t nothing I can dooooooooooo.." Stavo continuando ma Lydia si alzò subito urlando di saperla e il mio udito ne stava risentendo parecchio.
"Sei Adam Levine!" Esclamò lei eccitata.
"Bravissima!" Esclamai anche io eccitato scendendo dal tavolinetto, per evitare altri imprevisti.
"Però non sai cantare per niente." Mi disse ritornando a sedere.
"Eh prova a cantarlo tu, magari ti riesce meglio." Borbottai ritornando a sorseggiare altra roba.
Precisamente non ricordavo neppure da quanto tempo ero lì con loro a ballare e cantare, né come ci ero finito, però non ci penai nemmeno tanto, soprattutto perché i miei pensieri in quel momento erano stati interrotti da Scott che continuava a chiamarmi insistentemente.
"Stiles!" Mi disse avvicinandosi ancora di più. Era accanto ad Allison, quindi pensavo volesse annucciarmi il loro finalmente fidanzamento, ma la sua espressione era troppo seria per volermi dire una cosa così tanto felice.
"Cosa?" Domandai un po' biascicando.
"Mi è appena arrivata una chiamata da tuo padre, visto che tu non rispondevi al telefono." Mi disse preoccupato, mentre io cominciavo a toccarmi le tasche per capire dove fosse il mio telefono.
"Merda. Cosa è successo Scott?" Domandai più preoccupato di lui.
"Si tratta di tua madre Stiles.." Riuscii a capire solo quello, dopodiché ho il vuoto più totale.



________


Adesso.



"Ricordami perché dobbiamo fare queste cose alle due di notte in mezzo al bosco? Ah già, perché ormai da due anni è la nostra quotidanietà!" Brontolai, tenendo una torcia ben puntata dritta sui miei piedi, per non ritrovarmi brutte sorprese come sempre.
"Lo sai che adesso più che mai soprattutto tocca a noi." Mi riprese Scott, camminando davanti a me.
"Ma non può uscire Derek alle due di notte in mezzo al bosco piuttosto che noi? Noi abbiamo scuola domani, noi siamo ancora adolescenti, noi abbiamo bisogno di dormire, io non ho super poteri." Gli ricordai premendo sull'ultima frase. Era vero.
"Derek è in Messico." Mi ricordò Scott. Già, era da quattro mesi che non si faceva più vivo in effetti. E spero come lui che non si rifaccia più vivo nessuno della sua stramba e pazza famiglia.
"Per fortuna non hai portato solamente me stasera ma anche Isaac e Allison, così capiranno cosa si prova a dover rimanere in giro nel bosco senza poter dormire." Ripresi di nuovo.
"A proposito di Allison.." Mi annunciò Scott pensieroso.
"Siete tornati insieme?" Chiesi speranzoso.
"No. Lei è tornata solamente da una settimana dalla Francia e ieri a scuola è stato il primo giorno che ci siamo visti. Io non le ho detto assolutamente nulla, si è proposta lei di fare la ronda di notte con me, te ed Isaac." Mi comunicò teso.
"Bene, no? Perché santo cielo non le parli così risolvete questa situazione una volta per tutte?" Chiesi esasperato, d'altronde poi dovevo sopportarlo sempre io e l'imbarazzo della password dovevo portarlo sempre io.
"Non è così semplice e sicuramente questa volta non sarà come la prima volta, mi rifiuterà e basta." Rispose lui secco. Ok Scott, non toccheremo più l'argomento, per ora.
"Fa come vuoi." Risposi solamente io.
"E tu invece, non c'è niente che vuoi dirmi?" Domandò girandosi verso di me e per un attimo lasciai la torcia puntata sulla sua faccia. Ok questa situazione mi metteva abbastanza terrore addosso.
"Cosa?" Chiesi innocente.
"No sai, perché ho chiesto a Malia se voleva unirsi anche lei alla ronda ma mi ha subito detto no, anche perché c'eri tu e mi ha anche spiegato che ormai vi siete lasciati quindi per il momento non vuole partecipare più. Che storia è mai questa?" Mi chiese sorpreso.
"Una storia.. Triste, molto triste, che però il tuo migliore amico ti chiede con gentilezza di archiviare al momento perché si sente a disagio a parlarne nel bosco, alle due di notte." Gli dissi cercando di evadere al discorso.
"Chi vuoi che ci senta nel bosco? Siamo da soli!" Mi rispose ovvio.
"Appunto, questa scena grottesca non mi fa esprimere al meglio i concetti, quindi dobbiamo rimandare." Lo liquidai subito, cercando di superarlo per andare più avanti con la torcia.
"Ah e perché io non ne sapevo nulla?" Mi chiese Scott, dubbioso.
"Non puoi sapere tutto dalla vita, neanche io potevo immaginarmi di avere un migliore amico lupo mannaro e invece eccomi qui, con te.. E lui, che francamente non ho ancora capito cosa vuole." Dissi indicando la sagoma oltre gli alberi.
"Cosa stai dicendo Stiles?" Mi domandò lui voltandosi in tutte le direzioni.
"Devo ripetere tutta la frase?" Chiesi seccato.
"No, di quale ombra stai parlando?" Domandò Scott, cambiando colore degli occhi. Ecco che ci risiamo.
"Quella." Indicai alzando la torcia, puntandola contro l'ombra che era rimasta proprio dritta e nascosta dove l'avevo vista io.
"Abbassa questa torcia razza di idiota, i miei occhi da lupo sono sensibili a queste cose." Mi rispose una voce che conoscevo fin troppo bene. Ma che palle, vedo che adesso siamo proprio tutti al completo.
"Jackson e tu che ci fai qui?" Domandò Scott, scrutandolo bene e ascoltando il suo battito cardiaco, lo capevo da come si posizionava e concentrava sul soggetto che parlava.
"Vi ho seguiti idioti? Da quando sono diventato un lupetto come voi anche io indago e non me ne sto con le mani in mano ma avevo sentito parlare e inizialmente non capivo da dove provenisse la voce." Rispose Jackson. Era sincero, lo avevo capito anche io e quando Scott mi guardò ne trovai la conferma.
"Che voce?" Chiese Scott avvicinandosi al ragazzo.
"Era una voce quasi sussurrata ma la traccia si interrompe proprio dietro quell'albero, per questo sono rimasto lì in silenzio ma Stiles come sempre è un genio del male e mi ha puntato la torcia contro." Comunicò Jackson infastidito.
"Sai com'è, l'anno scorso stavi quasi per uccidermi sottoforma di demone o chiamalo come ti pare, quindi adesso scusami se ti illumino la faccia per capire se sei tu o il tuo secondo." Spiegai abbastanza sarcastico.
"Scusami, lo sai che non lo avrei mai fatto se fossi stato davvero il me, anche se non vi sopporto così tanto non vi avrei mai uccisi." - Finì la frase in un primo momento il biondino. - "Davvero." Aggiunse dopo.
"E noi ti crediamo, vero Stiles?" Mi domandò Scott, lanciandomi uno sguardo di intesa.
"Io sinceramente non ti credo ma ringrazia che sia ancora vivo per poterti tormentare." Gli risposi girandomi.
In quel momento ci raggiunsero anche Isaac e Allison. Il primo stava correndo verso di noi, scuotendo la testa in segno di resa mentre la seconda stava tranquillamente camminando, portando con sé come sempre il suo arco con le frecce. Ormai Allison era senza dubbio la nostra cacciatrice preferita, si era schierata fin da subito con me e Scott e alla fine aveva convinto anche suo padre a stare dalla nostra.
"Non c'è nulla, per questa notte sembra tranquillo." Spiegò Allison rasserenata.
"Confermo." Disse anche Isaac.
"Bene, neanche noi abbiamo trovato nulla quindi possiamo anche tornare." Annunciò Scott, e insieme ritornammo alla mia Jeep.
Scott sarebbe ritornato sicuramente con me, mentre Isaac aveva deciso di tornarsene a piedi, anche perché casa sua era molto vicina al bosco. Jackson aveva la sua auto e se n'era già andato anche lui, quindi rimaneva Allison che stava ancora seduta su una panca a sistemare alcune frecce, ci teneva molto a perferzionale sempre.
"Se vuoi posso accompagnarti a casa." Aveva detto Scott cogliendo la palla al balzo. Bravo Scott, così si fa.
"Grazie." - Rispose Allison accettando l'invito. - "Con quale auto?" Chiese dopo curiosa.
"Ci darà un passaggio Stiles." Rispose prontamente lui, facendola salire in auto.
Che cosa? Da quando la mia Jeep era diventata un taxi?
"Bella mossa Scott, davvero." Gli dissi sottovoce, prima di mettere in moto e scorazzare i due piccioncini direttamente a casa.


***

Il campo elettrico, il campo elettrico, la costante, le leggi di non so chi, il circuito elettrico... Tutte queste parole e frasi sconnesse tra di loro mi rimbombavano nella mia testa da più di mezz'ora mentre stavo completamente col capo chino a dormire sul banco. Non so nemmeno io cosa sto sognando né tanto meno mi interessa, ma so solamente che i miei occhi si rifiutano categoricamente di aprirsi e di farmi seguire la lezione, e sono solo al secondo giorno. E' colpa di Scott, maledizione, i miei occhi hanno bisogno di riposo per non parlare del mio cervello. Stasera mi fingerò morto, almeno non potranno costringermi a fare qualcosa che non posso fare da vivo. E almeno non dovrò dilettarmi a fare l'autista per una coppia che non si decide ad essere coppia. In quell'auto ieri sera potevo sentire persino io il gelo che c'era tra i due.
"Stiles!" Mi sentii richiamare nel regno dei comuni mortali, sentendomi anche scuotere leggermente la testa. Ah quindi non era ancora giunta la mia ora?
"Altri cinque minuti." Borbottai incredulo.
"Non si possono avere altri cinque munuti." Mi sentii rispondere da chiunque poteva essere e ne sentii in seguito anche una risata. Come si permetteva a ridere di me mentre dormivo e non ero cosciente delle mie azioni?
"Mamma.." Mormorai un po' stralunato, mentre mi svegliavo tutto rotto per colpa del banco. Era scomodo e di certo a scuola non potevo portarmi dietro un cuscino, sarebbe stato troppo ridicolo.
"Stiles.." Mi sentii richiamare di nuovo. Aprii piano gli occhi e riuscii finalmente a vedere la figura davanti a me. Era Malia. E mi guardava abbastanza preoccupato. Ripensai un attimo a quello che avevo detto prima e subito capii il perché della sua espressione. Avevo detto 'mamma' mentre stavo dormendo e ciò come stava turbando me in questo preciso momento aveva turbato anche lei perché sapeva.
"Mh, grazie per avermi svegliato." Dissi solamente, guardandomi attorno e notando che la classe era quasi vuota. In realtà Scott mi stava aspettando fuori dalla classe, quindi io mi apprestai subito a sistemare tutto e uscire da quella stanza.
"Buongiorno ben svegliato, sbrigati a camminare, Lydia ci aspetta fuori dalla scuola, deve parlarci." Mi disse sbrigativo, mentre si apprestava ad uscire dalla scuola anche lui.
"E da quando noi facciamo quello che ci dice Lydia?" Chiesi rimanendo bloccato davanti alla porta.
"Da quando lei vuole raggiungere i massimi risultati in tutte le materie per quel gruppo di studio." Mi spiegò Malia dietro di me mentre mi invitava a camminare. Effettivamente le stavo bloccando ogni via d'uscita dalla classe, quindi mi spostai subito e la feci passare per prima.
Mi accorsi solo in quel momento che aveva tagliato i capelli e dovevo essere sincero, le stavano davvero bene in quel modo e senza le punte più chiare che aveva prima. Malia aveva sempre avuto una bellezza particolare e fin da quando Scott aveva accettato di farla entrare nel branco che l'avevo notato. Anche perché una ragazza così spigliata come lei era impossibile da non notare. Era carismatica, astuta, molto furba e sinceramente parlando neanche me stupisco, era un coyote e cosa più importante era davvero molto più forte di quanto pensava davvero di essere. La ammiravo anche per il suo carattere determinato, non si arrende davanti a niente e per quanto certe volte possa essere troppo rude e diretta nel modo di dire le cose, è capace di caricarti più del necessario per farti fare ciò che tu non faresti mai da solo. Con Malia è come se ci fosse davvero lei ad aiutarti anche mentre non c'è, perché ha il potere di farti rimanere impresse le cose che dice col modo di porsi che ha. E poi nota personale: adoro la sua ironia. Principalmente andavamo d'accordo anche per questo.
"Allora vieni sì o no?" Mi risvegliò dal mio pensiero, mostrandomi un mezzo sorriso.
"Arrivo!" Le comunicai subito, dirigendomi anch'io verso la porta.
"Finalmente ci siete tutti, eccovi qui." - Annunciò Lydia, trillando con la sua voce per avere più attenzione possibile. Mi stava già scoppiando la testa e lei non aiutava. Prima di sedermi osservai tutti uno ad uno, e nessuno sembrava molto interessato alla cosa, capirai. Theo era rimasto addirittura il più lontano possibile anche se stava attento a quello che diceva Lydia, Scott era seduto accanto a me e continuava a fissare un foglio annoiato, Isaac si sistemava i capelli, Jackson ticchettava rumorosamente sul tavolo e creava anche molto fastidio ad essere sincero, Allison era seduta accanto alla sua amica, ma non la stava ascoltando molto perché era intenta a fissare un po' Scott e un po' Isaac e poi Malia che stava ancora mangiando un panino. -"Dobbiamo scegliere un giorno della settimana, di comune accordo, per vederci almeno per due orette e concordare quale materia fare per prima." Spiegò controllando il foglio di ieri. Giuro che glielo brucio.
"Io direi di cominciare con la matematica, facciamo per maggioranza, tanto siete già in quattro." Comunicò Theo, avvicinandosi al tavolo. Da quando lui partecipava a questa cose da persone normali e soprattutto da esseri umani?
"Ha ragione, lo penso anche io, quindi adesso ci resta da decidere solamente il giorno." Disse Lydia sedendosi e sbuffando, controllando la sua agenda. Aveva anche un agenda, cosa?
"Per me vanno bene tutti i giorni tranne il sabato e la domenica." Annunciò subito Jackson, sempre molto interessato devo dire.
"Io il lunedì sono alla clinica veterinaria con Deaton quindi non ci sono." Comunicò subito Scott, ed era vero.
"Io non posso il mercoledì." Internevì subito Isaac, ripassandosi nuovamente una mano tra i capelli. Era divento uno tick nervoso? Perché mi stava dando anche fastidio.
"Vai a comprare nuove sciarpe?" Chiesi indicandogli quella che aveva oggi che era davvero la più brutta che si era messo in tutta la sua carriera da modello di sciarpe.
"Sì, se vuoi te ne compro anche una per te, magari ti starebbe anche bene." Mi rispose molto soddisfatto.
"Ti ringrazio." Risposi solamente mentre entrambi ci lasciammo sfuggire qualche risata.
"Va bene a tutti giovedì?" Domandò Lydia, scrivendo sempre sulla sua agenda. Mi chiedevo poi cosa avesse da scrivere così tanto, sembrava un diario con la lista dei nomi delle persone da uccidere più che altro.
Comunque eravamo tutti d'accordo per iniziare giovedì questo gruppo di studi ma con grandissimo piacere mi resi conto che giovedì era proprio domani. Oh porca troia.
Eravamo rimasti comunque lì a parlare tutti insieme anche per organizzare al meglio e senza imprevisti il pomeriggio dello studio e come sempre Lydia aveva preso la parola per comunicarci tutti i suoi piani strategici, neanche fosse un generale in battaglia. Però una cosa dovevo ammetterla: era piena di risorse quindi non si annoiava molto facilmente e meno male.
Era proprio nel centro del suo discorso, quando fu interrotta da una ragazza che conoscevo fin troppo bene e conoscendo anche Lydia fin troppo bene, se c'era una cosa che odiova era essere interrotta e perdere il filo dei proopri discorsi.
"E tu chi saresti?" Domandò ad Heather, mentre la ragazza cercava di comunicare con me, però.
"Sono Heather, piacere. Stavo cercando Stiles, ti stavo aspettando alla tua Jeep ma tu non arrivavi e ti ho cercato." Mi disse preoccupato. Oh dio, dovevo riportarla a casa almeno 30 minuti fa e ora cosa dico ai suoi.
"Heather potevi anche chiamarmi e ti avrei riportato a casa." Dissi subito alzandomi.
"Stiles mi raccomando, ricordati domani a casa mia alle 16:00 e sii puntuale." Mi ricordò Lydia con un tono un po' diverso dal solito. Per un momento avevo notato uno sguardo diverso in lei mentre osservava me ed Heather parlare e ciò lo avevo anche intravisto nei periodi in cui io e Malia ci frequentavamo ma non stavamo ancora insieme.
Ma sicuramente era lo stesso errore ripetuto due volte.

















Angolo Autrice:
Eccomi qui col secondo capitolo, spero di aver iniziato a soddisfare qualche piccola curiosità e di averne magari aperte altre che verranno però prossimamente ricucite, non preoccupatevi. Comunque sia di questo capitolo non ho molto da dirvi anche perché è abbastanza risolutivo e come il primo è ancora di introduzione però più andremo avanti con la storia e più ci saranno cose da chiarire e da mostrare.
Comunque spero che vi sia piaciuto questo capitolo, buona lettura, xoxo, Vanex23.



 

SPOILER:

[...]
"Ma perché?" Chiesi ad alta voce mentre cercavo di mantenere la calma.
"Potresti leggere nella tua mente senza disturbare?" Mi chiese Lydia alquanto scocciata.
"Potresti smetterla di immischiarti nei miei pensieri per un attimo e lasciarmi in pace?" Risposi più duro di quanto potevo risultare. Mi alzai di scatto e uscii dalla stanza, sbattendo la porta dietro le mie spalle.
[...]
  
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