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Autore: ShawnSpenstar    09/04/2016    3 recensioni
Sei diverse coppie di personaggi, sei rapporti che la saga della Guerra dei Mille Anni ha portato in superficie, sei storie che vale la pena di raccontare.
Raccolta di one-shot su una serie di personaggi che riflettono sui rispettivi legami (d'amore, d'amicizia, familiari o altro) che hanno con alcune persone che sono stati una parte fondamentale delle loro vite, di come essi si siano sviluppati, trasformati o distrutti.
Attenzione: anche se tratterò di rapporti che sono stati evidenziati durante la saga sopracitata, le varie storie non saranno obbligatoriamente ambientate durante la Guerra dei Mille Anni, ma avranno diverse collocazioni temporali e non seguiranno nemmeno le stesse mdalità di narrazione
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Ise Nanao, Kurosaki Ichigo, Kyouraku Shunsui, Ukitate Jyuushiro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Grazie… solo questo

 

 

Ho avuto una vita meravigliosa.

 

 

Sinceramente, non avrei mai il coraggio di affermare pubblicamente ciò che ho appena pensato; la vita di cui parlo non consiste solo in ciò che accade a me, ma viaggia in parallelo con la vita della soul society, una storia che, durante i miei tanti anni, ha avuto capitoli di lacrime e grande disperazione.

Se ripenso, ad esempio, ad una vita stroncata dalla violenza come quella di Kaien Shiba, mi vergogno di aver anche solo formulato mentalmente una frase simile.

 

Eppure non riesco davvero a rinnegarla… è la verità.

 

I miei occhi hanno visto alcune delle pagine più grandi della storia della soul society: ho assistito a ben tre nomine di capitani a membri della squadra zero quando ci sono capitani oggi che non hanno mai conosciuto tale evento; ho avuto l'onore di ricevere la mia Zanpakuto da Oetsu Nimaya, il dio della spada, in persona; ho visto talenti sorprendenti diplomarsi all'accademia dopo un anno e diamanti grezzi capaci di compensare la mancanza di propensione naturale con l'allenamento e la determinazione.

 

I miei occhi hanno visto sogni, incubi, glorie, tragedie, vite e morti.

 

I miei occhi hanno visto tutto…

 

… eppure…

 

… eppure non avrebbero dovuto vedere nulla.

 

Perché, in verità, io non avrei dovuto vivere questa vita.

 

 

Quante volte in questi anni, Shunsui ha cercato di convincermi a sistemarmi.

 

"Dovresti trovare una ragazza, sposartela e avere tanti bambini, Jushiro; l'amore di una famiglia è capace di dare un colore nuovo alla tua vita e tu, sinceramente, cominci a tendere un po' troppo al bianco" oppure "Non c'è cosa più bella che tornare a casa dopo una dura giornata di lavoro e trovare i tuoi figli che ti aspettano per salutarti e ascoltare le storie che hai da raccontare, diventerà il momento preferito di ogni tuo giorno"

 

Io credo alle tue parole, amico mio, e so che dici solo per il mio bene, perché sai che cosa si prova a perdere la propria famiglia, ma io non posso proprio farle mie.

 

A chi si ama, bisognerebbe donare tutta la propria vita.

 

Ma questa vita non mi appartiene, non la considero mia.

 

I miei occhi possono schiudersi solo perché lui ha chiuso il suo, quel giorno di centinaia di anni fa.

 

 

Perché?

 

Non dovevi niente in particolare ne a me ne alla mia famiglia e l'offerta a te tributata era ridicola, un paio di polmoni divorati dalla malattia, quasi un insulto; sono certo che ci siano state famiglie più potenti a richiedere il tuo aiuto, che altri abitanti del mio distretto abbiano offerto doni ben più degni per un essere del tuo calibro, che la devozione dei miei genitori non fosse superiore a quella di altri che si sono presentati al tuo tempietto.

 

E allora perché?

 

 

Per tante volte sono tornato al quel tempietto diroccato e abbandonato che la gente del settantottesimo distretto del Rukongai est ti aveva dedicato secoli fa e altrettante volte sono stato tentato di richiamarti per chiederti direttamente un chiarimento, ma non ho mai trovato il coraggio di farlo.

 

Probabilmente la mia domanda è destinata a rimanere senza risposta per l'eternità.

 

Forse perché non esiste una vera e propria risposta.

 

Non c'è una ragione per cui tu avresti dovuto prestare ascolto proprio alle preghiere dei miei genitori così come essi non avevano motivo di dubitare delle parole dei medici riguardo al mio destino, ma loro hanno deciso di seguire solo ciò che gli diceva il loro cuore e questo li ha portati ad affidarmi a te.

 

Chissà, magari anche tu hai deciso di seguire il tuo "cuore".

 

Non so nemmeno se mi è concesso pensarlo, ma mi piace immaginare che vedere la devozione di mio padre e mia madre, di come fossero pronti ad ogni sacrificio pur di salvare la vita del loro figlio, abbia mosso i tuoi sentimenti e così, anche se ero solo uno dei tanti, anche se l'offerta era misera, hai deciso di concedermi la tua divina protezione permettendomi di aprire di nuovo gli occhi sul mondo.

 

 

E di questo io non posso che dirti… grazie.

 

Grazie per ogni giorno che ho trascorso accanto a miei genitori, fratelli e sorelle, giorni felici che non avrei dovuto vivere e che invece ho vissuto.

 

Grazie per tutte le volte che, con la mia Zanpakuto e il mio Kido, ho potuto difendere il Gotei, il Seireitei e il Rukongai dei pericoli che ne hanno minacciato la caduta.

 

Grazie per Sogyo No Kotowari, mia fedele compagna durante tutti questi anni di servizio nonché unica, essendo parte della mia stessa anima, a custodire il mio segreto.

 

Grazie per l'incontro con il capitano comandante Genryusai Shigekuni Yamamoto che è stato per me come un secondo padre, una figura fondamentale nella mia crescita fisica e morale come uomo e come shinigami.

 

Grazie per il tempo che ho potuto trascorrere con Shunsui Kyoraku, il mio migliore amico e un uomo dall'insospettabile intelligenza e sensibilità; è solo merito suo se oggi sono un rispettato capitano del Gotei, molte volte, durante i giorni all'accademia, avrebbe potuto lasciarmi indietro… non l'ha mai fatto.

 

Grazie per avermi concesso l'opportunità di incontrare, lungo la mia strada, l'onore del capitano Soifon, il complesso animo del capitano Ichimaru, la gentilezza del capitano Retsu Unohana e la furia del capitano Yachiru Unohana, la machiavellicità del capitano Aizen, la devozione verso le leggi e la famiglia del capitano Kuchiki, la fedeltà incrollabile del capitano Komamura, l'eterno rancore del capitano Tosen, l'intelligenza del capitano Hitsugaya, la sete di sangue del capitano Zaraki e la folle genialità del capitano Kurotsuchi, perché sono state tutte queste caratteristiche, assieme alle altre che li contraddistinguono,  a fare della mia vita un esistenza piena e straordinaria, nel bene e nel male.

 

Grazie per i giorni che ho trascorso insegnando ai miei amati compagni di divisione il credo della tredicesima brigata; grazie per Kaien e Miyako, per Rukia, per Kiyone, per Sentaro, per Hidetomo, per Zennosuke e per i giovani Ryunosuke e Shino, sono stati la cosa più vicina a dei figli che abbia mai avuto.

 

Grazie, infine, per avermi permesso di conoscere i ryoka Ichigo Kurosaki, Uryu Ishida, Orihime Inoue e Sado Yasutora, coloro che saranno i pilastri della nuova soul society.

 

Grazie, perché nulla di tutto questo sarebbe stato possibile senza di te. Ti devo ogni sorriso, ogni pianto, ogni grido, ogni sussurro, ogni arrabbiatura e ogni momento di pace che ho vissuto in tutti questi anni.

 

 

E' come quel giorno di secoli fa.

 

Non ho nient'altro da offrirti, Mimihagi-Sama… se non i miei polmoni malati e il mio grazie…

 

… solo questo.

 

 

 

SPAZIO DELL'AUTORE

 

Non avrei mai creduto di riuscire a finire questo capitolo così in fretta, anche perché era quello in cui mi sentivo meno in fiducia, e invece eccoci qua.

 

Sinceramente sono abbastanza soddisfatto di come è venuto il capitolo, non è il mio miglior scritto però se penso che quando ho inserito questa coppia nell'elenco di one-shot da scrivere l'ho fatto quasi solo per fare numero, posso dire che il risultato finale è nettamente superiore a come mi aspettavo (anche perché le aspettative erano basse).

 

L'idea di fondo era quella di un misto fra una sorta di invocazione religiosa e un testamento.

Nella mia idea, Ukitake ha, in realtà, un rapporto a senso unico con Mimihagi in quanto questi non può parlare e quindi nemmeno rispondere alle sue domande; questo, tuttavia, non può sminuire, agli occhi di Jushiro, ciò che il braccio destro del Re Spirito ha fatto per lui, gli ha donato una vita che non avrebbe dovuto avere e quindi lo shinigami lo ringrazia raccontandogli ogni momento della vita che il dio gli ha regalato.

 

Nella parte in cui Jushiro cita i suoi sottoposti, nel caso qualcuno di voi non ricollegasse tutti i nomi alle rispettive facce, vi do qualche breve informazione per aiutarvi:

1) Kiyone è la sorella di Isane mentre Sentaro è l'uomo che discute quasi sempre con lei.

2) Hidetomo è l'ufficiale del sesto seggio della tredicesima divisione, quello che viene ucciso da Haschwalth all'inizio dell'invasione.

3) Zennosuke è il mitico shinigami con l'afro che sostituisce Rukia come guardiano dell'area di Karakura (quello che Ichigo chiama sempre Imoyama); in realtà, non viene mai detto a che brigata appartenga ma siccome Karakura è sotto la giurisdizione della tredicesima compagnia suppongo che appartenga a quella.

4) Ryunosuke e Shino sono i due giovanissimi shinigami (il ragazzino timido e la ragazza che lo maltratta in continuazione) che appaiono all'inizio della saga della guerra dei mille anni come sostituti di Zennosuke nel compito di sorvegliare Karakura.

 

Spero che questo capitolo possa sorprendevi come ha sorpreso me e vi do appuntamento con il capitolo finale di questa breve raccolta.

 

Ciao a tutti e grazie della vostra attenzione.

 

P.s: provate ad indovinare quale sarà l'ultima coppia di personaggi… uno lo sapete di già.

  
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