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Autore: zaynseyes_    09/04/2016    2 recensioni
Quando lo sfacciato e testardo Louis Tomlinson, stella del calcio del liceo, incontra il suo nuovo allenatore rompiscatole Harry Styles, scoppia un'animata rivalità fra i due, ed è evidente che l'imminente stagione sarà sicuramente una delle più movimentate.
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[questa storia non è mia, ma solo una traduzione. Tutti i crediti vanno a @larrys_fedora]
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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"Sto più che bene Liam, ma grazie. Per la milionesima volta"

"Pensavo che magari ti servisse una pausa, non so--"

"No, Liam" Louis sospirò esasperato.

"Ti voglio bene, comunque" disse dolcemente, mettendo un braccio intorno alle spalle muscolose del ragazzo.

Liam aveva il broncio ma andava bene perchè in realtà non era veramente arrabbiato con lui. E anche se lo fosse stato lo avrebbe perdonato in un battito di ciglia, quindi non c'era niente di cui preoccuparsi. Liam non riusciva a restare arrabbiato. Era della sua natura essere cordiale e galante e non soffermarsi sugli sbagli del passato, ma piuttosto sulle cose giuste del presente. E tutte quelle cazzate sdolcinate.

Louis sapeva anche che al suo amico piaceva occuparsi delle persone. Andava in giro preoccupandosi dei problemi di tutti e assicurandosi che ogni piccola cosa fosse al suo posto. Questa era la sola parte di Liam che poteva facilmente farlo innervosire, specialmente quando ti seguiva come se fosse un disperato cagnolino sperduto che ti chiede ripetutamente se potesse portarti lo zaino o se "hai bisogno di una pausa?" come quello che stava facendo da un'ora. E non avevano camminato neanche così in lungo e in largo, solo lungo il corridoio e sul campo di calcio. In più, Louis adesso era completamente guarito e pronto a tornare a giocare. Non aveva bisogno di nessun aiuto, grazie tante.

Non era stato più eccitato di toccare una palla da calcio in tutta la sua vita. Era mercoledì-- non aveva potuto partecipare alle lezioni per una settimana e mezzo, il che non era tanto per una slogatura al ginocchio, ma gli erano sembrati come se fossero stati secoli dall'ultima volta che aveva calciato una palla. Gli era mancato tanto la sensazione dell'erba sotto le sue scarpe e l'adrenalina di essere in un partita pompargli nel sangue come una droga. E poi era il suo unico passatempo, il calcio. Si sentiva come uno sfigato ad ammetterlo ma non aveva nient'altro di meglio da fare. Non una famiglia, non un decente, ben pagato lavoro a tempo pieno (solo una volta a settimana andava in un orrendo pub Irlandese chiamato Dingy's per pagare l'affitto), nè un fidanzato. Neanche un ragazzo con cui potesse divertirsi ogni tanto. La maggior parte erano dei palestrati etero che odiavano gli omosessuali e a cui piaceva utilizzare i pugni sul viso di Louis e i piedi sul resto del suo corpo. Per niente divertente. Ma almeno potevano contare il picchiare-Louis come sorta di passatempo.

Ma non importava, comunque, perchè a Louis non importava. Era forte, sapeva fingere, quindi nessuno avrebbe potuto scoprirlo. Non succedeva poi così spesso, solo una volta ogni due settimane se era fortunato. Ultimamente comunque era stato lasciato in pace, forse perchè si era già fatto male.

Attualmente tutto ciò che gli importava era che si stava allacciando le scarpe e che indossava l'uniforme invernale per l'allenamento di calcio (i suoi calzettoni e la felpa) e che finalmente stava percorrendo nuovamente il manto erboso del campo. L'aria invernale soffiava decisa contro le sua guance ma questa volta era una buona cosa perchè non era seduto sulla panchina ai lati del campo, congelando dal freddo, ma era di nuovo sul campo, congelando dal freddo.

Liam continuava a guardare il suo ginocchio per un qualsiasi segno di barcollamento-- Louis sapeva anche prendersi cura di se stesso, grazie Liam-- quindi molleggiò ancora di più la sua camminata per fargli capire che stesse bene. Una palla poi rotolò fino a fermarsi ai suoi piedi e alzò lo sguardo per incontrare il viso sorridente di Isaiah. Louis non potè fare a meno di ghignare mentre gliela passava nuovamente.

"Ehi fratello, è bello rivederti" disse lui alzando il pollice all'insù.

"Anche tu, amico" sorrise Louis.

Isaiah era da sempre stato uno dei pochi che piaceva a Louis e che ricambiava il suo affetto. Erano buoni amici a scuola ma non stavano molto tempo insieme all'infuori di essa. Lui e Liam, comunque, erano molto più amici di quanto pensasse. Lo aveva capito nel momento in cui lo aveva mollato per stare con Isaiah, praticamente sgattaiolando da lui per andarlo a trovarlo. Traditore.

Louis-- adesso fermo e in disparte-- si girò intorno, si girò intorno, si girò intorno fino a quando fermò di colpo il suo vagare. Fu come se la sua mente offuscasse tutto quello che c'era intorno, ad eccezione di Harry, come se lui fosse l'unica cosa che valesse la pena di essere guardata. Non c'era da stupirsi se i suoi occhi erano così incollati a lui-- specialmente quando indossava quegli stretti jeans che sembravano prolungargli quelle lunghe gambe muscolose e quando quegli occhi verdi, più verdi dell'erba sotto i piedi di Louis, erano puntati direttamente su di te, esattamente come stava facendo con Louis. Un improvviso brivido di freddo si diffuse a partire dalle sue ossa e il ragazzo tirò il suo berretto di lana ancora più in basso, a coprirgli le orecchie, sforzandosi di distogliere lo sguardo.

Louis si avvicinò verso la porta, dove Isaiah-- lungo la linea di penalità-- stava calciando la palla più forte che poteva con un Liam che si buttava a difesa della porta, quasi come una sorta di supereroe, parandone una dopo l'altra. Era felice di averli entrambi in squadra perchè, onestamente, sarebbe stato terrorizzato a giocare contro di loro.

"Avanti, Liam, fagli fare almeno un punto" scherzò Louis quando gli si avvicinò.

Isaiah smise di calciare e si voltò verso di lui con uno smagliante sorriso che contrastava la sua pelle abbronzata.

"Ecco, appunto. è fottutamente ingiusto"

Solo in quel momento si accorsero che tutti si stavano spostando verso il bordo campo, organizzandosi in un semicerchio al centro del quale orbitava nientemeno che il Coach Harry Styles in persona.

"Meglio non battere la fiacca, Tommo" avvertì Liam mentre si dirigeva verso il mucchio "Styles è stato un vero stronzo da quando te ne sei andato"

Louis si accigliò, chiedendosi cosa diavolo volesse significare. Cercò di non pensarci più di tanto e si avvicinò anche lui alla cerchia, assicurandosi di non essere l'ultimo. Solo per precauzione. Harry era lì in piedi, inclinato leggermente verso destra come sempre, cosa che tra l'altro gli faceva ricordare una torre costruita di traverso. O meglio una scultura, perchè le torri non erano così belle. I suoi ricci adesso erano ancora più selvaggi, l'umidità che persisteva nell'aria faceva curvare i capelli, dietro le orecchie e lungo la forte mascella, in dei piccoli e stretti boccoli. Alzò lo sguardo solo quando tutti si riunirono di fronte a lui, i suoi occhi esaminarono velocemente il gruppo prima che quel suo innaturale sguardo verde si fermasse su Louis. Instantaneamente i battiti del suo cuore aumentarono, mandando scosse di elettricità lungo le vene. Poi distolse lo sguardo e la sensazione subito sparì. Il fatto che il suo corpo reagisse così velocemente ad Harry era piuttosto allarmante.

"Abbiamo una partita tra due giorni ed è davvero, uhm, necessario che ci prepariamo nel miglior modo possibile" iniziò, la sua voce squartò il silenzio.

"Quindi oggi faremo tutta gli esercizi di palestra possibile"

Louis aspettò di sentire tutti i lamenti e i grugniti di poco entusiasmo (a cui lui in passato partecipava prima di aver imparato che era meglio starsene zitti), ma solo una persona-- Ryan-- si azzardò a farsi scappare un sospiro. Louis internamente scosse la testa mentre contemporaneamente cercava di non ridere. Harry avrebbe fatto una bella ramanzina a quel povero ragazzino. Lo sapeva. Ormai non aveva scampo.

"Scusa, credo che in questi giorni non ci senta molto bene," sentì dire ad Harry con tono minaccioso "Hai per caso detto qualcosa?"

Louis si morse l'interno guancia e alzò lo sguardo, osservando le labbra di Harry strette in una dura linea, la sua mascella serrata e un'espressione intimidatoria che gli aveva già visto prima, ma che ancora gli faceva tremare le gambe. Qualcosa sul vedere Harry arrabbiato lo faceva sentire strano. Era chinato su Ryan, le braccia incrociate al petto mentre lo fissava aspettando che abboccasse all'amo. Se gli sguardi potessero uccidere, non c'erano dubbi che Ryan sarebbe morto da un pezzo.

"No" rispose lui dopo un silenzio carico di tensione cercando ovviamente di mantenere la sua disinvoltura, ma l'incrinatura nella sua voce non era dello stesso parere. Che ragazzo forte che era.

Harry continuò a guardarlo, i suoi occhi focalizzati con durezza sul ragazzo di fronte a lui come un predatore farebbe con la sua preda. Poi si raddrizzò e si allontanò dal gruppo, dirigendosi con lunghe falcate verso lo spogliatoio.

"Mettetevi le scarpe da ginnastica," ordinò, continuando a camminare "Ci vediamo in palestra"

Tutti incominciarono a seguire Harry e Louis fece lo stesso, facendo una smorfia quando un ragazzo lasciò che la porta gli sbattesse in faccia, piuttosto che lasciargliela aperta.

Harry sicuramente era già in palestra ad aspettarli perchè non era con loro nello spogliatoio mentre tutti si cambiavano i tacchetti per indossare le scarpe da ginnastica. Isaiah e Stan si stavano lamentando di quanto duramente Harry li stava facendo lavorare, ultimamente, e di come non fosse giusto perchè avevano una partita tra due giorni e avrebbero dovuto allenarsi. Louis semplicemente si allacciò i lacci delle scarpe e alzò le sopracciglia, non rischiando di dire qualcosa. L'ultima cosa che voleva era dire cazzate per poi essere messo nuovamente in panchina.

Louis e Stan furono i primi a finire e perciò abbandonarono gli altri e si diressero in palestra, quasi i primi ad arrivare. Non fu una sorpresa che Ryan li aveva già battuti sul tempo. Quel ragazzino aveva da fare del serio leccaculismo.

Louis si guardò intorno alla ricerca di Harry e quasi si strozzò quando lo vide. Indossava un paio di pantaloncini da basket, scarpe da tennis e una maglietta aderente. Una qualcosa che Louis pensava di non poter affrontare al momento. Infatti, anche se era a maniche lunghe, il modo in cui gli si stringeva sulle braccia, il modo in cui mostrava la perfetta quantità di forti e asciutti muscoli che adesso erano contratti con l'intento di scompigliarsi i capelli, non era corretto per niente. Era ingiusto. Come avrebbe potuto odiarlo quando indossava un'indecorosa maglietta aderente ed era l'uomo più attraente su cui avesse mai posato gli occhi?

Louis probabilmente aveva guardato il busto di Harry per troppo tempo perchè tutto ad un tratto l'intera squadra era già arrivata in palestra e lui era in piedi nella medesima posizione. Allontanò velocemente lo sguardo, scuotendo la testa con auto-disprezzamento e dirigendosi verso Liam, nel mucchietto che si era creato intorno al Coach. Louis si obbligò a distogliere lo sguardo quando Harry sollevò il pollice verso l'angolo della bocca e se lo trascinò lungo il labbro inferiore.

"Fate un giro di corsa come riscaldamento e poi incontratemi nella sala pesi" fu il solo ordine che ci comandò prima di voltarsi e dirigersi nella stanza da lui citata poco prima.

Louis semplicemente seguì il resto dei suoi compagni, cercando di non essere travolto dal gruppo di teste calde che cercavano di accaparrarsi il primo posto, come se ci fosse stato un premio di un milione di dollari per il primo che avesse finito. Louis non gareggiò contro di loro perchè era una cosa stupida. Era abbastanza sicuro che le sue priorità fossero su una buona strada.

Ci cimentarono dentro la sala pesi, come era stato detto loro, e come per istinto, Louis subito riuscì ad individuare Harry nella stanza, appoggiato così casualmente contro un pezzo di equipaggiamento che era sconcertante come riusciva comunque a sembrare un modello di una copertina. Ci spiegò brevemente come fare la maggior parte dei sollevamenti pesi sugli arti inferiori e del fatto che se gli avesse visti oziare non avrebbe esitato ad avere un'"amichevole chiacchierata" con loro. Mentre diceva quest'ultima parte i suoi occhi slittarono per un breve secondo su Louis, ricordandogli silenziosamente delle "amichevoli chiacchierate" che loro due avevano avuto non molto tempo prima. Combattè per reprimere il brivido alla schiena al ricordo.

Harry poi si schiarì la gola e finì la spiegazione con un breve cenno della mano "Okay, potete andare"

Il primo istinto di Louis fu quello di cercare Liam e Isaiah in modo da formare un gruppo di work out e qualcosa del genere-- Louis si rifiutava di fare gli esercizi da solo-- e incominciò ad allontanarsi con l'intento di individuarli tra la massa. Prima che potesse andare lontano, una voce da dietro lo fermò.

"Non tu" disse Harry, e Louis era sicuro che fosse diretto a lui.

Si voltò e alzò leggermente lo sguardo, incontrando un paio di occhi verdi, più vicini di quanto pensasse. Tutto ad un tratto le parole gli si bloccarono in gola. Deglutì visibilmente e pregò Dio che la sua faccia impassibile stesse facendo il suo lavoro.

"Perchè no?" la domanda uscì con meno sicurezza di quello che avrebbe voluto, ma fu sorpreso che la sua bocca ancora funzionasse quando Harry gli era così vicino, guardandolo in quel modo.

Harry alzò un dito verso il suo viso e Louis non potè fare a meno di seguire il movimento mentre lui si accarezzava la mascella pensieroso.

"è troppo presto per mettergli addosso della pressione" rispose semplicemente, abbassando lo sguardo verso il basso.

"Su cosa?"

I suoi occhi tornarono su di lui, lanciandogli un'occhiata divertita.

"Oh, giusto, uh. Il mio ginocchio. Scusa"

Louis voleva schiaffeggiarsi. Un completo idiota. Comunque stava bene, avrebbe potuto farlo senza problemi. Ma non poteva discutere le sue decisioni, il che era la parte più irritante di tutte. Vidi Harry roteare gli occhi e non potè fare a meno di lanciargli una leggera occhiataccia. Harry poi si voltò, camminando nella direzione opposta, offrendogli una visione completa dei suoi palestrati muscoli della schiena e delle spalle larghe.

"Tu mi aiuterai" esclamò da sopra la spalla.

Non vedendo altre soluzione, Louis lo seguì.

"Con cosa, esattamente?"

Oh merda. Doveva guardarlo sollevare i pesi, da una minima distanza, mentre indossava una maglietta aderente. Si prese un breve momento per chiudere gli occhi e chiedere al Signore perchè io? I piatti metallici stridevano mentre Harry li sollevava dallo scaffale  e li inseriva, uno dopo l'altro, lungo la barra. Quanti aveva intenzione di mettercene? Quei cosi erano fottutamente enormi, e tutti insieme probabilmente erano cinque volte il peso che Louis riusciva a sollevare. A questo punto considerò l'idea di lanciarsene uno in testa e porre fine alla sua miserabile vita.

"Smettila di restare lì imbambolato e metti un collare sull'altro lato" comandò Harry mentre guardava l'altro lato della sbarra.

Louis si accigliò ma obbedì, mettendo i pesi sulla sbarra e il collare per tenerli fermi, mormorando a bassa voce qualcosa sulle buone maniere. Harry si avvicinò alla panca e si sedette su di essa prima di sdraiarsi completamente. I suoi riccioli si sparpagliarono intorno al viso mentre si spostava per sistemarsi meglio sotto la sbarra.

"Mettiti dietro di me" ordinò con calma lanciandogli un'occhiata con il sopracciglio alzato.

Louis sbattè le ciglia e distolse lo sguardo da quello di Harry, camminando dietro la panca e sforzandosi di non guardare in basso ai tonici muscoli del busto che gli stavano davanti, praticamente come se lo stessero chiamando. Non aveva niente da dire quindi restò zitto, serrando la bocca, per precauzione.

"Dammi una mano" disse Harry, le sue mani si sollevarono per afferrare saldamente la sbarra, le sue dita si contrassero e si aggiustarono intorno ad esso.

A stento riusciva lui stesso a sollevarlo, quindi non fu molto di aiuto, ma gli diede lo stesso una mano a sollevare la sbarra in modo che l'unica cosa che lo sosteneva fosse la forza di Harry. Guardò come Harry la teneva sopra di sè, le braccia allungate sopra il suo corpo per abituarsi al peso. All'improvviso, prima che Louis potesse solo battere le ciglia, Harry stava abbassando la sbarra, fino a quando questo toccò il suo petto, per poi risollevarla, continuamente, con così forza ed energia che solo guardarlo faceva stancare Louis.

Harry abbassava e alzava i pesi ancora e ancora, senza perdere velocità, i muscoli delle sue braccia si contraevano sotto la maglietta per il movimento, visibilmente forti e solidi. La sbarra toccò il suo petto per circa venti volte e adesso Harry iniziava a rilasciare dei sospiri di stanchezza ogni volta che la spingeva verso l'alto. I suoi occhi erano chiusi serratamente, il suo viso corrucciato con un paio di gocce di sudore che gli rotolavano giù dalle tempie e le labbra di un rosso brillante leggermente socchiuse. E poi bruscamente, con un'ultima spinta, Harry sollevò la pesante barra sopra la sua testa e la rimise a posto, facendo risuonare nella stanza un forte rumore metallico. Louis rimase immobile, non riusciva a muoversi mentre guardava Harry mettersi seduto e faceva correre una mano tra i capelli per poi raddrizzarsi, alzarsi e asciugarsi il sudore dall'attaccatura dei capelli con il polso.

"Rimetti a posto quei pesi" gli disse e Louis obbedì senza dire una parola.

Dopo che ebbe riposto i piatti metallici sullo apposito scaffale, Harry si era già diretto in un'altra sezione della palestra dove un paio dei suoi compagni di squadra stavano già finendo. Mentre Harry si avvicinava alla zona, allungandosi per afferrare una barra sospesa dal muro ed eseguendo delle trazioni, Louis incominciò a scrivere nella sua testa il suo testamento. Perchè sarebbe morto, vedendo Harry fare tutti quegli esercizi eccitanti mentre sudava e indossava una dannatissima maglietta aderente.

Il respiro gli si mozzò in gola mentre inspirava pesantemente, guardando i muscoli del petto e dei fianchi di Harry contrarsi mentre si sollevava sulla barra più e più volte. Le sue braccia sembravano così forti mentre si piegavano per lo sforzo, e Louis si ritrovò a desiderare di voler far scorrere le sue mani in ogni centimetro di quel suo ventre piatto e muscoloso.

Rendendosi conto con grande vergogna e imbarazzo che la sua bocca era spalancata per starlo osservando in modo inquietante, distolse lo sguardo e la richiuse. Nello stesso momento Harry saltò giù dalla sbarra con il fiato corto prima di allungare le braccia sopra il capo. I suoi ricci adesso erano appiccicati al lati del suo viso, i capelli che gli arrivavano al collo erano invece avvolti in stretti e umidi boccoli. Alzò una mano per scuoterli e toglierseli dal viso. Louis incrociò le braccia intorno al petto.

Harry si chinò e raccolse un peso da venti chili dall'apposito scaffale accanto a lui, lasciandoli poi penzolare per un momento ai lati del suo corpo mentre prendeva un profondo respiro, i suoi occhi nel frattempo slittarono su quelli di Louis. Lui distolse lo sguardo quando Harry incominciò a sollevarli, respirando con fatica attraverso il naso. Lo stava ancora guardando-- lo poteva capire facilmente dal brivido che gli attraversava la schiena. Louis non si azzardò a guardarlo fin quando quest'ultimo non ripose i pesi ai loro posti con il petto ansimante.

"Che ore sono?" chiese a corto di fiato.

Louis si guardò intorno per sbirciare l'orologio sul muro, per riferirgli poi che erano rimasti soltanto dieci minuti prima che finisse la lezione. Harry si fermò un secondo per osservare la palestra ed assicurarsi che nessuno battesse la fiacca. Bruscamente si voltò e guardò Louis dritto in faccia.

"Vuoi farlo anche tu?"

Louis si allarmò.

"Cosa, il sollevamento alla sbarra?"

Lui annuì.

"Se devo essere sincero, no" rispose, raddrizzandosi.

L'angolo della bocca di Harry si sollevò verso l'alto, i suoi occhi che luccicavano.

"Ne sei sicuro?" chiese con tono di voce che, se Louis non lo conoscesse così bene, suonava scherzoso.

"Sì. Non fa per me"

Lo guardò per un attimo con un'espressione divertita.

"Immaginavo"

Con quest'ultima affermazione gli diede le spalle e si diresse verso il fondo della stanza. Louis si accigliò. Cosa avrebbe dovuto significare?

Suppose di dover seguire Harry, e così fece, incontrandolo in una parte vuota della palestra che non aveva molti attrezzi intorno.

Harry si abbassò sul pavimento, in modo da essere seduto con le ginocchia vicino al petto, e alzò lo sguardo con aria di attesa su Louis. Quest'ultimo rimase in piedi imbarazzato, insicuro di quello che avrebbe dovuto fare.

"Puoi tenermi i piedi?" disse finalmente Harry, sdraiandosi leggermente e poggiando i gomiti sul pavimento, passandosi poi una mano tra i capelli.

Louis trovava strano che Harry glielo stava davvero chiedendo invece che comandarglielo, tuttavia obbedì, sprofondando sul pavimento con le gambe incrociate e tenendo i piedi di Harry ancorati al pavimento con le mani. Lo stava realmente toccando, intenzionalmente. Certo, erano solo dei piedi ma erano pur sempre qualcosa. Era una sensazione stranamente indifferente, quella di avere un contatto fisico con il suo coach in quel modo. Forse perchè non doveva toccargli qualche altro posto, come il petto o cose del genere. Quello sarebbe stato molto più imbarazzante. Assolutamente. Ma erano solo dei piedi, comunque, quindi andava bene così.

Harry incominciò a fare gli addominali, i muscoli del suo petto si contrassero incessantemente sotto il tessuto della sua aderentissima maglietta. Louis dovette distogliere lo sguardo. Ogni volta che Harry si tirava sù poteva sentire l'odore di shampoo alla fragola e cannella, e neanche quello lo stava aiutando molto. Decise di trattenere il respiro e fissare il muro fino a quando avrebbe finito. Lasciò poi i suoi piedi, in modo che Harry potesse alzarsi, e incominciò ad alzarsi anche lui prima di vedere una grande mano allungata verso di lui. Alzò lo sguardo e vide Harry chinato su di lui con il suo muscoloso braccio steso nella sua direzione, i suoi occhi verdi lo scrutavano con un'espressione indecifrabile, gli umidi riccioli gli cadevano intorno al viso. Louis riconobbe il martellio nelle orecchie come il suono del suo cuore che gli batteva all'impazzata. Con esitazione afferrò la sua mano, e le dita di Harry si chiusero completamente nelle sue per poterlo fare alzare dal pavimento e metterlo in posizione eretta. Adesso gli era così vicino che poteva vagamente vedere delle leggeri lentiggini sotto la mascella.

Prima di capire cosa stesse facendo, velocemente si allontanò, facendo un passo nella posizione opposta e facendo cadere la sua mano da quella di Harry. Non aveva idea di dove stesse andando, così rimase in piedi in modo impacciato di fronte a lui con la testa bassa e le mani attorcigliate tra di loro.

"Grazie" fu l'unica cosa che riuscì a mormorare e l'unica cosa a cui riusciva a pensare per rendere la situazione meno tesa, cosa che comunque non funzionò lo stesso.

Harry annuì brevemente per poi allungare le braccia oltre il capo e chiamare al tempo stesso la squadra. Perchè Louis stava dando di matto per questo? Avere un contatto fisico con il proprio coach non era il problema più importante al momento. In più, tutto ciò che aveva fatto era stato solo afferrargli la mano e tirarlo sù, non era nemmeno una gran cosa. Liam si diresse verso di lui, e Louis si obbligò a far tornare le guance di un colore più naturale, sperando che il suo amico non notasse il suo disagio.

"Va bene, uh," Harry incominciò, facendo ritornare Louis alla realtà "Domani daremo nuovamente un'occhiata alla strategia di gioco e non faremo molta attività fisica. Saranno dei duri avversari quindi, uh...fate quello che volete per prepararvi. Ci vediamo"

"Divertito ad aiutare il--"

Il commento sarcastico, e molto più probabilmente malizioso, venne interrotto dalla voce rauca di Harry che chiamava il suo nome da dietro di loro, prima che potessero solo allontanarsi. Louis si fermò e sperò che il moro notasse il suo sguardo di puro panico prima che mormorasse un veloce "ci sentiamo al telefono" e fece marcia indietro verso Harry. Potè quasi sentire lo sguardo curioso del suo migliore amico sulla sua nuca.

Harry era appoggiato contro il bilanciere con le braccia incrociate al petto. I suoi occhi verdi seguirono Louis mentre gli si avvicinava, e per un breve momento slittarono lungo il suo corpo prima di ritornare ai suoi occhi. Un vivace e non voluto rossore apparì sulle sue guance.

"Um, sì?" chiese, in piedi e in attesa di una sua risposta, sperando che non notasse il suo nervosismo.

Harry si schiarì la gola e l'attimo dopo la sua lingua schizzò fuori ad inumidirgli le labbra, un'abitudine che indubbiamente Louis riconobbe.

"Uh, tu, uhm...saresti capace di giocare nella partita di domani?"

Louis si sentiva un pò spaesato al momento. Stava pensando alla voce di Harry, non pensava di riuscire a superare la cosa. Era lenta e roca e graffiante e sembrava come se ogni parola fosse scelta con estrema cura. Gli ricordava un dolce tè mattutino in cucina, di abiti morbidi e soffici e di forti e calde braccia, ma allo stesso tempo gli ricordava di parole sensuali, difficilmente comprensibili, sussurrate sotto le coperte, luogo in cui non c'era nulla da nascondere. Arrivò alla conclusione che la voce di Harry aveva un meraviglioso suono ed era un vero spreco non poterla ascoltare in ogni possibile modo in cui potesse essere ascoltata. In un modo non assolutamente inquietante, ovviamente.

Harry continuava a guardarlo, i suoi occhi lo fissavano con quei provocanti occhi verdi e con quei dannati ricci e quella rigida mandibola. Quando sarebbe finito tutto quello?

"Sì, sì, certamente" rispose Louis, ritrovando finalmente la lingua "Sto benissimo"

Harry annuì, accarezzandosi distrattamente con il pollice il pomo d'Adamo e guardando la stanza intorno a lui.

"Bene, uh. Solo, uhm, non fare nulla di stupido e non farti di nuovo male. è l'ultima cosa di cui la squadra ha bisogno"

Probabilmente poteva essere offensivo, ma Louis non se la prese. Lasciò comunque che un mezzo sorriso gli spuntasse sul viso, abbassando la testa per non farglielo vedere.

"Okay. Ci lavorerò su"

La loro conversazione sembrò poi barcollare dopo quel momento, lasciandoli semplicemente lì con la compagnia dell'uno e dell'altro. Ci fu un momento di silenzio prima che lo sguardo di Harry si posasse di nuovo su di lui. Gli angoli degli occhi erano alzati leggermente verso l'alto e l'angolo sinistro della sua adorabile bocca rosa era sollevato nel più leggero dei sorrisi, ma era più che sufficiente. Forse anche troppo, e Louis dovette distogliere lo sguardo prima che facesse qualcosa di estremamente stupido come baciargli le labbra fino a quando fosse sparito quel sorriso.

"Adesso dovrei andare al lavoro" annunciò Louis con sincerità dopo essersi schiarito la gola per interrompere il breve momento di silenzio.

Harry si spostò dal bilanciere e si raddrizzò, in modo da essere nuovamente più alto del ragazzo, con il disappunto e allo stesso tempo approvazione di quest'ultimo. Si stiracchiò un braccio contro il petto e Louis quasi sbavò per il modo con cui i suoi muscoli si contraevano per il movimento.

"Stai attento, va bene?" disse Harry, e il suo tono di voce aveva quella punta di reale ed effettiva preoccupazione che Louis non potè ignorare.

Deglutì "Sì, certo," rispose debolmente "Ci vediamo domani"

E per un breve istante alzò lo sguardo su di Harry prima di andarsene, ma dannazione, se ne era pentito. I suoi occhi verdi infatti erano socchiusi mentre lo studiavano attentamente ed erano puntanti dritti su di lui come dei fottuti riflettori mentre nel frattempo torturava il labbro lucido di saliva con i denti, e adesso Louis avrebbe ripetuto quell'immagine nella testa per le prossime ventiquattro ore. Rapidamente si voltò, come se avesse fretta di scappare da Harry, quando in realtà quello che voleva fare era avvicinarsi sempre di più fino a quando non ci sarebbe più stata nessuna stanza tra di loro. Forse era perchè il suo senso del dovere lo stava avvertendo, cercandogli di dire che scherzare e divertirsi con il proprio coach-- non aveva importanza quanto fosse attraente-- era come dare un morso ad un frutto proibito. Dannazione, chi sano di mente si prendeva una cotta per il proprio allenatore? Solo le troiette, ecco chi, e Louis non era un di quelle. Non si sarebbe abbandonato a quell'assurdo, seccante desiderio che gli risiedeva nella bocca dello stomaco, non avrebbe lasciato che la parte irrazionale di lui avesse la meglio, perchè sapeva che era sbagliato e non sarebbe stato il primo a rovinare tutto.

 

 

 

__________________

Cosa vorrà dire Louis con quel "non sarò il primo a rovinare tutto"? Vorrà forse significare che aspetta che sia Harry a fare la prima mossa?

Ahhh, chi vivrà saprà ;)

Lasciate una piccola recensione please, perchè il capitolo era lungo e finalmente ho aggiornato dopo l'immenso ritardo (cosa di cui, tra l'altro, mi scuso)

All the love xx

  
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