Libri > Percy Jackson
Segui la storia  |       
Autore: regarde_le_ciel    10/04/2016    1 recensioni
Eccomi qui con una nuova storia!
Ho l'intenzione di proporvi un'esperimento: avete sicuramente visto Sherlock Holmes in tutti i modi possibili, ma se il famoso detective in questa fanfiction non fosse un uomo ma una donna, e se si chiamasse Annabeth Chase?
Percy Jackson è un medico militare reduce della guerra in Afghanistan, la sua fidanzata lo ha tradito, la sua unica compagnia è la sua fidata stampella, ricordo della guerra.
La storia è un cross-over tra Percy Jackson e Sherlock (la serie tv), adatta anche a coloro che non seguono la serie, le battute prese dal telefilm verranno riportate in grassetto.
Fatemi sapere che cosa ne pensate :)
-Alexandra
Genere: Azione, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annabeth Chase, Percy Jackson, Percy/Annabeth
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Attenzione: premetto che questo capitolo non sarà decisivo ai fini della storia ma ci potrebbero essere dei riferimenti o delle riflessioni dei personaggi principali nei capitoli futuri. Detto ciò buona lettura!

 

C'era una volta un piccolo principe che viveva su di un pianeta poco più grande di lui e aveva bisogno di un amico...

tratto da “Il piccolo principe” di Antoine De Saint-Exupéry

 

(capitolo bonus)

 

 

Fui svegliato da una dolce melodia melanconica e triste suonata da un violino che pareva quasi piangere. Mi alzai lentamente dal mio letto e segui involontariamente quelle note che mi portarono nel soggiorno: di fronte a me Annabeth, era affacciata alla finestra e teneva lo strumento sotto il mento facendogli vibrare le corde grazie ad un arco e le mani; mentre faceva ciò, guardava fuori dalla finestra con fare perso e lo sguardo vitreo, spostava con maestria le dita da una corda a un'altra. Sembrava che non si fosse accorta della mia presenza, ero rimasto appoggiato allo stipite della porta con le braccia incrociate ed ero semplicemente incantato, non pensavo sapesse suonare uno strumento musicale, specie il violino che pareva uno strumento così delicato e sensibile. Ascoltai quel canto straziante per circa una decina di minuti, la trance in cui ero finito fu interrotta dai squilli del telefono di casa così andai velocemente a rispondere, alzata la cornetta sentii la voce di uno sconosciuto – Annie, Auguri! Buon Compleanno figlia mia, Atena muoviti, nostra figlia ha risposto!- l'uomo pareva abbastanza sorpreso ma contento.

-Signore...-

-Ho sbagliato numero? Quanto odio questi aggeggi, Atena, lo sapevo io che era meglio scriverle un telegramma o una lettera.-

-Non ha sbagliato numero, se vuole gliela chiamo.-

-E tu chi sei giovinotto? Che fai a casa di mia figlia?-

-Sono il coinquilino-

-Ah, non sapevo avesse un coinquilino!-

-Gliela passo.-

Mi avvicinai alla bionda che continuava a suonare lo stesso pezzo, sembra che fosse da un'altra parte con la testa, fissava i grattacieli innevati pensierosa.

-Ehm,Ehm, Annabeth, penso che ci siano i tuoi genitori al telefono.- non mi sentiva, almeno questa era l'impressione che dava a me.

-Signore, l'ho chiamata ma...-

-Non risponde? Conosco mia figlia. Per caso sta suonando il violino?-

-Sì-

-Ohi, ohi, buona fortuna ragazzo, ne avrai bisogno. Richiameremo tra una settimana.- il padre di Annabeth attaccò senza salutare.

M sedetti sulla poltroncina vicino al caminetto ove una timida fiamma riscaldava la casa, presi il giornale e lo sfogliai svogliatamente, alzai lo sguardo e guardai la bionda, decisi di andarle a comprare un regalo e magari anche un torta, dopotutto era il giorno in cui faceva gli anni, doveva pur festeggiare, no? Presi la sciarpa, il cappotto e i guanti e mi preparai per uscire, nel frattempo, Annabeth continuava a suonare il violino senza considerarmi, presi l'ombrello e uscii fuori di casa. New York d'inverno era bellissima, la neve cadeva soffice sui grattacieli e nell'aria era diffuso un accogliente odore di cioccolata calda; quell'atmosfera magica che si era creata veniva disturbata dai clacson dei tassisti e dei guidatori stressati a causa dei disagi creati.

Dopo aver fatto una ventina di metri di camminata mi fermai all'improvviso e iniziai a guardarmi intorno smarrito, non sapevo che cosa potevo donarle; alla fine decisi di regalarle un libro e successivamente di fermarmi in pasticceria.

Giunto in libreria iniziai a perlustrare gli scaffali ricolmi di libri e varie carte e cercai di capire che genere potesse piacere ad una ragazza come Annabeth: sicuramente erano da evitare dei libri sdolcinati con storie di vampiri e altre creature magiche. Dopo una decina di minuti trovai una serie di libri scritta da Sir Arthur Conan Doyle, una raccolta di gialli.

Soddisfatto della mia ricerca presi i tomi e mi avviai verso la cassa convinto della mia scelta. A metà strada un piccolo libricino bianco attirò la mia attenzione, appoggiai i libri gialli su un tavolo e lo presi in mano, un sorriso spontaneo e sincero si fermò sulle mie labbra.

 

-Dai mamma! Devo scoprire cosa succede all'aviatore! E il Piccolo Principe? Che fine fa? La pecorella mangerà la rosa oppure no?- adoravo ascoltare mia madre leggermi le fiabe e le favole, mi portavano in un altro mondo molto diverso da quello in cui vivevo in più, molte volte mia madre invitava i figli dei caduti a casa nostra a fare la merenda con le Crêpes alla nutella e delle bevande calde, poi, ci leggeva le storie dei fratelli Grimm, Fedro e Hans Chsistian Andersen, tutte erano molto belle, ma la mia preferita era il Piccolo Principe.

 

Il piccolo principe arrossiva spesso, così come la mia coinquilina, non rispondeva alle domande ma adorava farne, più ci pensavo più mi accorgevo delle somiglianze tra il protagonista del romanzo ed Annabeth. Lasciai i libri firmati Doyle e presi il libricino che aveva fatto la mia infanzia, mi avvicinai alla cassa e chiesi alla commessa di impacchettarlo, dopo di che passai in pasticceria e presi dei pasticcini.

Tornato a casa trovai la mia coinquilina nella stessa posizione in cui l'avevo lasciata intenta a suonare il violino, certe volte la trovavo inquietante. Mi tolsi i guanti e il cappotto e mi avvicinai a lei.

-Annabeth!- nessuna risposta.

-Annabeth!- mi ignorava.

-ANNABETH!-

-Mh, ah, Percy, sei tu.- gli occhi tempesta fissavano un punto indefinito.

-Annabeth, stai bene?- mi stavo preoccupando sul serio.

-Cosa? Si, si, mai stata meglio.-

-Dai lascia il violino e siediti vicino a me.- le presi il violino dalla mano e lo appoggiai sulla mensola alla mia destra, poi la presi per mano e l'accompagnai vicino al divano.

-Sei sicura di stare bene?- la bionda fissava le fiamme del camino.

-Sì.-

Lo sai che hanno chiamato i tuoi?-

-Sì-

-Ti hanno fatto gli auguri.- un sorriso tra l'amaro e sarcastico spuntò sulle sue labbra

-Non hanno detto nient'altro?-

-Che chiameranno tra una settimana.-

-Chissà che vogliono adesso?!- Annabeth si alzò dalla sua poltrona e riprese lo strumento.

-Volevo farti anch'io gli auguri.- non mi rispose, mise il violino sotto il mento, si voltò e mi diede le spalle.

-Ti ho fatto un pensierino.-

-No.-

-Cosa?- si girò verso di me per un paio di secondi, le lacrimavano gli occhi.

-Non lo posso accettare!-

-Dai Annabeth, non è niente di che, è solo un libricino!- gli occhi della mia coinquilina parvero per un attimo illuminarsi per poi spegnersi.

-Non posso.- prese l'arco e cominciò a suonare la stessa melodia, presi il libro e lo misi sul tavolo vicino a lei, mi rimisi il capotto e uscii dal loft, non mi ero arrabbiato, più che altro mi sentivo un po' offeso e triste. Non per il fatto che non avesse accettato il regalo ma perché non voleva aprirsi, sembrava quasi che nascondesse e tenesse dentro sé tante cose.

Il cielo era di un grigio scuro che dava l'impressione di essere nero , la soffice e bianca neve aveva lasciato il suo posto a delle grandi e minacciose nuvole temporalesche, anche se erano solo le 15.00 sembrava che fosse mezzanotte a causa di tutto quel buio, decisi di tornare velocemente a casa per evitare l'eminente temporale.

Entrato in casa non trovai più Annabeth davanti alla finestra e non sentivo più neanche il violino cantare: la casa era immersa nell'oscurità, l'unica macchia di luce proveniva dal camino ancora acceso, proprio lì si trovava la mia coinquilina, aveva girato la poltroncina a quarantacinque gradi e si era aggomitolata in una coperta verde, era intenta a leggere qualcosa.

Istintivamente spostai lo sguardo sul tavolino dove avevo lasciato il mio dono, con mia grande sorpresa non lo ritrovai dove l'avevo messo.

-Non ha senso!-

La osservai senza fiatare.

-Perché la volpe vuole farsi addomesticare? Sa già che soffrirà!-

-E' vero, soffrirà e piangerà, ma, imparerà qualcosa di molto importante.-

L'investigatrice mi guardò scettica, io le sorrisi di rimando.

-E poi, che significa che l'essenziale è invisibile agli occhi? Osservando attentamente si riesce a sapere tutto di una persona: età, lavoro, quanto guadagna, se è sposato, se ha figli...-

-Può anche darsi che tu abbia ragione, ma quelle, secondo me, non sono delle cose essenziali.-

-Ah sì?! Allora secondo te cosa sarebbe l'essenziale?-

Iniziai a dirigermi verso la mia camera sorridendo.

-Sei un'investigatrice, hai detto che con uno sguardo puoi capire tutto.- entrai in camera mia speranzoso, forse Jason aveva ragione, forse piano piano, riusciremo a conoscere la vera Annabeth Chase, a vedere oltre la maschera ben costruita di sociopatica iperattiva e farle capire che l'essenziale è invisibile agli occhi.

-Adesso me lo dici Percy!-

 

 

ANGOLO DELL'AUTRICE:

Eccomi ritornata, con questo mini-capitolo!

Potete pure dirmi che sono una bambina etc. ma, io adoro il piccolo principe, anzi, è il mio libo preferito.

Non trovate anche voi Annabeth somigli tantissimo al personaggio di Exupéry?

Piano piano la mentalità di Annabeth cambierà, così come il suo rapporto con molti personaggi della storia (tranne che con alcuni tipo Castellan o i suoi genitori).

Lo so che ho impiegato molto tempo a scrivere queste due righe, ma ci tenevo a scrivere qualcosa di carino.

Detto ciò ringrazio tutti coloro che hanno recensito, hanno inserito la storia tra le preferite e le seguite e anche i lettori silenziosi.

Fatemi sapere che cosa ne pensate.

Al prossimo capitolo

-Alexandra

 

P.S.: mando le mie scuse in anticipo ai recensori, non riuscirò a rispondere subito perché mi si è rotto il telefono di conseguenza devo fare tutto al computer.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Percy Jackson / Vai alla pagina dell'autore: regarde_le_ciel