Fumetti/Cartoni europei > Miraculous Ladybug
Segui la storia  |       
Autore: SofyTrancy    10/04/2016    5 recensioni
Ciao a tutti! Insieme all'altra mia storia in questo fandom, ho deciso di inziare anche questa AU! OwO
Spero vi piaccia.
La storia è ambientata in un mondo di ispirazione medievale, Marinette è una contadina che vive nel bosco vicino alla capitale, continuamente vessata e stressata dalle tasse che impongono alla sua famiglia.
Peccato che il principe di questo regno metta gli occhi su di lei... e la voglia in tutti i modi come sposa!
In più la nostra protagonista farà uno strano incontro voluto dal destino...si ritroverà davanti a Chat Noir! il mostro che tutto il regno sta cercando...
Le farà del male? Come evolverà il loro rapporto?
La storia di due fuggitivi in cerca di una sola cosa: la libertà.
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Marinette

Il sangue di colui che chiamavano mostro

 

Correvo lungo il sentiero, schivando i vari cespugli che mi bloccavano il passaggio.

Il fiato iniziava a mancarmi, ma non potevo fermarmi. Dovevo continuare a correre, ad allontanarmi il più possibile dalla capitale.

Sapevo dove andare, dovevo solo arrivare al piccolo fiume che divideva la foresta...

«Non deve essere andata lontano!»

Sussultai, sentendo la voce di un uomo arrivare dalle fronde alle mie spalle.

«Catturiamola velocemente e portiamola dal principe, prima che Chat Noir trovi noi...» disse una seconda voce.

Mi nascosi velocemente dietro ad una grande quercia, sentendo una goccia gelida come il ghiaccio cadermi sul collo.

Ci mancava solo un temporale...”

Sentii i passi dei due uomini farsi sempre più vicini.

Il mio corpo si irrigidì.

«Speriamo che Volpina abbia già catturato quel mostro.» esclamò la prima delle due voci.

«Non credo, o l'avremo già saputo da un pezzo» rispose l'altro.

Non osavo muovermi.

Ogni minimo movimento, ogni misero respiro potevano costarmi la libertà.

Erano praticamente a due metri da me.

Solo qualche passo e mi avrebbero trovata...

Un terribile e straziante grido di dolore rimbombò tra le fronde degli alberi.

Alzai la testa, colta da una sensazione che mai avevo provato in vita mia.

«Deve essere Chat Noir!» urlò il primo uomo.

«Andiamo! Dobbiamo aiutarli a catturarlo!» gridò il secondo.

Sentendo i loro passi allontanarsi dal mio nascondiglio, ne approfittai per scappare.

Non potevo permettere di essere nuovamente raggiunta.

Una volta catturato quello strano essere, le guardie sarebbero tornate a cercarmi, magari con dei rinforzi... e...

Scossi la testa, facendo schizzare le gocce di pioggia che mi avevano bagnato i capelli.

Ero quasi arrivata al rifugio che avevo scoperto quando ero ancora una bambina.

Mancava davvero poco, dovevo solo superare la piccola radura che stava per aprirsi davanti ai miei occhi e raggiungere il fiume poco più avanti...

Saltai l'ultimo, grande cespuglio irto di spine, ritrovandomi nel piccolo spazio senza alberi.

Solo allora mi accorsi di quanto stesse piovendo.

La radura era quasi invisibile, a causa della grande quantità di pioggia che, non trovando scudo sulle foglie degli alberi, cadeva ferocemente a terra.

Feci qualche passo in avanti, cercando di individuare il fiume.

E poi la vidi.

Una grande striscia di sangue macchiava l'erba scura del bosco, creando quasi un sentiero, delle tracce che neanche la pioggia riusciva a cancellare.

Alzai lo sguardo, portandomi poi una mano alla bocca per la scena agghiacciante che mi trovavo davanti.

Chat Noir era lì, che disperatamente avanzava sotto la pioggia, trascinando la sua caviglia destra, tenuta prigioniera da una grossa tagliola.

Lo osservai meglio, notando che il suo corpo era completamente avviluppato da una rete fitta e tagliente che gli aveva inferto vari graffi e tagli sul viso e sulle braccia.

Ma lui non demordeva.

Continuava a camminare, senza neanche cercare di liberarsi dalle tenaglie che gli stavano lacerando la pelle.

Poi le sue ginocchia cedettero e lui cadde a terra, esausto per la lunga camminata che aveva fatto...

Affondò le unghie nella terra molle come il fango, trascinandosi in avanti e continuando ad avanzare.

Se continuava così... sarebbe presto morto dissanguato...

Feci un passo in avanti e lui subito si fermò, voltandosi col viso e incrociando i suoi grandi occhi verdi con i miei.

Iniziò a ringhiare, mettendosi in una posizione difensiva.

Il mio cuore perse un battito.

Non era un ringhio che mi sarei aspettata da quello che tutti consideravano un mostro.

Non era un ringhio minaccioso o spaventoso.

Non era un ringhio di chi è pronto a sbranarti.

Al contrario, era un qualcosa di impaurito e terrorizzato.

Come un piccolo gattino che, vedendo un enorme cane avvicinarsi, inizia a soffiare e a guardarlo in modo minaccioso, spostandosi contemporaneamente all'indietro per trovare una via di fuga.

«S-sta tranquillo... Non voglio farti del male...» sussurrai, quasi istintivamente e avvicinandomi a quello che tutti chiamavano mostro ma che a me pareva solo un ragazzino spaventato.

Lui cercò di allontanarsi ancora, temendo ciò che io potevo fargli.

«Non sono una delle guardie, calmati.» dissi ancora, notando quanto faticasse a tenere anche solo aperti gli occhi.

Aveva perso troppo sangue.

Cercò di soffiare come ogni felino sapeva fare, ma si ritrovò a produrre solo un verso sommesso e leggero.

Poi i suoi occhi si chiusero e lui cadde a terra, svenuto.

Corsi velocemente verso di lui.

Dovevo aiutarlo, dovevo salvarlo da quello che quegli uomini gli avrebbero fatto...

Avvicinai la mia mano alla rete che lo avvolgeva, sentendola lacerarmi il palmo della mano non appena la toccai.

Non avevo mai visto niente di più tagliente... ma in quel momento non mi importava.

Mentre la pioggia mi bagnava i capelli mori, io cercavo di liberare Chat Noir da quella strana rete che ad ogni tocco mi riempiva le mani di tagli profondi e sanguinanti.

“Come possono essere stati così crudeli?” pensai, riuscendo finalmente ad allontanare il corpo del ragazzo dalla trappola.

Vedendolo così da vicino mi accorsi che aveva molti tratti umani.

La pelle chiara e candida del suo viso era coperta solo da una strana macchia nera che, come una mascherina, gli circondava i grandi occhi. L'intero viso era incorniciato da delle meravigliose ciocche bionde, da cui spuntavano due feline orecchie nere come la macchia che aveva sul volto.

Il resto del corpo era coperto da degli indumenti che parevano quasi degli stracci, strappati e rovinati dalle fronde degli alberi e dalla rete. Anche il resto della pelle era candida, tranne per la metà inferiore delle braccia e delle gambe che erano nuovamente nere come la pece.

Liberai a fatica la sua caviglia ricoperta di sangue dalla tagliola, mentre le mani mi bruciavano per i tagli della rete.

Sentii i passi delle guardie che si avvicinavano e decisi di non perdere altro tempo.

Mi sistemai Chat Noir sulle spalle e corsi (per quanto il suo peso, la pioggia e il pesante borsone che avevo con me me lo concedessero) fino al fiume, nascondendomi infine nella grotta dietro la piccola cascata da cui l'acqua si immetteva nel letto del fiumiciattolo.

Poggiai il ragazzo a terra, aprendo poi il borsone e cercando le medicazioni di cui aveva bisogno senza fare il minimo rumore.

«Ci è scappato!»

Sussultai lievemente, sentendo la voce delle guardie di prima.

«Ci scusi generale Volpina! Non pensavamo fosse capace di liberarsi così facilmente dalla tenaglia e dalla rete!»

Erano sopra di noi...

«Non importa.– rispose loro la voce di una donna –Forse così ha capito con chi ha a che fare... non vedo l'ora di averlo tra le mani... lo torturerò a morte io stessa prima di fargli tagliare la testa!» esclamò poi ridendo.

Mentre delle fredde gocce d'acqua mi colavano giù dai capelli, dentro di me sentivo una sensazione del tutto nuova.

Paura? Terrore?

No, odio.

Odio verso tutti loro, verso il principe e quelle guardie.

Guardai la figura di Chat Noir che, rannicchiata a terra, respirava a fatica a causa di tutte le ferite che quei mostri gli avevano inferto.

Ripensai a come lo avevo trovato poco prima, indifeso e infreddolito sotto la pioggia che rendeva ancora più difficile il suo cercare di liberarsi da quella trappola tremenda.

Ripensai a ciò che era successo al mercato...

Avrebbe potuto uccidermi, ma non lo aveva fatto.

Avrebbe potuto usarmi come ostaggio, ma non lo aveva fatto.

Avrebbe potuto fare del male a qualcuno, ma non lo aveva fatto.

E mentre sentivo i passi di quegli esseri camminare sopra la mia testa, giurai a me stessa che avrei protetto ad ogni costo quel ragazzo.

Per sempre.



ANGOLO AUTRICE
Scusate se non aggiorno molto spesso ma ho sempre tantissimi compiti da fare ;^;
Coooomunque owo spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto!
AVVERTENZA: Essendo la mia beta tester a giro per il Romics tutta felice e contenta (io invece sono rinchiusa qua, senza poterci andare cwc) non ha ancora ricontrollato il capitolo... quindi potrebbero esserci degli errori! Scusate!
Alla prossima
~SofyTrancy

   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni europei > Miraculous Ladybug / Vai alla pagina dell'autore: SofyTrancy