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Autore: Ilhem_Rowling    10/04/2016    2 recensioni
“Aveva una maniera di parlare che gli serviva più per nascondere che non per dichiarare.”
L'uomo è in grado di riconoscere i propri errori, o semplicemente li camuffa per renderli eticamente corretti. La pazzia, la corruzione, la perdita del proprio percorso morale. La guerra riesce a compromettere anche l'animo più buono, ma può persino portare a galla un'anima nera soffocata per tanto tempo.
Un amico può diventare un traditore.
Un animo libero può diventare un prigioniero.
Un lupo può essere abbandonato dal suo branco.
Un eroe può cadere.
Un amante può soffrire.
Un fiore può appassire.
Confessioni del 31 Ottobre 1981.
Genere: Drammatico, Guerra, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Severus Piton
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Cronache di una morte annunciata.







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Peter.


L’ometto era ancora disteso carponi sul pavimento di legno. Le assi scricchiolavano il loro disappunto per l’eccessiva vicinanza del suo sudicio volto contro il suolo.
Nessun essere al mondo avrebbe potuto essere più rivoltante di quell'immonda creatura dal cuore marchiato di tradimento e vigliaccheria.
Ogni scarica che dirompeva da quella maledetta bacchetta mortificava quel corpo flaccido e lo faceva sussultare come in preda a convulsioni epilettiche. Chiunque avrebbe preferito l’epilessia a quel genere di tortura.
« Ripetimi un po’, Minus, perché mai non dovrei porre fine alla tua miserabile e patetica vita? ».
Quell’uomo dall’aspetto serpentesco rimaneva immobile davanti alla grossa fiamma verde che danzava nel camino, con le mani ossute congiunte dietro la schiena, sfiorando appena la lunga veste nera come la notte senza stelle.
Dall’ometto giunse un gemito molto più sembiante allo squittio di un ratto appena finito in una trappola, cosa che fece gioire il suo esecutore, Rodolphus Lestrange. « Ammetto che mi sei tornato utile per i primi… » si portò una mano davanti al viso e alzava ad una ad una le dita come se stesse contando. Si fermò di colpo, lasciando l’anulare a mezz’aria. « … Diciamo per i primi tre mesi, Codaliscia »
Un eco di risate rauche e strascicanti si diffuse lungo tutta la tavolata, e il grassoccio essere mugugnò qualcosa di incomprensibile.
L’Oscuro Signore si portò una mano al petto, e si voltò, mostrando il profilo bianco cenere, imperlato dal bagliore della fiamma verde, che si divertiva a disegnare strane ombre con i chiaroscuri. Uno spettacolo ammaliante, ma terribile. Mai nessuno avrebbe voluto incrociare gli occhi color del rubino che erano l’infame punizione per tutto il sangue che era stato riversato ad opera di quel obbrobrio umano. Se mai ci fosse stato ancora qualcosa di umano in lui.
Lo sguardo avido di Bellatrix Lestrange si posò sulla schiena dell’ometto, e la donna si passò la lingua sui denti affilati che erano il prodotto di qualche strano scherzo della natura. « Mio signore, permetterebbe…? ». La mano di Voldemort scattò in aria, e il brusio di voci si interruppe all’istante, e anche l’espressione sadica sul viso della donna si spense con la stessa velocità con cui era apparsa.
« Silenzio! » urlò, e attraversò la stanza con una calma e un’eleganza inappropriati per un uomo così crudele e senza un’etica. Il fruscio della veste era l’unico suono udibile in quella stanza.
I Mangiamorte erano in un religioso, quanto intimorito, silenzio.
L’Oscuro Signore si avvicinò all’ometto, quasi volesse aiutarlo a rialzarsi, poi gli puntò la bacchetta sotto il mento grasso, e lo costrinse ad alzare lo sguardo.
Peter Minus teneva gli occhi sigillati, come un semidio di fronte alla gorgone Medusa, e non avrebbe mai osato fronteggiare gli occhi sanguigni di quella creatura mostruosa conosciuta con il nome di Voldemort.
« Qualche ultimo desiderio, insulso scarto di fogna? » un altro scroscio compulsivo di risate, che avevano l’unica utilità di compiacere il Signore Oscuro.
Minus si nascose il capo, proteggendosi con le braccia, con le mani congiunte a supplicare il suo padrone di risparmiargli la vita.
Ma a cosa sarebbe mai potuto servire un topo di fogna al grande e onnipotente Lord Voldemort?
« I-io… io po-pos… posso tornarvi u-utile, pa-padrone ». Voldemort si unì alle risate dei Mangiamorte, e levò la bacchetta sopra la testa, pronto a servire il colpo di grazia a quella viscida creatura.
« IO SO DOVE SI NASCONDONO I POTTER! »
Quelle parole sortirono un effetto raggelante che invase l’intera stanza, e pietrificò i volti di tutti i presenti. Anche Voldemort non credeva a ciò che aveva appena udito. Avrebbe potuto cambiare il corso degli eventi. Avrebbe potuto essere, in tutto e per tutto, onnipotente come un Dio.
Lord Voldemort sarebbe stato il nuovo Dio del Mondo Magico.
Grida di giubilo scoppiarono lungo tutta la tavolata di uomini in nero, e lo stesso Signore Oscuro lasciò che il fantasma di un ghigno malefico gli trapassasse il volto bianco.
I suoi occhi divennero più scuri del sangue che sgorga da un corpo mutilato, come se già stessero pregustando la vista degli insulsi cadaveri di coloro che avevano cercato di contrastarlo.
Nessuno avrebbe mai contrastato Lord Voldemort.
Nessuno si sarebbe messo contro un Dio.
James non avrebbe permesso che uno dei suoi migliori amici morisse per causa sua. James non l’avrebbe voluto morto.
James avrebbe capito.
James avrebbe avuto pietà di lui.
James era il vigliacco. James si nascondeva da almeno un anno insieme alla sua mogliettina e al suo figlioletto. James era il vigliacco.
Peter aveva fatto la cosa giusta.
Peter aveva affrontato il più grande Mago Oscuro di tutti i tempi.
James era scappato. James aveva pensato solo a come mettersi in salvo.
Peter si era messo in prima linea.
James aveva pensato solo a godersi la sua famiglia, mentre un altro al posto suo doveva rimetterci la pelle.
Peter era l’eroe.
James avrebbe capito.





   
 
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