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Autore: Spensieratezza    10/04/2016    5 recensioni
“Mi hai trovato!” gli disse commosso.
“Io ti troverò sempre. Dovunque andrai, io ti troverò sempre.” Gli disse Jared commosso a sua volta.
Genere: Romantico, Science-fiction, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jared Padalecki, Jensen Ackles
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Soulmates - un sogno d'amore'
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Sam era tornato con una grossa borsa e una siringa.

Sam legò un laccio al braccio di John per trovare la vena e poi con l’aiuto di Jensen, si occuparono di prelevargli un po’ di sangue dal braccio. Solo un po’.

 “Uhh…c’è stato un tempo in cui ero pazzo di questa cosa. Non mi sembra ancora vero…” disse Jensen alludendo al suo periodo di vampiro.

“ Lo ricordo troppo bene..” disse Sam sorridendo.

Jensen sorrise, poi mise il sangue di John dentro un contenitore che conteneva delle sostanze che avrebbero geneticamente modificato il suo dna.

Sam scosse la botticella e poi con l’aiuto di Jensen ne fece bere qualche goccia a John.

Sam vide che Jensen aveva deglutito.

“Jensen, cos’hai?” gli chiese.

“N-niente…è che stavo pensando…anni fa hanno fatto questo a me, mentre ero incosciente…”

“Jensen, mi dispiace, io…”

“Va tutto bene, Sam. Non è una cosa brutta o infelice per me. È grazie a questo che tu…sei arrivato da me.” gli disse tranquillizzandolo.

“Questo non vuol dire che devo costringerti a fare questa cosa. È mio padre e devo farlo io. “ disse.

Jensen gli sorrise, acconsentendo.

Sam prese la siringa e attese.

Jensen telefonò di nuovo all’ospedale, attendendo gli ordini.


Gli dissero che doveva aspettare di vedere John sussultare appena nel sonno e le sue palpebre muoversi e socchiudersi affannosamente.

Aspettarono, fin quando John cominciò ad agitarsi.

“Ok, ci siamo.” Comunicò Jensen al telefono.

“Va bene, prendete il segnalatore con voi.”

Il segnalatore era una specie di telecomando ricetrasmittente che andava messo appena sotto la testa di John. Avrebbe copiato come una specie di telecamera interna, le onde che venivano emanate in quel momento nel suo cervello. Di preciso nella ghiandola pineale.

Le avrebbe convertiti in immagini, in lettere, in nomi.

“Ok, basta così, toglietelo. È pericoloso tenerlo troppo a lungo vicino alla testa.” Dissero al telefono.

Sam obbedì subito, dopodiché inviarono i segnali dell’apparecchio ad un numero telefonico preciso.

“Ok, presto. Dategli l’antidoto ora o la sua anima gemella correrà immediatamente da lui.”

Sam prese con mani tremanti la siringa. Doveva infilargli l’ago direttamente in testa e tremava.

Jensen gli mise una mano sulla sua. “Possiamo farcela, Sam. Insieme.”

Sam annuì e si prepararono per l’effetto finale.
 
 



Quando fu tutto finito, sembrarono essere passati anni, secoli.

Sam e Jensen crollarono sul divano. Erano entrambi agitati, ma Sam di più. Sudava.

“Togliti la maglietta.” Disse Jensen preoccupato.

Sam sorrise. “È di mio padre che dobbiamo preoccuparci di più adesso.”

“Credo che tuo padre abbia ricevuto già abbastanza attenzioni per oggi.” Disse Jensen.

Sam si rabbuiò e Jensen gli fece subito una carezza.

“Ehi, piccolo, volevo solo sdrammatizzare.”

“Lo so, ma…”

“Andrà tutto bene, vedrai. Non è il momento adatto per avere dei ripensamenti proprio adesso. Aiutami, un ultimo sforzo. Dobbiamo portarlo sul letto. Quando si sveglierà gli diremo che ha avuto una specie di svenimento.” Disse Jensen.
 
 
 
 
Passarono due settimane. Due settimane durante le quali Sam e Jensen vissero con un po’ d’ansia l’attesa del risultato.

Un giorno Castiel si presentò alla loro porta.

“Parla piano che Sam dorme.” Disse Jensen.

Castiel lo guardò perplesso. Non avrebbe saputo proprio come fare per parlare piano.

“ Jensen, io…”

“Andiamo in terrazza.” Gli disse Jensen.
 


Quando furono in terrazza, Castiel guardò con aria funebre la tazzina di caffè che Jensen gli porgeva.

“Jensen, John mi sta facendo il terzo grado. Dice che siete spariti e che non gli rispondete al telefono.”

Jensen non rispose. Castiel continuò:

“Gli ho detto di non sapere dove foste. Ne ho raccontate tante di balle da quando vi conosco ma questa…” disse Castiel, guardando il limitare del bosco. Era la baita in cui erano venuti lui e Jared a riposarsi durante il periodo di Jensen vampiro.

“Ti sono infinitamente grato per non averglielo detto, Cas.” Disse Jensen. “ Questa storia sta per finire, te lo prometto.”

Cas annuì, poi si stranì vedendo delle lacrime luccicare nel viso di Jensen.

“Cazzo, Jensen..” disse, alzandosi subito e afferrandolo.

“C-Cas, mi dispiace, io…”

Castiel lo abbracciò di slancio. La rabbia andò subito via.

“Tu ce l’hai con me. Con noi.” disse singhiozzando sulla sua spalla.

“Siete i miei migliori amici. Non potrei mai avercela con voi. Sono solo preoccupato.” Disse.
 


Sam li osservava in lontananza. Castiel andò da lui e vide che aveva gli occhi rossi.

“Ehi, Sammy.”

“Cas, è colpa mia. Non prendertela con lui, lui non c’entra.” Lo supplicò.

Castiel abbracciò anche lui e gli disse: “ Non me la prendo con nessuno dei due.”

Ma non era vero. In realtà Cas ce l’aveva con loro, per via di Jo, ma vedendoli così non aveva voluto farli stare peggio.

“ Cas, devi convincere mia sorella a prendere la cura, perché ogni giorno che passa è un rischio per lei.” Disse Sam.

Castiel sorrise: “Tua sorella è una dannata testarda. Lei vuole aspettarti.”

“Devi convincerla, Cas..è meglio per tutti…e non perché vogliamo usarla come cavia..ma perché potrebbe essere troppo…intenso....se lo fanno entrambi lo stesso giorno. Non sappiamo come reagiranno, potrebbero avere bisogno di tutte le nostre attenzioni e se le dividiamo potrebbe essere complicato.” Disse Jensen.

“Mi state chiedendo di essere egoista e di pensare solo a noi, ma io non riesco a non pensare per…noi tutti.. e neanche Jo ci riesce. Se non sa che anche Sam è al sicuro, non ha intenzione di farlo…”

Sam e Jensen capirono.

“In tal caso ti promettiamo che a breve faremo questa cosa, Cas. Tra pochissimo dovrebbe arrivare il risultato delle analisi. Sam vuole solo sapere questo, dopodiché non accamperà più scuse.” Disse con un sorrisetto.

Sam annuì, riuscendo a strappare un sorriso anche a Castiel.
 
 
 
 
 
Finalmente due giorni dopo, era lunedì. Telefonarono a Jensen e Sam dall’ospedale dicendogli che erano arrivati i risultati.

Si precipitarono subito all’ospedale.

Il medico li guardò con attenzione. Aveva in mano delle carte e sembrava molto sorpreso.

“Dottore, è successo qualcosa di grave? Perché ci…guarda così?” chiese Jensen.

“Non…non riesco a credere a quello che ho appena visto…è davvero una cosa rara…”

“Dottore, non ci tenga sulle spine, ci dica il nome!” intervenne Sam.

“E va bene. l’anima gemella di John è…….” 
   
 
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