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Autore: Tinucha    10/04/2016    3 recensioni
"È la mia droga." "La droga crea dipendenza e poi uccide." "Sono già dipendente e sto morendo lentamente." Mercedes mi lancia una tenera occhiata "Tu lo ami." "No." rispondo fermamente, lei scuote il capo "Si, invece."
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jorge Blanco, Violetta
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Diego sembra immobilizzato, e per niente intenzionato a muoversi. Mi avvicino cautamente dandogli una pacca sulla spalla. Si volta a guardarmi e quasi rimango estrefatto dal dolore, dalla rabbia, dall'illeggibilità che c'è nei suoi occhi. Sta trattenendo un sentimento. Qualcosa di più forte dell'odio. << No, Jorge. Non provare a farmi il lavaggio del cervello, andrò da lui e.. >> << E cosa, Diego? Gli metterai le mani addosso nonostante lei vi abbia supplicati disperatamente di non diventare come lui? Farai più male a lei, e lo sai. >> scuote il capo arrabbiato dirigendosi verso l'uscita posteriore dell'aula. << Tu non capisci un cazzo. Gli hai visti quei segni? Quei lividi? Hai visto il terrore nei suoi occhi? L'hai visto che non si fida più nemmeno di noi? LA VEDI? >> sbotta con le mani tremanti per il nervoso frugando tra le tasche dei suoi jeans ed estraendo il suo pacco di Malboro. Si siede sul muretto ispirando una boccata di fumo, di nicotina. << La vediamo tutti, Diè. Ma se lo fai, la perderai definitivamente. Non si fiderà mai più di nessuno. >> << Cosa dovrei fare, allora? Suggeriscimi. Dovrei rimanere a braccia conserte? >> scuoto il capo e scrollo le spalle. << Proteggerla, no? Vuole solo essere protetta. Cazzo, l'ho capito io che neanche la conosco. Che l'ho vista per mesi soltanto seduta nell'angolo della nostra classe con la musica nelle orecchie. >> << Come posso proteggerla, se lui è in circolazione? >> << Ascoltandola. Mamma Diego mi sembra di parlare ad un muro. Io non la conosco neanche tua cugina, ok? Ma quella ragazza cerca solo tranquillità. Persone che non le stiano addosso, che l'ascoltino ma solo quando lei è pronta a parlare. Non forzatela, sarà lei a venire da voi perché non può più tenersi tutto dentro e sopportare da sola. >>









POV MARTINA
<< PARLA MARTINA, CAZZO PARLA. >> vedo gli occhi dei miei zii iniettati di preoccupazione e terrore, Diego sulla porta rimane in silenzio, neanche lui può aiutarmi. Mi perdo a guardare il vuoto e lentamente la mia mente viene invasa dai ricordi.



Si guarda le mani, tremando. La bottiglia di whisky è per terra in mille pezzi, la mia pelle sanguina, raggiungendo il resto del liquido amaro e spietato che ha ingurgitato. Sembra preoccupato, spaventato, tremante. Infila le mani tra i capelli sconvolto e mi si avvicina mentre io indietreggio terrorizzata. Un dolore lacerante mi pervade ma trattengo le urla che vogliono abbandonare le mie labbra mandandole giù con il groppo che ho alla gola. "Sono io bambina mia, sono io. Non volevo te lo giuro. Prometto di non farlo più, tesoro. Avanti vieni qui." Le mie gambe sembrano indecise sul da farsi, tutto di me ha paura adesso. Il mio papà. L'uomo che avrebbe dovuto difendermi dal mondo, mi ha appena fatto del male. Il mio labbro comincia a tremare mentre i miei occhi scalciano lacrime amare ed insanguinate. Fa più male accettare chi mi abbia fatto del male più del dolore che mi ha provocato. "Non lo farò più, Martina. Ti voglio bene amore mio. Avanti vieni qui." È lui ad avanzare verso di me con un sorriso rassicurante mentre mi guarda sanguinare. "Devo curarti. Devo proteggerti." sussurra più a se stesso che a me. 



Ho le mani strette a pugni, la gola secca. Il tremolio è tornato in tutto il mio corpo, zia Clara se n'è accorta ed adesso mi sta venendo incontro. Deglutisco scuotendo vigorosamente il capo terrorizzata e indietreggio quando prova a stringermi a se. << NON TOCCARMI. NON TOCCARMI. NON VOGLIO ESSERE TOCCATA. >> grido come se qualcuno si fosse impossessato del mio corpo. << Martina. >> la voce di Diego è ferma, un sussurro sconvolto e stravolto. Prova a fare un passo, anche lo zio ci prova ed anche zia Clara. Ancora. Scuoto il capo. Scuoto il capo mentre la mia testa è invasa da immagini, da ricordi.



"È l'ultima volta, bambina mia. Te lo giuro, andrò in un centro di alcolisti, mi curerò e queste mani le userò solo per proteggerti e non per farti del male." si avvicina ancora, gli occhi scuri come la pece, le mani che mi hanno appena fatto del male, ho paura, tremendamente paura. Il cuore è infranto, non come quello di un' innamorata, ma come quello di una piccola donna che è appena stata picchiata, dall'unico uomo che l'avrebbe dovuta rassicurare.



<< STATE LONTANI. LONTANI DA ME. PER FAVORE, PER FAVORE. >> grido con il poco fiato che mi rimane, finendo per scivolare lungo la parete e scoppiando a piangere. << Per favore. >> sussurro flebilmente coprendomi il viso con gli avambracci ed infilandomi entrambe le mani nei capelli. Il silenzio sembra fare da padrone. Lo so, so che sono ancora qui. Lo sento. Sulla mia pelle. Avverto tutto adesso. Sono troppo sensibile e questo è sbagliato, ma sento che le persone di cui posso fidarmi sono a pochi passi da me. Ma per adesso sono sola. Non mi fido più di nessuno. Non posso. Non posso essere debole. << Non posso, scusate. Non ce la faccio. >> e mi lascio andare ai pianti isterici, al corpo preso dagli spasmi, ai singhiozzi, al dolore della mia pelle graffiata, segnata. Tutto è così vivido nella mia testa, vorrei essere morta. Vorrei non aver resistito, vorrei che i suoi occhi rossi e scuri come la pece, dopo avermi quasi uccisa non fossero stati attraversati da lampi di terrore e preoccupazione. Perché se mi avesse fatto del male senza pentirsi ogni volta, tutto avrebbe avuto un senso. 
   
 
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