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Autore: Lady Warrior    10/04/2016    1 recensioni
Questa storia narra le vicende di Jill Shepard, dalla sua prima missione sulla Normandy alla sconfitta di Saren Arterius e la Sovereign mediante una narrazione introspettiva. Mi sono soffermata sui sentimenti e le emozioni della nostra Shepard in modo particolare. Il tutto è accompagnato, ad ogni inizio di capitolo, dalla canzone "Starlight" dei Muse.
Dal prologo:
"Shepard osservò le stelle brillare. Le sembravano così piccole ai suoi occhi da bambina, ma adesso era adulta e aveva scoperto che quel cielo stellato non era così bello, affascinante e liberatorio come aveva sempre pensato. Aveva promesso una volta al suo migliore amico che sarebbe diventata una marine e gli avrebbe portato della luce stellare, e se non la avesse trovata la avrebbe cercata per tutta la vita."
Genere: Introspettivo, Romantico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Comandante Shepard Donna, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4: Feros, parte seconda
 
 
 
 
 
 
Come ovvio, la strada pullulava di geth. E non solo soldati, anche distruttori e cecchini, ma la squadra non incontrò particolare difficoltà. Shepard e gli altri si fecero strada senza troppi problemi.
- Sai che invece ho interrotto qualcosa, prima?-, disse Ashley a Kaidan mentre riponeva il fucile d’assalto.
- Ti sbagli, stavamo solo discutendo su questa faccenda.
- Non prendermi per una stupida, tenente. Ho visto come le guardi il… ehm… come la guardi-, sussurrò Ashley.
- Non importa come la guardo. Non stavamo parlando di nulla. non provo nulla!
- Ah! Ti sei tradito!-, esclamò Ashley.
- Silenzio! C’è qualcuno-, li zittì Shepard.
- È per il protocollo, vero?-, chiese Ashley sottovoce.
- Ho detto silenzio.
Shepard si voltò e lanciò un’occhiata di fuoco ad Ashley che si mise sull’attenti.
Svoltarono a sinistra. Shepard aveva ragione: davanti a loro c’era un uomo in palese stato di shock.
- Ti consiglio di non andare laggiù, disse in tono piatto, scuotendo leggermente la testa.
Perché tutti avevano quel tono?
- E tu cosa ci fai qua? È pericoloso!-, disse Shepard.
- Nulla che mi sia impedito fare-, disse l’uomo con un tono di rabbia nell’ultima parola, - ma neanche quello che dovrei fare. NOOOO!
L’uomo iniziò ad avere una sorta di spasmi e si piegò con la schiena verso il basso, tenendosi la testa con le mani.
- AAH
- Ashley, del medigel!-, gridò Shepard.
- No, non male. molto intenso-, disse l’uomo rimettendosi in piedi.
Stava scherzando? Gli sembrava il momento di mettere su uno sceneggiato?
- Secondo me è sotto effetto di droga. non si spiegherebbe altrimenti la sua presenza qua-, le sussurrò Kaidan, - e la sua strana… reazione-
- Cosa hai? Vuoi del medigel?-, chiese Shepard, cauta.
- Stavo solo invocando una punizione- disse l’uomo.
Sì, è evidentemente sotto effetto di qualche sostanza stupefacente.
- Mi aiuta a ricordare che sono ancora vivo. Siete qui per i geth, vero? Non siete gli unici interessati a quelle… cose-, disse l’uomo.
- Chi altri starebbe cercando i geth?
- Non li sta cercando-, disse stizzito.
- Guarda a come parli. Hai di fronte uno Spettro-, gli disse Kaidan, duro.
- Sta cercando di distruggerli-, continuò allora senza arroganza né stizza, - Sono una spina nel fianco per il… AAAAH!
L’uomo ebbe il medesimo spasmo di poco prima. Forse non era droga.
- C’è qualcosa di strano, qui. Di maledettamente inquietante, Shepard. Sono tutti così… voglio dire si comportano tutti in modo maledettamente strano-, disse Ashley mentre l’uomo si riprendeva.
- Convengo. Prestiamo attenzione d’ora in poi.
- Lui vuole…. AAAH!
- Stai tranquillo! Calmati, dirai tutto dopo!-, cercò di tranquillizzarlo Shepard.
Quella situazione stava sfuggendo al loro controllo. L’uomo pareva soffrire sempre di più, e certo non invocava alcuna punizione. La colonia era troppo lontana e il medigel non avrebbe funzionato, ma non potevano lasciarlo lì. Shepard non sapeva cosa fare, e nemmeno i suoi compagni.
A un certo punto l’uomo iniziò a ridere. Era una risata strana. Una risata folle. Una risata invasata.
- Stai indietro, comandante. Non si sa mai. Questo o è pazzo o si fa di qualcosa o è indemoniato-, disse Kaidan.
Shepard non riuscì a non provare stizza. Non sopportava quel comportamento protettivo di Kaidan. Non lo sopportava, eppure in un certo senso le piaceva. Le piaceva che si preoccupasse per lei.
- Posso fare qualcosa per te? sempre che tu voglia essere aiutato-, disse Shepard.
- Aiutarmi? No, nessuno può aiutarmi-, disse l’uomo con voce diversa, con voce preoccupata, quasi spaventata. Forse disperata. E si coprì il volto con le mani.
Poi guardò Shepard.
- Ma preferisco morire combattendo-, disse, traballando, con la voce di poco prima, quella arrogante, quella invasata. Era come se poco prima avesse avuto un momento di lucidità dopo molta follia.
- Combattere cosa?
- Non è… quel tipo… di combattimento. È come correre in mezzo a un cespuglio… pieno di spine… più ti muovi…
Fu lì che Shepard realizzò che qualcosa veramente non andava: l’uomo ansimava tra un paio di parole e l’altro, come se stesse veramente combattendo contro qualcosa che gli voleva impedire di dire quelle parole. Come se fosse stato posseduto da qualcosa.
- Tempo scaduto-, disse l’uomo, - Arriva compagnia. Parla con Fai Dan. Chiedigli del… AAAAH!
Di nuovo lo spasmo. Avveniva ogni volta che voleva pronunciare una certa parola, Shepard ne era ormai certa.
Comparvero dei geth, che i tre riuscirono a sconfiggere grazie ai poteri biotici del tenente.
- No, non lo farò-, disse l’uomo a sé stesso.
Shepard lo guardò.
- Vieni con noi, ti porteremo alla colonia.
- No, è meglio… di… no.
- Ma…
- Starò… qui.
Shepard sospirò e annuì.
Continuarono in silenzio il viaggio, finché non udirono un grido.
- Aiutatemi! Ho bisogno di aiuto!
Una donna era accerchiata dai geth, che non appena videro Shepard e gli altri preferirono avventarsi su di loro piuttosto che sulla sventurata.
Shepard si riparò dietro il muro, Ashley era dall’altra parte. Kaidan sparò pochi colpi di pistola, poi, correndo tra un riparo e l’altro, corse accanto alla donna, accucciata da una parte e la portò in salvo.
- Stai vicina a me-, le disse.
Shepard impugnò il fucile d’assalto e colpì un geth che si era avvicinato troppo al tenente fino a ucciderlo. Ashley era alla preda con un distruttore particolarmente duro a morire. Alla fine toccò a Shepard salvarla, non prima di aver eliminato un geth soldato.
L’area era finalmente pulita: Kaidan si era dato da fare a proteggere la donna.
La aiutò ad alzarsi porgendole una mano.
Shepard sentì una fitta di gelosia.
Stupida.
- Uomini-, disse Ashley.
- Cosa?
- Sempre a fare cose avventate.
- Rispettiamo ancora il codice della cavalleria. Quando c’è una fanciulla in difficoltà…
- Ce ne erano tre di fanciulle in difficoltà!-, sbottò Shepard, -E non dire stronzate, Kaidan. Tu devi obbedire ai miei ordini, e andare lì non era una mia direttiva.
- Mi dispiace, comandante.
- Anche a me-, rispose freddamente Shepard.
Ashley si lasciò sfuggire una risatina, procurandosi un’occhiataccia da ambo le parti.
- Andiamo-, disse Shepard, senza curarsi della donna.
Si addentrarono in quel dedalo di gallerie sotterranee. Shepard era sempre più irritata. Cercava di reprimere quella sensazione, ma non vi riusciva. Kaidan procedeva in silenzio dietro di lei. Era consapevole di averlo trattato in modo ingiusto, che era loro dovere salvare i civili, ma il fatto è che non sapeva cosa le fosse preso. Perciò era arrabbiata. Avrebbe voluto dire qualcosa a Kaidan, ma era troppo orgogliosa per farlo. Quell’episodio le aveva lasciato un buco nero dentro.
 
Finalmente arrivarono alla sorta di garage dove era posto un Mako. Alcuni droni geth erano in esplorazione nella zona, e i tre dovettero eliminarli.
Shepard si mise di nuovo alla guida del Mako. Qualcosa le diceva che le cose non sarebbero andate molto bene.
Non appena la serranda si aprì, videro una nave geth sorvolare il cielo. Alcune di quelle creature si gettarono giù. Si sarebbe prefissata una dura lotta.
- Comandante, rilevo un segnale-, disse Kaidan.
L’ultimo gruppo si è diretto a sud. Ma cosa staranno cercando?
- È molto debole, ma deve esserci qualcuno là dentro-, disse Kaidan.
Combattere col Mako era molto più semplice, essendo dotati di due cannoni ben più potenti delle armi tradizionali, tuttavia la difficoltà di manovra del veicolo influì non poco sull’andamento della battaglia. Imolti geth vennero spazzati via ma altri, quelli più veloci, riuscirono ad affiancarsi al Mako e a provocargli alcuni danni.
- Altri segnali disturbati, comandante, ma non riesco ancora a individuarne l’origine.
- Non è il momento, Kaidan. Siamo contornati da questi camminatori. Ti pare il caso?
Il tenente non rispose, ma afferrò la leva che muoveva il cannone poco prima di Shepard, la mosse leggermente e premette il pulsante per sparare.
- Cosa stai facendo?
- Distruggo quel camminatore a destra che ti è sfuggito. Dovresti essere più attenta, comandante.
Shepard voleva ribattere qualcosa, ma venne anticipata da Ashley.
- Ascoltate, non mi sembra il momento di litigare. Io non voglio morire a causa vostra, dobbiamo lavorare!
- Concordo con te, artigliere capo-, disse Shepard, uccidendo un geth con un colpo di cannone.
Vedete qualcosa? Lizbeth potrebbe essere ancora lì dentro. Sono passati solo pochi giorni. Lizbeth è mia figlia! Attenderò fiduciosa.
Ancora un altro segnale. Avrebbero dovuto salvare quei coloni, una volta usciti da lì.
Entrarono in una specie di tunnel.
Vedo qualcosa! Una specie di veicolo! Non sono geth!
Se vedevano il mako, significava che i coloni erano lì da qualche parte.
- Dovremmo individuare l’origine di questa comunicazione.
- Penso di averla trovata-, disse Ashley, indicando quelle che sembravano un paio di scale che scendevano verso il basso.
Uscirono dal mako e imboccarono le scale.
Ad attenderli c’erano dei soldati improvvisati che stavano puntando loro delle armi contro.
- Non fate un altro passo!-, disse un uomo, spaventato.
- Rilassati, Jong, non sono geth-, disse una donna al suo fianco.
- Stai indietro, Giuliana. Chi sei, cosa vuoi?-, chiese a Shepard.
- Comandante Shepard, sono qui per risolvere il problema dei geth.
- Visto, Jong? Ti preocupi per niente-, disse la donna, evidentemente felice di vedere dei veri soldati.
- E tu ti fidi troppo della gente, Giuliana-, disse Jong.
- Sono solo felice di vedere un volto amico. Pensavo fossimo gli ultimi umani rimasti su questo pianeta.
La donna il cui volto era solcato da rughe pur non essendo in età avanzata, pareva una persona gioviale e affidabile. Shepard notò che le parole di quei due erano diverse da quelle degli altri coloni. O meglio, sia Jong che Giuliana non avevano quel tono asettico e distaccato degli altri, o almeno così pareva a Shepard.
- Phai Dan e alcuni coloni di Zhu’s Hope sono ancora vivi.
- Ci avevi detto che erano tutti morti!-, gridò Giuliana all’uomo.
Perché Jong avrebbe dovuto inventarsi una menzogna del genere? Per proteggere qualcuno, forse? Oppure aveva un piano?
- Ho detto che probabilmente erano tutti morti-, si difese l’uomo.
- Sono vivi, anche se i geth hanno devastato la loro colonia-, spiegò Ashley.
- Non ne dubito. Quei dannati sintetici sono implacabili!-, disse Giuliana.
- Farò il possibile per tenerli alla larga da voi-, promise Shepard, - Ma vorrei alcune informazioni.
- Che genere di informazioni?-, chiese l’uomo.
- Ignoralo. I geth hanno occupato il QG della ExoGeni. Basta proseguire lungo l’autostrada.
- L’edificio è proprietà privata, soldato. Limitatevi ad uccidere i geth-, disse Jong.
- I vostri segreti aziendali non mi interessano.
Shepard si voltò per andarsene.
- Comandante, aspetta!-, la chiamò la donna, - Mia figlia Lisbeth… abbiamo perso le sue tracce. Al momento dell’attacco, stava lavorando al palazzo della ExoGeni.
- Già. Potrebbero esserci diversi posti nei quali potrebbe essersi rifugiata. Non hanno tempo per queste cose-, disse Jong, freddo, - potremo fare una stima precisa delle perdite solo una volta eliminati i geth.
- Troverò vostra figlia, ve lo prometto-, disse invece Shepard. 

Chissà perché quell’uomo era così reticente all’idea che loro cercassero e trovassero Lizbeth. Forse nascondeva qualcosa. Qualcosa per cui aveva mentito a tutti, qualcosa che Lizbeth conosceva.
Anche in quella strada c’era pieno di geth, ma almeno potevano vedere distintamente il palazzo della ExoGeni.
- Sembra che i geth si siano sistemati per bene-, disse Kaidan, una volta giunti ai piedi dell’edificio.
- All’interno la resistenza nemica sarà spaventosa-, disse Ashley.
Decisero una strategia interessante. Per entrare nella struttura, non c’era una porta, bensì una piccola fessura, abbastanza grande per poter sparare col cannone del mako. Alcuni geth erano facilmente colpibili da quel punto, così non scesero dal veicolo e iniziarono a sparare col cannone pesante, riuscendo ad abbattere qualche soldato geth, un paio di droni e addirittura un geth lanciarazzi. Poi i sintetici si fecero più furbi, e non si avvicinarono all’apertura, così i tre furono costretti a scendere dal mako e a procedere a piedi.
Ashley con un gridpo di battaglia eliminò un geth sulla sinistra, mentre Kaidan fece volare un altro lanciarazzi grazie ai poteri biotici.
Come previsto, la battaglia fu dura: i nemici erano molti e tentavano di accerchiarli: impedirglielo era molto difficile. I poteri di Kaidan furono utili in quella situazione.
Shepard abbatté due droni col fucile a pompa.
La zona sembrava libera.
- Bel lavoro-, disse Shepard.
Esplorarono la zona, finché Shepard non notò una sorta di arco. All’interno di esso fluttuava una sostanza blu.
- Le nostre armi non possono abbatterlo, dobbiamo cercare un’altra via-, disse Kaidan.
Shepard si guardò attorno: l’edificio era diroccato, probabilmente fra le macerie si trovava una via per addentrarsi nell’edificio. Ed era così.
Saltarono giù in un  piccolo tunnel formatosi a causa delle macerie.
Entrarono in una stanza- la prima cosa che videro fu un varren morto.
Qualcuno sparò contro i tre il proiettile quasi sfiorò Shepard e per poco non colpì Kaidan, che lo aveva agilmente evitato, in pieno petto.
- Kaidan!-, esclamò Shepard.
- Tutto bene, comandante-, rispose il tenente.
Davanti a loro, una donna che stava tenendo in mano una pistola.
Shepard impugnò la sua e la puntò contro di lei.
La donna ansimò, si avvicinò a loro e abbassò l’arma.
- Dannazione! Scusatemi, pensavo fosse qualche geth o uno di quei maledetti varren-, disse la donna.
- La prossima volta pensa bene prima di sparare. Stavi quasi per ucciderci-, disse Kaidan.
Shepard le si avvicinò.
- Non ti preoccupare, ora sei al sicuro. Cosa ci fai in questo posto?
- Colpa mia. Gli altri sono scappati tutti mentre io sono rimasta indietro per fare una copia dei dati. La nave dei geth è atterrata sul tetto del palazzo facendo saltare la corrente. Ero in trappola. Ho cercato di fuggire, ma l’uscita era bloccata.
- Ti porteremo via da qui, ma prima dobbiamo scoprire cosa vogliono i geth.
- Il problema non sono i geth, ma il loro campo energetico-, spiegò la donna, -vogliono che nessuno acceda ai…
- Sono venuta qui per i geth. Devo assolutamente scoprire cosa stanno cercando.
- Non ne sono sicura, ma credo che siano qui per il Thorian.
Il Thorian? Che cos’era?
- Thorian? Che diavoleria è questa, adesso?-, chiese Ashley.
- È una forma di vita autoctona. La ExoGeni la stava studiando.
- Cosa altro sai dirmi? Dove si trova questo Thorian?-, chiese Shepard.
- Io… io forse potrei, ma… quei geth prima devono essere eliminati-, disse la donna, - dobbiamo uscire da qui oltrepassando quel tipo di energia.
- Sai come potremo disattivarlo?
- No, non esattamente, ma credo che la nave dei geth lo stia alimentando. Ho visto che i geth hanno installato dei condotti energetici un po’ ovunque. Potresti seguire quei cavi, ma ci sono geth ovunque.
- D’accordo, ma voglio sapere di più sul Thorian.
- Credo sia una specie autoctona vegetale. Deve essere molto antico, deve essere vecchio migliaia di anni. Non so altro.
- Torneremo qui una volta disattivato il campo-, disse Shepard.
- Dimenticavo: mi chiamo Lizbeth, sono venuta qui con mia madre.
Shepard sorrise.
- Tua madre è al sicuro-, le disse.
- Non vedo l’ora di riabbracciarla. Prendi la mia tessera IV, potrai aprire qualsiasi porta grazie a quella. 
 
- Stupida macchina! Accedi ai file criptati!-, sentirono dire dalla voce di un Krogan.
- Impossibile soddisfare la richiesta. Contattare il proprio supervisore-, disse una voce meccanica.
- Dannazione! Dimmelo e basta, altrimenti ti spacco quel muso olografico!-, gridò il Krogan.
- Prego contattare il proprio supervisore per avere un’autorizzazione di livello quattro.
- Stupida macchina!
- Se non c’è altro, la prego di farsi da parte. Dietro di lei si sta formando una coda per l’utilizzo dell’interfaccia.
Il krogan si voltò e vide il gruppo. Dopo un’imprecazione, si accinse ad attaccarli.
Ashley si riparò subito dietro a un muro.
Il krogan saprò col fucile a pompa in direzione di Shepard, che sarebbe stata colpita se Kaidan non la avesse spinta via, facendola cadere per terra insieme a lui.
Ashley sparò, colpendo il Krogan alla spalla.
- Grazie-, sussurrò Shepard.
- Salvo sempre le fanciulle in difficoltà-, disse Kaidan, sorridendo.
Si alzarono e iniziarono la battaglia. Kaidan rallentò il Krogan coi poteri biotici, impedendogli di caricare.
Shepard lo colpì con una raffica di proiettili, e Ashley lo finì con un proiettile in testa.
Si avvicinarono all’IV.
- La Exogeni ricorda ai suoi dipendenti che l’utilizzo di armi da fuoco è severamente vietato-, esordì l’IV,- Benvenuta assistente ricercatore Lizbeth Beinan. Cosa posso fare per lei?
- Che tipo di informazioni voleva l’ultimo utente?
- Recupero dati in corso… l’ultimo utente voleva accedere ai dati relativi al soggetto studio numero 37, Thorian.
- Dimmi tutto ciò che hai detto al Krogan.
- Non sono stato in grado di fornire dati significativi all’utente. Oltre al fatto che è stato impossibile accedere ai dati della struttura di ricerca, non sono disponibili nuovi dati sulla specie 37. Tutti i sensori che osservano Zhu’s Hope sono stati disattivati.
- Cosa c’entra Zhu’s Hope col Thorian?
- La specie 37 si trova sotto le fondamenta della struttura Zhu’s Hope.
- Voglio sapere tutto sul Thorian.
- Il Thorian è una forma di vita vegetale che mostra un comportamento del tutto singolare, assimilabile a quello degli esseri senzienti. Può tentare di controllare gli altri esseri viventi, umani inclusi, tramite la diffusione e l’inalazione delle sue spore. I soggetti di Zhu’s Hope hanno fornito risultati interessanti. Prima della disattivazione dei sensori, quasi l’ottantacinque percento dei soggetti era stato contagiato.
- Soggetti?-, balbettò Shepard, -La ExoGeni sapeva del Thorian… la ExoGeni ha trattato i coloni come cavie da laboratorio?
- Tale esperimento era necessario per studiare meglio la specie 37-, spiegò l’IV.
Alcuni brividi pervasero Shepard. Come potevano i dirigenti dell’ExoGeni trattare dei loro simili come animali? Come cavie? Come potevano fare tutto questo? Erano esseri umani, dannazione! Strinse i pugni.
- Ecco spiegato il loro strano comportamento-, disse Ashley, strascicando la voce.
- Dovremmo contattare Joker-, disse Kaidan.
- Giusto. Joker? Mi senti?-, disse Shepardavvicinando alla bocca il trasmettitore.
- Accidenti, quel campo blocca le comunicazioni. IV, cosa ci sai dire sulla nave geth e il campo che sta alimentando?-, disse Shepard.
- Ho informazioni molto limitate sui geth e le loro azioni. Sono riusciti a disattivare tutti i sensori nella struttura. Ho rilevato delle insolite fluttuazioni di energia, ma non riesco a individuarne la fonte.Dovevano trovare la nave geth, e in fretta.
   
 
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