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Autore: LallaMatta4e    04/04/2009    1 recensioni
"-Sei rossa- commenta lui, con un sorriso compiaciuto sul volto.
-Magari perché un uomo di fronte a me è così scortese da farmi arrossire- ribatto io, reggendo a fatica il suo sguardo.
Maledetto lui e i suoi dannati occhi azzurri.
-Non sai che per conquistare una donna occorre farle mille complimenti?- mi sussurra all’orecchio.
Okay. Adesso basta. Che gran faccia tosta che ha. Ma come si permette? Non ce la faccio più.
Resto zitta, guardandolo in tono di sfida.
Non ci riuscirà. Non riuscirà a farmi abbassare lo sguardo. Non riuscirà a farmi arrossire. Non…
Troppo tardi. Non so come, ma mi ritrovo la sua bocca sulla mia.
Maledetto… in questi due secondi ne ha approfittato per…
Ma non voglio fermarlo. Strano da dire, ma mi piace. Non mi viene spontaneo bloccarlo oppure staccarmi da lui. Anzi, resto lì. Attaccata a lui con la bocca, con il respiro affannato."
dal capitolo cinque.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando torno a casa sono molto soddisfatta di me. Ho trovato un regalo a tutte le persone del mio elenco… tranne, beh… tranne a Luca.
Cioè il regalo più difficile da fare. Mi farò consigliare da Angela e Sofia, anche se la mia idea era un profumo.
Ad Angela ho preso un paio di pantaloni blu scuro, con la speranza che le piacciono e che li metta.
Per Sofia invece ho scelto una borsa stupenda (in quel negozio dove ho incontrato Gabriele e la sua nuova ragazza; poi ci sono rientrata e ho scoperto che è proprio un bel negozio).
A papà ho comprato una sciarpa di lana (quelle che piacciono a lui) e a mamma invece un bel maglioncino.
Per Nicola la scelta è stata difficile, ma alla fine sono riuscita a trovargli qualcosa: il nuovo cd dei Coldplay, il suo gruppo preferito.
A Francesca e Claudio ho preso un set di posate per la nuova casa che prenderanno (ne approfittano del bambino per trasferirsi in una casa più grande).
E domani andrò a cena da Luca. Spero vada tutto bene. Anzi, più che bene.

Mamma mia se sono agitata. Ho il cuore che mi batte a mille, a momenti tremo e non capisco niente.
Sono quasi le otto e sono appena uscita dalla doccia.
Penso mi metterò dei jeans, d'altronde è solo una cenetta a casa sua. Devo essere provocante, ma non eccessivamente.
Dopo aver scombussolato l'armadio, scelgo una maglia aderente nera con lo scollo a V, i jeans blu e delle scarpe con il tacco.
Guardo l'orologio, terrorizzata. Spero di non essere in ritardo.
Perfetto, sono le otto e venti. Mi sa proprio che qualche minuto di ritardo ci sta.
Così faccio veloce; mi catapulto in bagno, mi metto il fondotinta, la matita nera per gli occhi, l'ombretto bianco e il rossetto rosso fiamma.
Prendo la borsetta nera, ci metto dentro il cellulare, il portafoglio e delle mentine di scorta. Poi cerco le chiavi di casa e della macchina (dove cavolo sono?).
Alle otto e quaranta esco di casa. Ci si impiega cinque minuti fino a casa di Luca per cui sarò là con un quarto d'ora di ritardo, se sono fortunata e non c'è traffico.
Appena arrivo sotto casa sua, cerco un parcheggio vicino ma, purtroppo, sono tutti occupati quindi sono obbligata a parcheggiare a cento metri di distanza.
Quando (finalmente!) suono il campanello, mi accorgo che mancano cinque minuti alle nove.
Oddio, sono leggermente in ritardo.
Lui mi risponde dopo cinque secondi e mi dice di salire fino al secondo piano.
-Scusami tantissimo! Ma c'era un po' di traffico e poi non riuscivo a trovare parcheggio e...- dico appena lo vedo aprire la porta di casa sua.
Ma lui non mi lascia nemmeno finire di parlare, si avvicina, mi bacia sulla bocca e mi sorride. -Non preoccuparti, l'importante è che sei venuta-.
Io ricambio il sorriso, leggermente imbarazzata.
Appena entro, mi toglie il cappotto e mi dice:
-Ceniamo?-.
-Okay- confermo, guardandomi attorno.
Ha una casa piccola, ma bella. Il divano davanti alla tv da cinquanta pollici poi, mi attira tantissimo.
Ha cucinato la pizza. Ottima scelta.
-Wow- commento io, sedendomi a tavola -l'hai fatta tu?-.
-Sì- mi risponde lui.
Appena si siede anche lui, iniziamo a mangiare. Parliamo di cose abbastanza noiose (come il lavoro) poi, quando abbiamo finito la cena, lui si alza molto lentamente, io lo guardo rapita dai suoi movimenti. Poi mi si avvicina e mi sussurra all'orecchio:
-Ti faccio vedere la casa-.
Beh, tutto qui? Mi aspettavo di meglio.
Io annuisco alzandomi.
Mi mostra la sua camera da letto, la cucina e il bagno.
Poi mi fa vedere anche il mega balcone. E' bellissimo. E poi questa sera ci sono così tante stelle...
Lui mi guarda e sorride. -Ti è piaciuta la cena?-.
-Sì, sì. Sei davvero bravo a cucinare-.
Piano, piano, fa alcuni passi verso di me, mi abbraccia e poi mi bacia.
E mi sento così bene. Mi vengono le farfalle alla pancia a ogni carezza che mi fa. Sul collo, sulle braccia, sulla schiena, e sulla pancia, soprattutto.
Senza fare nessun movimento, alzo gli occhi al cielo. E' proprio una bellissima notte stellata.
Cerco di contare le stelle come in Ma le stelle quante sono. Ma a dieci perdo subito il conto.
Scuoto leggermente la testa, pensando a quanto sono cretina.
-A cosa stai pensando?- mi chiede lui, in un sussurro.
Gli dico la verità?
Ma sì, so benissimo che un rapporto deve essere basato sulla sincerità e sulla fiducia. Cosa che Gabriele non ha fatto con me.
-Tentavo di contare le stelle- gli rispondo, chiudendo gli occhi.
-Contiamole allora- afferma lui.
Non riesco a capire se sta facendo sul serio o cosa.
-Ma non qua- aggiunge, staccandosi lentamente da me.
Lo guardo nella penombra, con aria interrogativa.
-Aspetta- dice poi, prendendomi per mano –ti va di fare una pazzia?-.
Io scoppio a ridere. -Cioè?-.
-Ti porto in un posto perfetto per riuscire a guardare tutto il cielo stellato-.
Io sorrido, divertita. -Mi fido di te-.
Cos'ha intenzione di fare?
Mi tira il polso verso l'appendiabiti, prende le giacche, chiude casa e scendiamo fino alla sua automobile. Appena ci siamo davanti, mi apre la portiera e mi fa gesto di entrare.
Quando sale anche lui, gira la chiave e partiamo.
Guardo fuori dai finestrini, confusa.
Dove stiamo andando?
C’è scuro. La strada è illuminata da qualche lampione qua e là. Non riesco a capire in che zona della città vuole andare.
Resto in silenzio, non sapendo cosa dire.
Alla fine parcheggia in un posto davvero strano. Non c’è anima viva. Sembra isolato dal mondo. E infatti non lo avevo mai visto prima. Davanti a noi c’è un immenso prato.
Lui scende, così decido di farlo anch’io.
Ma cosa ha intenzione di fare?
Resto immobile, avvolta nel mio cappotto nero.
Lui apre il baule e tira fuori un telo. Poi lo appoggia sul cofano della macchina. E mi guarda, sorridendo.
Allargo gli occhi e apro leggermente la bocca.
Oddio. Non dirmi che vuole farlo veramente... Vuole contare le stelle!
-Non mi credevi!? Adesso ne hai la prova!-. E detto questo, si siede sopra il telone.
Io resto a fissarlo ancora qualche secondo, paralizzata.
Poi decido. E va bene.
Mi sdraio imparte a lui, incerta.
Non è che si sta prendendo gioco di me?
Due minuti dopo mi ritrovo appiccicata a lui. Lui mi circonda le spalle, con il braccio destro.
Silenzio.
Non voglio chiedergli niente, ho paura di rovinare questo momento magico. Voglio godermi l’atmosfera, abbracciata a lui.
-Okay- fa lui, ad un tratto. Poi indica la stella più a sinistra che possiamo vedere. –uno, due, tre, quattro, cinque, sei…-. Man mano che conta, sposta il dito verso destra. –sette, otto, nove, dieci, undici…-.
Adesso mi aggiungo anche io. –Dodici, tredici, quattordici, quindici, sedici, diciassette, diciotto, diciannove, venti, ventuno…-.
E continuiamo così fino arrivare a cento. –Novantanove, cento…-.
Poi mi fermo. –Basta. Non ce la faccio più-.
Lui si gira verso di me e mi guarda fisso negli occhi. –Di già? Io sarei andato avanti anche all’infinito pur di star con te-.
Io gli sorrido. –Beh, possiamo stare insieme anche senza contare le stelle-.
Lui si avvicina a me con il viso e mi bacia.
Io non mi oppongo. Anzi.
Dopo un po’, mi metto su un fianco, in sua direzione. Così lo fa anche lui.
All’inizio ci guardiamo dritto negli occhi. Poi lui mi attira a sé, ed io mi attacco a lui con l’intero corpo. Sembriamo un’unica persona talmente siamo vicini. E che scomodo questo cofano. Se ci fossimo sdraiati su un letto qualunque sarebbe stato meglio. Però non ci saremmo goduti questo bellissimo panorama. E poi siamo soli. Siamo in un posto “fuori dal mondo”.
-Ho freddo- ammetto poi dopo qualche minuto.
Lui capisce subito. Così, senza dire niente, si alza. Apre un’altra volta il baule della macchina e tira fuori una coperta.
Lo aveva già programmato?
Ma no, come faceva a sapere che volevo contare le stelle?
Oppure ha colto l’occasione…
Uhm, lasciamo perdere. Adesso voglio solo godermi questo momento.
-Con questa no- mi bisbiglia risalendo sopra il cofano, accanto a me.

E’ mezzanotte.
E noi siamo ancora qui, anche se devo ammettere che ho un po’ freddo. Anche se sono scaldata dalla coperta e dai nostri respiri.
Ma non m’importa. In questo momento possono perfino cadere i meteoriti là fuori, che non me ne fregherebbe niente.
-Hai voglia di tornare a casa?- mi chiede lui, in un bisbiglio.
-No, tu?- rispondo io.
-Nemmeno-.
-Possiamo rimanere così per sempre?- chiedo io, sorridendo.
Mi guarda, facendosi serio. –Ne saresti veramente capace?-.
–Certo, tu?-.
-Anch’io-. Colgo un lampo di sincerità nei suoi occhi.
Poi esco con la testa dalla coperta, per vedere fuori.
Anche lui fa lo stesso.
Le stelle sono ancora là, ancora più scintillanti di prima.
-Che belle le stelle- commento.
-Già-. Poi fa una pausa. –ma sei più bella tu-.
Rido, divertita. –Ancora di più di una stella?-.
-Ancora di più- ripete lui, fissandomi gli occhi.
Io sorrido.
Non mi sono mai sentita così bene in tutta la mia vita.
Mai.
-E sono sincero- aggiunge -più bella di una stella- mi dice. E me lo ripete altre mille volte, in dolci sussurri.
Più bella di una stella, più bella di una stella, più bella di una stella, più bella di una stella...
Io lo guardo un’altra volta in quegli occhi stupendi. Mi viene voglia di fare tante cose, di abbracciarlo, di baciarlo, di coccolarlo, di dirgli tante parole dolci…
Ma l’unica cosa che riesco a fare è afferrargli il mento tra le mie mani e attirarlo a me. E poi lo bacio. Con passione, con ardore, con un’infermabile voglia.
Anche lui mi bacia nello stesso, identico modo.
Ed io mi sento la ragazza più felice del mondo.
Ma la cosa più importante è che mi sento bella, bellissima, la più bella del mondo, mi sento veramente più bella di una stella.

*Scusate per il ritardo, ho avuto qualche problema di tempo. Spero vi piaccia questo capitolo. Lasciate tanti commenti,
baci,
LaLLa
  
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