Stamattina mi metto e faccio.
Immagine: il sole ti abbaglia
(domani, domani!)
sorride,

e non capisco poi perchè
si debba soffrire;

come se qualcuno scontasse ancora
la cacciata dall'Eden:
va', Eva, studierai con dolore:

come se queste mie unghie attonite,
partigiane di psicofarmaci,
solcassero con impazienza le cosce
di chi non troppo sangue ha dato;

ho sofferto, ho sofferto,
ma poi ci sono arrivato,
e tu?

Nuoti nel limbo - è stato abolito -
di adulto e bambino, principio di non
contraddizione,
tesi, antitesi, e riconciliazione;

sicari di felicità varie ed eventuali,

domani

solo tentacoli belli di camomilla fra i piedi,
matricaria, ché renda fecondo il tuo ventre,
- non ci rinunci del tutto, e si sente -
che crebbe tra spini e si fa più solerte

(oh, lo sai, che sai essere forte)

e qualche arzigogolo fra l'astruso e il triviale
ché i fiori rari, voglio cantare;

il ragliare dell'asino certo,
resta sotteso
nei versi
confusionari:
- e questi pare che ansimino -

ringrazia il cielo, che oggi va bene;
mai quanto potrebbe,
ma mai che ti andrebbe.



Note(s)
Il pensiero del giorno è, a suo modo, luminoso. Sono le quattro del pomeriggio e io dovevo studiare, ma poco male: oggi c'è ancora energia (da qualche parte; e ai libri non sembra aver voglia di farmi venire da vomitare) , d'amore certo e concertato un po' meno, ma io vivo di sogni, mi attacco al più o meno; un "bipolare" da qualche parte potrebbe fioccare - nah, son per ora non patologici sbalzi d'umore - ma poco male; e che i sogni, quei sogni, si sgretolino? Niente che un cambiamento di vita totale non possa sradicare: più o meno. Più o meno so anche mentire.  Aprosdoketon finale.

Non crucciarti troppo: è un tatuaggio.