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Autore: Aittam    11/04/2016    1 recensioni
Non vi siete mai chiesti quali siano le vere origini dei Chipmunks e delle Chipettes. intendo dire, chi siano i loro genitori, come vivessero prima di diventare superstar e, sopratutto, dopo il loro boom discografico (ogni gloria va via via scemando). per poi ritrovarsi in un mondo che gli uomini credono di conoscere tanto ma che in realtà sono solo alla punta degli Iceberg. in un mondo dove persino la razionalità di Simon viene surclassata per far posto alla reale situazione, in un mondo dove Alvin potrebbe salire, quasi contro volontà al dominio di un popolo che lo ha aspettato tanto; dovrà scontrarsi con quello che è il suo vero ed eterno nemico, che lo ha perseguitato sporadicatamente da quando è diventato abbastanza famoso da attrarre le sue attenzioni; le attenzioni di una bestia assetata di sangue e bramosa di distruzione che cova nel buio da tanto tempo.
vedrete e immaginirete cose mai viste in questa mia prima Fanfiction, cose inaspettate e probabilmente inimaginabili solo qua, in questo racconto che forse non rispecchierà esattamente il clima tipico dei film ma che, in un certo senso, si può denotare in molti altri media.
Genere: Avventura, Commedia, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Incompiuta
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Ciao a voi, questa è la mia prima fanfiction, una delle tante spero; mi sono concentrato su un argomento molto delicato, le vere origini di Alvin e i suoi fratelli ovvero: come era la loro vita prima di essere finiti nell’albero di natale per l’azienda di Ian Hawak? Tenterò di rispondere ad ogni vostra domanda e perdonatemi se sarò un pochetto noioso in certe descrizioni, soprattutto in questo primo capitolo: spero che vi possa piacere e spero mi perdoniate se non compaiono Alvin e Company nel primo capitolo; ma non vi preoccupate, entro il secondo saranno presenti!
 
                            1. CAPITOLO: MANGI O SEI MANGIATO

Probabilmente vi aspettavate di incontrare subito quei sei simpaticoni, mi dispiace molto deludervi; stavolta il narratore sono io, non Alvin o chi altro, io: un personaggio rimasto nell’ombra di cui probabilmente non avete mai sentito parlare… ma io ci sono sempre stato infondo, nascosto nell’oscurità, presente per conto di qualcun altro… io sono una creatura poco fidata in un’ambiente che ha l’aria di essere calmo e tranquillo.
Nacqui in una regione a Settentrione delle grandi foreste dove la nostra storia ha inizio, un luogo piuttosto aspro e difficile da sopportare:  le San Laurenziane, una catena montuosa che, per gli umani, si trova a cavallo tra Canada e Stati Uniti Orientali.
Ora vi chiederete chi sono; sfato subito il vostro mito: non sono un Chipmunks; ne tantomeno uno scoiattolo o un roditore in generale: mai sentito parlare di Mustelidi, io sono uno di quelli: agili, veloci, snelli e magri, denti affilati e vista acutissima come uno spillo.
Mio padre si faceva chiamare Pekan, infatti noi siamo conosciuti dagli uomini con nomi svariati, Fisher, Martora di Pennat, Martora Canadese, Visone Gigante... tra noi comunque ci chiamiamo semplicemente Pekan, come mio padre, o ancor più semplicemente Martore, dal genere da cui proviamo, i Martes (ora scusate la lezione di biologia) alla quale appartengono specie molto più note: prima tra tutte la Martora Europea, mi è capitato talvolta di sentirne parlare, vivrebbero al di la dell’Oceano, in un continente chiamato Europa (da qui il nome) e pare abbia un soffice manto bruno e un collo bianco.
Poi ricordo anche la Faina, la Martora Americana, quella l’ho vista, lo zibellino, vivono a nord, nella tundra a occidente ed è impossibile incontrarne uno nelle regioni che ho frequentato, e soprattutto il Pekan, il più grosso esponente e forse il più pericoloso per ogni animale che osa mettersi contro uno di noi o semplicemente che si permette di passarci davanti quando noi sentiamo un buco nello stomaco.
In realtà io sarei solitario, mio padre è vecchio e siamo rimasti solo in due a procurarci da mangiare; gli porto ciò che gli serve per campare e talvolta mi capita di cacciare in solitaria e procurarmi cibo a random, piccoli animali come uccelli, passeri, rondini, topi, scoiattoli; di essi ne avrò mangiati a vagonate: grigi, rossi, bruni e persino uno bianco; ma senza dubbio quelli che preferisco da sgranocchiare a mo’ di snack sono le Tamia Striate… ora vi arrabbierete: “I Chipmunks e le Tamia sono la stessa cosa, non puoi chiamarli con il nome che siamo abituati a utilizzare per l’amor del cielo! E poi, come puoi mangiare delle bestioline così adorabili e coccolose?”
Bhe, vi sbagliate su entrambi i contesti: vi risponderò prima alla seconda affermazione perché è più semplice: QUESTA È LA NATURA!!!, mai sentito il vecchio detto: “l’Antichissima e Intransigente legge della Giungla (o della natura in generale) decreta che: se vivi in un determinato ecosistema anche tu hai una parte importante: se la mattina ti svegli pensando di passare un’allegra giornata passeggiando tra l’erba, ti sbagli di grosso, la preda potrà passeggiare nell'erba ma dovrà sempre rimanere vigile poiché il suo predatore sarà dietro l’erba alta pronto a colpire: la legge decreta che: Mangi o Sei Mangiato, cambiare zona non ti servirà: se non mangi, da predatore, non sopravvivrai; se vieni mangiato, da preda, non sopravvivrai”  a qualcuno potrebbe non andare giù, ma: è la vita, mangi o sei mangiato, non puoi sfuggire all’amara sorte che aleggia anche nei posit meno probabili.
E ora vi devo anche spiegare il senso della prima affermazione: gli umani si sono ormai inculcati nella zucca che Chipmunks e Tamia sono la stessa specie.. bene, vuoi uomini vi sbagliate in maniera scandalosa.
Ogni animale che abbia mai avuto una cultura in tutto il Nord America sa per certo che i Chipmunks sono la specie più evoluta dei roditori, quelli più vicini ai lemuri se preferite (non ne ho mai visto uno ma lo faccio per farvi comprendere meglio): abbiamo racconti vari su di loro: popolo nomade e socievole che vive in grandi clan in regioni che si scelgono guardandone le qualità come fertilità e ricchezza di acqua e umidità.
Ed ora, io: Martes, il temuto mustelide della tenebra nera, vi racconterò ciò che so su di loro.
I Chipmunks sono roditori più evoluti rispetto ai loro parenti, diretti discendenti delle tamie ne conservano il pelo, le caratteristiche strisce sul dorso, la coda e le zampe; però, a loro differenza, sono più grandi (le Tamie sono di dieci, massimo sedici sedici centimetri mentre i Chipmunks raggiungono i trentacinque centimetri), a loro differenza hanno anche un corpo dalla caratteristica forma leggermente ad arachide, simile in un certo senso a quella di noi mustelidi; ciò è tutto quello che so.
Ah già, dimenticavo: sapete come mai questa confusione tra tamia e Chipmunks per voi umani: sappiate che vi era un popolo di Indiani di cui non ricordo il nome, parlarono agli Europei dei Chipmunks come degli scoiattoli grandi con delle strisce sul dorso; quando gli Amerindi mostrarono agli europei le tamie questi credettero che fossero i veri chipmunks e non quelle creature descritte da quegli indigeni; presto la leggenda dei Chipmunks come grandi scoiattoli eretti su due zampe passò in secondo paino fin che non fu surclassata e infine insabbiata… ora nessuno, tranne noi bestie della natura che abbiamo questa divertente storiella nel repertorio delle strane cose legate agli uomini, sa dell’esistenza dei Chipmunks.
Mi lisciavo il pelo zampettano lungo il fiume che divideva in due la foresta nel quale vivo: un paradiso per me: carne a volontà e rispetto dagli altri carnivori.
Dicevamo, zampettavo placido lungo il corso del fiume diretto verso nord est, alla fonte, quando notai che stormi di uccelli iniziavano a levarsi dall’orizzonte: erano davvero molti e parevano essere di numerose specie.
  - Cosa succede? – chiesi a una lontra, Mary, lei se ne stava appisolata lasciandosi trasportare dalla corrente e di tanto in tanto mandava leggeri soffi dalla bocca nascosta dalle lunghe vibrisse.
 - Fuggono no? – disse lei seccata rigirandosi sulla pancia a pelo d’acqua; lei uscì dal fiume, si scosse tutta e una doccia d’acqua iniziò a piovermi addosso.
 - Smettila! – gemetti io mentre la lontra smetteva di squassarsi l’acqua di dosso e si andava a sdraiare lungo la spiaggia di fine sabbia bruna (si, anche sulle rive dei fiumi ci sono le spiagge); Lei aprì la bocca mostrando i denti che avrebbero potuto infilzare con la stessa abilità con cui catturava i suoi pesci anche uno di quegli odiosissimi toporagni che si prendevano sempre gioco di me.
All’improvviso vidi avvicinarsi a me un’ombra oscura, veniva dall’alto e si posò sul dorso di Mary che, contrariata disse: - Ehi, ma come ti permetti –
 - Mi permetto, Marter, devi venire a sentire questa: poco fa ho sentito dire da un falco che diceva di aver sentito dire da un’aquila che sosteneva che un avvoltoio le avesse raccontato che un nibbio gli avesse spiegato di come una volpe gli avesse detto che… -
 - Vieni al dunque Koror –
l Corvo arruffò le piume e concluse: - A quanto pare sta venendo un branco da est verso la foresta, vogliono venir qua a vivere e probabilmente non sanno nemmeno della tua esistenza.
- Non dire eresie Korok, sono conosciuto in tutta la regione! E poi cosa sono, conigli? –
- Di peggio! –
– Cosa allora? Topi? Volpi? Lupi? Orsi… ah no, quelli sono solitari! –
– Ancora Peggio!  –
  – Dai, non esagerare, non c’è nulla di peggio di lupi e orsi!  –
  – E invece ti sbagli: sono molti e vengono in grandi gruppi, pochi di noi li hanno ancora visti e sappi che sono incredibilmente intelligenti e amano fare provviste e…  –
Io sobbalzai   –  Chipmunks? –
Lui rispose visibilmente scosso   –  Eh già, sapevo che avresti capito –
Veramente io non capivo…   – Ma dai, sono semplici scoiattoli, non sono poi così pericolosi, penso che me ne libererò in poco tempo –
Mi stavo ingannando; il tempo passava e la “Minaccia” si faceva sempre più vicina e a portata d’orecchi.
  – Non capisco come mai vi preoccupiate così tanto. – dissi una mattina a Ernest, l’ermellino.
  – Hai mai sentito parlare delle razzie degli striati? –
  – No –
  – la leggenda vuole che un tempo venne un popolo di Chipmunks dal nord e iniziò a razzoare tutte le regioni che si trovano di fronte, erano implacabili e nemmeno i lro predatori riuscivano a bloccarli. Venne poi il momento in cui decisero di tornare nel nord e di rimanervi li; poi si dice che il lro dominio venne cancellato dal freddo e dalle nevi e non ne rimase più traccia. Alcuni sostengono che i Chipmunks di tanto in tanto invadano varie regioni per vendicarsi in un certo qual modo di coloro che li hanno battuti in tempi antichi, noi. –
Ernest terminò il racconto con una pausa drammatica poi guarda. Il coniglio che aveva lasciato a metà e lo scostò con la zampa porgendomelo.
Mi ci avventai sopra e rosicchiai le cosce dell’animale.
  – Dove l’hai trovato? – chiesi masticando.  – Nelle montagne a nord, li è piena di conigli dai piedi neri…  –
  – Non il coniglio, il mito?  –
  – È una leggenda tradizionale da molto narrata, alcuni sostengono poi che la tribù sia ancora viva, secondo me si è estinta.  –
Passarono i giorni e una mattina, mentre il sole albeggiava, notai un piccolo movimento negli arbusti che coprivano il sottobosco della foresta di conifere intorno alle montagne.
Io mi ci avvicinai e potei notare una creatura piccola e infreddolita, si teneva le zampine unite al petto e procedeva lentamente inciampando di tanto in tanto.
Guardai quel piccolo animale molto simile a un grosso scoiattolo zampettare sulla neve fresca e salire lesto su un albero.
Decisi di salire anch’io, senza farmi vedere dallo scoiattolo che dovevo dire assomigliava molto a una tamia ma era più alto e snello; notai poi che le guance erano iene di cibo e, qundo lo vidi  entrare nella cavità che si trovava tra le fronde dell’albero sentì il rumore di qualcosa che cadeva sul legno.
  – Hai trovato qualcosa Kevin? – chiese una voce femminile seguita poi da stridule vocine deliziate che gridavano entusiaste:  – Ghiande!  –  sentì il rumore di scrocchio di cibo sotto i denti e poi, finito il pasto, li vidi riunirsi vicino all’entrata della grotta; ora potevo vederli bene, anche quello di prima che ora mi mostrava direttamente la faccia senza guardarmi però. Erano adorabili a dir poco: quello più alto, senza dubbio il padre, aveva grandi occhi tondi e castani mentre la madre, quella con gli occhi più obliqui e a mandorla con una caduta verso il nasino, aveva una chioma di lunghi capelli bruni che le ricadevano sulle spalle e occhi di un verde intenso.
Guardai poi le pellicce, brune di entrambi i componenti con le pance chiare e tre sottili striature che partivano dal naso e scendevano giù allargandosi fino alla coda.
I piccolini erano anche loro molto dolci e sembravano paffuti e rotondetti; mi passò un’idea per l’anticamera del cervello: “Starebbero bene con un po’ di oca e qualche bel piccione” poi mi riscossi e iniziai a seguire la conversazione.
  – Papà, perché non siamo ancora arrivati? perché è così lontano? –
Il padre mise la zampa sulla spalla del figlio più piccolo e gli mostrò un punto a sud, davanti a lro.
  – vedi quel bosco in lontananza? –
  – Si Papi –
  – Andremo li a vivere, ci sarà abbastanza posto per tutti e forse ci seguiranno altri Chipmunks, mi sono giunte però voci nefaste riguardo quel luogo  –
  – Cosa? –
  – Molti predatori, a bizzeffe; quando saremo tutti la troveremo un posto dove nasconderci e vivere in tranquillità –
  – Cosa sono i predatori? –
  – Sono quegli animali cattivi che vogliono mangiarci se non andate a letto dirò alle aquile, ai serpenti e alle martore di venire a prendervi! –
A quelle parole io sobbalzai; aveva detto proprio Martore?, perché proprio le martore e non gli ermellini come Ernest o i Coyote?
Ora avevo finalmente visto un vero Chipmunks, sapevo com’0erano e sapevo anche ome vivevano. Quella probabilmente era una casa di fortuna… o no?
L’indomani sarei andato a vedere, prima però tornai nella foresta per poi andare a dormire nella mia vecchia tana, Rocciascura un ammasso di rocce a nord ovest del fiume dove buona parte dei mustelidi si raduna e da dove ogni giornata ricomincia; ma da quel giorno non sarebbe più stato lo stesso.   
   
 
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