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Autore: _Maeve_    12/04/2016    2 recensioni
il lume si spegne, su per la scala
mi giro e mi volto irrequieta, su per la sedia/
dicasi isterica

Prima o poi sarebbe venuta. Momento vero, e presente, e astrazione: una poesia che è stata irrequieta, difficile da addomesticare, che una parte di me avrebbe voluto affrontare con la placida autorevolezza di una cariatide, nascosta dietro le sue colonne, lì, da qualche parte; forse la vedrete.
Genere: Erotico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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sacrale tit provv

La faresti, una poesia sensuale?
Oddio, non da pubblicare;
leccare, leccare, leccare

sacrale

il lume si spegne, su per la scala
mi giro e mi volto irrequieta, su per la sedia

dicasi isterica

credente? Tra i meno.
Impuro che cosa?
E' il bianco sul bruno, il colore più osceno.

Davvero, davvero
dolce,
come può esserlo un pianto:

guardami, ti chiese la mente,
ché non urtavano urli gli affondi,
la portella non li dava in pasto
ai tuoi sogni,

ma guardami, perchè eri troppo vicino al mio cuore
- Dio, ce l'ho un collo, perchè non farlo più rosso,
perchè non farmi più male? -

E' bello, Ifigénia, bello da mancare,
(perdona l'accento, licenza sensuale)
sporchiamoci d'aulico: astrale,

teogonico

(ex universis, uno)
scavami le spalle,
(Saffo saprebbe)
non voglio pensare,
- ancora una volta così dozzinale -

così

boccioli di labbra, di lingua e di mandorle,
avvinghiali, e dita, e ruvide e languide

afferra quei capelli,
sussurrami dentro, dentro, dentro,
vorresti?

tu non ci credi, ma io ho già risposto;

prendimi al mare:
sgorghiamo copiosi da questo f(r)inire,

e nell'ora delle mie anche
amen




Note(s)
Io cose auliche non le so più scrivere, ma pensavo si fosse capito. Doveva essere diversa, doveva dare un'idea diversa, e invece questi spazi vuoti, questi sovrumani silenzi e leopardiani infiniti, comunicano a me per prima un'immagine un po' scarna, frugale, ossessivamente poetica, come questi versi: dozzinale. L'effetto non era questo, ma la poesia questo ha rivelato, e quindi lo accettiamo, così, com'è venuto (nostro malgrado). Forse in futuro sarà corretto da qualcos'altro, da qualcosa che porti via più tempo, quando e se si esaurità questa vene spontanea e fantasmagorica (adrenalinica e tremante) Ah, e poi non finiva, non finiva mai, nonostante una vaga architettura mentale (ma anche questa è pretesa). Insomma, commistione di toni, di aspetti, di emozioni; il frinire (finire, franare) è sempre Callimaco; l'idea centrale è nota e abusata. Però è vera.
A presto, gelsomini notturni.

Erotico perchè anche il gelsomino notturno di Pascoli è erotico, cosa credete?
   
 
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