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Autore: Lylith66    04/04/2009    3 recensioni
Elektra è una ragazza un pò...particolare? Sì, diciamo particolare. Frequenta l'università (all'indirizzo di genetica) ed è molto ricca anche se orfana di entrambi i genitori. Fin qui niente di strano ( a parte i soldi) no? Ma la notte lei ha un hobby alquanto bizzarro: va a caccia di Lycan. Ma se s'innamorasse di un Lycan? Avrebbe il coraggio di ammazzarlo, o seguirebbe ciò che le dice il cuore? Spero vi piaccia, lasciate una recensione!!!
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LUNA PIENA

Alfred svegliò la padrona di casa dolcemente, e se ne andò solo quando fu certo che non si sarebbe riaddormentata.

Elektra si girò dall’altra parte mugolando, ma il sole che filtrava dalle tende le impedì di riprendere sonno come invece avrebbe voluto. Sbuffò, scocciata. Era l’unica erede della fortuna dei Meadows e non poteva neanche dormire. Mise la testa sotto le coperte e ritrovò il suo amato buio. Stava per abbandonarsi all’incoscienza dei sogni, ma presto le mancò l’aria e fu costretta a fare di nuovo i conti con la luce solare.

La ragazza si alzò e prese a vestirsi: jeans, stivali di pelle nera, maglietta e felpa rossa. Non indossava quasi mai vestiti femminili, d’altra parte i suoi “hobby” notturni non glielo permettevano.

Non era una bellezza sconvolgente:lunghi capelli castani, che le arrivavano fino alla vita, e occhi pungenti e maliziosi, di un marrone scuro. Non era formosa, era proporzionata con il resto del corpo.

Scese al piano di sotto dove Alfred, come tutte le mattine, le fece trovare la colazione già servita.

Il maggiordomo, di circa sessant’anni, le sorrise.-Buongiorno. Dormito bene, signorina?

-No, per niente. E questa notte ci sarà la luna piena, dovrò prepararmi.

-E’ sicura di doverlo fare?

-E chi lo farà, oltre me, Alfred? Nessuno è come me in questa città che, tra l’altro, è sotto la mia protezione. Sai che me l’ha affidata il Cerchio.

L’uomo annuì: non approvava quello che faceva di notte, anche se sapeva che senza di lei, sarebbero stati sbranati tutti, ma aveva troppa paura che finisse come i suoi genitori. Jackie e Sam Meadows era morti facendo quello che faceva lei, ed Elektra era rimasta orfana a soli sette anni.

Tutte le famiglie più potenti della città aveva fatto a gara per adottarla, sperando di potersi appropriare almeno di una parte della fortuna che le spettava, e alcuni c’erano quasi riusciti. Ma, fortunatamente, era intervenuto il sergente Charlie Lloyd che non aveva preteso di adottarla, ma solo di diventare suo tutore. D’altra parte era il migliore amico di Sam, non poteva lasciare sua figlia in balia della fortuna, così.

Alfred l’aveva accettato senza problemi, sapeva che veniva con le migliori intenzioni, ed Elektra era potuta crescere nella casa dei genitori ed avere a disposizione l’intero patrimonio dei genitori non appena avesse compiuto il diciottesimo anno d’età. Ora la giovane padrona di casa ne aveva diciannove e usava i soldi di Jackie e Sam per pagarsi gli studi all’università, per tutti i suoi capricci usava i soldi che guadagnava con lavoretti part-time. Fece colazione e s’infilò il cappotto, mettendosi lo zaino in spalla. Sorrise, in direzione di Alfred.-Vado in piscina. Prendo la ducati.

Il maggiordomo la salutò, ma quando la vide uscire lo prese di nuovo l’angoscia: Elektra era una ragazza così imprevedibile.

**

Si cambiò velocemente. Si tolse i jeans, li lanciò sul pavimento, e fece lo stesso con la maglietta. Si mise un corpetto, dei pantaloni di pelle nera e degli stivali senza tacchi. I capelli castani li legò in una coda alta e si fissò allo specchio duramente. Dal suo corpo si crearono due animali: un puma e un giaguaro. Erano degli spiriti, si potevano vedere gli oggetti dietro di loro e non potevano essere scorti dai semplici umani.

Elektra si voltò verso il puma.-Kon.- Poi verso il giaguaro.-Nil.- Ed osservò la luna attraverso il vetro.-Andiamo.

Uscì passando per la finestra. Si arrampicò sul tetto della sua casa, saltando poi verso quello dei vicini con un’agilità sovraumana. Raggiunse la piazza della città in questo modo. Era deserta.

Bene, forse gli umani erano al sicuro.

Kon e Nil ringhiarono, lei si voltò e lo vide: un Lycan. Era un ragazzino, poteva avere forse sedici e le sorrise feroce.

-Cosa ci fa una sciamana come te qui?

La voce del Lycan non era umana, era bestiale e dalla sua gola proveniva un ringhio minaccioso.

Elektra non si fece spaventare: era chiaro che il suo avversario era assuefatto per la presenza della luna piena.

Possibile che l’Assemblea le dovesse mandare un ragazzo? Lei odiava fare fuori dei bambini.

-Perché, ci sono degli sciamani come me? Tu, piuttosto, dovresti tornartene da mamma e papà.-

Il Lycan rise.-Mamma e papà?! Tu pensa a proteggerti!

Attaccò.

Ma il suo avversario si bloccò in aria non appena lei allungò una mano nella sua direzione. Stavolta fu lei a sorridere.

-Non sapevi che uno sciamano controlla gli elementi? E tu ti stai muovendo nell’aria in questo momento.

Il Lycan ringhiò e nello stesso istante lo fecero anche Kon e Nil. Ne aveva un altro alle spalle. Si scansò appena in tempo per evitare le sue zanne, ma così perse anche il controllo sul ragazzino.

Il primo si voltò verso la luna e prese la forma di lupo. Elektra con una solo occhiata diede l’ordine a Kon e Nil di occuparsene. Era rischioso, i suoi genitori erano morti proprio lasciando i loro spiriti guardiani da soli contro un branco di Lycan, ma lei doveva occuparsi del Garou Anziano.

Il secondo Lycan prese la forma umana e si voltò verso il suo probabile allievo.-Ehi, Aaron! Lasciane un po’ anche a me!

La ragazza gli lanciò contro una ventata tanto forte da stordirlo.-Tu puoi occuparti di me, no?

Lui sorrise.-Di sicuro, principessa.

Grazie ai suoi poteri da sciamana riuscì a tenergli testa per un po’, ma poi il suo avversario rivelò tutta la sua potenza. Le bloccò le mani dietro la schiena e gliele strinse tanto da farle male.

Elektra gemette e lo colpì in pieno naso con la testa. Si liberò e gli mollò un calcio allo stomaco, mandandolo a sbattere contro un albero con una radice spuntata dal nulla.

Il Lycan si toccò il naso sanguinante.-Maledetta troia…

-Troia ci sarà tua sorella e tre quarti della tua palazzina!

Il suo avversario sorrise beffardo e si lanciò di nuovo all’attacco.

Kon e Nil morsero il loro nemico più volte, ma si era rivelato più resistente del previsto. Il lupo morse sulla zampa il giaguaro che ringhiò per il dolore, ma non apparvero i segni dei denti su di lui.

Elektra invece avvertì chiaramente il dolore di Nil ed il suo braccio sinistro cominciò a sanguinare copiosamente. Si stava mettendo male. Scansò il Lycan con un’altra radice e fece una capriola indietro atterrando abbastanza lontano da essere almeno per un po’ al sicuro dal Garou Anziano.

Aveva il fiatone.

Richiamò Kon e Nil e loro ubbidirono. Il Lycan con cui stavano combattendo si voltò verso di loro, convinto che Elektra si fosse arresa. Il volto della ragazza divenne impassibile.

“Nessuna esitazione.”

Alzò una mano verso il cielo nuvoloso e fulminò il lupo, con una saetta ad alto voltaggio. Un umano sarebbe morto sul colpo, ma il suo avversario si accasciò a terra agonizzante. -Lo lascio a voi. Ammazzatelo in fretta.- Fece, rivolta ai due animali.

Il puma e il giaguaro si lanciarono all’attacco, e il lupo fu certo che per lui era finita.

Elektra sentì il suo cuore stringersi. Aveva appena ucciso un ragazzo, seppur Lycan e pericolo per l’umanità, si sentiva male con se stessa. Non si rese conto che il Garou Anziano le veniva incontro minaccioso, e non si accorse, almeno finché non lo sentì, il pugno diretto allo stomaco. Sgranò gli occhi per la sorpresa, l’aria le mancava e si accasciò a terra con le mani strette sull’addome.

I suoi spiriti guardiani aveva ucciso il ragazzo e si buttarono sull’altro Lycan per proteggere Elektra ora in balia del nemico.

Il Garou Anziano la sollevò prendendola per la gola e stringendo la presa.

La ragazza cercò di liberarsi, ma la presa del Lycan era salda, troppo salda, per la misera forza umana.

-Sbranerò te, mi sembri un bocconcino saporito. L

ei lo sentì gridare di dolore e mollare la presa sul suo collo. Cadde, e prese a tossire godendo dell’aria che tornava nei suoi polmoni. Vide che Kon e Nil l’avevano attaccato mordendolo sulle gambe il puma e sulle braccia il giaguaro.

Elektra allungò una mano nella direzione del nemico, ma quello evitò la saetta e si levò di dosso gli animali. La ragazza sentì la stanchezza e il dolore pervaderle il corpo. Chiuse gli occhi cercando un minimo di forza, ma trovò solo l’istinto di sopravvivenza.

“Me lo farò bastare.”

Cercò di rimettersi in piedi, ma era di nuovo in balia del nemico. Il Lycan prese a colpirla con pugni feroci in faccia e sull’addome e alla fine le fece lo sgambetto per farla cadere. Lei batté la testa sul cemento del tetto. Perdeva sangue dal labbro e dal naso. Non ce la faceva più.

Fece il suo ultimo tentativo.

Un fulmine più potente degli altri, più veloce degli altri, lo colpì in pieno. Ma non lo uccise. Il Garou Anziano s’infuriò ancora di più.

Elektra si diede della stupida: aveva solo peggiorato la situazione.

Kon e Nil stesero il nemico e lo colpirono con morsi veloci e letali. Il Garou Anziani cominciava a riportare delle ferite serie e decise di ritirarsi.

-Ci rivedremo ancora, sciamana.

Sparì nel nulla.

Nil prese nella bocca il cellulare di Elektra e lo passò alla ragazza che sorrise.-Grazie, piccolo.-Digitò il numero di casa. Rispose Alfred, agitatissimo.-Alfred, avrei bisogno di un trasporto…

  
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