Ecco finalmente
l’ultimo capitolo di sta cosa obbrobriosa... per fortuna che erano solo 6
capitoli sin dalla progettazione (se così si può chiamare lo
scrivere una scaletta di fatti e titoli). Anche se all’ultimo capitolo
ricordo che i personaggi che sto utilizzando non sono miei (tranne quelle due
donne psicopatiche) ma di Inoue e io non ci guadagno niente nello scrivere. Ora
all’ultimo capitolo!
Non andare
via
06.
Inizio di qualcosa [l’unica cosa che so è che ti amo]
Ed ecco che la sua vacanza era finita, sua madre
sarebbe rimasta lì ancora per qualche mese ma lui non poteva permettersi
di rimanere, non poteva saltare ancora dei giorni di scuola e tra l’altro
sua madre non glielo avrebbe mai permesso di rimanere mentre lei si faceva
curare. “E certo... adesso
c’ha la balia insieme! C’è la sua amica di infanzia insieme
a lei... che se ne fa di suo figlio?” non lo pensava davvero ma era
comodo illudersi che fosse così... gli serviva per non concentrarsi
sulla vera ragione per la quale
voleva rimanere.
Nonostante non avessero
più ripreso il discorso dei suoi sentimenti Hanamichi non riusciva a
rassegnarsi... non riusciva proprio a mettersi il cuore in pace, lo amava
troppo. Avrebbe accettato davvero tutto pur di rimanere vicino a lui. Anche di
essere ignorato. Gli bastava essergli vicino. Ma in quegli ultimi 2 giorni
Rukawa sembrava sempre di fretta, non era mai nella stanza d’albergo che
le donne avevano prenotato loro. Diceva che doveva sistemare le pratiche per la
nuova scuola. In realtà Hanamichi era convinto che fosse una scusa per
non vederlo.
- Hana-chan sei triste?
– sua madre gli sorrise accarezzandogli una guancia – Come potrei
non esserlo? Sto per lasciarti qui... – borbottò il rossino mentre
la donna abbozzava un sorriso. – Non dirmi bugie Hana... non sei mai
stato bravo. Non è solo questo vero? È per Kaede giusto? –
gli chiese sua madre scompigliandogli appena i capelli – C...come...?
– la donna mise il broncio – Mi sottovaluti ragazzo mio! Io ho
occhio per queste cose! – sbottò offesa. – Si... ultimamente
sembra evitarmi... non abbiamo più parlato... Mamma forse non trova le
parole per rifiutarmi – sospirò il ragazzo, come se sua madre
sapesse tutta la storia... e in effetti era così ma lui certo non poteva
saperlo.
Megumi e Fi avevano scoperto
tutto ascoltando un monologo di Kaede per caso, un giorno che Hanamichi era
fuori, avevano scoperto che il rossino gli si era dichiarato e lui non sapeva
più cosa pensare perché adesso si credeva innamorato di lui.
- Magari invece non trova le
parole per dirti che ti ama anche lui... – gli disse lei sorridendo dolce
– Non illudermi mamma... lo amo troppo per farmi false speranze –
dichiarò il rossino – Ora è meglio che vada... – la
madre annuì triste: sperava solo che il moretto si sbrigasse a rendere
felice il suo bambino.
Hanamichi sospirò,
adesso era ad attendere quell’orrido aereo. Non voleva andarsene! Non
voleva! Ma cosa poteva fare d’altro? Andandosene almeno avrebbe smesso di
infastidire Rukawa. Poteva fare solo questo per lui. Per renderlo felice.
In fondo non gli aveva mai
fatto capire i suoi sentimenti... mai... fino a quando aveva capito che non
l’avrebbe più potuto vedere non aveva avuto l’impulso di
tirare fuori tutto, nemmeno una volta. Perché sapeva che se lo avesse fatto avrebbe irrimediabilmente modificato
quel loro strano rapporto di odio/competizione/amicizia e lui non voleva
modificarlo. Gli era sempre andato bene. L’unico suo sbaglio era stato
pensare che Rukawa non avrebbe provato a realizzare il suo sogno, che sarebbe
sempre rimasto a Yokohama... aveva dato per scontato che anche il moretto
sarebbe rimasto sempre nello Shohoku. Il suo era un pensiero irrazionale e lo
sapeva, perché in fondo la squadra si sarebbe sciolta appena tutti
avessero preso il diploma... ma gli piaceva pensarla così.
I suoi pensieri furono
interrotti da un richiamo fin troppo familiare – Do’aho! –
Rukawa aveva il fiatone, era tutto sudato e accaldato lo vedeva. Doveva aver
corso di sicuro. Per lui? Perché? Cosa aveva dimenticato a casa? Non gli
sembrava di aver scordato nulla. - ... Perché non hai aspettato che
tornassi? – gli domandò il moretto d’un soffio mentre
Hanamichi arrossiva – E a che sarebbe servito? Non volevo subire un altro
addio. Ti ho salutato quel giorno a casa tua – dichiarò il rossino
abbassando lo sguardo.
- Idiota ti sei dimenticato
di chiedermi cosa ne penso io di questi tuoi sentimenti... non mi
hai dato tempo né spazio per parlare... e quando stavo per dire qualcosa
arrivava sempre qualcuno a scassare le scatole – mugugnò Kaede
osservandosi intorno prima di avvicinarsi ad Hanamichi sussurrandogli un
– Ti amo – per poi baciarlo a fior di labbra. Quando si
staccò il moretto continuò – Ti amo e non ho intenzione di
lasciarti tornare a Yokohama tanto presto... ci torneremo insieme quando tua
madre starà meglio ok? – Hanamichi annuì ancora incredulo.
- Davvero? Cioè...
come è possibile che tu... – Hanamichi balbettava davanti al
moretto che gli sorrideva appena – Che ti ami? Non lo so... me ne sono
accorto mentre eravamo qui... cioè... ho realizzato che per te non
provavo solo indifferenza. Sento qualcosa, qualcosa che posso identificare solo
come amore – chiarì il concetto, ma non poi di tanto, Kaede.
Hanamichi era rosso, aveva
gli occhi appena lucidi, di gioia e di sorpresa. L’unica cosa su cui non
aveva mai fatto affidamento, la sola cosa che era sicuro di sapere, ossia i sentimenti di indifferenza di Rukawa, era
crollata... Rukawa... lui lo amava! Era ricambiato! Era felice, sentiva dentro
la voglia di stringerlo a sé crescere ma si trattenne, giusto
perché non gli sembrava il caso di farlo proprio in mezzo
all’aeroporto.
- Do’aho sei vivo?
– Kaede lo risvegliò dalla momentanea immobilità –
Baka Kitsune mi permetti almeno di essere un tantino stupito? Fino a poco fa
credevo che a te, di me, non importasse niente. Adesso invece mi hai appena
detto che mi ami... posso svenire? – disse a raffica Hanamichi mentre
Kaede lo guardava sbuffando – Non puoi fare qualcosa di più
romantico? Oppure proporre di andare a mangiare fuori insieme visto che ti ho
appena fermato dal tornare a casa? – disse il moretto – Hai
ragione! Ok Kitsune andiamo a mangiareeee – urlò Hanamichi
afferrandolo per un braccio mentre Kaede rischiava quasi di cadere –
Do’ahooooooooooooooooo –.
Fine
E’ finita!!!
T__T oddio che tristezza non mi piace quando le ff finiscono... mi ci affeziono
(più che altro perché sono dei lunghi travagli la loro stesura) e
poi è difficile staccarsene! Beh la smetto di dire cavolate... adesso
posso dedicarmi totalmente all’altra! Sempre che non mi venga in mente
qualche altra idea malsana da portare avanti. Alla prossima!
By athenachan