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Autore: Clot33    23/03/2005    2 recensioni
Allora, eccomi qua. Stavo pensando alle lacrime e al mio passato. E mentre pensavo scrivevo. E dato che quello che ho scritto lo pensavo veramente, ho veramente pensato che forse qualcuno voleva leggerlo. Non sono così presuntuosa da pretendere che qualcuno legga quello che ho scritto, anche se ho scritto parlando in generale. In ogni caso, se qualcuno la leggesse, pregherei questa persona di lasciare anche un commento, anche su come è scritto, o semplicemente una propria opinione, grazie. Spero non vi addormentiate sulla tastiera...-___-... In ogni caso l'autrice si dissocia dalla responsabilità per ogni caso di narcolessia acuta!!! Buona lettuuuuuuuuuraaaaaaaaaaa!!!! Ciauxxx!!!!! Lara_chan
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il cuore non ha sangue.
Per questo quando qualcuno ci ferisce non sanguiniamo come quando ci fanno del male da altre parti. Se qualcuno ti picchia, ti accoltella, ti uccide, tu sanguini, perdi quel prezioso liquido vitale, denso e rosso, e questo implica la fine della tua vita. Ma quando qualcuno ti ferisce nell’orgoglio, ti straccia l’anima a colpi di parole, ti ferisce profondamente in quel luogo buio e oscuro che è il cuore, perché non sanguiniamo? Perché non riversiamo fuori dal nostro corpo quell’ambrosia che sa di ferro? Non è forse doloroso quando qualcuno ci attacca? Non è forse deleterio sentire le parole di qualcuno a cui vogliamo bene, infangare il nostro nome con odio o compassione o derisione? Non viene forse voglia di lasciarsi morire quando perdiamo qualcuno a cui noi vogliamo bene?
Si, noi soffriamo, ci disperiamo, ci sentiamo morire dal dolore, eppure non sanguiniamo. Non sanguiniamo perché il cuore non ha sangue, l’anima non ha sangue. Mi sono chiesta perché e per come, mi sono chiesta il motivo di questa mancata perdita, mi sono chiesta se non fosse tutta una finzione quella del dolore per le parola di qualcun altro, se i sentimenti non fossero tutta una menzogna. Ma la gente muore per dei sentimenti. La gente si lascia morire dal dolore a volte. Io stessa ho visto persone a me care lasciare la vita prechè non aveva più alcun significato reale senza la persona amata. Io stessa ho assistito alla fine di qualcuno che non poteva resistere alla lontananza di una persona morta. Io stessa l’ho visto. Allora perché? Perrchè non sanguiniamo dal dolore? Perché? Ho pensato molto, allora. Ho pensato ai comportamenti delle persone ferite, ho pensato alle loro mani tremanti, ho pensati ai loro volti pallidi, alle labbra secche, alla loro aria stanca e affranta. Ho pensato a quelle persone e infine ho capito. Ho guardato i loro occhi vacui e spenti e ho capito.
Il cuore non ha sangue, ma ha lacrime.
Quando qualcuno ci ferisce sentimentalmente, noi piangiamo. Piangiamo dalla disperazione, dalla rabbia dalla frustrazione, dal dolore. Piangiamo perché è l’unica cosa che ci rimane. Piangiamo perché non c’è altro da fare.
Quando siamo disperati e soli.
Quando siamo stanchi e affranti.
Quando siamo senza forze e attendiamo impazienti la fine di tutto.
Quando abbiamo paura.
Quando abbiamo voglia di sparire o che qualcuno ci noti.
Quando ne abbiamo semplicemente abbastanza noi piangiamo.
Quando apriamo il nostro cuore, noi piangiamo.
Ora vi racconto una cosa. Sapete cosa ho fatto io giunta a questa conclusione? No? Allora ascoltate bene: ho pensato che se quando noi apriamo il nostro cuore piangiamo E se noi piangiamo quando soffriamo ALLORA noi soffriamo quando apriamo il nostro cuore. Che significa questo? Che nessuno si deve più avvicinare al mio cuore. Nessuno dovrà più guardarci dentro. Nessuno dovrà più vedere che cosa provo. Nessuno si farà spazio nel mio cuore, mai più. Così io non soffrirò. Non soffrirò mai più. Da quando l’ho pensato, ho creato una gabbia intorno al mio cuore, sbarre di ferro e acciaio, sbarre di protezione, sbarre che mi dividevano dal resto del mondo. Scherzavo ancora con i miei amici, li guardavo ancora con affetto, sorridevo ancora a loro. Ma niente proveniva dal mio cuore. Proveniva tutto dal surrogato di cuore creato fuori dalle sbarre: un cuore come il precedente, ma che anche se ferito, non provocava dolore. Io, di fatto, non soffrivo più. Non avete idea di quanto mi sia stato utile per non soffrire. Non avete idea di quanto dolore mi sono risparmiata con questo sistema… Poi ho trovato delle persone che volevano veramente essere mie amiche. Loro si fidano di me. Loro vogliono essere veramente vicini a me, vogliono veramente entrare nel mio cuore senza farlo soffrire, loro mi vogliono davvero bene. E ho scoperto che esiste qualcosa di bello e divertente … ho scoperto la felicità. Solo un pallido, pallidissimo esempio della luce riflessa che è la felicità, ma ho pensato che mi piaceva. Ho visto persone felici. E ho notato una cosa che mi ha lasciato senza parole: a volte piangevano. Erano felici, alcune sorridevano anche, ma piangevano. Piangevano di gioia. Ho pensato che non era logico che piangessero, perché chi piange, lo fa perché soffre. Ho pensato che era infinitamente sbagliato. Ma quella sbagliata ero io. Le lacrime sono il sange del cuore, e come tali racchiudono in se tutto ciò che esso prova. Possono essere amare, dolci, felici, tristi e disperate e di gioia. È per questo che sono trasparenti, perché racchiudono la perfetta unione di bene e male, perché non si sbilancino verso uno o l’altro sentimento. Sono trasparenti come i sentimenti. Spesso noi non riusciamo a capirli, o semplicemente non vgliamo capirli, allora ci appaiono confusi e inestricabilmente contorti. Ma non è così. Basta guardare meglio, armati di calma totale o totale furia che ci appariranno per quello che sono. Trasparenti. Ho pensato che allora quando noi piangiamo non è perché tiriamo fuori qualcosa di doloroso, ma che quando piangiamo, a volte tiriamo fuori anche il meglio di noi. Ho creduto che infondo a volte, piangere non è una brutta cosa, che a volte piangere implica felicità. Allora ho pensato che in fondo, potevo provare a farli entrare nel mio cuore, potevo farglielo vedere, potevo fidarmi di loro… per una volta, potevo provare… potevo provare…Ma non posso. Non posso perché una volta messe le sbarre intorno al mio cuore, non riesco più a levarle. Non riesco ad uscire fuori. Loro ci provano a starmi vicino, ma è difficile, e lo so, perché il mio cuore ed io stiamo cercando in tutti i modi di rompere le sbarre, ma, come sempre, è il peggio che viene fuori per primo. Avete presente il vaso di Pandora? Zeus diede a Pandora il vaso che conteneva tutti i mali del mondo con la promessa che non lo avrebbe mai aperto, ma lei lo aprì e i mali uscirono. Per ultima uscì la speranza. Davvero pensate che la speranza sia un male? Davvero la speranza è qualcosa di brutto, che andava rinchiuso? Davvero? Io non lo credo. Forse neanche Pandora lo credeva e per questo ha aperto il vaso. Forse è perché credeva che la Speranza andasse liberata, a costo di far venire fuori tutti i mali del mondo. Forse è per questo. Allora da oggi in poi chiamatemi pure Pandora se volete, perché io farò come lei. Anche io romperò le sbarre dle mio cuore, a costo di far venire fuori il peggio di me, a costo di rimanere ancora una volta da sola. Io romperò quelle sbarre che mi hanno protetto dal dolore perché mi hanno protetto anche dalla felicità. Romperò quello sbarre perché voglio essere libera da me stessa ora. Romperò quelle sbarre perché forse, in fondo al mio cuore, ombrata dall’oscurità dei miei sentimenti, comportamenti e pensieri negativi, forse si nasconde la speranza di vivere davvero. Pensate che non valga la pena combattere tutti i mali del mondo per tirarla fuori?

Beh, io si.
  
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