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Autore: miki18    13/04/2016    0 recensioni
Ciao a tutti! Questa è la prima volta che scrivo una storia originale e spero che qualcuno di voi la legga. AGGIUNTO IL DODICESIMO CAPITOLO!! Ecco un anticipazione della mia ff:
Greta era una ragazza solare, sempre pronta ad aiutare i suoi amici..Possedeva un carattere peculiare che la distingueva dalla massa: era dolce e affettuosa, ma anche tremendamente timida e permalosa(...) Un incontro e un oggetto a lei caro le avrebbero cambiato la vita(...)Il destino stava già operando per lei e nessuno poteva sapere cosa le sarebbe successo nei giorni futuri.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Semplicemente

      tu ed io

Created by Rita

 

   { Ubriachiamoci d’amore ~

 

Greta’s Pov

Finalmente l’avevo baciato! Il bacio più bello ed emozionante della mia vita!

Quando le nostre bocche si sono sfiorate, ho sentito un brivido lungo la schiena, ricco d’amore. Le emozioni che ho provato con Luca sono state sublimi. Il mondo è sparito magicamente e l’atmosfera si è impregnata di amore puro, amore che ho cercato da sempre…

Mi sono sentita esplodere di felicità. Il cuore ha cominciato a battere ed io ho pensato se fosse questo il rumore che fa la felicità…

Luca. Che nome dolce e così perfetto per lui. È mio. Mio. Il suo bacio è stato così dolce, tenero e sensuale. Non ho mai conosciuto un ragazzo così amorevole e affettuoso…ed io ne sono pazzamente, inesauribilmente innamorata. Sono pazza di lui. Letteralmente, PAZZA.

Si può amare una persona di un amore unico e totalizzante? È proprio quello che provo per lui.

Senza di lui, oramai, la mia vita non avrebbe più senso. Nessuno sarebbe in grado di eguagliare la sua persona, nessuno potrebbe mai prendere il suo posto…mai e poi mai!

La vita, a volte, è strana e strabiliante allo stesso tempo! Chi lo avrebbe detto che nel giro di pochissimo tempo mi sarei innamorata perdutamente di un bellissimo ragazzo e che fossi stata corrisposta da codesto splendido angelo?!

Sì, perché lui è un meraviglioso angelo, sceso sulla terra per salvare questa povera anima da chissà quale brutto destino…

Ma non voglio pensarci, perché adesso sono felice con lui. Mi sembra un sogno starci insieme: mi sento realizzata e appagata.. non soffro più, non piango più e spero di non farlo più per amore.

Mi auguro davvero che questo nostro rapporto duri in eterno e farò qualsiasi cosa affinché non abbia mai fine. Proteggerò il nostro amore, rispetterò le sue idee e mi batterò affinché Luca sia sempre felice, ogni giorno, ogni istante, per sempre! 

- Greta mi aiuti ad apparecchiare? – mi disse mia madre, entrando nella mia camera.

- Arrivo. – smisi di sognare ad occhi aperti e mi recai verso la cucina. Vidi Giuly seduta comodamente nel piccolo divanetto la quale guardava affascinata quelle strane fate chiamate witch. Sorrisi. Com’era dolce la mia piccola sorellina.

      Presi la tovaglia da cassetto della credenza e la stesi sul tavolo, aggiustandola in modo uniforme. Mi recai di nuovo nella credenza, dove presi le stoviglie e i tovaglioli. Finì di apparecchiare la tavola e notai che il display del mio cellulare brillava, lo presi e scoprì con grande gioia che si trattava di un messaggino del mio Luca.

* Mi manchi. *

Questa piccola frase mi rese felicissima. Gli mancavo. Mancavo a lui. È ciò che il mio cervellino ripeteva in continuazione.

Risposi immediatamente con un dolcissimo “anche tu” nel quale aggiunsi anche un cuoricino.

Il cuore già galoppava velocissimo nel mio petto, mi bastava un piccolo sms per farlo battere come una furia: sembrava che volesse uscire dal torace quanto era veloce.

Non ce la facevo più! Dovevo sentirlo! Era più forte di me.

Mi catapultai con una scusa nella mia stanza, presi coraggio e lo chiamai. Rispose al primo squillo, non mi fece nemmeno attendere.

-          Greta, tesoro mio, come mai mi hai chiamato? – chiese il mio angelo, sorpreso dalla mia improvvisa chiamata.

-          Mi mancava la tua voce! – gli rivelai. Ero sincera. Poi continuai: - lo so, sono patetica.. saranno passate si e no 2 ore, ma mi mancava terribilmente. –

-          Oh piccola, anche tu. Che facevi di bello? – mi domandò. La sua voce era melodiosa e così calda. Mi resi conto quanto solo risentirla anche per telefono mi faceva tremare il cuore. 

-           Stavo apparecchiando la tavola, tra poco si cena. – dissi io, piano,  giocherellando con una ciocca dei miei capelli. Poi pensai che magari lui stesse già cenando e chiesi: - Ma stavi forse cenando? Ti ho disturbato? –

-          No, no, io ceno sempre verso le 21, quando torna mio padre da lavoro. Comunque tu non mi disturbi mai. –  mi disse, felice. Ed io colsi con piacere questa affermazione.

Era così bello poter far parte del suo mondo, poter mescolare la sua vita con la mia.

Era una cosa mi faceva impazzire di gioia! Non avevo mai amato così nessuno, nemmeno quel deficiente di Dani.

-          Gre, ma dopocena potrò chiamarti lo stesso, vero? – mi domandò. Percepì subito la sua voglia di stare con me e la paura che io potessi dirgli di no. la mia gioia non poteva essere più grande.

-          Certo! È ovvio! – Esplosi di felicità alla sua domanda. Non si era stancato di me, della mia voce, della mia vita e tutto questo mi sembrava un sogno. Poi dissi a malincuore:

-          Adesso devo andare, mia madre mi sta chiamando per la cena. – lo sentì sbuffare e sorrisi.

-          No. Uff! Allora ci sentiamo dopo tesoro. – mi sibilò dolcemente poi.

 Quanto adoravo la sua voce. Non mi sarei mai stancata di ascoltarlo.

        Allora a dopo e buona cena. –

        A te piccola. – Mi salutò così ed io chiusi la comunicazione, anche perché mia madre venne a chiamarmi fino dentro la mia stanza. “che avesse capito qualcosa?” mi domandai, dirigendomi in cucina.

 

°°°

 

-          Mamma stasera non cenerò a casa, devo uscire. – Disse Riccardo, prendendo la giacca.

-          Non mi avevi detto che saresti uscito e poi con chi? – Chiese la madre, curiosa e sospettosa.

-          Da quand’è che ti interessa della mia vita? Sai, c’è la privacy! – scherzò il ragazzo, prendendo anche le chiavi della macchina.

-          Ma amore, io mi sono sempre preoccupata ed informata, se ricordi, della tua vita! – Puntualizzò la donna, guardando in modo accusatorio il proprio figlio mentre indossava la giacca.

-          Vado a fare un giro e poi mi vedo con un paio di amici per mangiare una pizza. Tutto qui. – disse solamente, Riccardo, ma ciò non convinse la madre la quale era sicurissima che ci fosse di mezzo una ragazza.

-          Amore voglio sapere tutto, lo sai. Io e tuo padre abbiamo passato troppo tempo senza prenderci cura di te. –

-          Mamma non preoccuparti. I genitori di Greta sono stati molto ospitali in questi anni. – pigolò lui, cercando di chiudere l’argomento. Detestava parlare di tutto ciò. Anche se gli piaceva stare a casa da solo, ora che era grande, il ricordo della sua infanzia lo tormentava ancora. Sin da piccolo era stato abituato a stare con i nonni o con la famiglia di Greta. I suoi genitori possedevano un’azienda farmaceutica che li obbligava a viaggiare per mesi e mesi dell’anno e sin da piccolo, Riccardo, aveva vissuto in una casa che non era la sua. Adesso tutto era cambiato. Dopo la maturità il ragazzo aveva espresso il desiderio di poter stare solo, di potersi prendere cura di se stesso e di stare a casa sua qualora i suoi fossero partiti per lavoro. Alle volte si sentiva solo e pensava di impazzire, ma nonostante ciò preferiva vivere sotto il suo tetto. Greta, dal canto suo, non lo aveva mai abbandonato: era sempre stata presente nella sua vita e quando poteva si trasferiva da lui, in modo da non fargli pesare troppo la solitudine e la mancanza dei suoi genitori.

-          Amore. Se non siamo stati abbastanza presenti nella tua vita non vuol dire che non ci preoccupiamo di te o… -

-          Mamma non è questo. È.. è.. che sono abituato ormai a vivere da solo. Lo capisci? –  le chiese, sistemandosi meglio la giacca blu. La madre ci rimase un po’ male: non avrebbe mai voluto vederlo soffrire, lo amava più della sua vita. Quell’unico figlio che aveva avuto ormai era diventato grande e lei se ne accorgeva soltanto adesso. Non aveva mai tempo da dedicargli e questo la faceva stare dannatamente male.

-          Lo capisco. – sospirò, arrendendosi. Non c’erano più parole da spendere e preferì cambiare argomento.

-          Ma, comunque, per caso ti vedi con Greta stasera? È successo qualcosa in questi mesi?  Qualcosa che spera il mio cuore? – Chiese, infine, curiosissima. La madre aveva sempre sperato che il figlio si mettesse con quella ragazza, le era sempre piaciuta e poi lei era molto amica dei suoi genitori.

-          Mamma! –  Riccardo roteò gli occhi. Erano anni che sentiva la madre elogiare la sua amica e dire quanto le sarebbe piaciuto vederli insieme.

-          Che c’è? Non posso sperare nella vostra unione? – domandò, offendendosi. Riccardo la guardò in faccia e le sorrise.

-          Siamo solo amici. – annunciò, scotendo il capo. “Perché non le entra in testa?” si domandò Riccardo.

-          Mmm.. si, ma il mio sesto senso mi dice che tu ti vedrai con una ragazza stasera. Se non è Greta allora chi è? –

-          Ahhhh.. – si lamentò il ragazzo ormai esasperato per l’interrogatorio.  – mammina cara, se ci fosse davvero una ragazza non verrei di certo a dirlo a te, non credi? –  fece lui, aprendo la porta del suo attico.

-           Ma.. ma.. –

-          Ciao mami. Non stare alzata ad aspettarmi, non so quando tornerò. – la salutò chiudendo la porta e senza darle il tempo di replicare. “certo che mia madre è davvero incredibile!” Si disse non appena entrò in ascensore. Ma poi tornò a pensare alla sua Marta. A quanto i suoi occhi lo facevano impazzire. Non vedeva l’ora di rivederla. Aprì il portone e si recò verso il garage del palazzo. Andò verso la sua BMW serie 5 Berlina grigia, mise in moto ed uscì dal cancello del residence. Casa di Marta non si trovava molto distante e in pochi minuti arrivò a destinazione. Le fece uno squillo e dopo diversi minuti ecco che spuntò fuori dal portone una graziosa ragazza dai capelli ricci, la quale non appena vide il suo amore sorrise dolcemente.

-          Amore! – lo salutò salendo nell’auto. Lo abbracciò forte e lo riempì di dolci baci. Le era mancato da morire.

-          Marty…ma..ma cos’hai fatto hai capelli? – Le chiese non appena sciolse l’abbraccio.

-          Non ti piacciono? Sono colpi di sole. Belli, eh? –

-          Sì, sei veramente stupenda. – Le sorrise accarezzandole la guancia. Poi accese il motore dell’auto e partì.

-          Allora dove andiamo? – chiese infine, guardandola con la coda dell’occhio.

-          Mmm.. cosa fanno gli altri stasera? –  domandò la riccia, sistemandosi meglio sul sedile e lisciando il suo vestitino grigio che si intravedeva dal cappotto.

-          Ma cosa ti sei messa? – le chiese, poi, Riccardo, guardandola meglio e lasciando perdere la domanda che gli era stata rivolta. Marta lo guardò smarrita, non capiva a cosa si riferisse.

-          Eh? – “Forse non gli piace?” si domandò, guardandosi meglio.

-          Il VESTITO. – sibilò lui a denti stretti, guardandola in modo cupo. Il solo fatto che avesse messo un qualcosa che esaltava la sua corporatura lo faceva diventare pazzo di gelosia.

-          Cos’ha che non va? – domandò lei innocentemente. Eppure pensava di stare bene con il suo tubino.

-          Ti sta troppo bene!. – dichiarò, enfatizzando la parola troppo. – Dovrò fare a pugni con tutti stasera! – aggiunse, prendendole la mano ed intrecciandola con la sua sopra al cambio delle marce.

-          Amore, dai! – rise lei. In verità si sentì lusingata ed amata. Sapere che Riccardo potesse essere così geloso di lei la rendeva veramente felice. “Allora è geloso. Oddio! È così adorabile.” erano questi i pensieri che le ronzavano in testa.

-          Mmmm… ma comunque… - fece una pausa, Riccardo. - Penso che vadano in disco, se non sbaglio a Villa Costanza. –

-          Ti va di unirti a loro o vuoi che stiamo per conto nostro? – Domandò la riccia, mentre il suo piccolo stomaco protestò.

-          Credo che sia meglio andare a cena, che ne dici? – le domandò, sorridendole.

-          Si, si. – e risero entrambi, dirigendosi verso il centro.

-          Dove vorresti andare? Anzi, cosa vorresti mangiare? –

-          Mmm… Pizza! –  Annunciò la ragazza, accendendo lo stereo. Nell’abitacolo si espanse una dolce melodia.

-          Ok. – Affermò lui, poi chiese:

-          Dove vorresti andare, piccolina mia? –

-          Mmm…mi piacerebbe.. mmm… mi piacerebbe tornare nella pizzeria dove ci siamo conosciuti, ti ricordi? –  gli domandò stringendogli ancora di più la mano.

-          E come potrei mai scordare quel giorno. – disse. – Allora andiamo dai vecchietti! – E le sorrise. Quando parcheggiarono, Riccardo mandò un sms ad Andrea per informarlo che dopocena li avrebbero raggiunti in discoteca. Si dettero appuntamento verso le 22.30 vicino Mondello. Infine conservò il cellulare in tasca e prese per mano la sua Marta, ed insieme si incamminarono verso la pizzeria.

-          Sembra che questo posto non sia cambiato di una virgola, vero? – chiese lei, appena furono fuori il locale.  

-          Già, è rimasto tutto uguale. Ti ricordi la prima volta che siamo entrati qui? Tu avevi 18 anni ed io 20. – disse il ragazzo.

-          Vero, e tu portavi la barba più lunga di adesso. Ahahah. Eri tenerissimo! – Rise la riccia, rievocando quei bei ricordi del passato.

-          Non me lo ricordare, per favore! Mia madre mi detestava in quel modo, cercava sempre di convincermi a toglierla, ma io non demordevo! Ahaha. – rise anche lui, ricordando le volte in cui bisticciava con la madre a causa della barba. Poi aggiunse:

-          Ma davvero ero tenerissimo? – le chiese, prendendole il viso tra le mani. Era un gesto che faceva intenerire ogni volta la ragazza, la quale lo guardava adorante.

-          Si, mi piacevi tantissimo. – Lui sorrise e la baciò dolcemente. Entrarono e immediatamente un cameriere li fece accomodare ad un tavolo. Ad un tratto, mentre i due piccioncini scrutavano con interesse il proprio menù, entrarono tre tizi nel ristorante i quali si sedettero proprio dietro il loro tavolo. Riccardo non poté non notare come uno di loro guardasse in continuazione la sua Marta, la quale ignara continuava a guardare il menù.

-           Che c’è amore? – chiese lei, vedendo che si agitava. Gli prese la mano e lo guardò negli occhi.

-          Quello ti sta spolpando viva. Sembra che ti stia facendo una radiografia, tze! – si lamentò, guardandolo in cagnesco. Alla ragazza non importò.

-          Amore fregatene. Godiamoci la serata. E…e poi a…a – si fermò e con voce tremolante ed emozionata aggiunse: - …a me importa solo di te. Ti amo così tanto. – confessò con l’emozione nella voce, al che il ragazzo la guardò stregato e la bacio. Fu un bacio candido. Un bacio soave. Un bacio tenero.

-          Allora… ordiniamo? –  le chiese appena si staccarono.

-          Si! – rispose prontamente la ragazza.

-          Cameriere? – lo chiamò lui, facendogli segnale.

-          Arrivo subito! -

 

°°°

 

A casa Michelini regnava un’atmosfera bellissima. Clarissa, la sorella maggiore di Luca, stava informando i suoi familiari dell’ecografia effettuata in quel pomeriggio ed Elena non poté che chiederle quando sarebbe nato il piccolo o la piccola. Ancora non si sapeva il sesso del nascituro e tutti in famiglia erano elettrizzati ed incuriositi.

-          Penso durante il periodo natalizio. Oddio sono così emozionata. – Annunciò lei, toccandosi il piccolo grembo ed accarezzandolo dolcemente.

-          Immagino tesoro! Lo sono anch’io, non vedo l’ora di tenere in braccio il mio nipotino/a! –  Disse la madre, sprizzando gioia da tutti i pori.

-          Ma quando avete intenzione di ripartire? – chiese all’improvviso Luca, sperando che rimanessero un’altra settimana.

-          Dovrei tornare al lavoro lunedì, quindi domenica pomeriggio dovremo già essere in viaggio. –

-          Nooooo! Così presto? – si lamentò Elena.

-           Non abbiamo avuto il tempo di parlare un po’. –

-          Sorellina, mi dispiace tantissimo. –

-          Pazienza, comunicheremo tramite Skype. – Clarissa le sorrise bonariamente e Luca colse quel sorriso che gli parve identico a quello della sua Greta. “a proposito di Greta! Me ne stavo quasi dimenticando! Dovevo chiamarla dopo le 21!” Si disse e liquidando tutti con una scusa, corse nella sua camera e chiamò tutto preoccupato la sua stella.

 

 

°°°

 

Greta’s Pov

E’ da quasi venti minuti che aspetto una chiamata da parte di Luca. “Magari se ne sarà dimenticato o avrà avuto qualche altro impegno” Mi dico e la paura che lui mi possa prendere in giro s’insinua in me. Quando, ormai, non ci spero più ecco che arriva finalmente la sua chiamata. Rispondo, cerco di essere calma e non alterata anche se dentro lo sono un pochino.

-          Pronto? Rispondo al primo squillo, chissà cosa avrà pensato, chissà che gli avrà fatto piacere.

-          Amore, scusami. – Mi ha chiamato Amore. Mi sento esplodere il cuore dentro il torace. È così dolce questa parola detta da lui. Amore. Non mi aveva mai chiamata così. Poi continua: - Sono rimasto a parlare nel salone con la mia famiglia. Sai, mia sorella Clarissa è tornata da poco a casa dopo quasi un anno e ci ha portato una bellissima notizia. – Mi dice entusiasta. Colgo la sua felicità, non riesco a non sorridere.

-          Non ti preoccupare. – gli dico soltanto, anche se era all’apice delle lacrime.

-          Dimmi la verità: pensavi che mi fossi scordato di te? –

-          Bè, tu cosa penseresti? – Gli domando, anche se conosco la risposta. Ride, è felice di sapere che mi mancava e che lo stavo aspettando.

-          Non mi potrei mai scordare di te, Greta. – Mi dice e queste parole fanno scoppiare il mio cuore di felicità.

-          Stavi dicendo? – Gli ricordo: voglio sapere ogni cosa che ha fatto in queste ore in cui è stato lontano da me.

-          Si. Dicevo che mia sorella ci ha comunicato che aspetta un bambino. Ti rendi conto? Diventerò zio! – è felicissimo, la sua voce è raggiante e questo non fa che rendermi sempre più innamorata di lui.  – Che bella notizia! Auguri a tua sorella, allora! – Gli dico contenta e lo sono davvero.

-          Amore? -  Mi chiama di nuovo con quel dolcissimo nomignolo. Lo adoro totalmente.

-          Dimmi. – Rispondo, sono curiosa di sapere cosa vuole dirmi. – Ho bisogno di dirti una cosa. – Mi sussurra e questo non fa altro che intenerirmi. – Dimmi, allora. – Sorrido mentre lo dico, sono troppo curiosa.

-          Non posso dirtelo qui per telefono, ho bisogno di guardarti negli occhi. Capisci? – Certo che ho capito, eccome se ho capito. – Si, amore. – è la prima volta che lo chiamo così ed è stato dolcissimo. Mi batte forte il cuore, penso che tra poco potrebbe uscire dal petto.

-          Che ne pensi se venissi a prenderti e raggiungessimo gli altri?

-          Cosa? – Ma è impazzito? Vorrei tantissimo rivederlo, ma non posso mica dire ai miei che sto per uscire alle 22.30 per giunta!

-          Si, ho una voglia matta di vederti, amore, non ce la faccio più. Dai, usciamo! – Mi dice ed ha ragione, anche io vorrei rivederlo. Mi manca incredibilmente.

-          Amore.lo chiamo. – Anch’io vorrei vederti, ma non posso uscire così di punto in bianco, capisci? – gli spiego, spero che comprenda oppure non saprei proprio cosa inventarmi.

-          Lo capisco benissimo, cucciola. Ma ho davvero bisogno di rivederti.- io non so proprio cosa dirgli.

-          Anche io, ma non posso proprio… - lascio la frese in sospeso. Spero proprio che non mi preghi di nuovo, non potrei più dirgli di no. Non ci riuscirei.

-          Mmm.. va bene. Allora ci vediamo domani? -  mi chiede.

-          Va bene. – sorrido. Sono felice perché mancano solo poche ora e lo potrò riabbracciare!

-          …però ti voglio portare fuori a cena, intesi? – continua a dire lui e questo non può far altro che rendermi euforica.

-          Si, mi piacerebbe tantissimo.approvo, sorridendo. Sto volando, non mi sono mai sentita così bene con una persona: c’è sintonia tra di noi, è meraviglioso.

-          Adesso però devo augurarti la buona notte. Domani mattina dovrò svegliarmi presto, ho lezione. –  Gli comunico, prendendo il pigiama dal cassetto dell’armadio. – Va bene. A che ora dovrai andare all’università? – Mi chiede e non capisco il motivo di questa domanda.

-          Verso le 9.30. Perché? –

-          Ok, ti passo a prendere verso le 9.15. Non farti troppo bella, mi raccomando! Sai quanto sono geloso, no?

-          Amore, non c’è bisogno che mi vieni a prendere a casa! Posso andare con l’autobus. –

-          No, non se ne parla! Ti passo a prendere io, amore mio. Allora a domani cucciola? – Mi chiede ed io non posso che accettare. – Ok. A domani amore mio e grazie! – Mi sembra doveroso ringraziarlo.

-          Piccola, scherzi? Lo faccio con piacere! Non c’è bisogno che mi ringrazi e poi non voglio che cammini sola per strada. – Mi rivela la sua piccola paura e questo non può che farmi piacere perché mi fa capire che si preoccupa per me.

-          Buona notte amore, dormi bene. – Gli dico, salutandolo. – Anche a te, mia principessa. A domani. – e chiudiamo la comunicazione con un piccolo bacio. Mi alzo dalla sedia in cui sono seduta, mi metto il pigiama e mi corico felice come non mai.

 

 

 

 

Awwww. Ciao a tutti/e!!!! Quanto tempo O.o Forse sono un tantino in ritardo XD.. SCUSATEMI!! Alla fine però vi ho portato un nuovissimo capitolo di questa storia. Diciamo che mi sono ri-innamorata delle vite dei personaggi che ho scelto per questa ff originale J soprattutto i miei due adorati protagonisti, Greta e Luca <3___<3 ma quanto sono pucciosi???? Eh? :D Senza dimenticarmi dei miei pupilli: Marta e Riccardo. Ma comunque, non voglio dilungarmi troppo J prevedo molte sorprese per quest’ultimi due personaggi…ihihih ma non voglio svelarvi nulla!! Ringrazio tutti coloro che si sono soffermati a leggerla, mi rendete veramente felice. Un bacio e alla prossima!!

By miki18.

  
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