Mi ero un po' buttata giù per il successo di questa raccolta, ma siccome scrivere mi piace ancora e avevo già qualche storiella su questi due pronta, son torntaa.
Rimgrazio chiunque legga, anche silenziosamente.
- njaalls
Rimgrazio chiunque legga, anche silenziosamente.
- njaalls
Hurt.
Prompt: Scrivere una drabble di minimo 250 parole senza mettere un punto.
C'è il vento a sfavore mentre percorrono la strada sterrata, gli occhi languidi di Clarke che sono tormentati dai sensi di colpa e quelli di Bellamy pure, intanto che le parole sono del tutto inutili, perché non sono sufficienti a descrivere il dolore, le perdite, la frustrazione di aver fatto la cosa giusta —ma che è comunque quella sbagliata— e allora li fa soccombere sotto il peso della vita, perché sono un uomo e una donna cresciuti troppo in fretta e ogni briciolo di gioventù ora brucia e arde con quel vento che alza polvere e detriti di cuori infranti e massacrati, famiglie distrutte e sentimenti repressi per il bene di tutti, quando Clarke lascia un bacio sulla guancia di Bellamy e, no, niente tornerà al suo posto mentre perdono loro stessi e anche l'altro, con gli occhi lucidi e sono due anime intrecciate che percorrono adesso strade diverse in quella terra bramata -come l'ossigeno che gli è sempre stato negato- e che non si è dimostrata altro se non catene per i loro corpi fragili nella loro grandezza, nelle teste alte e i petti in fuori che hanno padroneggiato e sperperato finta spavalderia e sguardi minacciosi per tutto il tempo: ora Clarke e Bellamy lo sanno che niente tornerà come prima, mentre quello che rimane delle loro ossa rotte si allontana, i loro cuori scheggiati sanguinano sempre più vicini, e allora piangeranno come bambini intrappolati in corpi di adulti, feriti, tormentati dalla colpa e dalla nostalgia di un affetto, di qualcuno che capisca e che ti assicuri che non sei un mostro, anche dopo tutto quello che hai affrontato.
C'è il vento a sfavore mentre percorrono la strada sterrata, gli occhi languidi di Clarke che sono tormentati dai sensi di colpa e quelli di Bellamy pure, intanto che le parole sono del tutto inutili, perché non sono sufficienti a descrivere il dolore, le perdite, la frustrazione di aver fatto la cosa giusta —ma che è comunque quella sbagliata— e allora li fa soccombere sotto il peso della vita, perché sono un uomo e una donna cresciuti troppo in fretta e ogni briciolo di gioventù ora brucia e arde con quel vento che alza polvere e detriti di cuori infranti e massacrati, famiglie distrutte e sentimenti repressi per il bene di tutti, quando Clarke lascia un bacio sulla guancia di Bellamy e, no, niente tornerà al suo posto mentre perdono loro stessi e anche l'altro, con gli occhi lucidi e sono due anime intrecciate che percorrono adesso strade diverse in quella terra bramata -come l'ossigeno che gli è sempre stato negato- e che non si è dimostrata altro se non catene per i loro corpi fragili nella loro grandezza, nelle teste alte e i petti in fuori che hanno padroneggiato e sperperato finta spavalderia e sguardi minacciosi per tutto il tempo: ora Clarke e Bellamy lo sanno che niente tornerà come prima, mentre quello che rimane delle loro ossa rotte si allontana, i loro cuori scheggiati sanguinano sempre più vicini, e allora piangeranno come bambini intrappolati in corpi di adulti, feriti, tormentati dalla colpa e dalla nostalgia di un affetto, di qualcuno che capisca e che ti assicuri che non sei un mostro, anche dopo tutto quello che hai affrontato.