III
I need a beginning again
I want to feel how I used to feel
When
everything was in the palm of my hand
[
- Gerard, che ci fai qui? –
chiese Bert, dopo aver fatto un profondo respiro.
Il ragazzo si grattò
nervosamente la testa – E che…quando sono venuto a sapere di quello che è
successo al concerto…ho preso il primo aereo e sono venuto. – disse, poi guardò
verso destra.
- Oh, ciao Quinn. – disse,
facendo anche un segno con la mano.
- Ciao – rispose semplicemente
il biondo prendendo la mano di Bert e stringendola.
Gerard se ne accorse subito.
Quinn ne fu contento.
- Che cosa è successo? –
chiese poi.
- Tranquillo Gee. Non è nulla
di grave.. – disse Bert, facendo spallucce, ma non riuscendo a guardare il moro
negli occhi. Lo vedeva, ma non lo guardava. Non voleva farlo. Non era ancora
sicuro delle conseguenze che il guardarlo realmente avrebbe
avuto.
Quinn se ne accorse subito.
Provò un forte dolore al petto.
- Vi lascio soli. – disse
quindi, alzandosi e lasciando la mano di Bert. Si accorse del suo tono
rassegnato e fece per bloccarlo.
- Quinn…- lo chiamò,
prendendolo per il polso.
- Sta tranquillo. Sono qui
fuori. Vado solo a prendere un caffè. – disse, liberandosi delicatamente dalla
sua stretta e accarezzandogli distrattamente la
mano.
Dopo di che si avviò verso la
porta, sorpassando il cantante dei My Chemical Romance ed uscendo così dalla
stanza.
Fuori in sala d’aspetto
c’erano Bran e Jeph con due bicchieri fumanti di plastica in mano, che parlavano
allegramente con Frank Iero.
- Frank…! – lo chiamò,
sorpreso. Cosa ci faceva anche lui qui? Bert non gli era mai andato
giù!
Il chitarrista si voltò e lo
guardò con un sorriso.
- Ehi Quinn, ciao! – disse,
con tono allegro come sempre avvicinandosi a lui e
abbracciandolo.
- Come sta il tuo cantante,
eh? – chiese poi.
Quinn sospirò – Un po’ meglio.
– rispose semplicemente, sollevando le spalle.
- Come mai anche tu qui? –
chiese a sua volta.
- Quando siamo venuti a sapere
del fatto che Bert si era sentito male eravamo in sala registrazioni. Gerard ha
voluto prendere il primo aereo e visto che Mikey è da qualche giorno a casa con
Alicia, l’ho accompagnato io. – raccontò
velocemente.
Il biondo annuì – Grazie per
essere venuto, comunque. –
Frank ridacchiò – Beh, Bert
sarà anche una testa di cazzo. Ma infondo gli voglio bene. – disse, divertito.
Anche Quinn non potè fare a meno di sorridere.
- Frank…- sussurrò poi,
tornando mortalmente serio – Gerard…non è venuto qui per…- si bloccò non
riuscendo a completare la domanda.
Il solo pensare a quella
possibilità gli faceva male. Il solo pronunciarlo lo vedeva come un
suicidio.
Il più piccolo rimase qualche
secondo in silenzio, dandosi del tempo per capire quello che l’altro chitarrista
voleva dire. Poi si illuminò.
- Oh…no. No Quinn, no. Sta
tranquillo. Quello che è stato, è stato. Basta. Non tornerà.- Frank scosse la
testa.
- Ma quello che c’è stato tra
loro è stato forte. Quindi è normale che ci tengano ancora l’uno a l’altro. Non
pensi? – chiese in modo consolatorio, avvicinandosi a lui e posandogli una mano
sulla spalla.
Quinn annuì. Non c’era altro
da fare.
- Lui ama te Quinn. – sorrise
– Si vede da un chilometro di distanza. E siete così…schifosamente dolci da far venire il
diabete. – disse, divertito.
Il biondo non riuscì a
trattenersi e scoppiò a ridere.
Si, non c’era da preoccuparsi
infondo.
Bert amava
lui.
°°°
Nel frattempo, nella stanza,
Gerard si era avvicinato al letto passo dopo passo e si era seduto su un
divanetto.
- Allora, mi dici che cosa
hai? – gli chiese, puntando i gomiti sulle ginocchia e sporgendosi verso di
lui.
Bert rimase qualche istante in
silenzio, poi sospirò. – Pancreatite acuta. O qualcosa del genere. È una
malattia del pancreas. Me la sono voluta. – rispose, sollevando le
spalle.
- Non è grave no? Si può
curare? – chiese ancora, visibilmente in ansia.
Bert annuì – Si Gerard. Si può
curare. Se tutto va bene tra neanche un mese potrò tornare sul palco. Se
qualcosa non va nel verso giusto, è stato un piacere conoscerti – disse, con
macabra ironia.
Gerard sbuffò – Dio, non dire
queste cose, non è affatto divertente. – disse,
severamente.
Il più giovane cadde dalle
nuvole – Perché? Guarda che non era una battuta. – fece, con sguardo
innocente.
L’altro abbassò lo sguardo e
si morse il labbro così forte da ferirlo quasi, ma non disse null’altro.
- Gerard…che ci fai qui? –
chiese con tono stanco, mentre si torturava le mani posate sulla
coperta.
Il moro rimase in silenzio per
qualche minuto – Mi sono preoccupato Bert. Quando ho saputo che eri svenuto sul
palco…mi sono sentito morire. – confessò, abbassando lo
sguardo.
Bert aprì le braccia,
indicandosi – Sto bene, vedi? Li hai visti quei ragazzi li fuori? Sono i miei
amici e i miei compagni. Sono qui con me. E lo hai visto quel ragazzo che era
seduto accanto a me quando sei entrato? Lui è il mio ragazzo. Quello che mi ama
e che è rimasto vicino a me tutta la notte e…che non mi lascerà per mettersi con la prima
che capita. . – disse, calcando sull’ultimo concetto. E, per la prima volta,
quando Gerard rialzò lo sguardo su di lui, Bert lo guardò.
Blu contro verde, ancora una
volta.
Gerard annuì, incassando il
colpo. – Volevo solo vederti e assicurarmi che stessi bene. – rispose, con un
filo di voce.
- Sto bene. Non potrei stare
meglio. –
È troppo tardi per queste
scene da soap-opera Gerard.
°°°
Quando Gerard e Frank andarono
via Quinn rientrò nella camera.
Aveva visto Gerard uscirne con
sguardo triste e salutarlo con un timido gesto della mano prima di prendere il
suo chitarrista e andarsene.
Entrò e trovò anche Bert nelle
medesime condizioni.
- Tutto bene? – chiese,
avvicinandosi al letto. Bert annuì distrattamente tenendo gli occhi fissi sulla
coperta verde acqua che lo copriva, ma quando il chitarrista fu abbastanza
vicino, notò le sue mani tremare.
- Perché tremi? È successo
qualcosa? – chiese, preoccupato, prendendogli le mani tra le
sue.
Bert alzò lo sguardo su di lui
e riuscì a vedere i suoi occhi lucidi. Ora respirava anche affannosamente e il
petto si alzava e si abbassava freneticamente.
Il cuore di Quinn iniziò a
battere più velocemente.
- Che ti succede? – fece, nel
panico, ma Bert non riusciva a pronunciare parola.
Cercava in tutti i modi di
prendere fiato ma non ci riusciva. Sentiva solo il cuore battere forte contro la
cassa toracica.
- N-non riesco a respirare…-
singhiozzò con fiato corto.
- Aspetta! Vado a chiamare
qualcuno! Sta calmo! – si affacciò di corsa alla
porta.
- Jeph! Bran! Chiamate
qualcuno! Bert sta male! – urlò.
I due ragazzi, che erano
seduti in sala d’attesa scattarono in piedi e li vide raggiungere un infermiera
che si trovava al centralino, prima di rientrare e riprendere la mano di
Bert.
- Amore, ora arriva qualcuno.
Cerca di respirare. – gli accarezzava freneticamente il viso, con la sensazione
che il toccarlo in continuazione lo avrebbe tenuto con lui, sveglio e vivo.
Presto arrivò il Dottor Moore
seguito da due o tre infermieri che subito circondarono il
letto.
- è tachicardia!
Somministrategli della chinidina! – urlò, e subito una delle persone che lo
accompagnavano fece quello che aveva detto.
Quinn fu allontano e si
ritrovò con le spalle al muro, con le mani aperte sulla superficie bianca e
fredda e l’espressione terrorizzata. Gli occhi fissi sulla figura di Bert che si
intravedeva dai corpi delle persone che si stavano prendendo cura di lui. I suoi
occhi spalancati nel disperato tentativo di
respirare.
Jeph lo raggiunse subito e lo
portò fuori dalla stanza quasi di peso, per evitargli quella
vista.
Quando sentì le braccia del
bassista cingerlo si mise una mano sulla bocca per bloccare i
singhiozzi.
- Shh…sta tranquillo. Ora
starà meglio, vedrai. Andrà tutto bene. – gli sussurrò,
stringendolo.
Bran intento era seduto su una
sedia in un angolo della grande e fredda stanza e si teneva la testa tra le
mani.
Dio, cosa stava succedendo?!
Solo un fottutissimo giorno
prima erano nei camerini a chiacchierare, bere birra e cazzeggiare prima di
salire sul palco. E ora, invece, erano in un ospedale e Bert era in quelle
condizioni.
Era da molto che non aveva a
che fare con quel pensiero ricorrente che lo ossessionava da
piccolo.
Branden la temeva,
Si era portata via suo padre,
anni prima. O meglio, era stato suo padre stesso a chiamarla a
se.
Aveva si e no undici anni, ma
ricordava tutto. Nei minimi dettagli.
Non ricordava alcun funerale.
I suicidi non hanno funerale.
Però ricordava i pianti di sua
padre che lo teneva stretto e singhiozzava sulla sua spalla. Ancora non capiva
cose fosse successo ma si era sentito forte ed adulto perché la sua mamma stava
cercando in lui consolazione.
Quando aveva saputo, avrebbe
tanto voluto tornare ad essere solo un bambino.
Non lo fu mai
più.
Alzò la testa solo quando
iniziò a sentire il silenzio. Le persone iniziarono ad uscire dalla stanza e il
dottore si fermò davanti a Jeph che teneva ancora Quinn tra le
braccia.
- è tutto apposto. Purtroppo
sono cose che possono succedere. Quando inizieremo la terapia non accadrà più.-
assicurò, aggiustandosi gli occhiali sul naso.
Quinn si staccò dall’amico e
si asciugò le guance arrossate e bagnate.
- è stata tutta colpa sua! Se non fosse venuto…! – sibilò, ma
Jeph lo interruppe mettendogli una mano sul braccio e il medico si congedò
riconoscendo una situazione personale.
- Calmo Quinn. Non devi dare
la colpa a nessuno. L’importante è che Bert sta bene, no?– Quinn fece un respiro profondo e annuì,
allontanandosi.
- Vado a da lui. – disse
semplicemente.
Quando entrò nella stanza vide
che Bert era sdraiato sul letto come prima ma ora, attaccato a lui, c’era un
macchinario che emetteva un bip acuto
ogni volta che il cuore del ragazzo batteva.
Aveva gli occhi solo
lievemente aperti, fissati sulle finestre della camera, ed una mascherina sulla
bocca che lo aiutava a respirare.
Gli fece male il petto a
vederlo così...
- Bert…- lo chiamò con un filo
di voce.
Il ragazzo voltò lentamente il
viso verso di lui. Le iridi blu erano circondati da piccole venette rosse che
gli davano un aria stanca.
- Ehi…- sospirò il ragazzo a
voce bassa. Non riusciva a far uscire più voce.
Dove era finita la sua voce?
La rivoleva indietro! Voleva urlare…avrebbe tanto voluto
urlare.
Quinn si strinse le braccia
conserte al petto e si sfregò le spalle, per mitigare i brividi di freddo che lo
percorrevano.
Bert si tolse lentamente la
mascherina e la posò di lato - V-vieni più vicino. Chiudi la porta. – gli disse
con voce roca, quando vide che non si muoveva dall’uscio della
porta.
Annuì e fece come gli aveva
detto, avvicinandosi subito dopo al letto.
- Hai freddo? – gli chiese,
quando fu abbastanza vicino.
- Non preoccuparti…- rispose
il biondo con un filo di voce e gli occhi fissi sul corpo stanco del suo
ragazzo.
- Non si arrabbieranno se ti
stendi vicino a me, no? – chiese poi e si spostò, con fatica più di lato,
facendogli segno di stendersi accanto a lui.
Quinn rimase qualche secondo
in silenzio, pensando se fosse o meno una buona idea. Ma un lieve sorriso di
Bert gli diede la risposta che cercava.
Si sedette sul bordo del
letto, cercando di fare piano e poi si stese su un fianco, rivolto verso di
lui.
Bert lo guardava ancora con un
piccolo sorriso e lui gli appoggiò delicatamente una mano sulla pancia,
accarezzandogliela con il pollice.
- Sei stanco? – gli chiese,
mentre prendeva con l’altra mano, quella di Bert posata tra i loro
corpi.
Il moro annuì – I sedativi
stanno facendo effetto. – sussurrò, mentre gli occhi sembravano trovare
difficile il solo rimanere aperti.
- Dormi un po’. Io rimango
qui. – lo rassicurò Quinn, con la testa premuta sul cuscino e gli occhietti
lucidi fissi su di lui.
- Ti amo Quinn. – gli
bisbigliò lui in risposta. Gli occhi che si facevano più
lucidi.
Il biondo si morse il labbro
inferiore per non scoppiare a piangere.
- Ti amo anch’io. Tanto. Non sai che paura che ho avuto…-
- Mi dispiace. Avrei dovuto
mantenere la calma…- disse.
Quinn sospirò cercando di
tenere lui, la calma.
E lui non avrebbe dovuto
lasciarlo solo con Way.
Chiuse gli occhi per un
secondo e fece un altro profondo respiro – Non importa. L’importante è che ora
stai bene. – sussurrò e poi li accarezzò delicatamente i capelli mentre gli
occhi blu del suo ragazzo si chiudevano lentamente.
Mentre Bert scivolava nel
mondo dei sogni Quinn si sporse verso di lui e gli rubò un
bacio.
In joy and sorrow my home's in your
arms
I see it in your eyes
I feel it in your touch
I
taste it from your lips
And baby more I love you
[ I Love You – HIM <3]
Eccomi tornata. [tra poco aggiornerò anche l'altra!]
E rieccomi con un' altra scena triste e spaventosa. Povero Bert. Quanto ci sono stata male a scrivere tutto questo ç_ç
Poi c'è stato il nostro caro Bran. Anche lui sta prendendo per niente bene questa situazione. =(
Insomma...accenno GeeBert assolutamente. Ci voleva, no? Anche se alla fine era meglio che non veniva Gerard =/ povero Quinn. è un mio compito quello di proteggerlo, no?
- AintAfraidToDie: Oh si, io sono un' appassionata del GeeBert! <3 Però ormai sono entrata in modalità QuinnBert xD
Niente niente niente farà vacillare il loro amore! *_* per il lieto fine...poi si vedrà!
bacioni
- Friem: Ah...non c'è più nessuno che lo tenga lontano da lui ora. Berte è di Quinn ù_ù non si discute!
=) baci
- Dominil: Beh, certamente la visita di Gerard non è stata proprio una bellissima idea visto le conseguenze che ha avuto. Però c'è Quinn accanto a lui, l'unico che c'è sempre stato e che ci sarà sempre! [<-- Morale del capitolo] =)
grazie honey! <3 alla prossima! tanti baci!
- Sweetcurry10: essi tesoro, era d'obbligo un accenno GeeBert! xD e poi è stato uno dei miei cavalli di battaglia..cioè...li adoro insieme [o meglio: li adoravo insieme =(]
xD io l'ho bevuto di nascosto il Jack xke mia madre se mi vede mi uccide come minimo e poi mi da in pasto ai cani! xD infatti dopo mezzo bicchiere ridevo come una deficente e avevo la testa che volava come un palloncino al vento! xD
Infatti mi chiedo come si sentisse Bert dopo essersi scolato un'intera bottiglia! Dio, è completamente pazzo! Meno male che ora si è ripreso! *sospiro di sollievo*
Hihi, beh si, in quel pezzo e anche nell'ultimo si riconosce proprio il Bert che ci immaginiamo troppo bene. Cioè, per me lui è così! xD
Grazie tesoro! dimmi cosa ne pensi okay?
bacioni!
Grazie a tutte ragazze. Vi adoro!
Ora vado ad aggiornare l'altra e poi ritorno a letto. Sono tornata dal camposcuola con un casino di ore di sonno da recuperare! Sono stanchissima!
alla prossima!
bacioni e Buona Domenica delle Palme! xD
Vale