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Autore: Moonlight_Janis    14/04/2016    1 recensioni
E’ possibile amare cosi tanto da non desiderare altro se non smettere di amare?
Possono due occhi che non conoscono più calore, sciogliersi in presenza di un cuore di ghiaccio? Lei una giovane donna, lui un padre e un uomo intransigente. Cosi diversi eppure bisognosi delle medesime cose.
La vita è un viaggio, che sia lungo o corto, veloce o lento, diritto o pieno di pericolose curve, in discesa o così ripido da non vederne la cima. Ma il modo in cui percorrere il viaggio, beh quello lo si decide solo iniziando a vivere.
Genere: Romantico, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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                                           CAPITOLO 5
 
Erano passate tre settimane da quella fatidica sera in cui aveva deciso di non affiancare più David in ufficio. Per sua fortuna, James aveva accettato di riprenderla con lui, anche se era costato a Liz una lunga spiegazione sull’accaduto. James le aveva chiesto perché non gli aveva semplicemente raccontato dell’incidente della madre, e si era anche proposto di condividere almeno con Harris la sua omosessualità per farla stare tranquilla, ma a lei non interessava nulla di ciò che pensava David: non era altro che uno dei tanti uomini d’affare che aveva incontrato in quegli anni e a cui non interessava nulla delle persone.
Si erano incontrati poche volte di sfuggita: a volte nell’ufficio di Taylor, altre nei corridoi, o all’asilo quando andava a prendere i bambini.
Liz in quelle settimane si era anche allontanata da loro: continuava ogni giorno a sentire gli occhi di Mia su di sé, ma la bambina si rifiutava di parlarle. Solo con Eric cercava di essere gentile e disponibile, ma anche con lui si era chiusa. In realtà, constatò successivamente, si era chiusa in sé con tutti: trascorreva le giornate tra casa di sua madre e i due lavori, per poi tornare stanca al suo appartamento e dormire.
“Sai che c’è? Basta! Ho voglia di uscire! Che fai stasera Laur?”
Era venerdì, e sapeva bene che l’amica organizzava sempre qualcosa per il fine settimana.
“Tesoro, se tu sei pronta ad uscire stasera, non c’è impegno che tenga. Per tua fortuna, sono libera! John è fuori città per lavoro! Allora, andiamo al Todo Latino o preferisci un locale più tranquillo?”
“Vada per la prima scelta. Voglio scatenarmi!” e le due donne iniziarono a ridere, discorrendo sulle probabilità di trovare qualche buon ballerino per la serata.
“Non sarà un po’ troppo elegante per questo locale? Non sono più cosi sicura di voler venire, Lauren!” L’amica le aveva fatto indossare uno dei suoi vestiti, un mono spalla blu che le arrivava sotto il ginocchio con un lungo copri spalle trasparente del medesimo colore
“Ehi, guastafeste, non rompere! Siamo arrivate fino a qui, volevi divertirti e ora è troppo tardi per tirarti indietro. Entriamo e bevi due bicchieri, così non ti sentirai troppo fuori posto.”
La pista era colma di coppie che si intrattenevano con una salsa: le due ragazze cercarono un tavolino libero e si sedettero in attesa dei prossimi balli.
Era passata all’incirca un’ora e sia Lauren che Liz avevano passato quasi interamente il tempo sulla pista da ballo: avevano conosciuto due amici piuttosto bravi a ballare, ed erano finite a fare coppia fissa con loro.
“Vado a prendere da bere, vuoi qualcosa?”
“No, grazie Liz!”
Si diresse verso il bancone e trovò uno sgabello libero su cui sedersi.
“Un martini twist, per favore.”
“Faccia due!” Un uomo le si era affiancato: Liz non lo conosceva, e dall’odore di alcol che emanava, non ci teneva nemmeno un pò a fare la sua conoscenza.
“Sei molto bella, con questo abito!” disse l’uomo, avvicinandosi leggermente a Liz, appoggiandole distrattamente la mano sul fianco.
“Grazie” rispose Liz, più per un riflesso automatico, che per cortesia.
Per sua fortuna il drink arrivò subito e si affrettò a lasciare lo sgabello per tornare al tavolo.
“Vuoi ballare?” Frank, uno dei due amici, le stava chiedendo un’altra salsa, ma sentiva il bisogno di prendere un po’ d’aria. Non era più abituata a certi ritmi e in quel locale c’era decisamente troppa gente.
“Vado fuori un attimo a rinfrescarmi e torno, promesso” gli disse, accennando un sorriso. Quello gli fece un cenno e si diresse verso un altro tavolo per invitare una ragazza.
Liz si alzò dal divanetto e andò verso una delle uscite di sicurezza del locale, quelle che venivano usate per far uscire in fretta i fumatori dal locale e altrettanto velocemente farli rientrare. C’erano solo tre persone che chiacchieravano da un lato per fortuna, cosi potè appoggiarsi all’altro lato del muro e godersi l’aria fresca che le entrava nei polmoni.
Nonostante il caldo e il dolore ai piedi causato dai tacchi alti, Liz si stava decisamente divertendo quella sera: doveva organizzare più spesso serate come quella insieme a Lauren.
Mentre si rilassava tranquillamente e pensava all’amica, non si accorse dell’uomo che l’aveva seguita fuori: era già troppo vicino, quando infine lo vide.
“Ciao, vestito blu! Era buono il tuo martini?” Quell’uomo era un vero idiota se pensava di rimorchiare qualcuno con quelle tattiche!
“Si, molto buono, grazie! Ora se vuoi scusarmi, vorrei prendere un po’ d’aria in completo relax, prima di rientrare dai miei amici.” Liz sperò che l’uomo desistesse da qualsiasi intenzione gli passava per la testa.
“Beh, c’è abbastanza spazio per entrambi qui fuori, per rilassarsi.”
Eliza non rispose, limitandosi a scostarsi leggermente verso il lato opposto all’uomo. Ma questo continuò imperterrito ad avvicinarsi a lei, mettendo in allarme ogni nervo del suo corpo.
“Perché ti allontani, bellezza? Voglio solo parlare un po’ con una ragazza tanto bella da essersi fatta notare appena entrata nel locale” Era arrivato molto vicino, e Liz capì che continuare a spostarsi non sarebbe servito: doveva intimargli di andarsene, oppure allontanarsi lei stessa, sperando funzionasse.
“Mi dispiace, i miei amici mi staranno cercando, devo rientrare. E fece per andarsene, ma l’uomo le sbarrò la strada, costringendola così per andarsene a dover strisciare con la schiena contro il muro e il seno contro di lui nell’angusto spazio rimasto.
“Non c’è fretta, resta ancora un po’” continuò l’uomo, avvicinandosi sempre più “vorrei conoscerti meglio, e…”
“Liz, sei tu? C’è qualche problema?” David!
Il cuore di Eliza prese a battere all’impazzata, non sapeva se per aver trattenuto cosi tanto il respiro o se per la presenza dell’uomo.
“David, ciao!” Liz approfittò della titubanza dello sconosciuto per sgattaiolare verso David. Nonostante non si fossero parlati per quasi tre settimane, ora era persino sollevata di vederlo li.
L’uomo li guardò per un attimo, soffermandosi prima su di lei e poi su David, prima di allontanarsi e rientrare al locale.
“Stai bene? Ti ha fatto qualcosa?” L’uomo la guardava con sincera preoccupazione in volto e questo fece piacere a Liz.
“Si sto bene, grazie a te. Non è successo nulla, era solo un ubriaco del locale. Niente di che. Ma tu che ci fai qui? E i bambini?” Era una settimana che non vedeva Eric e Mia all’asilo e Marlene le aveva semplicemente detto che il padre non aveva più bisogno di assistenza fino ad ora tarda.
“Sono a casa con la babysitter. Ho trovato una ragazza che sta con loro quando non ci sono”
“Oh, ho capito”
“Senti, Liz… Mi dispiace per aver…”
“David? Sei qui, tesoro?” Una donna bionda, molto sexy nel suo abitino rosso, era appena apparsa fuori dal locale e si dirigeva verso di loro.
“Liz, lei è Sadie, una mia amica. Sadie, lei è Eliza, una delle assistenti del mio studio.”
“Salve, è un piacere conoscere finalmente qualcuno con cui David lavora! Non vuole mai parlare dei suoi dipendenti, e delle colleghe donne non ne parliamo! Gli ho sempre detto che per me non è un problema conoscere le donne che ci provano con lui: è normale, è un bell’uomo ed è ricco! Chi non ci proverebbe?”
“Credimi, il tuo David è al sicuro! La maggior parte di noi a lavoro è troppo impegnata con le cause e la carriera per pensare agli uomini.”
“Beh, meglio per me, no?” e dicendo questo, Sadie si avvicinò a David, e gli mise una mano sopra il cuore.
Liz si sentì invadere da una sensazione di disgusto, invidia e rabbia simultanee: oddio, era gelosa!
“Scusatemi, mi aspettano all’interno, devo andare”
“Liz, aspetta…”
“E’ stato un piacere Sadie”
“Piacere mio, Eliza”
Tornò al tavolo dove Lauren, Frank e il suo amico Paul stavano sorseggiando un altro drink.
“Ehi, Liz! Hai visto chi è arrivato? Non ci crederai mai! Non mi sarei mai aspettata di vederlo in un locale del genere…e con quella donna poi!”
“Parli di Harris?”
“L’hai già visto? Conosci quella biondona al suo fianco?”
“Si chiama Sadie… è una sua “amica”!” disse, mimando le virgolette per dare un senso diverso alle sue parole.
“Peccato. Speravo davvero fosse arrivato il tuo principe azzurro. E invece è impegnato anche lui! Che sfortuna che hai, Liz!”
“Principe azzurro? David? Piuttosto rimango zitella a vita, credimi!” si sistemò meglio sul divanetto per non farsi vedere a lanciar occhiate verso uno dei suoi capi.
“Allora che sfortuna per me che entrambi siamo impegnati, un pensierino ce lo avrei fatto volentieri. Se è bravo a letto la metà di quanto lo è nel suo lavoro…uuuuh non farmici pensare.”
“Lauren! Dov’è finita la tua passione ardente per John?”
“Sto solo constatando l’evidenza. E il fatto che tu non riesca ad essere obiettiva mi fa pensare che quell’uomo ti stia facendo abbassare le tue difese in amore. Appunto, come ho detto, il tuo perfetto principe azzurro.”
“Come vuoi tu, Lauren! Tanto non riuscirò mai a farti cambiare idea!”
“No, infatti! Ma mi ami per questo!” e le due amiche scoppiarono a ridere.
“E ora, ladies and gentleman, il ballo del cantante. Invitate un partner con cui non avete ancora ballato in tutta la serata e scatenatevi al ritmo di….Craig David!” la voce dello speaker fuoriusciva piuttosto alta dall’altoparlante sopra le loro teste.
“Con permesso, ragazze” Frank e il suo amico si allontanarono per l’ennesimo ballo: erano veramente instancabili, mentre sia Liz che Lauren non ne potevano quasi più di danzare.
Un ragazzo si avvicinò al tavolo e invitò l’amica a ballare: non era un ragazzo che si potesse definire bello e Liz rise non poco a vedere il volto sofferente di Lauren mentre si alzava per accompagnarlo in posta.
“Vuoi ballare?” Eliza si girò di scatto verso la voce, convinta di aver solamente voluto sentire quella richiesta. David era li, in piedi, che le tendeva la mano in attesa, bello come sempre, e con quello sguardo che le aveva rivolto due volte prima di allora e che la scioglieva sempre più.
Liz non era sicura di voler accettare, e questo per tre buone ragioni: primo, era il suo capo, e con Lauren li insieme a lei, non voleva rischiare domande scomode a cui neanche lei avrebbe potuto rispondere. Secondo, non si parlavano da giorni, se non lo stretto necessario a lavoro, e quindi non vedeva alcun motivo per accettare l’invito. Terzo, lui era lì con un'altra donna, e non sembrava come aveva detto lui solo un’amica. Nonostante tutto ciò, il corpo di Liz sembrava aver preso vita propria, perché si alzò automaticamente ponendo la mano in quella dell’uomo.
Lui la condusse verso la pista nel momento in cui partivano le note di “7 days” di Craig David. Uno strattone improvviso da parte sua la costrinse contro il suo corpo: Liz alzò il volto per guardarlo e lo trovò intento a fare la medesima cosa.
“Sei bellissima stasera” le disse, passandole il dorso dell’indice sulla guancia. Si stavano muovendo in un lento ritmo che apparteneva solo a loro, incuranti di ciò che avevano intorno e della musica.
Superato il primo imbarazzo dovuto a quella vicinanza improvvisa, Eliza pensò forse meglio concentrarsi sul ballo che sugli occhi di David, così si allontanò leggermente per ondeggiare a ritmo di musica. La sensualità del suo movimento, accentuato dal vestito di Lauren, fu un balsamo ipnotico per diversi uomini nella sala, e Liz fu felice di questo. Normalmente era l’amica la più sensuale: era bello per una sera sentirsi libera come lei.
David le si avvicinò nuovamente, e le poggiò una mano alla base della schiena, iniziando a seguire il suo stesso movimento.
Liz si concesse una fugace occhiata al suo volto, ma capì subito di aver commesso un errore: David la stava fissando con la stessa aria di quel giorno allo studio poggiato alla sua sedia. Ma ne rimase ipnotizzata anche in quel momento, infatti si avvicinò all’uomo e le passò entrambe le braccia intorno al collo, senza smettere di muoversi. In questo modo i movimenti del suo bacino, seguiti da quelli di lui, diventarono una danza sensuale tra due persone che, inutile negarlo, erano attratte una dall’altra. Se in quel momento David si fosse abbassato per baciarla probabilmente non si sarebbe tirata indietro. Ma per tutta la canzone, lui la stuzzicò solamente: la mano poggiata sulla base della schiena si spostava su e giù a disegnarle ghirigori che la facevano sentire sempre più viva, mentre con l’altra mano le aveva accarezzato i capelli e la base del collo. Lei dal canto suo, si era lasciata andare al suo cavaliere, e con lo sguardo nel suo cominciava a chiedersi chi fosse veramente l’uomo che aveva davanti.
La canzone finì, e David la riaccompagnò al tavolo, dove Lauren e i due amici stavano chiacchierando nonostante non avessero sguardi che per loro.
“Signor Harris, spero che il ballo sia stato di suo gradimento.” Lauren si rivolse al loro superiore con un sorriso complice, e Liz avrebbe voluto ucciderla.
“Molto, la signorina Johnson è un’ottima partner” e lo disse guardandola, cosa che le mandò a fuoco le guance. Era non sapeva quanto tempo che non si imbarazzava più per il complimento di un uomo.
“Grazie” rispose Eliza, grata per quella considerazione.
“Con permesso” disse infine David, congedandosi così dal gruppo di amici.
“Non ti chiederò niente, promesso, ma fammi dire solo una cosa: WOW!”
“Oh, smettila, Lauren! E’ stato solo uno stupido ballo!” In realtà, non ci credeva davvero: era stato molto di più, almeno per lei. Per questo era frustrante: non voleva ammetterlo, ma le era piaciuto ballare con lui, così come fino ad allora le era piaciuto litigarci, lavorarci, e fare le cose più semplici come mangiare hamburger con i suoi bambini. Ma questo Lauren non avrebbe dovuto saperlo.
Frank la invitò nuovamente a ballare, e questa volta, sicura che David l’avrebbe guardata, mise tutta la sua sensualità in quella salsa, anche se il partner non era quello a cui voleva dimostrarla.
Stettero ancora un’ora, poi entrambe le ragazze decisero che era abbastanza per quella sera: così Frank e il suo amico si offrirono di accompagnarle.
“Si certo!”
“No, grazie!” risposero contemporaneamente le due ragazze, rispettivamente Lauren e Liz.
Eliza decise così di permettere all’amica di continuare a divertirsi, tornando a casa da sola.
“Prendo la tua auto. Passa a prenderla domattina da me. Buona serata!” e salutò i tre amici.
Quando entrò nel suo appartamento era così stanca che si tolse i tacchi lasciandoli all’ingresso. Si tolse il vestito e lo ripose sul divano, per non sgualcirlo prima di ridarlo all’amica.
Si era appena infilata sotto la doccia quando sentì in lontananza due colpi. Spense l’acqua e tese l’orecchio: altri due colpetti venivano dall’ingresso. Che Lauren fosse già di ritorno?
Infilò velocemente l’accappatoio e lo chiuse in vita con la cintura, poi si diresse verso la porta.
“Lauren, potevi tornare domani a prendere l’auto, non era necessario che venissi stas…David!”
   
 
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