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Autore: Melaa    14/04/2016    0 recensioni
Una ragazza, un ragazzo e una camera d'ospedale, dove avviene il loro incontro.
Dal I capitolo:
[...]Una volta le ho chiesto: "Credi che lui ti senta? Lei mi ha sorriso e mi ha detto: " Non lo so, ma io ci provo."
Genere: Drammatico, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Oggi è il 23 Marzo. Tra 5 giorni mi dimettono.
Stare in ospedale è una noia. Non posso fare nulla, o meglio: potrei camminare, ma dovrebbe esserci qualcuno ad accompagnarmi, e poi è una seccatura. Posso solo leggere, messaggiare o ascoltare musica.

“Ehi, Lisa!” quell’uragano della mia migliore amica mi si butta quasi addosso.

“Stordita, ti ricordi che ho una gamba rotta e la testa pesante? Se evitassi di appoggiarti e urlare, mi faresti un favore.”

“Oh, scusa” diventa tutta rossa “come stai oggi?”

“Sempre uguale. E tu? Come va con Christian?”

“Oh io tutto bene, e Christian.. beh.. non sono ancora riuscita a dirglielo. Perchè si ha così paura di dire a una persona che ti piace?”

“Perchè hai paura di perderla, amica mia. Però devi dirglielo, altrimenti avrai il rimpianto per tutta la vita, no? Meglio mille rimorsi che un solo rimpianto.”

“Hai ragione, domani mi faccio coraggio e glielo dico.” Lancia un’ occhiata al letto vicino al mio, in cui c’è il ragazzo in coma. “Non si è ancora svegliato?”

Lo guardo anch’io. “No, nulla. Non fa una piega, poverino. Oggi i suoi genitori e il bambino non sono ancora venuti a trovarlo.”

“Accidenti, mi dispiace che stia così. Infondo è pure carino.”

“Meryyyyy, smettila! E Christian??” Mi giro verso di lei e le tiro un buffetto in testa.

“Christian è Christian. Eppoi ho solo detto che è carino!”

“Sì, lo è” dico rigirandomi verso di lui.

 
Dopo che la mia amica se n’è andata non ho più avuto nulla da fare. Almeno però qualcuno qui è in compagnia: sono arrivati i (credo) genitori del ragazzo. Per lasciargli un po’ di privacy mi metto le cuffie e ascolto la musica, ma poi mi addormento.
 
Mi sveglio e mi guardo intorno, notando che quelle persone sono ancora lì. Ma quanto tempo è passato? Cerco l’orologio, segna che sono le 19:30. Ho dormito circa un’ora. Faccio un movimento brusco con la gamba e mi viene una fitta lancinante. “Ahi!!!!”
Subito i signori si girano verso di me, e la signora mi dice: “Hai bisogno d’aiuto?Tutto a posto??”

“Si tutto a posto, grazie, ho solo fatto un movimento brusco. Scusate, non volevo interrompervi.”

“Ma figurati, cara.” Si avvicina a me. “Hai fatto una bella dormita. Ti annoi molto qui?”

“Abbastanza. E.. se posso, il ragazzo come sta?”

La vedo rattristarsi. “Oh.. sempre uguale. E’ stabile ma non si sveglia. Non sappiamo più cosa fare. Sappiamo solo che vogliamo che il nostro bambino torni a casa.”

“Oh, ma quindi è vostro figlio??” Accidenti Lisa, che delicatezza! “Volevo dire, mi scusi per la domanda, non volevo rattristarla. Allora.. è vostro figlio? Intendo, accidenti, sembrate molto giovani!”

Questa volta mi risponde il padre. “Sì, lo abbiamo avuto da giovani.” E mi sorride.

“E la storia si è ripetuta” mi risponde la signora. Cosa vorrà dire “la storia si è ripetuta?”

“Ah.. capisco” che imbarazzo. Ma gli affari miei potrei anche farmeli, accidenti!

“Comunque io mi chiamo Cristina  e lui è mio marito Luca, piacere di fare la tua conoscenza.”

“Io mi chiamo Lisa, piacere mio.”

“Hai bisogno di qualcosa, Lisa? Non so, acqua, qualche schifezza da mangiare..”

“No grazie, sono a posto, ma grazie mille comunque, davvero. Siete gentili. Tra poco finisce l’orario di visite, e non vorrei rubarvi altro tempo prezioso con vostro figlio..”

“Oh tranquilla cara. Lui sa che siamo qui.”

“Ne sono sicura. Spero davvero per voi che si riprenda presto.”

“Lo speriamo anche noi.. ci manca così tanto il nostro bambino..”

“Abbiate fede, signori.”

Dalla porta fa capolino un infermiere, che dice: “L’orario delle visite è finito, signori.”

“Ok, andiamo via subito” risponde Luca.

“Cara Lisa, è stato un piacere finalmente sapere il tuo nome. E’ da qualche giorno che ci vediamo ma non te l’avevo mai chiesto. Sei davvero simpatica e sei proprio una bella ragazza. Ci vediamo presto!”

“Grazie signora, e grazie anche a lei signore, per aver speso del tempo con me. Arrivederci!”

“Ciao, Lisa.”
Vanno ancora a dare un ultimo saluto, poi sorridendo se ne vanno.
 
E’ notte quando sento degli infermieri entrare in camera mia e urlare: “Codice rosso, codice rosso!” Ma io sono ancora mezza addormentata e non capisco molto.  Vedo solo che accendono la luce e trascinano via il mio compagno di stanza.
Oddio.
   
 
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