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Autore: Iaia89    14/04/2016    3 recensioni
"Diana dava a tutti l’impressione di essere una ragazza normale. Certo, chi la conosceva bene sapeva che aveva un certo interesse per le scatole di cartone, ma a parte questo era in tutto e per tutto una ragazza normale. Solo che Diana, normale, non lo era mai stata. In realtà non era neanche mai stata una ragazza."
Questa breve storia parla della vita di una ragazza (o no?) di nome Diana e dei cambiamenti che si fanno per amore.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Diana dava a tutti l’impressione di essere una ragazza normale. Certo, chi la conosceva bene sapeva che aveva un certo interesse per le scatole di cartone, ma a parte questo era in tutto e per tutto una ragazza normale. Solo che Diana, normale, non lo era mai stata. In realtà non era neanche mai stata una ragazza.
 
Tutto cominciò un lunedì mattina di aprile di due anni fa. Quel giorno lui l’aveva salvata e Diana aveva capito che non sarebbe più stata sola. Era stato lui a darle un nome e una nuova vita.
La sera prima lei, assieme a tre fratelli e una sorella, era stata abbandonata in un sacchetto della spazzatura a lato della strada. Erano nati da poco, avevano bisogno della loro mamma e la notte era ancora troppo fredda per loro. I miagolii erano diventati sempre più flebili finché non erano cessati del tutto. Solo Diana non aveva rinunciato a lottare. Appena aveva sentito la città risvegliarsi, aveva ripreso a miagolare nella speranza che qualcuno la aiutasse. Aveva paura, non capiva perché l’avessero strappata alla sua mamma e si sentiva sola. Anche se ormai i suoi fratelli e sorelle erano immobili al suo fianco, lei non poteva smettere di chiedere aiuto. All’improvviso lui aveva aperto il sacchetto e l’aveva portata via. I ricordi di Diana a questo punto erano un po’ confusi. Si ricordava di una stanza bianca, dall’odore strano, e di un grande tavolo argentato. Un signore l’aveva presa in braccio e le controllava gli arti, le orecchie, la bocca… Diana però non aveva paura, perché lui era lì. Lui l’aveva portata lì e l’aveva consegnata nelle mani di quel signore, quindi c’era da fidarsi. Lui la guardava e lei si sentiva al sicuro. Non si ricordava quanto tempo avesse passato in quel posto, sapeva solo di essere diventata pian piano più forte e sapeva che c’era lui. Poi, un giorno, lui la portò via da quel posto dall’odore strano e la portò in un posto molto più colorato, con un buon profumo, che chiamava casa. Lui le spiegò che da quel momento avrebbero vissuto assieme in quel bel posto chiamato casa e le disse anche che l’avrebbe chiamata Diana.
«Diana era una cacciatrice, una dea forte e coraggiosa, proprio come te» le spiegò.
Diana non poteva essere più felice. Quando lui andava a lavorare, Diana lo aspettava con tranquillità perché sapeva che sarebbe sempre tornato da lei. Ogni momento libero lo passavano assieme a giocare felici. Lui era tutto il suo mondo e Diana lo amava… lo amava moltissimo. Questo sentimento cresceva in lei ogni giorno di più. Voleva riuscire a dimostrarglielo ma non poteva fare più di tanto. Diana sapeva che se voleva essere amata allo stesso modo doveva essere come lui, camminare e parlare come faceva lui. Ci pensava ogni notte e si disperava perché sapeva che era impossibile. Alla fine decise che le sarebbe bastato anche solo un giorno. Solo un giorno per poter essere considerata alla pari da lui.
«Solo un giorno…».
 
Diana si svegliò di soprassalto. Dopo che lui era uscito si era messa al suo posto preferito sul divano e si era addormentata. Ma ora non si sentiva più a suo agio, c’era qualcosa di strano. Alzandosi per andare a bere, aveva capito subito di cosa si trattava. Ora lei poteva stare in piedi come lui. Poteva guardarsi allo specchio come faceva lui, ora si trovava esattamente all’altezza giusta. Non assomigliava molto a lui in effetti, di sicuro era meno pelosa. Ed era strano per lei visto che normalmente era lei quella ad essere più pelosa. Indossava anche dei vestiti come faceva lui.
«Sei contenta?».
C’era un’altra persona nella stanza e le aveva rivolto la parola. Sembrava fatto d’aria ma Diana non lo trovava spaventoso.
«Moltissimo. Sei stato tu a fare questo?» Diana poteva parlare proprio come faceva lui. Era una bella sensazione.
«Sì. Sono uno spirito. Esaudisco i desideri di chi considero degno. Questa trasformazione durerà fino a mezzanotte, ma potrebbe anche essere permanente. Dipende unicamente da voi».
«Voi? Ti riferisci a lui?» Ma lo spirito era già sparito.
Diana non voleva sprecare questa incredibile opportunità per cui si diresse subito verso il posto dall’odore strano dove lui andava tutti i giorni per lavoro. Appena entrata lo vide e si diresse da lui, solo dopo si ricordò di non sapere cosa dire.
«Ciao, hai bisogno di qualcosa?» lui le rivolse la parola per primo.
«Sì, sono qui per… per… aiutare» Diana balbettò un po’ perché non aveva ancora inventato una storia credibile.
«Ah, sei qui per il volontariato. Grazie mille, abbiamo sempre bisogno di persone che ci aiutino, ci sono molti animali abbandonati e non riusciamo a stare dietro a tutti. Come ti chiami?».
«Diana».
«Come la mia gatta, che coincidenza».
Lui le spiegò cosa doveva fare e la aiutò durante la giornata. I due parlarono molto mentre si occupavano degli animali e in poche ore divennero molto uniti.
«Ti va di cenare con me stasera? È strano, mi sembra di conoscerti da tanto tempo» le disse lui.
«Certo, mi farebbe molto piacere» Diana era contenta di quell’invito. Voleva sfruttare più ore possibile dell’incantesimo per stare con lui e sapeva anche che se lui fosse tornato a casa e non l’avesse trovata si sarebbe preoccupato molto.
Cenarono con calma continuando a parlare, a Diana sembrava incredibile poter avere un rapporto del genere con lui, era molto meglio di ciò che si era immaginata.
Dopo cena, andarono a fare una passeggiata nel parco della città.
«È molto bello parlare con te, sembra che tu sia l’unica che riesca a capirmi veramente».
«È così, io ti posso capire. Se vorrai stare con me, prometto che farò di tutto per renderti felice» era ciò che Diana aveva sempre voluto dirgli ed ora finalmente poteva farlo.
Lui le si avvicinò e la strinse fra le braccia. Diana poteva sentire il suo profumo, lo stesso che aveva sentito tutti i giorni per due anni ma ora le sembrava diverso: migliore. Lui alzò la mano destra e le accarezzò la guancia, poi si abbassò e la baciò sulle labbra. Fu un bacio lento, dolce.
Poi scoccò la mezzanotte.
Diana era sicura che sarebbe finito tutto invece apparve lo spirito che le aveva donato quell’aspetto. Lui era sorpreso e lo fissava impaurito.
«Non ti farà del male, non preoccuparti. È uno spirito a cui devo molto» disse Diana cercando di rassicurarlo, anche se sapeva che sarebbe stato difficile riuscire a spiegare cos’era successo.
«Io ho dato a Diana questo aspetto. In realtà tu la conoscevi già ma in un’altra forma. Ti mostrerò tutto».
Così dicendo lo spirito gli toccò la fronte e gli mostrò i sentimenti di Diana e la sua trasformazione.
«So che sei sconvolto, ma ora devi prendere una decisione. Se vorrai, Diana rimarrà con te da umana. Altrimenti tornerà tutto come prima e questo rimarrà solo un sogno» disse lo spirito.
«È tutto così assurdo… ma io so cosa ho provato oggi. Diana, non mi interessa chi o cosa eri. Tu sei qui ora, mi fai provare un sentimento vero, e questo mi basta. Vorrei restare con te in questo modo ma non voglio costringerti a cambiare. La decisione è tua».
«L’ho già deciso una volta e non cambierò idea. Solo così possiamo avere un futuro assieme. Io ti amo e ti amerò sempre» disse Diana, decisa come non lo era mai stata.
«Molto bene allora, esaudirò il vostro desiderio».
Lo spirito rese permanente la trasformazione di Diana e le fornì un’identità. Poi si dissolse nell’aria come se non fosse mai apparso.
«Grazie» dissero entrambi.
I due tornarono a casa e da quel giorno passarono una vita lunga e serena insieme.


Nota dell'autrice: Diana da gatta aveva due anni quindi secondo Google da umana dovrebbe averne circa 25, giusto per precisare.
  
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