Serie TV > Grey's Anatomy
Segui la storia  |       
Autore: frivolippa    14/04/2016    1 recensioni
Ciao a tutti, sono tornata con una nuova storia sempre sulle nostre due amate Callie e Arizona..
Di solito le mie storie iniziano sempre con una tragedia perché penso che è proprio dopo la tempesta che ti accorgi che la vita forse ti sta dando una seconda possibilità e sta a noi saperla sfruttare al massimo. Spero vi piaccia 😊
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Arizona Robbins, Callie Torres, Un po' tutti
Note: Lime, Movieverse, Otherverse | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Più stagioni
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Bri33 che dici sono stata celere nell'aggiornare questa ff?? Buona lettura a tutti e a presto!! 

ARIZONA

Oggi è la prima volta dopo dieci giorni che mi sveglio senza Callie al mio fianco, che strana sensazione che sto provando, non mi ricordavo di come fosse brutto dormire da sola, questo letto è dannatamente troppo vuoto e freddo senza lei. 
Guardo la sveglia, sono le 7:30, chissà cosa sta facendo ora Callie, questa notte è rimasta in ospedale per un post operatorio, volevo rimanere con lei, ma non so come è riuscita a convincermi a tornare a casa così avrei riposato meglio. 
Non so più da quando è che non mi sentivo così bene, è tutto troppo stramaledettamente wow e la cosa mi spaventa da morire perché già so che le cose belle hanno una durata davvero troppo breve. 
È come una scatola di fiammiferi, ora che impari ad accenderli nella maniera adeguata, hai già finito tutta la scatola. 
In questi ultimi giorni ci siamo comportate come due fidanzate, anzi, io mi sono comportata come sua moglie, la sua vecchia e malandata moglie che ha rovinato tutto. 
Sono dieci giorni che non ho più quei bruttissimi incubi che mi hanno accompagnato negli ultimi mesi, tanto da decidere di farmi prescrivere dei sonniferi perché la cosa era diventata insopportabile, ogni santa notte mi si parava davanti il corpo senza vita di mia moglie e di mia figlia e il volto di Dan che mi gridava: “ Brava Robbins, hai ucciso tu loro, ora spero che i sensi di colpa ti divoreranno “. 
Ogni volta il solo pensiero mi faceva rabbrividire, un brivido percosse il mio corpo tanto da dovermi per forza alzare dal letto, mettermi la protesi e raggiungere il comò dove il mio cellulare era in carica, prenderlo e chiamare Callie. 
Uno, due, tre squilli e niente nessuna risposta, vabbè starà facendo, pensai tra me e me, istintivamente incomincia a camminare per tutta la camera, ero agitata, ma non dovevo esserlo, Callie era in ospedale e stava bene sicuramente, dannazione, provai di nuovo. 
Uno, due, tre, quattro squilli, stavo per chiudere quando rispose:
-Buongiornoo – la sua voce era assonnata;
Tirai un sospiro di sollievo nel sentirla:
-Dove eri? Mi ero preoccupata – dissi alzando forse un po' troppo il tono della voce;
-Ehi, stavo dormendo nella stanza del medico di guardia, calma, non c’e bisogno che ti irriti Arizona – 
-Si, scusa hai ragione è solo che mi sono preoccupata- il mio tono era quasi commiserevole, ma continuai: -ho solo troppa paura di perderti – 
Percepì quasi il suo sorriso senza vederla quando mi rispose:
-Piccola, non ho nessuna intenzione di andare via, tu mi fai stare bene, anzi no benissimo e non potrei chiedere di meglio –
-Mi sei mancata stanotte, non provare mai più a convincermi a venire a casa senza di te – le dissi.
-Anche tu mi sei mancata e si, hai regione non ci proverò più a farti andare a casa senza me – 
Mentre noi parlavamo il mio computer prese a suonare, era una chiamata di Skype, dovevo assolutamente rispondere:
-Callie tesoro, mi stanno chiamando i miei genitori su Skype, devo rispondere, ci vediamo tra un’ora al massimo in ospedale – 
-Si sì, non preoccuparti a dopo, un bacio – 

Corsi a prendere il pc e risposi, mentre aspettavo che la web si attivasse mi sedetti alla scrivania:
-Mammmaaaaaaaaa – 
-Amore mio ciao- le sorrisi.
La mia bambina mi mancava da morire e in questi ultimi dieci giorni era stato difficile ritagliarmi un attimo di tempo per stare da sola con lei in viedochat.
-Come stai? – le chiesi.
-Mamma sto benissimo, oggi vado con il nonno a comprarmi i pattini a rotelle, me li compra lui e mi ha detto che poi mi insegna ad andarci proprio come ha fatto con te e zio Tim– 
Il suo sorriso riempì tutto lo schermo del pc, e invece io sentii quasi le lacrime salirmi agli occhi ripensando a me sui pattini a rotelle e a Tim, cercavo di sorriderle, ma facevo molta fatica.
-Mamma, poi domani quando vieni possiamo andare al parco e mi puoi far vedere anche tu come si usano, sai il nonno forse è un pò arrugginito- 
Domani?? Cavolo, è veroooo, ho un aereo per la California domani alle 10 e ho anche preso due giorni di ferie.
-Mammaaaa- lo sguardo di Sofia era serio;
-Dimmi amore mio – 
-Non è che mi stai per dire che te ne eri dimenticata e che non vieni più? – 
Sorrisi nel vederla così corrucciata, era la fotocopia di Callie e quando faceva quella faccia sembrava proprio lei:
-Amore, ma stai scherzando? Certo che verrò e andremo al parco insieme e faremo tutto ciò che vuoi, mi manchi tantissimo e non vedo l’ora di riabbracciarti –
Il suo visino si rilassò e sorrise:
-Mamma, la mamma Callie sta bene? – il suo tono era preoccupato.
-Certo amore mio, che domande fai? Ovvio che sta bene, ma ti ho spiegato che sta portando avanti il progetto dello zio Derek con la Casa Bianca ed è super impegnata anche io la vedo e sento pochissimo- 
Sperai con tutto il cuore di averle dato una risposta esaustiva, ma immaginavo anche come potesse sentirsi, non vedeva e sentiva Callie da mesi. 
-Ok, mamma ora però devo andare, il nonno mi sta aspettando e non posso farlo aspettare perché sai come è- 
-Vai vai amore, saluta i nonni e digli che domani sera sarò lì- le mandai un bacio e chiusi il pc.

Ora cosa cavolo mi inventerò con Callie? Che gli dico dove devo andare? Perché vado dai miei genitori? E se mi chiedesse di poter venire con me? 
Lo sapevo, lo sapevo che le cose si complicavano prima o poi.

CALLIE

-Ehi bionda – dissi mentre l’abbracciavo da dietro.
-Ehi – mi sorrise e mi baciò girandosi verso di me.
Ricambiai il bacio e ci misi un pizzico di passione, mi era mancata non averla con me per così tante ore.
-Mi sei mancata troppo – continuai a dirle mentre la baciavo, ormai non mi importava più nulla degli sguardi degli altri che ogni volta che ci vedevano insieme sogghignavano.
-E come mi mancherai nelle prossime quarantotto ore – rispose.
La guardai con fare interrogativo e mi accigliai:
-Scusa cosa? – 
-Mi ero scordata che ho un volo prenotato da mesi ormai, parto domani mattina alle 10, vado in California dai miei genitori e tornerò domenica sera – 
-Ah vabbè, chissà che mi credevo dove andavi – mi rilassai.
-Mi stai implicitamente dicendo che non sentirai la mia mancanza e che evviva che parto così non mi avrai tra le scatole? – mi guardò tra l’arrabbiata e il divertita.
-Mi mancherai da morire scema, come mi sei mancata stanotte e come mi mancherai nelle prossime notti e nei prossimi giorni- 
Ci baciammo ancora un po', in un angolo del quarto piano del reparto di ortopedia, sembravo un adolescente, anzi due adolescenti alla prima cotta, e questa cosa mi piaceva da morire.

ARIZONA

-Ho preso il passaporto e la carta di imbarco? – ero agitata da morire, volare non aveva su di me un bell’effetto e mi stavo ancora maledicendo tra me e me per non essere andata in macchina.
-Starai via solo due giorni, che vuoi esserti dimenticata? Nulla che tu non possa comprarti in California- cercò di rassicurarmi.
-È vero che farai la brava ora che non ci sono e che mi penserai? – mi avvicinai a lei fermandomi a due centimetri dalle sue labbra.
-Certo che farò la brava e sarai costantemente nei miei pensieri- rispose poggiando le sue labbra sulle mie.
“ I passeggeri del volo 747 sono pregati di superare l’imbarco “, la voce dell’altoparlante interruppe il nostro bacio.
-Devo andare – dissi ancora sulle sue labbra;
-Dai vai, perché se continui così non ti farò andare dai tuoi genitori – mi morse il labbro e poi mi baciò con passione.
“Ultima chiamata per il volo 747 “ 
-Odio queste vocine – sbuffai e la bacia rapidamente un’altra volta.
-Chiamami quando arrivi – mi disse mentre oltrepassavo il gate.
La guardai per l’ultima volta prima che le porte si chiudessero davanti a me e istintivamente le urlai:
-Ti amo – e le porte si chiusero senza darmi il tempo di vedere il suo viso.

Dopo quattro ore ero finalmente in California, dio come fa caldo qui, mica me lo ricordavo, accesi il cellulare nella speranza che Calliope mi avesse scritto un messaggio, cavolo gli avevo da poco detto “ ti amo “, ma forse l’avevo sconvolta, vabbè, le inviai comunque un sms per avvertirla che ero arrivata. 
Le porte dell’aereoporto si aprirono e comincia a guardarmi intorno, ma non vidii nessuno, fin quando da lontano vidi uno scricciolo ormai non più scricciolo corrermi incontro seguita dai miei genitori.
-Mammaaaaaa – Sofia mi corse incontro e io mi abbassai sulle ginocchia e aprii le braccia per abbracciarla.
-Amore mio – la strinsi forte forte a me, è incredibile come nel giro di un mese i bambini cambino, Sofia era bellissima, era la fotocopia di Callie e iniziava ad essere bella come Marx.
-Fatti guardare – la feci girare su se stessa: -sei cresciuta tantissimo amore – 
-Di ben 12cm mamma – disse sorridendo.
-Accidenti topastra, tra poco diventerai più alta di me – le scompigliai i capelli e le baciai la testolina, poi mi alzai e abbracciai prima mia madre e poi mio padre.

Il ritorno verso casa fu assai divertente, mi ero dimenticata di quanto parlava Sofia, era una spara proiettile vivente, ma forse questo l’aveva ripreso da me, anche io ero come lei.
In meno di mezz’ora mi aveva praticamente raccontato tutto ciò che aveva fatto, visto e imparato in un mese.
Cenammo con il fantastico stufato di mia madre e dopo cena andai in veranda a sedermi sul dondolo mentre aspettavo Sofia che era andata a prendere in camera i suoi nuovi pattini che doveva assolutamente farmi vedere.
Tirai fuori il cellulare dalla tasca e nessun messaggio di Callie, forse non dovevo dirgli ti amo, probabilmente si è spaventata ed ora ha paura di me.
Ero immersa nei miei pensieri quando un taxi si fermò sul viale di casa mia, mi alzai per guardare, chi poteva essere alle dieci di sera?! 
Ma poi quando scese dalla macchina la vidi, Callie era qui, in California, era sul viale di casa dei miei genitori.
Ero sbalordita, esterrefatta, la guardai e le andai incontro, lei mi corse incontro:
-Ari, quelle maledette porte non mi hanno dato il tempo di risponderti, e io non potevo aspettare domenica che tornavi, così ho preso il primo aereo e sono venuta da te, so che forse non è una cosa giusta, ho prenotato un albergo mentre ero in taxi, non pretendo di conoscere i tuoi genitori, ma non potevo non venire a dirti di persona che TI AMO – 
La guardai senza riuscire a dire una parola:
-Ari, perché non parli? Sono stata così stupida a correre qui per dirtelo? Cioè io-
Il tonfo di un oggetto e una vocina angelica interruppero il nostro momento, Sofia aveva fatto cadere i suoi pattini e stava correndo verso di noi o meglio verso Callie:
-Mammaaaaaaa finalmente, era da tantissimo che ti aspettavo, la mamma Arizona non mi aveva detto che venivi anche tu, questo sì che è un bellissimo regalo – 
Sofia era a un passo da noi, io guardai prima lei e poi Callie, lei era pietrificata, mi guardò e i suoi occhi mi trafissero come ghiaccio. 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Grey's Anatomy / Vai alla pagina dell'autore: frivolippa