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Autore: Ghrian    15/04/2016    1 recensioni
Carlotta è una semplicissima ragazza italiana, una come tante: studia, esce con delle amiche incredibilmente più pazze di lei...
Ma nell'università che frequenta stanno organizzando un tirocinio all'estero con un'altro indirizzo, completamente opposto al suo.
Si ritroverà catapultata in un altro mondo, a contatto con una cultura e abitudini enormemente differenti dalle sue e dovrà adattarsi a tutti i costi.
Aggiungiamoci due amici sclerati, lei che non è da meno e l'entrata in campo di dodici ragazzi... l'esplosione è alle porte, io lancio l'avvertimento!
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Erano le sei del mattino. Le maledettissime sei del mattino ed io ero,ovviamente ancora sveglia.

Tutta colpa di quei babbuini che avevano utilizzato la mia casa come una multinazionale di banane. Brutti antipatici.

Mi stropicciai gli occhi, cercando di non strapparmeli via e mi girai sul fianco, guardando ancora una volta i numerini che lampeggiavano sullo schermo della mia sveglia digitale. Le sei e un minuto. Avevo ancora due ore prima della lezione all'università e sapevo che non sarei più riuscita ad addormentarmi, così decisi di alzarmi e sfruttare il tempo a disposizione. Pensai di fare finalmente le brioches per quei mangia banane a tradimento, almeno avevo la scusa per fare una colazione decente.

Eh, si, qui in Corea la colazione è importante ma viene trattata come tutti gli altri pasti... mangiano il riso. Il riso in bianco.

Io non ci volevo credere la prima volta che Xiumin me lo disse, credevo che mi stesse prendendo in giro. Invece era la triste realtà.

Poco male, avrebbero imparato presto a fare una colazione all'italiana. Quanto mi mancava il mio Cappuccino e quello snob del cameriere.

Più il tempo passava più mi rendevo conto di quanto effettivamente mi mancasse l'Italia, le persone ma soprattutto i modi di fare. Quando ero a Londra era diverso ma non quanto a Seul...un mondo totalmente diverso. E non parlo solo degli occhi a mandorla.

Mentre sognavo la mia terra ricca di pizza e brioches, mi tirai a sedere, continuando a borbottare come il gufo di Merlino, Anacleto.

Mi stiracchiai un po', cercando di non slogarmi una spalla e finalmente spostai il mio peso su entrambe le gambe, in una posizione da Homo Sapiens Sapiens. Insomma, un essere umano tipo e non una balena spiaggiata.

Sempre sbadigliando imboccai le scale, trovandomi brillantini ovunque segno che Chanyeol aveva deciso di usare il mio bagno, come da suggerimento.

Puntai decisa verso la cucina, o meglio, verso il frigo, quando sul divano bianco intravidi delle figure completamente sdraiate, che emettevano suoni insopportabili. Cose che nessun umano avrebbe mai dovuto emettere. Nessuno.

Feci un salto enorme, tappandomi la bocca con una mano per non emettere un urlo degno di una Mandragola mentre l'altra si teneva lo stomaco.

Quando capii chi erano le figure bellamente stravaccate sul mio divano, tirai un sospiro di sollievo per poi maledirli in italiano per lo spavento che mi avevano fatto prendere.

Ho tutta la vita davanti a me e sono troppo giovane per morire d'infarto. Maledetti EXO.

Già, perché quei tre trattori erano niente di meno che Kai, Suho e Chanyeol.

Probabilmente spaventati da Chen e Baekhyun, avevano deciso di rimanere qui a dormire per avere una sicurezza maggiore e non rischiare di essere di nuovo molestati dai quei due bimbi sperduti.

L'unica cosa che non capivo era perché Suho aveva deciso di restare con le due povere vittime sacrificali, in fondo da quello che ero riuscita a capire, lui era il leader del gruppo e aveva l'abitudine di aiutarli in tutto e per tutto ma aveva anche l'obbligo di controllarli sempre.

Ecco perché non mi spiegavo la sua presenza... aveva lasciato ben nove persone da sole in una casa che di per se non sembrerebbe nulla di strano, ma in questo caso si parlava di bambini troppo cresciuti.

Alzai le spalle rassegnata, ormai questa casa era diventata anche la loro e io non potevo fare altro che adattarmici, così mi diressi finalmente in cucina, pronta per mettere alla prova le mie capacità culinarie.

Aprii il frigo e presi tutto l'occorrente per fare le brioches e dopo un bel po', riuscii finalmente a terminarle per infilarle nel forno. Cercai di fare il più piano possibile per non svegliarli, mi avevano rovinato il sonno, ma io avevo solo qualche ora di lezione mentre loro li aspettava un allenamento estenuante e davvero durissimo. Da quello che mi raccontavano lo facevano con piacere, amavano il loro lavoro, ma si vedeva che erano stanchi ed ogni giorno crollavano un po' di più.


Ormai era giorno e il sole aveva fatto capolino anche tra le ante che oscuravano la casa, colpendo i tre babbuini proprio in viso.

E come da manuale, si svegliarono un po' intontiti, confusi sull'appartamento in cui si trovavano. Ma la confusione scomparì presto, non appena mi videro affaccendata nell'estrarre la teglia dal forno e posizionarla sull'isola cercando di non rovesciare nulla. Anche perché in quel caso avrei maledetto tutti. Davvero tutti.

Sui loro visi vidi comparire la felicità, mentre dai loro stomaci provenire suoni raccapriccianti dettati da una fame che doveva essere spaventosa.

Anche io ero affamata, ma il mio stomaco non si ribellava alla superiorità del cervello. Insomma avevo un bel autocontrollo, cosa che loro dovevano imparare disperatamente.

Sorrisi guardando i miei cari animaletti e con ancora i guantoni che mi proteggevano le mani dissi -Ben svegliati, cricetoni! Ditemi, come mai avete usato come camera da letto personale il mio soggiorno?-

Kai mi guardò leggermente imbarazzato -Non volevamo rischiare un'altra aggressione...-

-Oh, scherzavo! Forza, andiamo a svegliare anche gli altri. Abbiamo una bella colazione all'italiana che ci aspetta.- lo interruppi, prendendo la teglia con una mano e con l'altra le cialde per la macchina del caffè. James da bravo inglese italianizzato dalla sottoscritta, ne aveva comprata una già in Inghilterra e l'aveva portata con se quando si era trasferito in Corea.

Il che era perfetto, almeno la potevo sfruttare.

Peccato però che l'abbia regalata ai vicini, perciò ogni volta che volevo drogarmi con un po' di sana caffeina, dovevo trasferirmi con le mie cialde da quegli oranghi.

-D'accordo...- mormorò Kai, non perdendo di vista neanche un momento le mie brioches.

Chanyeol le guardava con aria affranta e rassegnata, così curiosa gli chiesi il perché di quella faccia.

-Semplice, so che ne mangerò solo una. E sempre se mi va bene.- mi rispose, guardandomi attentamente mentre mi infilavo quelle disgustose ciabattine rosa.

-Non ti piacciono?- mi chiese a bruciapelo, facendo sobbalzare Suho che era ancora addormentato.

Io mi congelai, rendendomi conto di essere stata appena colta in flagrante. Oh,oh.

-Ehm, cosa?- domandai, facendo finta di non aver capito. Ma lui aveva capito subito il mio gioco e mi lanciò un'occhiata divertita -Hai capito benissimo.-

Sbuffai scocciata -No, non mi piacciono. Detesto il rosa.- ammisi, sentendomi un po' in colpa.

Suho mi guardò scioccato così come Kai mentre Chanyeol scoppiò a ridere come un disperato, tenendosi la pancia con due manie mostrando le sue zanne bianche e perfette. Probabilmente aveva portato l'apparecchio.

Continuò a ridere fino allo sfinimento e anche dopo si lasciava andare in risatine inquietanti, tant'è che iniziarono a ridacchiare anche gli altri. Intanto avevamo raggiunto il corridoio e le loro risate rimbalzavano sulle pareti, facendomi innervosire ad ogni passo.

Al raggiungimento della porta, sbottai fronteggiandoli con le mani sui fianchi -Si può sapere cosa c'è di così divertente?-

Chanyeol si asciugò le lacrime e delegò a Suho il compito di rispondermi -Scusa Carl, ma tu sei la prima ragazza che conosciamo che odia il colore rosa.-

Io li guardai scioccata -Ah, davvero?-

-Sì, davvero.- mi fece il verso quello struzzo di Chanyeol. Bene, ero diventata ufficialmente un fenomeno da baraccone. Di bene in meglio, insomma.

Alzai gli occhi al cielo, ormai rassegnata dall'intera situazione e aprii la porta, trovando i restanti bimbi sperduti attorno al tavolo da pranzo, in attesa del rancio.

Dalle loro facce sembrava non mangiassero da mesi. Erano davvero impressionanti, la quantità di cibo che riuscivano ad ingurgitare era pari a quella di un ippopotamo. Assurdi.

-Cibo! Finalmente, Carl! Volevi farci morire di fame?- intervenne immediatamente Chen con voce lamentosa.

-Chen, la vuoi piantare?- si intromise Luhan, donando al diretto interessato una bella ciabattata in testa.

-Ahi! Sei completamente impazzito?- urlò incredulo lui.

-No, semplicemente sto tentando di inculcarti un po' di educazione anche se è complicato. Forse anche troppo.- rispose tranquillo Luhan, facendomi l'occhiolino.

Se prima osservavo la scena senza commentare, vedendo il broncio messo da Chen e la faccina di Luhan mentre si guardava le unghie non potei far altro che scoppiare a ridere come un'assatanata.

Ovviamente seguita da Kai e Chanyeol. Ovviamente.

-Ragazzi, ho fatto le brioches.- dissi, quando recuperai una voce normale.

-Siiii!- ulularono in coro quegli anatroccoli.

Voi lascio solo immaginare come si avventarono sopra i miei piccoli capolavori. Non per niente li paragono a degli animali.

Però le previsioni di Chanyeol si rivelarono sbagliate: non solo riuscì ad accaparrarsene una, ma rubò anche quella di Baekhyun per vendicarsi della notte scorsa. In totale ne ingurgitò ben due mentre la sottoscritta nemmeno una. Strano.

Almeno riuscii a farmi il caffè, un nettare paradisiaco per me.

Dopo aver trangugiato due tazze di caffè, mi alzai dalla sedia stiracchiandomi leggermente -Devo andare! Ci vediamo per pranzo?- chiesi, sapendo della moltitudine di impegni che avevano.

-No Carl, oggi non ci saremo... ma stasera si!- mi rispose Kris, cercando di frenare l'entusiasmo di Tao e Kai che nel frattempo si erano alzati guardandomi supplicanti.

-Pizza e film... hai promesso!-

-Una promessa è una promessa!- commentai solenne, indossando ancora il mio pigiamino con i pinguini. Molto matura -Ora però devo scappare a cambiarmi, ci vediamo stasera!-

Corsi in camera mia, estraendo dall'armadio un paio di jeans blu, una maglia color cipria, un maglioncino nero e degli stivaletti neri bassi.

Arpionai anche il giubbotto di pelle, ultimamente il tempo a Seul stava cambiando. Si vedeva che iniziava ad avvicinarsi l'inverno e io non vedevo l'ora che arrivasse il pacco spedito da mia madre.

Necessitavo di maglioni se non volevo diventare una piccola stalattite.

Presi la borsa e mi chiusi la porta alle spalle, pronta all'inferno del coreano e dei laboratori.

Un'altra giornata era cominciata.







NOTA: Sono tornataaaa

E sto morendo... pian piano.
La scuola mi sta distruggendo e faccio fatica ad andare avanti con la storia.
Cooomunque, spero che vi piaccia e spero di sentirvi presto!

Alla prossimaaa


   
 
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