Serie TV > Un Medico In Famiglia
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Autore: Cristin_94    16/04/2016    2 recensioni
La nona stagione di “Un medico in famiglia 9” è iniziata con il mancato matrimonio tra la sorella di Marco e Giuliano in un tranquillo pomeriggio di settembre. Da quel giorno è iniziata la storia d′amore tra la spensierata e dolce Sara Levi e il serio e integerrimo Lorenzo Martini. Puntata dopo puntata i giorni sono passati; le stagioni sono cambiate. Autunno, inverno, primavera… Ma cosa sarà accaduto a Natale, a Capodanno, a San Valentino⁇ Come avranno festeggiato Sara e Lorenzo i loro rispettivi compleanni: insieme o separati⁇ Scopriamolo insieme…
Nota bene : La storia non è inventata ex novo. Ho lasciato intatte le prime nove puntate! L’inizio della mia Fan-fiction corrisponde a una data speciale: 25 dicembre 2013! Il Natale in casa Martini è, appunto, posizionato tra la nona e la decima puntata, prima cioè che il Destino faccia incontrare Sara e Lorenzo al rifugio, subito dopo la fuga di Tommy, Giada e Daniele e gli splendidi sguardi sotto le stelle dei “Sarenzo”…
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lorenzo Martini, Sara Levi, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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16 marzo, ore 23.00 circa

Quando Sara svoltò nel parcheggio della clinica, non diede molto peso a come parcheggiare la macchina. Frenò in modo brusco e spalancò la portiera, lasciando le chiavi nel quadro della vettura, per correre in clinica.
- “Beh papà.. non ti sei fatto < quasi > niente prima, quando ti hanno < quasi > investito, ma hai rischiato parecchio nel momento in cui hai lasciato che Sara si mettesse alla guida!” commentò Tommy, scendendo dalla macchina.
- “Menomale che non avevamo ancora mangiato!” si lasciò sfuggire Elena.
Lorenzo sorrise. – “Non fatevi sentire da Sara! Altrimenti sono guai!” gli suggerì Lui, scendendo dalla macchina, mantenendosi la spalla. Fortunatamente, infatti, Lorenzo si era accorto in tempo della macchina che stava arrivando mentre stava attraversando la strada e quindi aveva potuto tuffarsi di lato rispetto alla traiettoria della vettura. L’auto lo aveva mancato di poco, frenando con un gran stridio di gomme. Per questo aveva sbattuto la spalla sul marciapiede e ora temeva che se la fosse lussata. A dire il vero, aveva anche sbattuto, seppur leggermente, la testa sul ciglio della strada. Ma quel dettaglio non lo aveva rivelato né a Sara, né ai ragazzi. Non voleva allarmarli inutilmente.
- “Lorenzo!” lo chiamò Davide, raggiungendolo con una sedie a rotelle. “Come stai? Sara mi ha detto!”
- “Bene.. bene! Quella non serve!” disse, indicando la sedia a rotelle. “Ho solo sbattuto la spalla quando sono caduto. Forse è lussata!”
- “Facciamo subito una lastra.” Rispose Davide, mentre accompagnava Lorenzo in clinica. “Accomodati un attimo all’ingresso che io vado a preparare la sala. Gloria ha già avvisato l’addetto!”
- “Grazie Davide!” disse Sara, sedendosi accanto a Lorenzo. E poi, rivolgendosi al suo futuro marito, gli chiese: “Sei sicuro di non avere qualche dolore altrove?”
- “Sicurissimo!” le disse, baciandole la mano. “Stai tranquilla! Non è successo nulla!”
- “Guarda.. se penso a quello che sarebbe potuto accadere se non ti fossi accorto della macchina..” disse, con lo spavento negli occhi.
- “E invece me ne sono accorto e quindi è inutile pensarci!” concluse Lui, con un sorriso.
- “Comunque papà, secondo me, dovresti sporgere denuncia. Questa volta non è successo nulla ma l’autista, se continua a guidare in questo modo, potrebbe far male ad altra gente.”
- “Tommy ma chi dovrei denunciare? Non si è neanche fermato e nessuno di noi, in quel momento, ha pensato a prendere il numero di targa! So che si tratta di una Audi grigia.” gli rispose Lorenzo. “Però non sappiamo neanche se era un uomo o una donna!”
- “Era una donna!” si intromise Elena. “E’ scesa dalla macchina.. perciò lo so! Ed.. è incinta! A me è sembrata parecchio spaventata!”
I quattro si guardarono.
- “Lorenzo.. siamo pronti! Quando vuoi, possiamo andare!” li interruppe Davide.
- “Certo!” gli rispose, alzandosi. “Sara.. mentre io faccio la lastra vuoi accompagnare i ragazzi a casa? Senza correre e guidando con molta calma!” disse, evidenziando bene le ultime parole.
- “Ma noi vorremmo aspettare i risultati…” si oppose Tommy.
- “Ma non serve! Ci vediamo a casa.. non è nulla di grave! Dai.. credetemi: sono un medico!” li convinse Lorenzo.
- “Va bene.. andiamo a casa!” si arrese Elena.
- “Sì.. ma con molta calma!” sottolineò Tommy.
Lorenzo e Davide sorrisero.
- “Sì! Prometto! Guiderò con molta prudenza e andrò pianissimo! Così riuscirò a farmi perdonare per la guida in stile < fast & furious > di prima!” promise Sara.
- “Magari.. potrei guidare io!” propose Tommy che, dopo aver visto lo sguardo del padre, aggiunse subito: “Scherzavo!”
- “Ecco appunto!” concluse Lorenzo, avviandosi per la lastra.
- “Ci casca sempre!” commentò Tommy. “Devo organizzargli un pesce d’aprile con i fiocchi!” disse facendo ridere Elena e Sara.

 
- “Allora.. come la senti la spalla?” domandò Davide a Lorenzo.
- “Non c’è bisogno di alcuna lastra per la spalla, Davide. E’ lussata.” Gli disse Lorenzo. “Sai quello che devi fare.. colpo secco e passa il dolore. < Riduzione chiusa >.. te l’hanno insegnata?”
- “Insomma… credo di ricordarla!” gli rispose Davide che, in un attimo, dopo aver disteso Lorenzo, operò il trattamento individuato da Lorenzo. “Viene meglio quando il paziente è rilassato.”
- “Sì.. lo so!” gli rispose Lorenzo, alzandosi e mettendosi a sedere. “Va già meglio!” disse, toccandosi la spalla. Era indolenzita ma il dolore era notevolmente diminuito.
Davide gli sorrise. – “Posso farti una domanda?”
- “Certo!”
- “Se sapevi che bastava una riduzione, quindi pochi minuti, perché hai detto a Sara di accompagnare i ragazzi a casa? Potevano aspettarti e andavate a casa insieme.”
- “Ho convinto Sara ad accompagnare i ragazzi a casa perché c’è una cosa che non le ho detto!”
- “Cioè?” domandò Davide, che aveva intuito che la situazione non era così rosea come appariva.
- “Ho sbattuto la testa sul marciapiede.. anche se non violentemente.”
- “Capisco.. Facciamo una tac? Che ne dici?” propose Davide.
- “Sì.. Credo sia un trauma cranico lieve. Non ho mai perso conoscenza però, mentre venivamo a Villa Aurora, ho avuto qualche sintomo che mi ha fatto pensare.”
- “Quali sarebbero questi sintomi?”
- “Visione doppia, per alcuni istanti. E ronzio all’udito.”
- “Senti qualche dolore particolare alla testa?” domandò Davide.
- “No.. no! Niente ematomi.. né tagli! Diciamo che il mio è uno scrupolo!” confessò Lorenzo.
- “Beh.. un controllo non fa male! Andiamo!”
- “Davide.. mi raccomando: Sara non ne deve sapere nulla!” gli ricordò Lorenzo, mentre il collega inseriva al computer i dati per la tac, cancellando quelli della lastra.
- “Per il momento starò zitto. Ma se la tac ci farà scoprire qualcosa di grave.. glielo dirai tu!” fu la risposta di Davide.
- “Naturalmente.” Convenne Lorenzo, sorridendo.
 

Sara, come promesso, con molta cautela, aveva accompagnato i ragazzi a casa Martini. Libero ed Enrica erano molto preoccupati ma, la giovane Levi riuscì a calmarli.
- “Ha soltanto sbattuto la spalla quando si è tuffato a terra per evitare che la macchina lo investisse. Probabilmente è lussata ma, a detta di Lorenzo, non è nulla di grave.”
- “Menomale, guarda! Ma chi è questo scriazato che guida così?” domandò Libero.
- “Beh.. l’autista non si è neanche fermato… Sappiamo solo che la macchina che lo stava per investire è un Audi grigia e che l’autista era una donna..” si intromise Tommy.
- “Le dovrebbero togliere la patente a questa criminale!” esclamò Ave.
- “Beh.. non credo sia una criminale!” disse Elena. “Era molto spaventata per quello che era accaduto. Forse non sapeva cosa fare. Era sola.. ed incinta..”
- “Va beh.. ci dispiace per lei ma siamo più preoccupati per Lorenzo.” disse Libero.
- “Ecco.. io vado in clinica. E appena so qualcosa vi dico.” Promise Sara. “Voi, intanto..” disse guardando Tommy ed Elena, “.. a letto! Domani abbiamo uno spettacolo da portare a termine!” concluse, facendo un occhiolino.
- “Ti accompagno alla macchina, almeno!” si propose Tommy.
- “Che cavaliere!” sorrise Sara.
Così i due uscirono in strada e Tommy accompagnò Sara. – “Mi prometti che..”
- “Se succede qualcosa di grave ti avvsio. Giuro!” gli disse, mettendosi una mano sul cuore.
- “Bene!” le rispose il giovane Martini, abbracciandola.
- “Ma.. sei uscito solo per chiedermi questo?” gli domandò Lei.
- “No.. vedi quella macchina?” le disse indicando la macchina che si scorgeva guardando nello specchietto laterale dell’auto di Lorenzo.
- “Sì!” gli rispose Lei.
- “Credo sia quella che stava per investire papà! Ci ha seguito in ospedale e la ragazza l’ho intravista anche nel parco della clinica. E quando siamo usciti da Villa Aurora per tornare a casa, ho notato che ci ha seguito fino a qui.”
- “Ah!” rispose Lei.
- “Forse è preoccupata per quello che è successo!” propose Tommy.
- “Lo credo anche io.. Facciamo così.. Io adesso raggiungo Lorenzo. Se la dovessi incontrare di nuovo le parlo. Adesso..”
- “Lo so: ha ragione nonno Libero: noi dobbiamo pensare a papà.”
- “Esatto! Ci sentiamo dopo!” disse dandogli un bacio, per poi salire in macchina per raggiungere Lorenzo.
 

- “Gloria.. sai se Lorenzo ha già fatto la lastra?” domandò Sara, entrando in clinica.
- “No.. ma controlliamo subito.” Le rispose Gloria, con il solito sorriso. “Ma.. hai detto lastra?” le domandò poco dopo.
- “Sì! Ha sbattuto la spalla e mi sa che se l’è lussata!”
- “Beh.. Sara.. qui non c’è nessuna prenotazione per la tac. L’unico esame prenotato per il dottor Martini è.. una tac!”
- “Una tac! Forse avrò sbagliato a capire.. sai l’agitazione del momento!” disse Sara, cercando di nascondere la preoccupazione che la stava attanagliando. “Dov’è la sala per la tac? Vado ad aspettarlo lì.”
- “Secondo piano. Prese le scale, gira a destra. Troverai poi le indicazioni.”
- “Grazie Gloria.” Rispose Sara, correndo all’ascensore.

 
Non fu difficile per Sara raggiungere il reparto riservato dallo staff di Villa Aurora alle tac. Mentre saliva le scale, la giovane Levi cercava di trovare una risposta alle molteplici domande che le frullavano in testa. Ma era tutto inutile. L’agitazione non le permetteva di ragionare. La paura era troppa. E.. “Quando una paura è irrazionale, è inutile razionalizzarla!”
Così decise di sedersi e aspettare.
Sara non fu costretta ad attendere a lungo. Dalla sala adibita per la tac, dopo pochi minuti, uscì Davide.
- “Sara.. ma cosa ci fai qui?” domandò Lui, sorpreso.
- “E cosa vuoi che ci faccia qui? Gloria mi ha detto della tac! Ma Lorenzo non avrebbe dovuto fare una lastra? Cosa sta succedendo?” domandò, sconvolta.
- “Eeee.. come dire! Doveva fare una lastra per la spalla ma, dal momento che era lussata e lo abbiamo capito subito, abbiamo deciso di procedere direttamente con un intervento medico manuale. Tecnicamente si chiama < riduzione chiusa >. Quindi adesso la sua spalla sta bene. E’, come dire.. come nuova!” prese tempo Davide: aveva pur sempre fatto una promessa a Lorenzo.
- “Bene! Ma perché deve farsi una tac? Davide.. sono la sua futura moglie. Ho il diritto di sapere...”
- “Sara! Cosa ci fai qui?” domandò Lorenzo, raggiungendola.
- “Beh.. Lorenzo, io vado! Buona serata!” lo salutò un uomo in camice bianco.
- “Grazie Alfredo, sei stato gentilissimo!” gli strinse la mano il dottor Martini.
- “Lorenzo.. cosa è successo? Perché hai dovuto fare una tac? Stai male? E’ qualcosa di grave?” lo sommerse di domande Sara.
- “Ehi.. respira!” le disse abbracciandola. “Sto bene, te lo giuro!”
- “E allora la tac? Guarda che so a cosa serve!” non si arrese Sara.
- “Ah sì?” scherzò Lui. “Io invece so che sei abbastanza allergica alle tac! Ricordi?” sorrise Lui alludendo all’incidente di Sara e la fuga della ragazza per non fargli scoprire della sua malformazione cardiaca.
- “Non provare a cambiare argomento. Perché hai avuto bisogno di fare una tac?” domandò imperterrita Lei.
- “Prima.. quando quella macchina mi stava per investire.. beh.. Tuffandomi sul marciapiede non ho sbattuto solo la spalla sull’asfalto. Ho anche sbattuto la testa sul marciapiede. Ma leggermente!” aggiunse nel notare lo sguardo terrorizzato di Sara. “Infatti non ho né tagli.. né ematomi. Però ho voluto fare la tac per un eccesso di prudenza. Non volevo lasciare niente al caso.” Le spiegò, con un sorriso rassicurante.
- “Cosa è uscito dagli esami?” gli domandò Lei.
- “Nulla di preoccupante. Si tratta di un lieve trauma cranico. Alfredo mi ha consigliato di non dormire per le prossime dodici ore, nulla di più. Non ho nulla! E, se non mi credi, possiamo andare da Alfredo!”
Sara lo abbracciò. – “Perché non mi hai detto che avevi sbattuto la testa? E se ti fosse successo qualcosa mentre ti portavo qui?”
- “Non volevo mentirti! Volevo soltanto evitare di farti preoccupare ulteriormente. Eri già abbastanza agitata per quello che era successo.” Le spiegò Lui.
- “Avevi paura anche tu della mia guida?” sorrise Lei.
- “Assolutamente no! < Io > ci sono abituato! D’altra parte sono io il tuo maestro di guida!” le disse dandole un bacio.
- “Andiamo a casa?” gli domandò Lei, avviandosi all’ascensore, abbracciandolo.
- “Andiamo a casa!” le rispose Lui.
 

- “Ah… vedo che < questa volta > hai parcheggiato bene?” la prese in giro Lui.
- “Certo! Sapevo che stavi facendo una lastra.. non una tac!” gli rispose Lei, facendogli una linguaccia.
Lui scoppiò a ridere. – “Solo per capire.. Per quanto tempo me lo dovrai rinfacciare?”
-  “Non lo so! Un paio di anni?” scherzò Lei.
- “Eeee.. e pensare che quella che non mi ha detto di avere una gravissima malformazione cardiaca sei tu!” le rinfacciò Lui.
- “Va beh.. non è la stessa cosa!” cercò di giustificarsi Lei.
- “Sì sì.. va bene!” si arrese Lui. “Su.. dammi le chiavi. Guido io!”
- “Ma non c’è bisogno. Guido io!” si oppose Sara.
- “Sara sto bene! Dai.. dammi le chiavi!” le ripeté. Ma Sara sembrava che non lo stesse ascoltando. “Ehi.. tutto bene?”
- “Sì.. è che..” gli disse. “Aspettami un attimo qui.. ho visto una persona.” Gli spiegò, avvicinandosi a una macchina parcheggiata a poca distanza dalla loro.
- “Sara… ma cosa??” le cercò di chiedere Lorenzo, ma Sara si era già allontanata.
- “Ehi.. tutto bene?” domandò Sara alla ragazza in macchina. Era giovane. E abbastanza provata.
- “Sì, grazie. Sto aspettando una persona...”
- “Forse stava aspettando di vedere mio marito! L’ha quasi investito e quindi voleva.. come si dice in queste occasioni? Ah sì.. sincerarsi delle sue condizioni?” le domandò Sara, mentre Lorenzo la raggiungeva.
- “E’ lei la donna che mi ha quasi investito?” domandò Lorenzo, spostando lo sguardo da Sara alla ragazza.
La giovane aprì lo sportello e scese dalla macchina. – “Sì, sono io. Io.. mi dispiace! Ero spaventata! L’ho vista lì.. a terra.. e non ho capito più nulla. Ho fatto retromarcia e sono scappata! Ma me ne sono pentita subito.. Io.. Lei come sta?” disse tutto d’un fiato, trattenendo a stento le lacrime.
Lorenzo la guardò. – “Si calmi. Nelle sue condizioni agitarsi non fa bene né a Lei, né al bambino!” le disse porgendole un fazzolettino. “Io sto bene, lo vede anche Lei.”
- “Grazie.” Disse Lei, prendendo il fazzolettino per asciugarsi le lacrime. “E’ sicuro di stare bene?”
- “Sì. Sicurissimo. Devo soltanto rimanere sveglio per le prossime dodici ore: ho sbattuto lievemente la testa cadendo. Ma non è nulla di grave, glielo ripeto.” La rassicurò nuovamente il dottore.
- “Già.. mi tocca sopportarlo per le prossime dodici ore!” scherzò Sara. “Amore.. credo che le useremo per decidere gli ultimi dettagli del matrimonio!”
- “Certo amore!” le rispose Lorenzo, alzando gli occhi al cielo.
La ragazza sorrise. Quei due erano proprio una bella coppia!
- “Comunque..” le disse Lorenzo. “E’ pericoloso guidare di notte senza i fari accesi.”
- “Lo so. Quando sono partita questa mattina funzionavano.. non so cosa sia successo.” Spiegò la ragazza. “Domani mattina vado da un meccanico. Non voglio mica mietere vittime!”
Sara annuì. -  “Bene. Ora noi andiamo a casa. Va a riposarti anche tu!” le consigliò premurosamente.
- “Sì.. Grazie..” le rispose.
- “Comunque.. io sono Sara Levi.. piacere! E Lui è il dottor Lorenzo Martini!” disse Sara, correndo ai ripari.
- “Piacere Clara Grandi!” rispose, stringendo la mano a Sara e a Lorenzo. La stretta con quest’ultimo fu un po’ più lunga. C’erano tante cose che li legavano, anche se Lorenzo non lo sapeva. “Mi scusi ancora!” gli disse.
- “Non pensiamoci più. Buonanotte!” le rispose Lui, avviandosi alla macchina per andare a casa. “Comunque.. non dovrebbe guidare in quelle condizioni!” disse sottovoce alla sua futura moglie. “E’ come minimo al settimo mese di gravidanza!”
- “Già!” confermò Sara, guardando verso Clara.
Fu così che si accorse che la giovane aveva qualche problema ad avviare la macchina.
- “Lorenzo! Clara ha qualche problema!” gli disse, attirando l’attenzione del marito.
- “E’ vero.. vado a vedere cosa è successo!” le rispose, raggiungendo nuovamente la ragazza.
- “Maledizione!” imprecò Clara. “Prima le luci! Adesso non parti proprio!” urlò come se la macchina potesse risponderle.
Lorenzo fece finta di tossire. – “Posso aiutarti?” le domandò, passando al < tu >.
Clara alzò lo sguardo. Stava quasi per piangere. – “Oggi non ne va bene una!” disse, sbattendo i pugni sul volante.
- “Ehi… calmati! Può darsi che c’è qualche contatto con la batteria. Lasciami dare un’occhiata.” Le disse, aprendo la portiera per farla scendere dall’auto.
Sara, intanto, li aveva raggiunti e, avendo notato lo stato d’animo della ragazza, era corsa in clinica per prenderle un bicchiere d’acqua. – “Clara.. siediti qui e prendi un po’ d’acqua!” le disse, accompagnandola alla panchina.
- “Grazie!” le disse, con un sorriso.
- “E’ un maschietto o una femminuccia?” chiese Sara, accarezzandole la pancia.
- “Non lo so! Non l’ho voluto sapere! L’unica cosa importante è che sia sano!” le rispose Clara, sorseggiando l’acqua.
- “E’ vero. Neanche io lo vorrei sapere!” sorrise Sara.
- “Clara!” intervenne Lorenzo. “Il problema è.. che è finita la benzina!”
- “La benzina! E’ vero! Stavo per farla quando.. la stavo per investire.” Rivelò la ragazza.
Sara e Lorenzo si guardarono. Clara faceva loro tanta tenerezza.
- “Va beh.. lascia pure la macchina qui. Io lavoro proprio in questa clinica. Ti assicuro che non ci sono problemi. Penserai all’auto domani.” Propose Lorenzo.
- “Sì. Ti accompagniamo noi in hotel o dovunque tu debba andare.” Confermò Sara.
Clara li guardò. Poteva fidarsi di loro? Qualcosa le disse di sì. – “Io.. io non ho un posto dove andare. Avevo intenzione di passare la notte.. in auto.. per riposarmi un po'!” disse tutto d’un fiato.
Sara e Lorenzo la fissarono per qualche secondo e poi si guardarono. Non ci fu bisogno di nessuna parola. Si capirono con uno sguardo, come sempre accadeva tra loro. Si sorrisero e poi misero a corrente Clara del loro piano.

 
Era ormai passata la mezzanotte quando Lorenzo aprì la porta di casa.
- “Ecco! Benvenuta a casa Martini!” le disse Sara, bisbigliando. Ormai, data l’ora, stavano già tutti dormendo.
- “Ma. Siamo sicuri che non sia un problema che io sia qui?” domandò Clara, bisbigliando a sua volta.
Ma né Sara, né Lorenzo ebbero il tempo di risponderle. Era comparsa sul volto di Clara, infatti, un’espressione di dolore. La ragazza si toccò il pancione e si trattenne il respiro.
- “Clara!” domandò Lorenzo. “Cos’hai?”
- “Niente!” li rassicurò la ragazza. “Fagiolino o fagiolina sta soltanto facendo qualche capriola nella pancia della mamma. Beh.. almeno lui o lei sta trovando il modo di divertirsi!”
Sara e Lorenzo tirarono un sospiro di sollievo.
- “Dai.. siediti un po’!” le consigliò Lorenzo. “Nelle tue condizioni non dovresti stressarti in questo modo!”
- “Lo so! Diciamo pure che questa è stata la mia ultima pazzia da single! Il giorno prima delle nozze c’è chi fa l’addio al nubilato e chi si fa 350 chilometri in macchina!” concluse Clara.
Sara e Lorenzo sbarrarono gli occhi. Aveva veramente detto: < Il giorno prima delle nozze > ??
- “Scusa.. forse non ho ben capito! Ti sposi.. domani?” domandò Lorenzo.
- “Sì. Alle 11.00 nella Cattedrale di Pisa.” Rispose Clara.
Sara e Lorenzo si guardarono: erano a dir poco scioccati.
- “Scusa.. ma le spose non dovrebbero organizzarsi per trovare il tempo di conciarsi.. di prepararsi..?” le domandò Lorenzo, sedendosi accanto a Sara, difronte a Clara.
- “Hai usato esattamente le stesse parole!” esclamò Sara, scoppiando a ridere.
Lorenzo capì subito a cosa si riferiva la sua futura moglie. Durante il viaggio da Pisa a Roma, il giorno del matrimonio tra Sara e Giuliano, Lui le aveva rivolto esattamente la stessa domanda!
- “Va beh.. lasciamo perdere!” convenne Sara. “E così tu domani ti sposi?”
- “Sì. Sempre che la mia macchina si riprenda!” rispose Clara.
- “Ma.. lo sa il tuo futuro marito.. la tua famiglia.. dove sei? Come stai?” domandò Lorenzo.
- “Sanno che sto bene! Dove sono.. non l’ho detto a nessuno. Non so se mi capirebbero..” bisbigliò Lei.
Sara e Lorenzo si guardarono. Loro due sì che sapevano cos’è la discrezione. Così rimasero in silenzio per un po’, si strinsero la mano e non le fecero più domande. Rimasero a guardare come Clara accarezzava la sua pancia, con la dolcezza e la tenerezza tipica di ogni mamma.
Furono colti alla sprovvista quando Clara incominciò a parlare.
- “Io sono già stata sposata una volta. Avevo appena vent’anni.” Sorrise Clara. “Ci siamo conosciuti al liceo. Lui era al secondo anno e io al primo. Avevamo la stessa età ma lui aveva fatto la primina. Fu la prima persona che incontrai quando misi piede a scuola. Mi stavo guardando intorno e, all’improvviso urtai qualcuno. Dio.. ricordo ancora il suo sorriso quando incominciai a chiedergli scusa!” Fece una pausa e poi continuò. “Da allora non ci siamo più lasciati. Amavo Guido con tutta me stessa e Lui amava me. Niente e nessuno ci poteva separare. O almeno lo credevo.”
Sara e Lorenzo la ascoltavano in silenzio, stretti l’una all’altra.
- “Quattro anni fa, nel giorno del primo anniversario del nostro matrimonio, Guido si sentì male. Era a lavoro quando all’improvviso svenne.”
Sara l’ascoltava in silenzio, abbracciata a Lorenzo.
- “Le condizioni di Guido erano disperate. Aveva ventotto anni ma ormai da circa tre gli avevano diagnosticato una malattia congenita. < Coartazione istmica aortica >.” Disse Clara.
Sara trattenne il respiro e lo stesso fece Lorenzo.
- “Doveva essere operato d’urgenza.” Continuò Clara. “Il destino volle che a Pisa era arrivato un giovane e brillante medico da New York specializzato nella sua malattia.”
- “E così Guido fu operato, vero?” domandò la giovane Levi.
- “No! Non diede il consenso per sottoporsi all’operazione!” rispose Clara.
- “Come?” domandò Sara, sconvolta.
Clara la guardò e poi guardò Lorenzo. – “Lo ha fatto per me. Ha lasciato che prima venissi operata io.” Scandì Clara. “Soffrivo anche io di coartazione istmica aortica. Quella era l’ennesima cosa che avevamo in comune.” Sorrise tristemente Clara. “Le mie condizioni erano disperate. A detta dello staff medico non avevo che il 7 per cento di chance di superare l’operazione e sopravvivere. E’ per quello che avevano scelto di operare prima Guido e poi me. Lui aveva più possibilità di sopravvivere.” Disse Clara, non trattenendo una lacrima.
- “Lui ha rifiutato l’operazione perché sapeva che in questo modo avresti potuto essere operata tu?” domandò Sara.
- “Sì! L’ultima cosa che mi ha detto è stata una bugia. < Ci vediamo dopo! > mi disse. Ma non è stato così.” prese un sospiro e poi continuò. “Il giovane e brillante medico venuto da New York ha fatto il miracolo con me.. ma non ha avuto il tempo di farlo con Lui. Quando ho aperto gli occhi e mi hanno detto che da quel momento avrei potuto vivere la mia vita in modo normale, come una persona normale, non volevo crederci! Era troppo bello per essere vero! Volevo correre da Guido.. Abbracciarlo! Dirgli che potevamo avere finalmente un bambino tutto nostro. E invece..”
- “E invece il medico che ti aveva appena salvato la vita e che ti aveva detto che avresti potuto vivere come una normale ragazza di ventotto anni ti ha dovuto dire che non era riuscito a salvare l’uomo della tua vita.” Concluse Lorenzo.
Sara alzò lo sguardo su di Lui. Era Lui il giovane e brillante medico venuto da New York!
- “Già! Ricordo perfettamente tutte le parole piene d’odio e rancore che le dissi. Non le meritava! Ma all’epoca non lo capivo. Ero solo piena di dolore e non c’era spazio per nulla più.” Gli disse Clara, afferrandogli una mano. “Sa quando ho capito che è stata una fortuna averla incontrata, dottore? Questa mattina. Mi sono alzata e, quando ho realizzato che mancavano ventiquattro ore al mio matrimonio con Ruggero.. mi è scoppiato il cuore per la felicità! Pensavo che la mia vita fosse finita nel momento in cui mi aveva avvertito della morto di Guido.. E invece grazie a Lui..” disse guardando il cielo, “.. e grazie a Lei, ora sono qui! Sto per sposare l’uomo che amo e sto per diventare madre!” concluse Clara visibilmente commossa. “E dato che l’ultima cosa che le ho detto è stata.. < Vada all’inferno! > mi pare.. beh: volevo rimediare!” gli disse, stringendogli ancora la mano.
Lorenzo era visibilmente commosso. Si inginocchiò davanti a Clara e l’abbracciò.
Ricordava bene la storia di Clara e Guido. All’epoca il suo matrimonio era già in crisi e, quando li aveva conosciuti, era rimasto sbalordito dalla forza del loro Amore.
- “Come hai fatto a sapere che ero a Roma?” le domandò Lui, cercando di nascondere la commozione.
- “New York. Lo staff dell’ospedale dove ha lavorato fino a qualche mese fa mi ha detto che Lei lavorava a Roma e così sono venuta a Villa Aurora ma Lei non c’era! Ma alla fine l’ho trovata comunque e.. l’ho quasi investita!”
Lorenzo scoppiò a ridere. - “Quasi! Ma ti prego.. smettila di darmi del lei.. Mi fai sentire vecchio!”
- “Amore.. ma tu sei vecchio!” lo prese in giro Sara, cercando di alleggerire il clima che si era creato.
- “Ecco!” fece finta di spazientirsi Lorenzo.
Clara scoppiò a ridere. – “Sbaglio o dovete sposarvi anche voi?”
- “Sì!” Rispose Sara. “A maggio!”
- “Quindi è per questo che ti prende in giro?” domandò Clara la quale, notando che i due non avevano capito a cosa si riferisse, continuò. “La battuta sulle spose… che devono acchittarsi!”
- “Ah!” esclamò Sara. “No! Diciamo che la storia è abbastanza lunga!”
- “Beh..” disse Clara. “Lui non deve dormire per le prossime ore.. quindi me la può raccontare!”
- “Assolutamente no!” fu categorica Sara. “Lui non deve dormire per le prossime ore. Tu sì! Domani ti sposi! Facciamo così.. te la raccontiamo mentre ti accompagniamo a Pisa, ok?”
- “Ma no! Non ce n'è bisogno..” disse Clara.
- “E invece sì!” la fermò Lorenzo. “Ti accompagniamo io e Sara! Ora riposati.. noi andiamo a scegliere bomboniere e inviti!” le disse, facendole l’occhiolino mentre la copriva con un plaid.
Così Sara e Lorenzo la lasciarono riposare.
- “Cos’hai?” gli chiese Sara, una volta che si erano seduti sul divanetto della cucina, abbracciati.
- “Niente!” mentì Lui.
- “Non è vero che non hai nulla.. Dai: dimmi la verità!”
Lui la guardò e le sorrise. – “Sto pensando a Guido. Penso che sarebbe contento di sapere che Clara è di nuovo felice. Credo che sarebbe contento di sapere che c’è qualcuno, quaggiù, che la ama come la ama lui da lassù.”
Sara lo strinse ancora più forte. – “Sì, sono sicura che è così.”
- “Allora.. che bomboniere scegliamo?” domandò Lorenzo, scacciando la tristezza.
- “Ma amore.. le bomboniere sono l’unica cosa che abbiamo già scelto!” gli ricordò Sara, alzandosi per preparare un caffè.
- “Ma non è vero!” la smentì Lui.
- “Ah sì? E allora cos’altro abbiamo scelto?” lo mise alla prova Lei.
- “Tu lo sposo e io la sposa, non credi?” le disse Lui, prendendo il suo viso tra le mani e dandole un bacio.
- “In effetti non hai tutti i torti.” Fu la pronta risposta di Sara.
 

17 marzo, ore 6.30 circa

Erano le sei e mezza quando Clara, Lorenzo e Sara, munita di caffè, salirono in macchina alla volta di Pisa.
Il matrimonio tra Clara e Ruggero era previsto per le 11 alla Cattedrale di Pisa. Il viaggio Roma – Pisa sarebbe durato massimo tre ore e mezza. Lorenzo e Sara avrebbero fatto in modo di lasciare a Clara tutto il tempo di prepararsi e conciarsi come tutte le spose sono solite fare.
- “Sara.. mi sa che sei in debito con me di una storia!” le ricordò Clara.
- “Lo so! E sono pronta a rimediare!” rispose la giovane Levi, in preda all’entusiasmo.
- “Clara.. tu sei convinta di voler sapere cosa è successo tra me e Sara?” domandò Lorenzo.
- “Più che sicura! Anche se so la fine!” gli rispose Clara, alludendo al matrimonio, indicando l'anello sull'anulare di Sara.
- “Menomale.. così non ci rimani male se, arrivati a Pisa, Sara non ha ancora finito di straparlare!” scherzò Lui.
- “Ahah.. spiritoso! Allora, Clara… inizio!”
Ma Sara non iniziò. Rimase a bocca aperta.
- “Sara, che hai? Stai male?” domandò subito Lui.
- “Nono.. è che..”
- “E’ che?” chiese Clara, preoccupata.
- “La nostra storia inizia più o meno così.. con io che chiedo a uno sconosciuto di darmi un passaggio per Roma.. da Pisa!” spigò Sara, guardando Lorenzo.
- “Destino!” disse Clara, sorridendo.
- “Destino!” ripeterono i due, perdendosi l’uno negli occhi dell’altra.
 

Per le nove, Lorenzo parcheggiò la macchina dinanzi casa di Clara.
- “Arrivati!” avvisò Lui, sganciando la sicura.
- “Bene.. adesso devo solo prepararmi, truccarmi, vestirmi e.. sposarmi!” disse Clara, facendo un respiro profondo per calmarsi.
- “Tranquilla.. le prossime ore passeranno in men che non si dica e ti ritroverai all’altare davanti l’uomo che ami!” la tranquillizzò Sara.
- “Già! Non vedo l’ora!” ammise Clara. “Ho però un ultima cosa da chiedervi!” continuò la promessa sposa.
- “Cosa?” domandarono Sara e Lorenzo, sull’attenti.
- “So che alle otto andate in scena a scuola di vostro figlio e che quindi dovete ripartire per essere a Roma in orario, ma.. vi andrebbe di restare per la cerimonia? Vorrei che anche Ruggero ti conoscesse! E conoscesse la tua splendida futura moglie!” spiegò guardando Lorenzo.
Sara e Lorenzo si guardarono. - “Ma certo che restiamo per la cerimonia!” rispose Sara.
- “Così casomai prendiamo spunto per gli addobbi!” scherzò Lorenzo.
Clara scoppiò a ridere. - “Bene! Allora ci vediamo in chiesa!”
 

Così Clara andò a prepararsi e Sara e Lorenzo si avviarono in chiesa. Ma questa era completamente deserta!
- “Amore.. non sono neanche le nove e mezza! E’ normale che sia deserta!” spiegò Sara a Lorenzo, che si stava lamentando.
- “Ho capito! E noi adesso che facciamo?” domandò Lui.
Sara si guardò intorno. – “Ho un’idea!” disse con un fare birichino.
- “Io ho paura quando dici così!” fu la secca risposta di Lorenzo.
- “Tu ti metti lì.. sull’altare.. e io percorro la navata!”
- “Vuoi fare le prove del nostro matrimonio?” le domandò Lui con un sorriso.
- “Sì! Così quando sarà il momento saremo pronti!”
- “Va bene! Ma sia chiaro: io sarei pronto già adesso a diventare tuo marito!” le disse baciandola.
Avrebbe però dovuto aspettare ancora un po’ per diventarlo a tutti gli effetti. Mancava ancora un mese e mezzo.
Un mese e mezzo nel quale innamorarsi sempre più della donna della sua vita.
Un mese e mezzo che avrebbe permesso a Sara di innamorrsi ancora di più dell'uomo della sua vita.
 
 

Nota dell’autrice
Salve a tutti! Eccomi di nuovo qui.. con un nuovo capitolo! Lo so! Avevo detto che sarebbe arrivato per Pasqua ma non ho mantenuto la parola! Il fatto è che ho scritto e cancellato non so quante volte questo capitolo! Mi sembrava a volte troppo triste.. a volte troppo smielato! Lo sto pubblicando ora perché ho paura che se lo rileggo lo cancello! Ecco la verità!
Comunque.. grazie a tutti per le recensioni e i messaggi privati!
Non so dirvi quando aggiornerò! Però "alla prossima" ve lo dico lo stesso! 
 




 
   
 
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