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Autore: Flos Ignis    16/04/2016    3 recensioni
Una grande novità sta per sconvolgere la caotica quotidianità della gilda più forte di Fiore: due giovani maghe, Alchimiste della Luce e del Buio, chiedono di poter entrare a Fairy Tail. Il loro arrivo porterà una ventata di novità che creerà non poche situazioni piene di comicità, ma porterà anche alla luce sentimenti finora celati nel profondo dei cuori.
E proprio quando tutto sembra volgere al meglio per ognuno di loro, un evento riporterà l'antica tristezza nei cuori delle gemelle della luce e del buio; stavolta avranno i loro compagni a sostenerle nella loro battaglia personale contro l'odio, ma dovranno vincere in fretta.
Perchè c'è chi non aspetterà per sferrare il suo attacco contro la gilda che tanto l'ha ostacolato in passato. Il mago oscuro immortale è pronto a dare il via alla battaglia finale.
Ohayo minna! Un paio di appunti obbligatori: seguo la storia del manga fino al capitolo 417, dopodichè mi limito a prendere qualche spunto da quelli successivi per la mia storia.
Spero davvero di intrattenervi piacevolmente con le mie parole, che la mia storia possa trasmettervi i sentimenti che ho provato nello scriverla!
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lluvia, Lucy Heartphilia, Natsu, Natsu/Lucy, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Giuramento

 

 

 

-Quei marmocchi! Quando li prendo…-

-Suvvia Master, non faccia così, Porlyusika-sama le ha prescritto di non agitarsi troppo. Non è più così giovane… -

-Mirajane, mia cara, al momento gli unici che dovrebbero preoccuparsi di Porlyusika sono quei marmocchi che sono andati incontro al pericolo così sventatamente. E se non sarà Zeref a renderli pazienti di quella dottoressa, ci penserò personalmente!-

-Master…- a chiamarlo con quella vocina sottile era stata una delle gemelle.

Makarov odiava dal profondo del cuore vedere i suoi figli piangere. Il dovere di un padre era proteggerli e farli vivere col sorriso sulle labbra, e vedere i begli occhioni grigi di una tra le più piccole delle sue figlie gli fece immediatamente abbandonare l’istinto di correre dietro a quegli incoscienti dei suoi ragazzi. Al momento, chi aveva più bisogno di protezione erano Iris ed Angie.

Doveva avere fiducia nella forza della magia di quei giovani incoscienti e coraggiosi, doveva credere che il legame di Fairy Tail li avrebbe protetti e riportati tutti a casa sani e salvi.

-Dimmi pure cara.-

-Ecco, nostro padre… potremmo vederlo?-

Mira guardò le gemelle con tanto d’occhi; l’ultima volta che padre e figlie si erano ritrovati vicini, Angie era caduta in coma ed Iris aveva quasi perso il controllo sulla sua magia. Ed ora si trovavano tutti lì, ad osservarle sbigottiti, mentre si tenevano forte per mano fissando i loro sguardi determinati sul volto del master.

-Ragazze, non so se è una buona idea. Anche se è senza poteri, vederlo potrebbe comunque scatenare una violenta reazione in voi. Ne siete proprio convinte?-

-Mira, grazie per la preoccupazione, ma dobbiamo assolutamente parlare con lui. Tutti voi ci state proteggendo, ma anche noi vogliamo proteggere Fairy Tail! E non possiamo farlo se continuiamo ad essere spaventate da lui, da noi stesse, dal passato e dai nostri demoni. Dobbiamo affrontarli… e gran parte dei nostri timori ha origine direttamente o meno da quell’uomo.-

-Iris, mia cara bambina, è coraggioso da parte tua scegliere di affrontare questa battaglia. Non credere, sarà faticosa al pari di quella dei tuoi amici, ed è per questo che devi essere forte. Ma vedo dal tuo sguardo che nulla ti fermerà dal tuo proposito.-

Makarov si voltò leggermente per guardare Angie, che era stata zitta durante tutto il discorso di sua sorella. Poteva significare solo due cose: o era ancora troppo intimorita da quell’uomo, oppure…

-E tu cosa mi dici, Angie? Vuoi andarci a parlare anche tu?-

-Sì, Master.-

Non disse altro, ma al vecchio Makarov tanto bastò: diede loro il suo consenso, ma raccomandò a Levy e Gajeel di accompagnarle e di intervenire in caso di pericolo.

Levy si domandò cosa avesse visto in quei brevi istanti sul volto di Angie, per farsi convincere così rapidamente. Provò a capire cosa celasse la determinazione con cui le due sorelle camminavano, mano nella mano, un passo dopo l’altro, sempre più decise, sempre più nervose, sempre più strette e vicine tra loro.

Forse era questo, che il Master aveva visto in loro: il loro legame. Si era affidato ad esso per far loro superare quella difficile prova.

O forse, i saggi occhi della loro guida avevano semplicemente intuito il bisogno viscerale di quel confronto, la necessità vitale di conoscere, capire, affrontare e superare il passato.

Perchè fino a quando non lo avessero fatto, loro non sarebbero mai state del tutto pronte ad affrontare il futuro.

 

La stretta di Gajeel sulla sua spalla la tranquillizzò come null’altro al mondo era in grado di fare. Sentendo gli occhi di brace del suo drago fissi su di lei, rilassò la sua mente ansiosa, preparandosi ad ogni evenienza. Senza nemmeno girarsi verso di lui, lo sentì sogghignare, orgoglioso dell’effetto che aveva su di lei.

Presa da un’antica stizza, gli sferrò una gomitata nel costato, che non fece altro che farlo ridacchiare in quella maniera che trovava intrigante ed irritante in egual misura.

-Gamberetto, dovresti mettere su un po’ di muscoli su quelle braccia esili, o potresti spezzarti con un soffio.-

-Sei tu che sei una montagna! Una montagna tutto muscoli e sorrisetti antipatici.-

-Non devo essere tanto male, se a te piaccio…-

Eh, in effetti su quello non poteva proprio dargli torto. Ma forse era semplicemente lei ad avere gusti discutibili.

-Rimandiamo questa conversazione, vuoi? Al momento dobbiamo concentrarci su di loro… e poi sono preoccupata per Lu-chan e gli altri.-

-Se la caveranno… Salamander è troppo ostinato per crepare, e lo stesso vale per il ghiacciolo.-

-Il tuo ragionamento è senza senso… e gli altri? Lucy, Erza, Juvia e la piccola Wendy?-

-Se quel fiammifero da strapazzo non riuscisse a proteggere la sua compagna, non sarebbe degno di essere il figlio di un drago. La piccoletta ha raggiunto lo stadio di Dragon Force, e poi la lasceranno nelle retrovie per la sua magia curativa.-

-Questo mi sembra più logico… ma…?-

-Il ghiacciolo sa che se la Donna della Pioggia torna con un graffio glielo rifilo cento volte altrettanto, per cui ci starà attento, e Titania… beh, io mi preoccuperei più per il mago oscuro che per lei, quando arriveranno alle mani.- Levy sorrise istintivamente, percependo la malcelata preoccupazione intrecciata strettamente al tono burbero di Kurogane.

Levy sapeva bene che sotto la scorza di ferro del suo drago si nascondeva un cuore caldo e pulsante, ma sapeva anche che per lui era difficile abbattere le sbarre che lo tenevano ben celato sotto strati e strati di scudi. Dopo una vita passata a dimostrare di essere il più forte, convinto che mostrare i propri sentimenti fosse da deboli, c’era da aspettarselo che parte del suo carattere burbero ed indisponente tornasse spesso a galla, nonostante i grandi progressi che aveva fatto da quando si erano conosciuti.

Data la prontezza con cui le aveva risposto, sicuramente lui per primo aveva pensato alla sicurezza di tutti i loro amici, e capire quanto si preoccupava per i suoi nakama la inondava di tenerezza. La cura che dimostrava per quelle che considerava un po’ come delle sorelle poi, le fece nascere spontaneamente un gran sorriso.

Ecco perché, ben sapendo tutto questo, premiò il suo sforzo con un dolce bacio a fior di labbra, non osando approfondire dato il momento inopportuno.

-Se avete finito di amoreggiare, noi qui dovremmo entrare.-

Si girarono verso Iris, che sorrideva beffarda al loro indirizzo, indicando la chiave della cella che teneva Levy tra le mani. Angie si era limitata a sorriderle, contenta per lei, strizzandole un occhio per poi voltarsi discretamente.

Tossicchiò imbarazzata, ma poi si costrinse a tornare al presente.

Levy, non siete da soli, perciò datti una calmata ed apri quella dannata porta…’

 

 

Tutti quelli che conoscevano Natsu Dragneel comprendevano immediatamente che tipo di ragazzo fosse: spericolato, divertente, ingenuo, casinista, questi erano certamente alcuni tra i principali aggettivi che gli venivano immediatamente attribuiti.

Quello che si scopriva in seguito era la sua grande forza d’animo, la sua estrema lealtà, la sua ostinazione e la sua alta considerazione di famiglia e amicizia.

Quello che si scopriva di lui nelle situazioni critiche, erano aspetti altrettanto fondamentali del suo carattere, benchè meno visibili ad un primo impatto: la sua tendenza all’insubordinazione, il suo ottimismo incrollabile e contagioso, e… beh, la sua scarsa pazienza.

Ed era proprio questa impazienza che aveva mosso le sue gambe ancor prima che il cervello impartisse loro l’ordine di muoversi, ed esse erano volate sulla strada guidate dal suo infallibile olfatto. L’odore di Zeref gli era diventato fin troppo familiare per i suoi gusti e quella era la volta buona per prenderlo a calci in culo fino al continente al di là del mare, facendogli passare la voglia di dar la caccia ai suoi amici e alla sua famiglia.

Voleva che quello scontro iniziasse e finisse in fretta, la sua fuga doveva già essere stata notata e non sapeva quanto ci avrebbero messo gli altri a rintracciarlo. Non voleva coinvolgerli, per qualche motivo sentiva che quella battaglia era sua, doveva essere solo lui a battersi.

Forse così, quella struggente e sorda malinconia che sentiva come un’eco ogni volta che vedeva quel tipo avrebbe trovato risposta.

E poi, nessun altro doveva rischiare la vita. Quella era la resa dei conti, e aveva tutte le intenzioni di vincere.

Fu con questi pensieri in mente che diede il via alle danze.

Un Pugno di Ferro del Drago di Fuoco colpì violentemente il terreno, sollevando grosse zolle di terra. Unici punti fermi nel raggio di un chilometro, la lacryma commemorativa ed il mago oscuro, che si limitò ad accennare un sorrisino che diede parecchio sui nervi a Natsu.

Non era il momento buono per farsi irritare. Quello era il mago che aveva causato indicibili sofferenze ai suoi nakama, e l’ultima goccia era stata assoldare quell’uomo per rapire le sue stesse figlie, al solo scopo di rubare la loro magia.

Non gliene fregava un accidenti di niente di cosa aveva intenzione di farne, l’unica cosa che muoveva il suo corpo e alimentava le fiammate con cui continuava a bombardarlo erano le lacrime ed il dolore negli occhi delle gemelle.

Probabilmente alla fine di quello scontro sarebbero arrivate parecchie lamentele al Neo-Consiglio, date le innumerevoli esplosioni causate dall’impatto tra le sue fiamme ed il terreno rivoltato.

La magia o le esplosioni, poco gli importava cosa colpisse più forte, l’importante per lui era sconfiggerlo.

Si fermò per riprendere fiato qualche secondo, controllando quanti danni avesse effettivamente prodotto il suo piano improvvisato.

-Sei diventato forte, Natsu… ma non credi sia arrivato il momento di fare sul serio?-

Polvere e calcinacci sulla sua veste nera, leggermente bruciacchiata sugli avambracci, un taglio su una guancia e un altro paio sulle gambe, a giudicare dalle macchie rosse che si stavano espandendo.

-Non mi aspettavo di meno da un mago immortale che ha vissuto per quattrocento anni… sono tutto un fuoco!-

L’eccitazione per quella battaglia così impegnativa, che fino a quel momento non aveva fatto altro che crescere, la rabbia, il ruggito del drago che era in lui e lo spingeva a proteggere la sua famiglia, l’orgoglio della sua gilda che voleva difendere…

Venne tutto messo a tacere da un improvviso, diffuso, familiare ed acuto dolore sulla testa. Gli parve persino di non riuscire a pensare per un paio di secondi.

-Erza, non mi hai ucciso il ragazzo, vero?-

-Il fiammifero sta benissimo, e poi se lo meritava per averci lasciato indietro.-

-Juvia la pensa come Gray-sama, però a Juvia dispiacerebbe se Natsu-san morisse lasciando da solo la sua Compagna….-

-Stai bene, Natsu-san…? Vuoi che usi la mia magia curativa?-

E a quel punto, il Drago di Fuoco esplose come un fuoco d’artificio. Tanto per dimostrare a mari e monti quanto fosse irritato in quel momento, emise anche una fiammata che per un secondo colorò le nuvole di rosso e arancio.

-Fiuuu, che caldo, sento che sto per sciogliermi…--

-Anche Juvia non sta molto bene, per un attimo a Juvia è sembrato di stare nel deserto…-

-CHE COSA CI FATE VOI QUI? AVETE INTERROTTO IL MIO SCONTRO, ANDATE A CERCARE QUALCUN ALTRO PER-

-ZITTO!-

Se fosse stato Happy, sicuramente gli si sarebbero abbassate le orecchie: sentire la sua Luce così arrabbiata non era sicuramente tra le esperienze più piacevoli da sperimentare.

-Me lo avevi promesso… me lo hai giurato poche ore fa, Natsu! Che saremmo stati sempre insieme, maledizione, te lo sei già dimenticato? Beh, io no! Quel “per sempre”, include anche le situazioni di pericolo.-

Aveva il volto abbassato, ma tremava di rabbia e Natsu sentiva l’odore appena accennato, ma chiaro come uno schiaffo, delle sue lacrime. Gli altri si limitavano ad ascoltare, tenendo d’occhio il nemico che, contro ogni logica, pareva incredibilmente interessato alla loro conversazione.

Natsu non aveva idea di cosa dire o fare per calmare la sua ragazza. Non aveva proprio pensato che lei potesse arrabbiarsi tanto, quando era corso incontro al pericolo, ma forse avrebbe dovuto.

Ora lei non era più solo una nakama, solo un’amica… era la sua Compagna.

La sua Luce allungò piano le mani tremanti, stringendo talmente forte il tessuto leggero della sua maglia da sbiancarsi le nocche, per poi sollevare lo sguardo e fissarlo nei suoi occhi, inchiodandolo sul posto.

Il caldo nocciola di quelle iridi in cui si era perso infinite volte ora era diventato quasi del colore dell’oro, tanto erano liquidi gli occhi della sua amata. Era una visione straziante, qualcosa che il drago e l’uomo che componevano la sua anima non potevano minimamente tollerare in alcun modo. E sapere di esserne la causa gli stava dilaniando il cuore.

-Ora ascoltami… ed ascoltami bene. Mi hai abbandonata già una volta. Per un anno… Un anno, Natsu! Un anno in cui ho dovuto rinunciare non solo alla gilda in cui, per la prima volta dopo molti anni, mi sono sentita a casa, ma anche a te, la persona che amavo perdutamente e che ora amo ancora di più. Ma sono sopravvissuta in qualche modo, facendomi coraggio giorno dopo giorno, impegnandomi nel lavoro e negli allenamenti. Sono cresciuta, sono diventata forte, anche se tu ancora non lo sai.-

Lucy prese fiato. Si rendeva conto che non era quello il momento adatto, ma per quanto ci aveva provato non era riuscita a trattenersi un secondo di più: chiarire quella cosa con Natsu per lei aveva la priorità su tutto. Quando lo aveva visto sano e salvo era stata inondata dal sollievo, ma poi la rabbia era divampata incontrollabile, e come conseguenza le parole stavano sgorgando quasi contro la sua volontà.

-Tu… mi hai promesso che staremo insieme per sempre. Ora, se tu infrangerai questa promessa ancora una volta… ti giuro, sull’amore che provo per te, che non te lo lascerò fare. Ti inseguirò, ti troverò, come ho fatto ora, ma poi al posto di salvarti il culo da una situazione pericolosa in cui ti sei cacciato di tua volontà, combatterò contro di te con tutte le mie forze… Hai capito? Giurami di nuovo che non mi lascerai più, o dovrai vedertela con me, e allora rimpiangerai i pugni di Erza!-

La sua Luce… così forte e così fragile, così indipendente e così bisognosa di lui… la donna che amava era davvero complicata, piena di contraddizioni, di coraggio, di amore…

-Te lo prometto. Non andrò più da nessuna parte senza di te. Mi dispiace, Luce.-

-Baka… vieni qui.-

Lo strinse in una morsa soffocante, ma piena del calore che si diffondeva nei loro cuori. Non si erano accorti del gelo che li aveva ghermiti da quando si erano separati, almeno fino a quel momento, quando si erano riuniti.

Un dolce bacio, impalpabile come una nuvola, e tutta la rabbia che entrambi avevano provato, per un motivo o per un altro, era evaporata in un secondo.

Ora, solo il loro amore, e la determinazione per ricominciare quella battaglia, vibravano dall’uno all’altra, passando per le loro mani ancora intrecciate.

I loro amici sorrisero, felici per come si era concluso un litigio che avrebbe potuto tranquillamente provocare un apocalisse, se mal gestito.

 

Erza però non riusciva a stare tranquilla. Perché Zeref sembrava così attento alle loro parole, come poteva stare così calmo, ad aspettare che i suoi nemici si riorganizzassero?

 

 

  
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