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Autore: Lady Lara    17/04/2016    8 recensioni
"Anno domini MDCCXXVI XV giorno del V Mese . Diario di bordo .."
L'Irlanda e la Scozia subiscono il dominio dell'Inghilterra e le angherie di RE Guglielmo III. L'eroico pirata Captain Hook combatte la sua guerra personale. Qualcuno gli ha insegnato che si combatte per onore, per giustizia o per amore. Lui sceglierà quale uomo essere.
Chi è Lady Barbra, che lo assolda per una missione in incognito? E la donna che tutti chiamano "La Salvatrice"? Killian Jones è troppo scaltro per non capire che c'è altro oltre le apparenze.
Due anime che sanno leggersi l'un l'altra. Che succederà quando intenti e passione si incontreranno?
"Preferisco non averti che averti una sola volta e perderti per sempre .." Il dolore vissuto che rende oscuri e una nuova luce che permetterà loro di trovarsi ed amarsi anche se sembrava impossibile. Ciò che hanno fatto nella loro vita e ciò che faranno sarà per amore. Solo per amore.
Genere: Avventura, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Baelfire, Emma Swan, Henry Mills, Killian Jones/Capitan Uncino, Neal Cassidy, Neal Cassidy/Baelfire
Note: AU, Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo, Violenza
Capitoli:
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XXVI Anime nella tempesta

XXVI Capitolo

Anime nella tempesta

 

L’acqua della sorgente scorreva allegramente e un leggero vento soffiava tra le fronde. Il giovane Falco Graffiante attendeva tra gli alberi. Tra breve “Lei” sarebbe arrivata, quello era l’orario in cui tutte le mattine andava alla fonte per riempire l’anfora d’acqua. Doveva parlarle, quella situazione doveva finire, non sopportava più il suo atteggiamento scostante! Gli aveva donato il suo fiore virginale e poi era entrata nel tepee di altri due giovani guerrieri, senza restare con nessuno di loro. L’amava, l’amava tanto! Erano cresciuti insieme, lei nata due anni dopo di lui, avevano giocato insieme fin da piccoli e, fin da allora, lui le aveva chiesto di condividere il suo tepee quando sarebbero stati grandi. Gli aveva risposto che lui sarebbe diventato il guerriero migliore del villaggio oltre che il più bello e gli aveva promesso che lei, secondogenita del Capo Grande Aquila, sarebbe diventata sua moglie. Cosa era successo poi, Falco Graffiante non era riuscito a capirlo.  Da quando era arrivata, per la prima volta, la nave di Aquila Rossa e Occhio di Cielo, Lei era cambiata. Si atteggiava a fare la donna e ancora non lo era, cercava di imitare sua sorella, ma non ci riusciva! L’aveva presa in giro per questo atteggiamento e Lei lo aveva schiaffeggiato. L’aveva rincorsa, ma Lei correva come una gazzella ed era sparita tra gli alberi.

 Erano diventati amici degli uomini della nave, specialmente del giovane capo; i suoi uomini lo chiamavano  Tenente Jones, ma per i pellerossa era Occhio di Cielo. Non aveva notato più di tanto che Ala Grigia ruotava di continuo intorno al “viso pallido”. Era simpatico, agile come un puma e sia a lui che ad altri ragazzi aveva insegnato ad usare la sua arma, la chiamava spada, ne avevano costruite di legno per allenarsi con lui e tra loro. Con gli anni Falco Graffiante era diventato veramente il guerriero migliore del villaggio e le ragazze cercavano le sue attenzioni. I suoi occhi erano però solo per Ala Grigia. Lei spesso era triste, parlava poco e a volte per niente. Spesso la seguiva e vedeva che lei faceva tutti i giorni lo stesso percorso. Tutti i giorni andava al grande dirupo e guardava l’orizzonte. Sapeva che si era affezionata a Volpe Bianca, gli aveva detto che andava a vedere se tornava la sua nave, così avrebbe dato per prima la notizia a sua sorella Giglio Tigrato, sposa del “viso pallido” diventato guerriero e poi chiamato Volpe Bianca.

Due sere prima, finalmente, Falco Graffiante aveva capito la verità. Durante la cena comune, Ala Grigia non si era fatta vedere, poi, quando Capelli di sole e Artiglio di Aquila si erano alzati e allontanati, l’aveva vista uscire dal buio e seguirli a distanza. Si era incuriosito e silenziosamente l’aveva seguita. Quando la coppia si era poggiata ad un tronco, baciandosi, aveva visto Ala Grigia tornare indietro e la luna, illuminandole il volto, aveva fatto brillare le lacrime che le rigavano il viso. Tutto era stato chiaro! Se Ala Grigia andava al dirupo tutti i giorni, non era per suo cognato! Era per Occhio di Cielo, come lei preferiva chiamarlo. Ecco perché era cambiato il suo atteggiamento nei suoi confronti! Era innamorata del capo dei “visi pallidi”. Non poteva neppure incolparlo, Occhio di Cielo amava Capelli di sole e l’aveva sposata la sera prima, non aveva interesse alcuno per Ala Grigia.

 

 Non era stato facile convincerla ad entrare nel suo tepee, nonostante l’attrazione fisica reciproca, lei era stata restia, voleva preservarsi per Occhio di Cielo! Il “viso pallido “ era stato via quasi ventiquattro lune l’ultima volta e, in quel periodo, lui era riuscito ad esserle più vicino. Un pomeriggio, dopo aver parlato allegramente, era riuscito a strapparle un bacio, le era piaciuto, si erano strofinati il naso l’un l’altra e avevano riprovato. L’abbraccio era diventato più convulso e guidato dall’eccitazione sessuale. Si erano presi per mano e diretti al suo Tepee. Ormai era abbastanza grande da poter avere un rifugio tutto suo e, dopo che furono entrati, si erano abbandonati a quella passione. Ala Grigia aveva sanguinato e pianto, sembrava pentita! Aveva cercato di consolarla tenendola abbracciata, si era calmata e avevano passato la notte insieme e durante la notte lei aveva voluto riprovare. Nonostante fosse andato meglio di prima e nonostante fosse tornata altre volte da lui, con il desiderio non solo di fare l’amore, ma di imparare … di più, non aveva voluto essere la sua sposa. Ora sapeva il perché! Doveva convincerla! Occhio di Cielo si era sposato, era inutile che lo pensasse! Lui invece l’amava e la voleva, era stato il primo a possederla e questo gli dava il diritto di chiederla in moglie a suo padre.

 

Quella mattina era in ritardo rispetto al solito orario, Falco Graffiante si chiese cosa fosse successo e uscì dagli alberi per andare verso la strada che lei doveva percorrere. Poco più avanti trovò l’anfora abbandonata. Sulla sinistra iniziava la salita che portava al dirupo, sulla Baia delle Sirene. Pensò che potesse essere andata egualmente a vedere l’orizzonte, anche se Occhio di Cielo era tornato. Il cuore iniziò a battergli forte nel torace, un presagio gli attraversò la mente e gli tolse il respiro. Iniziò a correre per la salita e arrivò in cima in pochi minuti. La vide, era sul ciglio dello strapiombo. Urlò il suo nome nel momento in cui Ala Grigia si buttava nel vuoto. Non ebbe sorta di esitazione e con due balzi arrivò al precipizio e si gettò dietro di lei.

La corrente era forte in quel punto. Le onde avevano catturato lo splendido corpo di Ala Grigia. L’impatto con l’acqua le aveva fatto perdere i sensi. Guidato dalla volontà di salvare il suo amore, Falco Graffiante era entrato in acqua con un tuffo perfetto. Era riuscito ad afferrarla ed ora combatteva con i marosi per portarla sugli scogli, fuori da quelle onde schiumose che sembravano volerli divorare. I suoi muscoli erano tesi nello spasmo dello sforzo, i capelli, lunghi fino alle spalle, bagnati, gli si attaccavano al volto. Riuscì finalmente a trascinarsi fuori dall’acqua con Ala Grigia tra le braccia. La depose a terra, sulla ghiaia della breve spiaggia che fungeva da porto per la nave di Occhio di Cielo. Si voltò verso la nave che si stagliava nella sua magnificenza, con gli alti alberi  denudati delle loro vele, che ammainate, ora, non sfidavano il vento. Non vide movimento sulla nave, non li avrebbero visti, non li avrebbero aiutati.

 

 

Emma era seduta, accoccolata sulle gambe, in riva al laghetto sottostante la casa di Killian. Indossava una camiciola senza maniche di lino bianco, allacciata sul davanti e una sottogonna egualmente di lino bianco che le arrivava alle caviglie. Si spazzolava i capelli riflettendosi nell’acqua. Sentiva il profumo di fiori di campo del detergente con cui il suo sposo l’aveva amorevolmente lavata. Era stata una nottata terribile. Ricordava il gelo che l’aveva attanagliata. Ricordava l’angoscia di Killian. Aveva sentito tutto ciò che aveva urlato, pregato, raccontato e cantato. Pur non potendo parlare e aprire gli occhi, mentalmente era cosciente. Era stata lì per morire a causa del Rubeus Noctis e Killian, con l’aiuto di Giglio Tigrato, suo zio e Jeff, l’aveva salvata. Il bagno caldo, fatto tra le braccia del suo sposo, l’aveva aiutata ulteriormente e il contatto con il suo corpo nudo, i suoi baci insistenti e il desiderio di volergli regalare un ricordo migliore della loro prima notte di nozze, l’avevano destata del tutto. Lei si era impossessata di lui, con sua grande gioia e lo aveva portato all’apice del godimento. Era talmente esausto per la drammatica veglia notturna che, dopo l’amore, era crollato addormentato. Lo aveva tenuto abbracciato, carezzandogli l’amato volto e i capelli ribelli e poi si era alzata, lasciandolo ancora riposare nel sonno dei giusti. Era uscita a piedi nudi sulle rocce e mentre si spazzolava i capelli, assorta, non lo aveva sentito arrivare.

 

Killian si era svegliato, un senso di angoscia lo aveva pervaso non trovando Emma accanto. Il terrore vissuto all’idea di perderla, durante la notte appena trascorsa, non era scemato. Si era ripresa, si erano amati nell’impeto della gioia di essere ancora insieme e di aver superato un momento tremendo, ma era stato così terribile ciò che era accaduto prima, che Killian avrebbe voluto tenere Emma di continuo sotto i propri occhi. Si era alzato velocemente e velocemente vestito. Passando davanti alla finestra, prima di uscire dalla stanza, un biancore luminoso aveva colpito il suo occhio. Si soffermò a guardare quel bianco luminoso sotto il sole. Il candore  e la postura di Emma gli ricordarono ancora l’immagine di un cigno. Lei inclinava il collo mentre pettinava i capelli dorati. Quei capelli … quell’esile collo da cigno … desiderò di essere là per carezzare quell’oro e depositare un bacio lungo tutta la linea sinuosa del collo. Con indosso i suoi tipici abiti neri e prendendo la spada, scese le scale e uscì per dirigersi verso la donna che amava.

Emma si avvide della presenza di Killian nel momento in cui le si sedette accanto, facendo in modo di starle di fronte, con la gamba destra stesa e la sinistra piegata, il braccio invalido sul ginocchio e la mano destra sul volto di Emma.

– Tutto bene Love? Come ti senti?

Aveva visto gli aloni scuri che adombravano lo sguardo della “Sua Principessa” e le venuzze rossastre che creavano nei suoi occhi verdi una sorta di reticolo. Aveva superato l’avvelenamento, era fuori pericolo, ma i segni di quanto appena vissuto, ancora si vedevano chiaramente sul suo viso.

 – Ho ancora lo stomaco sconvolto e non ho voglia di mangiare, ma è normale per la situazione, tra qualche ora riuscirò a nutrirmi. Per il resto sto bene, mi chiedo solo come sia capitato che nella ciotola ci fosse una tale quantità di veleno e Aquila Bianca non se ne sia accorto!

 – Non so risponderti Swan … fortuna che ho incontrato Ala Grigia mentre andavo a chiedere aiuto, è andata lei per me e io ho potuto iniziare ad aiutarti.

 – Ala Grigia … la sorella di Giglio Tigrato … ancora non l’ho conosciuta … strano eppure ho conosciuto in poco tempo praticamente tutti!

– Si è vista poco in effetti … A proposito, sua sorella verrà più tardi per portare del cibo, sei sicura di sentirti bene? Sono giorni che non vado alla mia nave e ho visto Eddy piuttosto imbronciato nei giorni prima. Anche alla cerimonia nuziale era rabbuiato … sono giorni che non scende a terra e a quanto pare non vuole il cambio … l’ho trascurato ultimamente …

- Ho notato anch’io che da quando abbiamo cambiato rotta, Eddy ha cambiato umore e credo di sapere perché!

– Anny?!

Emma sorrise per l’intuito di Killian. Da uomo innamorato, gli era più facile riconoscere gli stessi sentimenti in un altro e Eddy aveva una forte infatuazione per la bella figlia di Angus O’Danag, l’oste della taverna del porto a Storybrook.

– Si, Anny. Era molto felice quando siamo partiti, ovviamente non vede l’ora di poterla rivedere e capire se lei lo ricambia con lo stesso interesse.

 – Se non ricordo male, l’ultima sera che abbiamo passato alla taverna, lei ha mostrato una certa simpatia per il ragazzo, quindi è probabile che possa essere interessata … Mi preoccupa di più Angus e la sua reazione … è geloso e protettivo nei confronti della figlia e francamente posso capirlo …

- Saresti così con una figlia?

 – Se ci penso … credo che non la farei uscire di casa senza di me!

– Vorrei proprio vederti! Come potresti riuscire a tener chiusa un’adolescente ribelle! Mio padre non ci è mai riuscito e alla fine mi accontentava sempre!

 – Io ti avrei chiusa dentro Swan, nessuno ti avrebbe potuto avvicinare!

– Soprattutto un pirata?

Killian rise, ripensando al discorso che avevano fatto lui ed Emma, sulla nave, in proposito. Allora aveva detto che mai e poi mai una principessa avrebbe dovuto sposare un pirata ed ora, quel pirata, innamorato come mai prima di allora, aveva appena celebrato una cerimonia nuziale proprio con quella principessa che gli aveva risposto che il ceto sociale per lei non contava, se avesse amato anche un pirata. Come potevano essere relativi i punti di vista, quando erano guidati dall’amore!

– Visto che il pirata sono io, sarei riuscito a rapirti! Ma in fin dei conti credo che i tuoi genitori non mi siano del tutto contrari!

– Se è per questo! Mia madre ci ha dato la sua benedizione!

– E tuo padre mi ha chiesto di esserti vicino e proteggerti … Emma … questa notte sentivo di aver fallito in questo compito … non immagini come mi sono sentito …

Emma aveva capito come si era potuto sentire, anche lei aveva provato lo stesso per lui quando era stato infettato dal piccione ed era stato con la febbre altissima e  in pericolo. Lo guardò con uno sguardo che Killian giudicò dolcissimo, gli accarezzò la guancia barbuta e automaticamente si avvicinarono, dandosi un tenero bacio sulle labbra.

 – Killian … forse è meglio che vai, così torni presto …

- Vorrei che venissi anche tu, ma so che tornare e fare tutta quella salita … non è il caso per te. Sei sicura che ti posso lasciare sola qualche ora?

 – Certo dai! Quando arriverà Giglio Tigrato, se me la sento, andrò a trovare Bardo, vai tranquillo amore mio!

Si alzarono dalla roccia, lui la prese ancora tra le braccia e unirono ancora le loro labbra, era  facile iniziare tanto quanto era difficile smettere …

 

Dalla casa sul lago, alla Baia delle Sirene, Killian, con al fianco la sua spada, percorse la scorciatoia ripida che lo portava dritto alla spiaggia con il molo, dove attraccavano la Jolly Roger, ora Stella del mattino. Emma lo aveva rincuorato sulla propria salute e incoraggiato ad andare dall’altro suo grande amore: la sua nave. Sorridendo pensando che Emma valesse più di qualsiasi altro tesoro al mondo, vide in lontananza due giovani pellerossa sulla ghiaia. Riconobbe il suo allievo più abile, Falco Graffiante, che cercava di tirare su una giovane. Ambedue erano fradici. Capì che la situazione non era normale e corse verso di loro. Aveva visto molti casi di annegamento, in marina e dopo, sapeva come soccorrere un altro essere umano, se ripreso in tempo dall’acqua.

 - Falco Graffiante cosa è successo!

 – Ala Grigia è caduta dal dirupo … mi sono buttato dietro di lei e l’ho portata a riva, ma non si riprende!

 – Ala Griglia?!

Killian si precipitò dalla ragazza. Era pallida e non respirava. Le mise la mano sul petto e non sentendo battito, preferì posare l’orecchio su di lei.

– E’ viva … è viva! Ma dobbiamo farle buttare fuori l’acqua dai polmoni! Aiutami e vedrai che la tua ragazza si riprenderà!

La sua ragazza? Forse Killian aveva pensato che stavano amoreggiando sul dirupo ed Ala Grigia era caduta accidentalmente! Come poteva dirgli che si era buttata a causa sua, perché era innamorata di lui?

 – Dai piccola! Ora ti giro per liberare la trachea dall’acqua …

Così fece e un po’ d’acqua uscì dalla bocca della ragazza. La pose nuovamente supina, le poggiò la mano destra al centro del torace e la mano di legno sull’altra. Iniziò a premere e lasciare, in modo ritmico, come ad imitare una pompa.

 – Falco, tu intanto alzale le braccia e riportale in avanti! Deve buttare fuori altra acqua!

Con i movimenti dei due uomini la giovane squaw emise dalla bocca un altro schizzo d’acqua.

 – Ora dobbiamo mandarle aria nei polmoni, prova tu Falco! Poni la bocca  sulla sua e soffiale aria dentro!

Il giovane era perplesso, ma Killian lo incoraggiò ancora, mettendo una mano sotto la nuca di Ala Grigia, aprendole le labbra e tenendole chiuse le narici, in modo che il giovane pellerossa potesse  operare quanto lui gli stava insegnando. Riuscì ad eseguire correttamente la respirazione artificiale; il petto di Ala Grigia iniziò a rialzarsi, le venne da tossire, altra acqua uscì e lei si riprese, trovandosi occhi negli occhi con Falco Graffiante. Il giovane le fece un sorriso smagliante e a lei venne spontaneo fare lo stesso, portandogli la mano al viso. Gli occhi leggermente a mandorla la guardavano amorevolmente, con infinita tenerezza, l’aveva sempre guardata così, da che erano bambini. Il ragazzo la prese tra le braccia e la portò seduta. Fu in quel momento che Ala Grigia si rese conto della presenza di Occhio di Cielo inginocchiato al suo fianco destro. Anche lui le sorrideva e quegli occhi che lei amava, sembravano più azzurri di sempre, i suoi si riempirono di lacrime, pentita e costernata per ciò che aveva fatto alla sua sposa.

       Bambina! Non è il caso di giocare sul dirupo con il tuo fidanzato! Forse è meglio il suo tepee, non credi?

Le fece l’occhiolino. Lei notò che ancora la chiamava “bambina”, sentì il cuore riaprirsi di speranza, non era per Killian, era per sé stessa. Per lui sarebbe stata sempre la “sua piccola amica pellerossa” e proprio lui le stava suggerendo di stare con Falco Graffiante. Il giovane era bagnato quanto lei, capì che si era buttato in acqua per salvarla. Come era riuscito a farlo, in quel punto dove la corrente e le onde erano terribili, sembrava un miracolo di Manitù e tutti gli spiriti degli antenati. Era un giovane coraggioso e generoso. Sapeva che Falco l’amava, l’amava da sempre e anche lei gli voleva un gran bene. Era confusa, così affascinata da Occhio di Cielo e così vicina a Falco Graffiante! Si aggrappò al giovane guerriero, il quale la sollevò tra le braccia e risalì la scorciatoia appena percorsa da Killian. Avevano salutato con un cenno del capo Occhio di Cielo ed ora l’intento di Falco Graffiante era di portare la giovane nel suo tepee, si sarebbero tolti gli indumenti bagnati, si sarebbero asciugati e scaldati l’uno nelle braccia dell’altra. Questa volta Ala Grigia non sarebbe andata più via, ne era sicuro!

Killian guardò i giovani allontanarsi e tirò un sospiro di sollievo, era molto affezionato ad Ala Grigia, sarebbe stato un grande dispiacere perderla, inoltre l’aveva aiutato a far giungere quanto prima i soccorsi per Emma.

Si voltò verso la nave. Eddy e Anton avevano cazzato le rande e con il vento a disposizione si stavano riaccostando al molo. Era fiero di quel ragazzo. Eseguiva alla perfezione gli ordini; durante la notte si erano mantenuti al largo, gettando l’ancora, ora, essendo giorno, avrebbero approdato e messo fuori la passerella per il  loro Capitano. Attese il necessario e quando l’approdo fu completato, Killian vide la testa ricciuta e rossiccia di Eddy affacciarsi dalla balaustra, con la sua solita voce tonante da comando, gli ordinò di mettere la passerella e tosto venne obbedito. Salito a bordo, il Capitano lasciò Eddy trasecolato, quando lo abbracciò per salutarlo. Killian si accorse che Eddy era rimasto con gli occhi grigi sgranati a  fissarlo, Emma lo aveva proprio cambiato il suo Capitano!

Jones scoppiò in una fragorosa risata a vederlo così perplesso!

– Ragazzo tranquillo! Sono un uomo felicemente sposato, non sto attentando alla tua virtù! Sono solo contento di vederti e vorrei scambiare quattro chiacchiere con te!

Eddy era ancora incredulo! Killian si stava comportando con lui come avrebbe sempre voluto da quando era piccolo. Il loro rapporto aveva recuperato molto, da quando era arrivata Lady Barbra sulla Jolly Roger! Ricordò la lite e i rimproveri della Principessa in incognito a Captain Hook, quando lo aveva rimbrottato bruscamente e come, da lì, il suo atteggiamento nei suoi confronti era cambiato.

Si diressero nell’ufficio del Capitano. Tutto era in ordine. Killian sorrise, il ragazzo aveva provveduto a mantenere pulito. I bicchieri di cristallo intagliato erano al solito posto, ne prese due e vi versò il rum della bottiglia e ne offrì uno al ragazzo.

 – Non posso considerarti più un ragazzo Eddy, bensì un uomo! In queste settimane sei cresciuto, non solo hai acquistato muscoli, sei maturato anche nell’animo e nei sentimenti e sai cosa vuoi! So che sei rimasto deluso dalla deviazione a Neverland, me ne dispiace, ma era per una richiesta molto importante di Emma. Appena avremo fatto rifornimento di acqua fresca e frutta, ripartiremo per Storybrook!

Vide lo sguardo del giovane illuminarsi e arrossire per l’emozione.

 – Riguardo alla tua ragazza … mentre tu vedrai se ricambia i tuoi sentimenti … io cercherò di aprirti la strada con il vecchio Angus! Cosa ne pensi?

Eddy era confortato ed emozionato dalle parole del Capitano. Aveva sempre nutrito nei suoi confronti una grande ammirazione, affetto e timore reverenziale, non riusciva quasi mai a guardarlo negli occhi quando gli parlava, ma ora erano cambiate molte cose. Lui stesso era cambiato. Killian con la sua disciplina era riuscito a fortificarlo, spesso mandandolo in sfida e più Eddy capiva che quanto facesse con lui e apparentemente contro di lui, era semplicemente in suo favore, più acquistava fiducia in sé stesso. Ora il timore reverenziale si era tramutato in profondo rispetto e affetto. Non provava timore nei suoi confronti, non ne aveva motivo, il Capitano lo considerava come avrebbe considerato un suo figlio, ora lo sapeva, come sapeva che Killian Jones lo apprezzava quando lo vedeva restare fiero a testa alta e sfidare il suo sguardo, occhi negli occhi, da uomini pari.  Sapeva di poterlo chiamare Killian, anche se davanti alla ciurma continuava a chiamarlo Capitano. Non riusciva a creder inoltre che avesse detto quelle parole riguardo alla “sua ragazza”, lo aveva capito già dalla sera alla taverna o Emma aveva parlato con lui? Era un uomo molto intelligente e aveva spirito osservativo, probabilmente lo aveva intuito prima di lui …

– Penso che sarebbe una buona cosa, non credo che Angus mi accetterebbe tranquillamente, forse non accetterebbe nessuno per sua figlia …

- Puoi dargli torto ragazzo mio? Un simile gioiello farebbe gola a chiunque e Angus non ha nessuna intenzione di farselo rubare, ma se lo conosco bene è un uomo d’onore e altrettanto apprezza gli uomini d’onore … dovrai semplicemente dimostrargli che lo sei.

 – Anche se sarò l’uomo d’onore che vuole per Anny, non ho nulla da offrirle, sono solo un mozzo squattrinato, non possiedo nulla se non me stesso!

– Te stesso e l’amore sincero per sua figlia! Ti sembra poco Eddy?

 – Non so Capitano …

- Smettila di chiamarmi Capitano quando siamo io e te! Sei il fratello di Milha, saresti diventato mio cognato se le cose non avessero preso la piega che sai! Ti considero di famiglia, voglio che tu lo sappia una volta per tutte …

 - Grazie Killian …

 - Non hai di che ringraziarmi Eddy … Non sono il tuo tutore legale, ma moralmente è come se lo fossi dal momento in cui ti ho preso con me e ti prometto fin da ora che, se ti preoccupa la tua posizione economica, non hai di che preoccuparti, provvederò affinché tu ed Anny, in caso ciò che desideri si avveri, non abbiate difficoltà economiche. Ho molti progetti in mente e se vorrete, tu ed Anny ne potrete fare parte …

Il giovane Eddy non poteva sentirsi più rassicurato, si fidava ciecamente di Killian e sapeva che era un uomo di parola, avrebbe fatto in modo di mantenere la sua  promessa. Fece un gesto di assenso a Killian con la testa, avrebbe accettato il suo aiuto ed era felice che lui desiderasse aiutarlo.

– Bene! Penso che tu sia rimasto abbastanza sulla nave! Non credi che sia ora di fare una passeggiata a terra? Emma sarà contenta di vederti e di averti a pranzo con noi! Preparati a scendere che andiamo da lei!

Eddy adorava la Principessa, la considerava una donna straordinaria, lo aveva aiutato molto durante la navigazione verso il Maine, era stata l’unica alla quale aveva confidato i suoi primi turbamenti d’amore e lei, con fare materno e sensibile, lo aveva saputo ascoltare e dargli preziosi consigli e spiegazioni sull’animo umano. Era una preziosa amica, il figlio di Emma era fortunato ad averla come madre e Killian era fortunato ad avere il suo amore, che Eddy vedeva benissimo, profondamente e incondizionatamente ricambiato dal Capitano.

Si avviarono verso la salita, non prima di aver rassicurato Anton che avrebbero inviato il cambio in modo che anche lui passasse del tempo sulla terra ferma. Quando arrivarono alla dimora del Capitano, trovarono Giglio Tigrato con Jefferson e la loro bambina. Emma teneva in braccio la piccola e Killian provò una forte emozione a vedere quel quadretto materno. Quando vide Eddy, Emma depositò tra le braccia di Giglio Tigrato la piccola Grace e andò incontro al ragazzo, lo prese per mano conducendolo verso casa, esternandogli la sua gioia ad averlo a pranzo con loro. Killian non era più geloso di Eddy, se ne rese conto in quel momento, poiché l’affetto di Emma nei confronti del giovane era dello stesso tipo che aveva visto nei confronti di Grace. La sua donna aveva veramente un cuore di pura bontà, sapeva dimostrarlo di continuo. La stima, oltre all’amore che nutriva per lei, crescevano ogni giorno di più, di pari passo.

Jefferson e sua moglie avevano portato cibo in abbondanza. La pellerossa non era abituata a mangiare ad un tavolo con sedie, come gli europei, Emma propose di mangiare all’aperto, ma Giglio Tigrato le rispose che le piaceva osservare le loro usanze e voleva che loro si comportassero normalmente nei loro usi e costumi, voleva imparare, perché se un giorno Jeff l’avesse portata nella sua patria, lei voleva essere preparata. Emma condivideva il pensiero della sua amica, anche lei voleva conoscere meglio le usanze di quel popolo, poiché nella sua mente c’era l’idea che dopo aver preso Henry, sarebbe tornata a Neverland con lui ed il suo Killian. Amava quell’isola paradisiaca e se lì c’era l’uomo che amava, quella sarebbe stata la sua casa. Casa non è dove sei, ma con chi sei! Questo era il pensiero comune alle due donne.

Fu un pranzo all’insegna dell’amicizia, dell’affetto, della condivisione e della consapevolezza che entro pochi giorni sarebbero ripartiti. Per Giglio Tigrato e Jefferson sarebbe stato doloroso separarsi nuovamente. Killian cercò di confortare la donna, dicendole che questa volta sarebbero tornati presto, tra andata e ritorno, più il tempo necessario ad Emma per sistemare i suoi affari, avrebbero impiegato dalle quattro alle cinque lune. Aveva aspettato molto di più in passato, avrebbe superato anche quest’altro periodo. Inoltre Killian non aveva intenzione poi di ripartire, aveva progetti per Neverland e la gente del posto. Giglio Tigrato pensò che il cambiamento pronosticato da suo zio Aquila Bianca, grazie a Occhio di Cielo e Capelli di Sole, si sarebbe verificato come letto negli astri. Aveva scoperto il secondo nome di Emma, glielo aveva detto Jeff, ora Giglio Tigrato era sicura, il Cigno e l’Uncino si erano ritrovati, insieme avrebbero portato il cambiamento nella terra in cui si trovavano.

 

***

 

Cornovaglia tanto tempo fa …

Un giorno nuovo era giunto per i popoli del lago di Avalon. Il sole splendeva illuminando il verde dei prati e anche l’isola, posta al centro del grande lago, appariva nella sua verde magnificenza, finalmente libera dalla nebbia che solitamente la manteneva celata. Sembrava un segno divino, tutto stava diventando più chiaro e la speranza che l’estrazione di Excalibur aveva portato nei tre popoli, stava diventando concreta.

Un raggio di quel sole, che dominava su tutto e tutti, colpì il cigno in volo che teneva tra gli artigli un bastone uncinato. Lo splendido bassorilievo, disegnato da un abile artista e cesellato da un egualmente abile fabbro, posto sul lato sinistro, in alto, all’altezza del cuore, ornava l’armatura di un giovane cavaliere, le cui spalle dritte e ampie erano rivestite da un mantello azzurro come i suoi splendidi occhi. Fiero e a testa alta, nel suo portamento elegantemente eretto, il giovane cavalcava affianco a quello che ormai nell’immaginario di tutti era il Re che avrebbe unito e pacificato i popoli di Avalon. Lo stesso raggio di sole colpiva e faceva brillare il drago a cinque teste, posto al centro del petto dell’armatura indossata dal cavaliere biondo. Il mantello rosso ne definivano il ruolo di capo, come ne indicava il grado di militare romano. Artorius nella sua maschia bellezza, come il suo primo cavaliere, cavalcava a busto eretto, con sguardo fiero e diretto. Ambedue sicuri di sé, nella loro gioventù e nei loro ideali. Amici fin dall’infanzia, uniti negli intenti e nell’amore per la pace. Fiduciosi, pronti a difendersi reciprocamente, capaci di dare la vita l’uno per l’altro. Seguiti da un drappello a cavallo, con gli stendardi rossi in cui campeggiava il drago a cinque teste, da cui il soprannome di Artorius, ormai suo nome identificativo, “Pendràgon”, erano giunti al villaggio del Capo Sassone, il nobile Gandar. Erano stati annunciati da un loro messaggero e questi li attendeva in pace. Il villaggio si era mobilitato per l’accoglienza. Artorius era conosciuto già da tempo come un uomo giusto, leale, coraggioso e di grande valore, figlio di un altrettanto valoroso e leggendario generale romano e di una Celta. Univa in sé il meglio di quei due popoli ed era considerato da tutti degno di stima. Non minore considerazione veniva data al suo Primo Cavaliere, il giovane bruno che cavalcava al suo fianco. Era stato soprannominato Lancillotto, un nomignolo che traeva origine dall’antico dialetto dei Celti e indicava il suo coraggio e la sua forza.

Giunti davanti ai Sassoni, posizionati in un grande semicerchio composto da tutti gli abitanti del villaggio, al centro del quale sedeva Gandar, si erano fermati e attendevano il benvenuto del leader. Un brusio e piccoli risolini civettuoli, provenivano dal gruppo delle giovani donne, al centro del quale spiccava una giovane di rara bellezza. Indossava una veste candida, lunga fino ai piedi. Una balza di tessuto dorato solcava, dalla base del collo fino ai piedi, il centro della sua tunica, stretta in vita a risaltare le sue armoniose forme. I capelli biondi erano stati raccolti e acconciati in una lunga treccia che le ricadeva sul seno sinistro, evidenziando il suo elegante collo da cigno, mentre fiori violacei e rosati erano inseriti tra gli incavi della treccia. Le giovani intorno a lei erano eccitate alla vista di quei due splendidi cavalieri, il brusio e i risolini erano dovuti a loro. Gwyneth, figlia del Capo Gandar, non proferiva parola, in piedi nel suo portamento regale, guardava anche lei verso i due cavalieri. Nessuno poteva sapere che il suo cuore stava battendo all’unisono con quello del suo amore segreto, Cillian Flinth, ormai da tutti conosciuto come Lancillotto. Sentiva talmente forte quel battito nel petto, da pensare che le giovani vicine a lei lo avrebbero avvertito. Si sforzò di restare impassibile. Cillian stava facendo la stessa cosa, l’aveva vista subito, celestiale visione! Sarebbe corso da lei e l’avrebbe portata via sul suo cavallo per perdersi l’uno negli occhi dell’altra e fondersi in un passionale amplesso, come solitamente accadeva quando si incontravano nel loro rifugio d’amore.

 – Sii il benvenuto Artorius e benvenuto anche a te valoroso Lancillotto! Per me è un onore accogliervi e condividere il mio desco. Ho ricevuto il tuo invito alla pace e all’alleanza, con gioia. Il consiglio degli anziani ha deciso di accettare la tua offerta e accettiamo la tua protezione.

Artorius, seguito da Cillian, scese da cavallo e si diresse con il braccio teso verso Gandar.

 – Capo Gandar, la mia proposta, avrai capito, non è all’insegna del dominio da parte mia, bensì della collaborazione. Nessuno, dei capi dei clan dei tre popoli di Avalon, sarà mio sottoposto, bensì sarà mio pari. Nella Fortezza di Camelfort sederemo intorno ad una tavola rotonda, tu avrai il tuo seggio come tutti gli altri e avremo tutti lo stesso diritto e dovere di parola. Le decisioni che prenderemo insieme saranno per il bene di tutti!

Gandar a sua volta allungò il braccio verso il giovane biondo e si strinsero reciprocamente all’altezza dell’avambraccio. Era il segno della pace e dell’amicizia. Dopodiché Il Capo Sassone invitò Artorius e Cillian ad entrare nella casa del governo. Lì si riunirono con il consiglio del villaggio per completare gli accordi. Quello che, in generale, dovevano sapere gli abitanti del villaggio, era già stato detto pubblicamente. Le donne e i bambini erano rimaste fuori. Gwyneth odiava il non poter partecipare alla vita politica, non era giusto tenere le donne fuori da quella possibilità! Suo padre in realtà non l’aveva mai tenuta all’oscuro delle diatribe politiche. Stimava l’intelligenza e la saggezza di sua figlia, spesso si confidava più con lei che con sua moglie. Non aveva avuto figli maschi, ma Gwyneth secondo il padre, ragionava da uomo e da uomo le aveva insegnato a combattere, inoltre non poche volte l’aveva aiutato a prendere decisioni sagge. Sua figlia poteva diventare capo del villaggio per capacità, ma il suo genere e le usanze le erano contro. Solo gli uomini potevano!

Le giovani intorno a Gwyneth continuavano con i loro commenti sui due splendidi cavalieri, sulla loro bellezza, sul loro portamento, chi preferiva il biondo e chi il moro. Sembrava una gara dove doveva esserci un vincitore. I capelli biondi di Artorius lo rendevano più simile alla fisionomia dei Sassoni, in maggior parte biondi o fulvi, mentre il giovane Lancillotto, con i suoi capelli bruni ribelli e le lunghe ciglia scure a velare l’azzurro spettacolare dei suoi occhi, affascinava la maggior parte di quelle giovani. Venne interpellata anche la principessa Gwyneth su chi preferisse, ma lei fece spallucce, ricordando alle altre che anche tra i loro uomini c’erano dei bei ragazzi, non dovevano fissarsi sulla novità di quei due giovani Celti, per quanto ambedue affascinanti. In realtà era orgogliosa che il suo Cillian riscuotesse quegli elogi per il suo fascino. Lei sapeva bene quanto bello fosse il suo uomo, la sua bellezza più grande era interiore, data dalle molte qualità che possedeva.

 

Dopo un certo lasso di tempo, dalla casa del governo uscì il primo degli anziani e fece strada ai due ospiti. Gandar li seguiva. Si strinsero ancora le mani intorno agli avambracci e i Celti si riavviarono verso il drappello a cavallo. Artorius si voltò verso il gruppo delle giovani, Gwyneth era ancora al centro del gruppo e guardava verso i due uomini, guardava verso Cillian che fissava davanti a sé. Un fiore le cadde dalla treccia. Non si rese quasi conto che Artorius in due veloci passi le fu davanti, si chinò, raccolse il fiore violaceo da terra, lo portò verso le labbra e poi avvicinandosi le rimise il fiore tra i capelli, guardandola intensamente negli occhi verdi. Fu la prima volta che Gwyneth lo guardava veramente. Era sicuramente un giovane dai tratti regolari, eleganti, gli occhi grigioverdi, alto, dalle ampie spalle, decisamente bello. Non distolse lo sguardo dal suo, era una principessa, non voleva mostrare timore, ed effettivamente non ne provava, ma Artorius, nonostante l’elegante inchino che le fece prima di andar via e nonostante l’indubbia bellezza, non le fece nessun effetto particolare. Il suo cuore era occupato, non vi era spazio per nessuno se non per il suo adorato Cillian.

 

 

Il fuoco crepitava nel camino e spandeva la sua luce rossastra tutt’intorno. Il rosso si rifletteva sull’armatura poggiata a terra, evidenziando la figura in rilievo di un cigno che si alzava in volo portando con sé un bastone uncinato. Un mantello azzurro era posato sul tavolaccio di legno lì vicino, mentre la schiena e le natiche nude di una donna allungata al fianco di un giovane uomo, ricevevano il riflesso rosso che faceva apparire rosata la sua candida pelle. I lunghi capelli biondi, ricadevano, sciolti da poco e ancora ondulati a causa della treccia precedente, sul braccio con cui il giovane le circondava la vita.  Il capo di Gwyneth posava sul petto villoso di Cillian, mentre con le dita della mano destra lei tracciava piccoli cerchi all’altezza del suo cuore. Era il momento di quiete dopo la passione dell’amore, svegli, assorti e silenziosi. C’erano momenti in cui anche il silenzio per loro era un linguaggio. Bastava il suono dei loro cuori, che ora battevano più calmi, a parlare per loro e quel suono diceva parole d’amore reciproco. Un amore raro, capace di unire nell’anima prima che nel corpo. Gwyneth si spostò sul torace di Cillian, poggiando le mani sul suo petto e il mento su di esse. Erano viso a viso, occhi negli occhi, il sorriso felice e sereno sulle labbra, pronti a baciarsi ancora e a ricominciare ad amarsi. Lei spezzò il silenzio.

– Amore mio, il patto è stato fatto, ora potremo cambiare la nostra vita …

 - Si, mio splendido cigno bianco … dopodomani verrò a chiedere la tua mano a tuo padre …

 - Non domani come mi avevi detto?

 – Purtroppo no tesoro mio! Artorius mi ha chiesto di andare con Valerius in ambasciata dai Pitti …

– Dio mio Cillian! Andrete con il drappello spero!

 – No, Gwyn, ma non devi preoccuparti! Abbiamo un accordo ferreo con i Pitti e hanno tutto da guadagnarci, non muoveranno un dito contro di noi!

La ragazza si sporse per depositare un tenero bacio sulle labbra del Primo Cavaliere.

 – Tra un paio di settimane potremo sposarci, sarà un modo per consolidare l’alleanza tra Sassoni e Celti.

– Tu sei già la mia sposa Gwyneth, sarà solo rendere pubblico ciò che per noi è da tanto e ufficializzarlo con la cerimonia nuziale. Dopo potremo vivere sotto lo stesso tetto e stare finalmente insieme …

Lei sorrise, mentre lui con passione la prendeva con ambedue le mani per la vita e la portava completamente su di sé. Sentì la sua eccitazione diventare imperiosa e, istintivamente, il corpo di lei rispose preparandosi ad accoglierlo nuovamente.

 – Cillian! Purtroppo devo andare, non posso fare notte, sono uscita di giorno e di giorno devo tornare o questa volta mi scoprono …

- Ti voglio ancora Gwyn e mi vuoi anche tu, senti come batte veloce il tuo cuore? Ha lo stesso palpito del mio … stai ancora … sii ancora mia … la notte non arriverà tanto presto …

I cavalli li attendevano fuori, pascolando silenziosamente. Si amarono ancora, dolcemente ed intensamente. Poi indossarono di nuovo i loro indumenti, Gwyneth l’abito della mattina e Cillian l’armatura che aveva disegnato lui stesso.

– Come al solito Malcom ha fatto un ottimo lavoro Cillian e tu hai voluto rappresentarci anche sull’armatura.

– Sei nel mio cuore Gwyn e ci sarai per l’eternità. Così sei anche sul mio petto e solo noi sappiamo cosa significa. Per tutti è solo il richiamo dei simboli di Excalibur dedicato al “Primo Cavaliere” del Re.

Un ultimo bacio, un’ultima carezza sui loro visi, la promessa di rivedersi la sera seguente, il desiderio di appartenersi ogni giorno della loro vita. Salirono sui loro cavalli, un ultimo sguardo languido, le dita delle mani che si sfiorarono le une con le altre lasciandosi … poi ... presero vie opposte.

 

 

Valerius si era alzato molto presto. In verità non aveva dormito quasi per niente! Non aveva mai avuto un buon rapporto con i Pitti e non era al settimo cielo all’idea di incontrarli, per quanto potesse comunque essere sicuro l’incontro! Sentì un nitrito sotto la finestra della sua stanza, nell’ala sud della fortezza che Artorius stava finendo di far costruire. Chi poteva essere a quell’ora? Cillian di sicuro no, sarebbe venuto dalla parte opposta, la sua baracca si trovava al punto diametralmente opposto! Si affacciò e vide un cavaliere che dalla fortezza si allontanava, indossando un mantello con cappuccio di un colore scuro, non identificabile, alla poca luce prima dell’alba. Un messo di Artorius? Poteva anche essere! Quelli di solito partivano a quell’ora per tornare in mattinata e relazionare al Re, in modo che entro sera, se fosse servito, poteva mandare altri messaggi! Smise di pensarci e si concentrò sulla missione del giorno, che avrebbe condotto con Cillian. Lui sì che stava tranquillo! Gli invidiava quel coraggio e quella calma, nonostante l’impulsività caratteriale che spesso Cillian mostrava, di fronte a situazioni di pericolo dava il meglio di sé. Non per nulla si era guadagnato l’appellativo  di Lancillotto!

 

 

Il cavaliere sconosciuto sparì tra gli alberi del bosco e si diresse verso il lago. Si fermò, guardò verso il suo centro, la nebbia ora era fitta e impediva di vedere l’isola centrale. Era un grande richiamo per lui quell’isola, vi era stato sepolto suo padre e un giorno anche lui sarebbe stato sepolto lì, era un isolotto considerato sacro e solo i valorosi potevano dimorarci per l’eternità. Riprese il galoppo, doveva arrivare al villaggio Sassone, doveva parlare con il Capo Gandar! La proposta che gli avrebbe fatto sarebbe stata per lui sicuramente allettante e per sé stesso sarebbe stato un motivo di gioia e piacere. Era molto presto … lo sapeva bene! Ma a quell’ora non aveva bisogno di scorta, la penombra gli dava sicurezza e il richiamo di due occhi verdi risuonava in ogni meandro dal suo cervello, aveva fretta, non aveva mai provato un sentimento così intenso e, dal primo momento che lo aveva provato, la voglia di realizzare il suo sogno lo aveva tormentato, non facendolo dormire un minuto. Voleva essere felice e presto lo sarebbe stato …

 

 

Nel primo pomeriggio, con il sole ancora alto nel cielo, Cillian tornava dalla missione presso i Pitti. Al suo fianco un rilassato Valerius, si vantava “ingiustamente” di quanto fosse stato sicuro di sé davanti al Capo Mac Ormin, leader dei Pitti. Ciarlava e rideva, come suo solito, dimentico ormai della tensione che durante il viaggio della mattina, li aveva costretti più volte a fermarsi affinché lui potesse appartarsi a svuotare la vescica. Cillian, al ricordo del comportamento intimorito di Valerius, celava il sorriso con una smorfia sghemba e un sopracciglio alzato. Preferiva non rispondergli e lasciarlo alla sua vanagloria. Al bivio che conduceva alla fortezza, si divisero e salutarono. Cillian sarebbe andato a casa sua e si sarebbe tolta quella pesante armatura, poi si sarebbe diretto al capanno nella radura e avrebbe incontrato Gwyneth.

 – Non vieni da Artorius per fargli rapporto?

– Ho bisogno di rinfrescarmi, vado a casa, verrò questa sera da Artorius, se vuoi puoi iniziare tu il rapporto, sono sicuro che non dimenticherai nessun particolare!

– Ne puoi esser certo amico! Comunque conoscendo mio cugino, aspetterà questa sera, quando ci sarai anche tu!

 

 

Il capanno era stranamente silenzioso, in fin dei conti era una cosa normale, non c’era nessuno all’interno! Eppure quel silenzio turbò profondamente Cillian. Un brivido freddo gli corse per la schiena, un presagio nefasto …

Entrò nel capanno e attese l’arrivo della sua futura sposa, l’indomani, come le aveva promesso, sarebbe andato da suo padre Gandar. Sicuramente non gli avrebbe rifiutato la mano di Gwyneth, lo considerava un valoroso, non ne aveva motivo alcuno.

 Il sole si era coperto di nuvole e il vento stava tirando forte, prometteva pioggia, la temperatura si era abbassata. Accese il fuoco nel camino. A quell’ora Gwyneth doveva essere arrivata, non aveva mai mancato un loro appuntamento. Iniziò a piovere. Forse visto il tempo che stava peggiorando repentinamente, aveva deciso di non allontanarsi dal villaggio. Quei temporali di fine estate erano spesso violenti e nel bosco erano facili i fulmini, forse era meglio se Gwyneth restasse a casa!

Mentre il giovane Primo Cavaliere rifletteva su queste possibilità, udì il trotto veloce di un cavallo. Era lei! Non poteva essere nessun altro! Cillian corse alla porta, sicuramente era zuppa di pioggia, era un bene aver acceso il fuoco, si sarebbe asciugata.

Gwyneth scese velocemente da cavallo. Indossava pantaloni di pelle di daino, chiusi lungo l’esterno delle gambe da una serie di laccetti, morbidi stivali di pelle, una casacca di lino leggera e un mantello con cappuccio di lana. Era completamente bagnata, Cillian non la vide subito in viso, il cappuccio celava il suo dolce volto …

Aprì le sue muscolose braccia per accoglierla e scaldarla …

Gwyneth arrivò velocemente da lui e lo lasciò sgomento quando invece che  rispondere all’abbraccio, come suo solito, iniziò a battergli i pugni sul petto piangendo disperata.

 – Perché non sei venuto oggi?! … Perché? … Perché? … Sapeva di noi? Ti ha mandato appositamente dai Pitti? Dimmi perché tutto questo? Dimmi che è solo uno stupido scherzo …

Singhiozzava disperata. Cillian non capiva di cosa stesse parlando, cercò di tenerla più stretta al proprio torace, carezzandole la schiena sotto la stoffa di lino. Le baciò la fronte. Lei nascose il viso nell’incavo del suo collo, continuando a piangere. Cillian non disse nulla, continuò a tenerla tra le braccia. Poi le tolse il mantello fradicio. La prese in braccio e la portò vicino al fuoco dove, sedutosi, la tenne sulle ginocchia, quasi cullandola, finché lei non smise di piangere. Forti sospiri squassavano il petto della giovane. Era successo qualcosa che l’aveva sconvolta, era ovvio! Cillian iniziò a preoccuparsi veramente. All’improvviso lei disse tutto d’un fiato:

- Artorius ha chiesto la mia mano a mio padre e lui gliel’ha concessa!

Per poco il cuore di Cillian non smetteva di battere! Come? Quando? L’aveva vista per la prima volta il giorno prima! Le si era avvicinato e le aveva ridato il fiore che le era caduto dai capelli, era stato l’unico momento di contatto con Gwyneth! Lo aveva folgorato come aveva fatto con lui quattro anni prima? La bellezza della giovane era indiscutibile. Possibile che Artorius lo avesse battuto sul tempo? Aveva fatto di tutto per consentire che lui diventasse il Re dei tre popoli di Avalon, al fine non solo di portare la pace, ma anche, grazie a quella pace, di sposare una Sassone, lui che era Celta! No, il piano non era certo che il suo migliore amico gli portasse via l’unica donna che avesse mai amato!

 – Si è presentato questa mattina all’alba da mio padre, non era vestito in modo ufficiale e non portava la scorta con sé. Non è una richiesta politica di matrimonio. Ha detto a mio padre che l’ho colpito nel cuore e che questo matrimonio consoliderà maggiormente l’alleanza tra Sassoni e Celti!

Ovviamente un simile matrimonio avrebbe consolidato l’alleanza e se fosse stato un matrimonio d’amore, avrebbe avuto una maggiore risonanza, anche il loro matrimonio avrebbe fatto questo effetto, ma se era il Re a sposare una Sassone avrebbe avuto più importanza!

 – Alla prossima luna piena, il matrimonio sarà celebrato, questo è l’ultimatum che mi ha dato mio padre! Ho litigato con lui fino a poco fa, per questo sono arrivata in ritardo. Mi ha detto che sono un’ingrata, che dovrei essere onorata che un giovane Re del valore e della bellezza di Artorius mi abbia scelta, gli ho risposto che lo considero un onore, ma credo nell’amore e non amo Artorius, provo solo stima nei suoi confronti. Mi ha detto che sono una donna egoista, non penso al bene della mia gente, a cosa significherebbe il matrimonio per noi Sassoni! Amore mio se tu fossi arrivato prima di lui, mio padre non avrebbe potuto spezzare una promessa già fatta!

– La luna sarà piena tra cinque giorni Gwyneth … così presto …

- Cillian portami via prima di allora … ti prego fuggiamo altrove …

 - Che dici tesoro? Se il Re vuole sposarti tu devi!

 – Vuoi che io sposi Artorius?! Non ci posso credere!

 – Io non voglio affatto che sposi Artorius! Io ti voglio per me Gwyneth, non sopporto l’idea che un altro ti possa toccare, neppure il mio migliore amico, per quanto sia un uomo di qualità eccellenti. Io ti amo Gwyneth e ti amerò per il resto della mia vita e oltre la morte. Ce lo siamo promesso. Ma non possiamo fuggire … saremmo perseguitati e ti metterei in continuo pericolo. La tua gente stessa ti ucciderebbe per tradimento e lo stesso farebbero a me!

 – Cosa facciamo allora?

 – Più tardi devo andare da Artorius, gli parlerò, gli dirò come stanno le cose, è il mio migliore amico, capirà, riuscirà a rinunciare a te!

Disse le ultime parole senza convinzione. Purtroppo sapeva che Artorius era un uomo molto volitivo, abituato al comando ed ad ottenere quanto voleva. Se il suo era un intento politico, non ci sarebbero stati problemi, ma se era per una questione sentimentale, sarebbe stato Cillian a dover rinunciare alla sua amata. Gwyneth era rimasta pensierosa, ma si era tranquillizzata, forse era la speranza che le cose si potevano sistemare?

 – Lascia che ora ti tolga questi indumenti bagnati … li asciugheremo al fuoco del camino.

Lei alzò le braccia e lui le sfilò via la casacca. Le tolse gli stivaletti morbidi mentre la teneva ancora seduta sulle ginocchia. Poi la fece alzare e lentamente le fece scorrere le mani dalla vita in basso, lungo le gambe affusolate, facendole  scendere lentamente gli aderenti pantaloni umidi. Il corpo candido di Gwyneth rimase esposto tra Cillian, seduto sullo sgabello fatto con un tronco d’albero e il camino. Ai suoi occhi azzurri era incantevole. La gelosia lo invase provocandogli una morsa allo stomaco, come poteva lasciare che quel corpo fosse sfiorato da altre mani e non più dalle sue?! Il senso di possesso era fortissimo in quel momento. Si alzò, sovrastando Gwyneth nella sua altezza maggiore. L’abbracciò alla vita, la portò a sé e la baciò selvaggiamente sulle labbra, scendendo lungo il collo, il seno …

Sembrava affamato di lei e il timore che potesse essere l’ultima volta che la teneva tra le braccia, gli stava lacerando l’anima. La prese in braccio e la portò sul giaciglio di pelli. Fu lei ora a sfilargli la camicia di lino, mentre lui cercava di liberarsi dai pantaloni velocemente. Il desiderio stava diventando urgente per entrambe. Gwyneth, carezzò il petto villoso di Cillian, portò la mano sulla sommità della sua spalla sinistra e si accostò ad essa con le labbra, baciò come sempre quel lembo di pelle che per lei identificava il suo uomo e che glielo avrebbe fatto riconoscere tra mille. Si allungò languida sul giaciglio, mentre Cillian, muovendosi su di lei, le regalava dolci carezze, finché non fu dentro di lei e furono una sola cosa. Acuirono i sensi per sentire di più, per ricordare per sempre ogni secondo di quelle sensazioni. Occhi negli occhi, poi labbra sulle labbra, mentre i movimenti di entrambe si sincronizzavano perfettamente, dandogli ciò che chiedevano l’uno dell’altra, chiamandosi reciprocamente, poiché ogni volta che pronunciavano i loro nomi era una promessa in più d’amore.

Fuori la tempesta imperversava, la pioggia colpiva violentemente il capanno. Il presagio che Cillian aveva avuto poco prima, si stava abbattendo su di loro come il temporale sul capanno.

 

***

 

Neverland 1726

Il sogno di Emma era estremamente vivido. Si svegliò di soprassalto. Non era un incubo, anzi era un momento di passione e tenerezza, eppure qualcosa di struggente e doloroso l’aveva destata improvvisamente. Aveva sognato ancora quel capanno e ancora Killian, con capelli più lunghi e più giovane di qualche anno, vestito come un cavaliere antico. Nel sogno si stavano amando, ma sembrava che su di loro fosse calata la sensazione che fosse l’ultima volta. Sentiva l’umidore della propria eccitazione e contemporaneamente un senso di angoscia le opprimeva il petto. Pensò che forse era collegato allo spavento della notte prima, l’avvelenamento, la paura di morire e di perdersi che avevano sentito tanto lei quanto Killian. Si voltò, lui era al suo fianco, dormiva rilassato con il bel volto sereno, era notte fonda, era giusto che riposasse.

 

Era stata una lunga giornata, ma sicuramente piacevole, rispetto alla terribile notte precedente. Dopo il pranzo con i loro amici, Killian ed Emma erano andati con loro al villaggio. La Principessa aveva fatto visita a Bardo. L’uomo non aveva febbre e la gamba ferita si stava sgonfiando velocemente. L’edema da violaceo stava diventando giallognolo. Ancora persisteva il dolore, ma era sempre meno, da quanto diceva lo stesso Violinista. Emma aveva pensato che forse alla fine non c’erano schegge d’osso di cui preoccuparsi, ma di certo Bardo non avrebbe potuto riprendere la via del mare per almeno sei mesi. Per tutto il mese seguente avrebbe dovuto restare immobile con quella gamba e sua moglie avrebbe dovuto fare in modo di controllarlo di continuo per evitare che facesse sforzi inutili e pericolosi.  Killian annunciò al Musico che entro pochi giorni sarebbero ripartiti per Storybrook. Questi fu contento e pensando di partire anche lui, si preoccupò di quale mansione avrebbe potuto svolgere stando seduto. Era rimasto deluso alla risposta del suo Capitano. Non sarebbe andato con loro, sarebbe rimasto con la sua paffuta moglie pellerossa, si sarebbero rivisti quando finalmente sarebbe stato bene. Mentre Emma era rimasta ancora con Bardo e sua moglie, Killian era andato a cercare i suoi uomini per preparare la partenza. Si sarebbero riuniti a casa sua il giorno dopo e ognuno di loro avrebbe dato il suo parere. Per coloro che lasciavano una compagna, figli o amici era sempre duro partire. Eddy aveva accompagnato Killian e appariva molto più sereno e contento dei giorni precedenti. Il discorso che il Capitano gli aveva riservato lo aveva veramente rasserenato e riempito di nuove speranze.

 

Emma guardò ancora il volto addormentato di Killian, desiderò che lui l’abbracciasse forte e la rassicurasse con il suo calore e con la sua bella voce. A volte i desideri si potevano avverare. Come se avesse sentito i suoi pensieri Killian si destò e si portò seduto al suo fianco. Non disse nulla, le lesse negli occhi l’angoscia. Voleva proteggerla da tutto e tutti, ormai l’aveva scelto come compito della sua vita. Aveva un modo molto personale per calmare e far rilassare Emma. Continuando a guardarla negli occhi, le accarezzò la guancia sinistra, poi con le dita le sfiorò il collo e in fine, con la mano aperta, le fece scendere dalle spalle la tunica di lino che stava indossando. Abbassò lo sguardo sul suo seno e l’accarezzò gentilmente. La fece distendere e continuò, continuò con la maestria che gli era propria e che Emma conosceva e desiderava.

       Tra pochi giorni salperemo, sappiamo ciò che vogliamo e dipende solo da noi, dalla nostra volontà. Emma … voglio che sentiamo ogni attimo dei momenti che stiamo insieme, che lo viviamo come se fosse sempre l’ultimo, affinché non possa mai esserlo …

Come era riuscito a leggere la sua paura? Come riusciva a essere parte di lei? Perché era così perfettamente la sua parte mancante? Loro si completavano … due parti di un tutto …

 Emma volle seguire ciò che Killian stava suggerendo e desiderando, lo voleva anche lei. Aprì le braccia e si schiuse a lui per accoglierlo. Chiuse gli occhi pregustando le carezze e i baci che lui avrebbe lasciato sulla sua pelle. Sussultò quando lo sentì e non riuscì a trattenere un gemito di profondo piacere quando lui si impossessò di lei con lentezza e dolcezza. Assaporò il contatto con ogni centimetro della sua pelle calda e pulsante, il suo addome snello e muscoloso contro il suo seno e il ventre piatto. Portò le braccia intorno alle sue ampie spalle e lo strinse forte a sé, respirando il suo odore, bevendo la stessa aria, labbra sulle labbra, sospiri che si confondevano, mentre onde di piacere salivano come l’alta marea. Lasciò che i movimenti del suo Capitano la guidassero su quelle onde, che la portasse via con sé nel mare dell’estasi. Lui la guardava in viso, non poteva farne a meno. Il sorriso con le belle labbra dischiuse di Emma, i suoi denti che si intravvedevano tra di esse e le palpebre semichiuse sui suoi occhi verdi, gli comunicarono quanto lei stesse godendo di lui in quel momento. Si sentì felice, si sentì forte e capace di affrontare ogni tempesta che il futuro avrebbe potuto riporre.

Un fulmine squarciò la notte illuminando i loro corpi uniti. Lui le strinse la vita con ambedue le braccia, affondando in lei più profondamente, lei gli si contrasse intorno nello stesso momento e sentirono contemporaneamente la scossa di un piacere ancora più estatico, perfetto, come perfetti erano l’uno per l’altra, con un gemito intenso, come quel piacere, unirono le loro labbra.

Le palme, fuori dal loro rifugio, erano scosse dal vento, la burrasca imperversava su di esse, violenta e insistente, come se volesse spezzare quegli esili, eleganti ed alti fusti. Esse si piegavano su se stesse, sfidando la crudeltà del vento e le sferzate del temporale tropicale.

Non dovevano vivere nel timore di presagi nefasti, questo ora si ripeteva nella mente Emma. Lei e Killian erano come quelle palme nella tempesta, avvinti nei loro movimenti sensuali e convulsi, avrebbero affrontato qualsiasi cosa se fossero rimasti insieme, uniti negli intenti e nei sentimenti. Nessuna volontà esterna, per quanto crudele, li avrebbe potuti spezzare. Il sogno di prima doveva restare solo un sogno.

Emma  come Gwyneth, Killian  come Cillian …

 

 

Angolo dell’autrice

Salve a tutti e buona domenica. Sono riuscita a postare come promesso saltando una domenica. Spero che chi segue con affetto questa storia mi perdoni con questo nuovo capitolo. Ringrazio tutti i lettori, ho visto che sono parecchi! Un abbraccio a chi solitamente recensisce e un incoraggiamento a chi, pur seguendo assiduamente non ha mai espresso un suo parere. Parlatemi dei sentimenti che vi suscita il racconto se potete e se vi và fate i vostri commenti e le vostre critiche.

Se per la prossima domenica non mi troverete … tranquilli, finirà questo periodo altamente impegnativo e potrò rilassarmi liberando la fantasia e scrivendo.

Amore e felicità a tutti.

Vostra Lara

   
 
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