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Autore: R e d_V a m p i r e     18/04/2016    4 recensioni
Forse c'è ancora un modo per sistemare tutto.
Guardami. Il coltello cade per terra mentre spalanco le braccia.
Guardami. Sarebbe potuta andare diversamente. Quando ci siamo incontrati, quella volta, noi... avremmo potuto essere buoni amici, vero?
{Genocide Run | Accenni SansxFrisk}
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Frisk, Sans, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Angolino di Red: inizio col dire che questa è la mia prima prova nel fandom di Undertale. E che potrebbe essere uno Spoiler per chi non ha ancora finito di giocare tutte le Run, in particolare la Genocide... player avvisato, mezzo salvato (?). Ovviamente è neanche così tanto sott'inteso il fatto che io sia della corrente di pensiero che vuole Frisk maschio e Chara femmina, e che in questa OS ci siano degli accenni alla SansxFrisk (che è una delle mie coppie preferite, dopo la AsrielxChara, ma non frega a nessuno niente e quindi cià). Il tutto è ispirato oltre al punto preciso del gioco anche ai vari video sulla battaglia e le corrispettive canzoni (anche il titolo, sì, così come ciò che dice Sans in corsivo) e al fatto che sia angst puro. Puro e doloroso. Sigh. 
Detto ciò, buona lettura!

}
Stronger than You



«E' una bellissima giornata fuori. Gli uccelli cantano, i fiori sbocciano...»

Ne dico tante di cavolate che ormai ho perso il conto.
La serietà non fa parte di me ma, ehi, che ci possiamo fare. Dovresti averlo capito ormai. Quantomeno esserci abituato.
Posso quasi immaginare la tua espressione perplessa, a tratti rassegnata, ma pronta a subirsi l'ennesima fiumana di parole senza senso. Una delle mie tante pessime battute.
Peccato che non sia uno scherzo, questo.
E che non riesca a guardarti in faccia. Verrebbe meno la mia determinazione se lo facessi proprio adesso. E non posso recuperarla come fai tu, ragazzo, lo sai.
Mi dispiace.


«...in giorni come questo, ragazzi come te... dovrebbero bruciare all'inferno.»

Fa male. Lo avverto, è un dolore sordo che colpisce il cuore.
La mia determinazione vacilla e mi sento così confuso. La testa gira, i pensieri vorticano.
Cosa ci faccio qui? Perché ho un coltello in mano?
La puzza del sangue è stomachevole. Mi impregna i vestiti, imbratta la lama lucida. Non se ne va via, non se ne andrà mai via.
Perché mi guardi così? Oh, non capisco. Io...
Quello che ho fatto. Sono qui per portarlo a termine, vero?


«Torna indietro ragazzo, sarebbe un crimine se dovessi rompere la promessa che ho fatto per te»

Te ne ho parlato, giusto? Quella volta al ristorante. E' successo davvero o è stato soltanto un sogno in quale delle tante timeline?
Non saprei dirlo, nel bosco mi annoio così tanto ad attendere invano qualcosa che forse mi sono immaginato tutto. Forse ne ho parlato soltanto alla neve che cadeva ricoprendo ogni cosa, dopotutto.
Non costringermi, ti prego. Non obbligarmi a rompere quel patto. La vecchia signora ne sarebbe tremendamente dispiaciuta. E sai, lei è stata l'unica a ridere dei miei pessimi scherzi. Mi ha tenuto compagnia, le devo qualcosa.
Le devo ancora qualcosa. Posso mantenere la promessa solo se non ti avvicini.

«Quindi non varcare quella soglia o, amico, passerai dei brutti momenti.»

Rinuncia. Ti supplico, rinuncia. Torna indietro, sono rimasto solo io.
Sai cosa sono in grado di fare? Non puoi davvero credere che io sia così debole da non riuscire a tenerti testa e batterti.
Il pigro Sans. Il buffone Sans. Quello che non vuole combattere, solo fare scherzi. Perché non è potuto rimanere tutto così?
Perché hai dovuto ucciderli?


«Ma i bambini come te non giocano seguendo le regole. E gente come me non è facile da imbrogliare»

Lo so, cosa credi. Sei tu quello che imbroglia gli altri. Eppure non fai niente di male, vero? Solo scherzi innocenti. Sistemi sempre tutto.
Puoi sistemare questo, ora? Puoi sistemare me?
La testa mi fa male. Solo un passo. Anche se non voglio compierlo, adesso... che differenza fa?
Il respiro in gola fa male, brucia come il manico del coltello che stringo con più forza. Sollevo il mento, porto la mia arma davanti al viso.
Mi dispiace. Mi dispiace così tanto. Ma è così che deve andare, vero?
Toriel... hai fatto tutto il possibile per rispettare la promessa di quel giorno. Ma ora non ha davvero più importanza.
Avanti, Sans. Solo tu ed io.
Un'ultima volta.


«Quindi andiamo, lascia che si raffreddi la stanza...»

Non rinuncerai. Non lo hai fatto mai, neppure una singola volta da quando sei caduto nelle Rovine, avrei dovuto saperlo da tutto l'inizio.
Ma, concedimelo piccolo umano, almeno c'ho provato. La vecchia signora... spero che possa perdonarmi.
Perché adesso che quel passo è compiuto, adesso che mi specchio in quella lama sporca di sangue, non riesco a perdonare te.
Vi vedo riflesso il volto di Papyrus. I suoi sogni, la sua allegria, la sua sciocca bontà.
Hai portato tutto via. Hai tradito la sua fiducia, hai spezzato la vostra amicizia.
Hai tradito me.
Sento bruciare l'orbita vuota. E questa volta lascio che lo faccia.

«...andiamo, sporco ammazza-fratelli!»


Il tuo occhio brilla di blu, sei pronto ad usare la tua magia. Contro di me?
Non ne dubito. Adesso la vedo chiaramente tutta la tua rabbia. Tutto il rancore, il risentimento, la vendetta.
Mi sono in qualche modo familiari. Mi cullano, mi stordiscono.
Mi spingono a scattare in avanti, brandendo la mia arma, cercando di colpirti.
Devo farlo. Devo, capisci?
Perché... non lo so. Non lo so più neppure io. So solo che schivi i miei attacchi e spero di non riuscire a colpirti mai.
Patetico, forse. Non ha senso. Ma è questa battaglia a non averne. Tutta questa situazione.
E' colpa mia.

«Fatti avanti e prova a colpirmi se ne sei capace, immagino che tu abbia capito che la pietà è fuori questione»

Ho ucciso tuo fratello. Ho ucciso Papyrus senza dargli una singola possibilità. Lui e i suoi puzzle assurdi, i suoi spaghetti immangiabili, il suo desiderio di far parte della Guardia Reale e di diventare amico di tutti.
Beh, non avrebbe dovuto cercare di essere mio amico. Guarda com'è finita.
Non volevo. Io... non volevo...


«Vedo che ti stai stancando di provarci. Sei furioso... sai, continui a morire.»

Dovrei provare piacere nel vedere i miei colpi andare a segno. Dovrei godere del sangue che si riversa sul pavimento e lo macchia, ancora ed ancora, mentre le ossa affondano in quella tua carne debole.
Hai la maglietta sporca di rosso, sembra quasi nera. Disteso a terra, non riesco più a vedere il tuo viso.
E anche quando ti rialzi, quando ritorni e mi carichi ancora, io mi limito a schivare e colpirti. Una volta. Due volte. Tre volte.

«Non vincerai, staremo qui insieme combattendo per sempre in questa Sala del Giudizio»

Ancora, ancora, ancora. Non smetto, non smetterò mai.
Ti terrò qui, con me, e ti vedrò morire per ognuna delle volte in cui hai ucciso. Assisterò ad ogni tua caduta, pensando alle vite che hai strappato.
Per Papyrus, per Undyne, per Mettaton, per Alphys e tutti gli altri, ti ucciderò ogni singola volta e non avanzerai.
Non importa quanto sia duro farlo. Non importa che vederti morire uccida anche me, un po' per volta, ad ogni attacco che va a segno.
Non raggiungerai la Sala del Trono. Non prenderai anche il nostro Re. Dovessi tenerti qui, a combattere, fino alla fine dei tempi.
Lasciarti andare... io... non posso ancora farlo, capisci?


«So che ricarichi ogni volta che ti batto, ma io sarò sempre qui ad aspettarti.»

L'aria torna a refluire nei miei polmoni. Il mio corpo è stanco, la mia mente vacilla.
La volontà è debole, ma non abbandono il coltello. Non smetto di attaccarti, non smetto di morire e poi tornare.

Forse solo per vederti ancora lì, ancora vivo, con il tuo sorriso sornione e quell'aria strafottente. Come se tutto questo per te non fosse altro che uno dei tuoi giochi.
Va ancora bene se so che ci sei, Sans. Posso continuare in eterno.
Per ogni volta che mi ucciderai, io ricaricherò e tornerò a combatterti.
Sono sempre un po' più veloce di te, non lo vedi? Come fai a non capire?
Io... non posso ancora farlo. Ma devo.

«So che sei fatto di L.O.V.E»

Ho sempre trovato ironico quel termine, sai? Perché un tempo, una volta, c'era davvero amore. Adesso non riesco quasi più a sentirlo. Non lo ricordo.
E' stato tutto cancellato 
resettato e... non... non avrei dovuto farlo, vero? Mi avevano detto cosa sarebbe successo. Non ho ascoltato.
Ehi, Sans, c'è stato davvero un tempo in cui non erano odio, rancore e morte a sostenermi? In cui il sangue non mi imbrattava le mani e sorridevo, ridendo, insieme a voi?
Vorrei credere che non sia mai successo nulla di tutto questo. Vorrei poter passare ancora del tempo con voi.
Ma non ci siete più. Vi ho cancellati io. E sono qui, ora, perché devo portare a termine il mio compito. Cancellare tutto e non lasciare più niente.
Forse... forse smetterò di vedere i loro visi, allora, chiudendo gli occhi. Forse dimenticherò i loro sguardi traditi e il colore del loro sangue.
Se ucciderò anche te, Sans... se lo farò, potrò avere la pace?


«Qui è dove si ferma. Qui è dove finisce... se vuoi passarmi oltre, beh, dovresti riprovare.»

Non sei stanco di morire? Di sentire la pelle squarciarsi, di avvertire tutto quel dolore?
Perché io sì, lo sono. Sono tanto stanco.
Ti accasci a terra senza lamentarti e vorrei sentirti urlare. Se lo facessi, forse, si attenuerebbe un po' tutto l'odio che mi si agita dentro.
Per quello che sto facendo, mi chiedo... sono forse migliore di te?

«Ma non importa come ti fermi, tu non smetti di attaccare. Deve proprio piacerti la sensazione... dei tuoi peccati che scendono per la spina dorsale.»

Non provi neanche un po' di dispiacere? Non c'è colpa sul tuo viso. Non riesco a vederla.
Vedo solo il sangue, vedo la tua determinazione. E quella dannata lama che...


...non ci riesco, Sans, non lo capisci?
Ti supplico, guardami. I miei colpi non ti raggiungono mai. E basterebbe solo che ti sfiorassi. Basterebbe così poco per mettere fine a tutto.
Le mie gambe tremano, faticano a reggermi ancora in piedi. Ma non mi arrendo così.
Forse c'è ancora un modo per sistemare tutto.
Guardami. Il coltello cade per terra mentre spalanco le braccia.
Guardami. Sarebbe potuta andare diversamente. Quando ci siamo incontrati, quella volta, noi... avremmo potuto essere buoni amici, vero?
Lascia che abbia pietà. Solo per questa volta. Accettala, ti imploro. Non posso ucciderti. Non te. Non così.
Il mio cuore batte così forte mentre le tue braccia mi stringono a sé. Vorrei potermi rilassare, appoggiare la testa sulla tua spalla e dimenticare tutto.
Torniamo indietro. Voglio ancora quei giorni. Voglio ancora sentire che tutto va bene.
Voglio...


«Pensi di potermi risparmiare come fossi una pedina? Beh non hai risparmiato mio fratello, quindi dovrei schiacciarti!»

Per un attimo. Per un solo secondo, quell'abbraccio è stato tutto quello che ho voluto da quando ti ho visto arrivare.
Poi ho ricordato. Poi ho sentito l'odore del sangue sulla tua pelle.
Muori ancora una volta e non voglio la tua pietà. Non ne hai avuta per mio fratello. Non ne hai avuta per tutti gli altri!
Perché per me, piccolo umano? Perché dovrebbe andare diversamente.

«So che hai fatto sparire tutti i miei amici, ma ciò che gli importava è perché son qui.»

Non credere che non sappia. Non credere che non abbia visto e che possa accettare di chiudere gli occhi e lasciare tutto all'inganno.
Non sono morti invano, sai? Nessuno di loro. Si sono sacrificati per salvare gli altri mostri. Tu non distruggerai questo mondo. Ed è per questo che io sono qui.
Non mi supererai.

«Io sono la loro pietà»

Che tu gli hai negato.

«Io sono la loro vendetta»

Vedrò ancora scorrere il tuo sangue finché ti stancherai di provarci, te lo prometto.

«Io sono determinazione!»

Non quella misera cosa che muove te. Anima umana o no. Quello che muove me sono le anime di tutti i mostri, di tutti gli amici che hai ucciso.

«So che sei fatto interamente di L.O.V.E... ma penso di essere più forte di te»


Sono fatto interamente di L.O.V.E.
E, per questo, sono molto più forte di te.
Davvero credevi che avresti potuto tenermi qui per sempre?

«...»

I tuoi occhi sono spalancati. Buchi neri che mi fissano, sorpresi.
I miei bruciano e quelle che scorrono sulle guance sono... sono forse lacrime?
Cadendo in ginocchio non sento neppure dolore.
Ma tu non mi allontani, non cerchi di scappare. Rimani immobile fra le mie braccia, mentre stringo convulsamente la stoffa della tua assurda felpa azzurra.
Questa stanza è all'improvviso diventata così fredda.
Non riesco a pronunciare una parola, la voce manca e la labbra tremano.

«Frisk...»

E' il mio nome. Lo è davvero?
Lo mormori come una preghiera, sento un sorriso nella tua voce. Non mi odi, Sans?
Ti stringo forte, ti stringo come a non volerti lasciare. Ma tu mi hai già abbandonato da tanto tempo.
O, forse, sono stato io a farlo. Quando ho accettato... quando ho permesso...

''C'è un modo, sai?''

Quella voce. E' diventata più forte. La sento vicina, come una presenza al mio fianco. L'avverto alle spalle, sento un tocco fantasma sulla schiena.
E' così dolce. Lei mi ha parlato per tutto il tempo. E' stata la sua volontà a guidarmi.
Come posso... come faccio a fidarmi. Eppure... eppure se ci fosse anche solo un'occasione!

''Torna indietro. Resetta tutto. Potrai ricominciare da capo e andrà tutto bene''

Io... davvero?
Sento la sua mano sulla mia. La percepisco, anche se non riesco a vederla. La conduce, gentilmente, verso l'unica opportunità di salvezza. Di ricominciare.
E' così vicina, così brillante. C'è ancora una possibilità.

''Potrai rivedere tutti i tuoi amici. Sarà come se non fosse accaduto nulla. Le tue azioni... verranno cancellate. Potrai rivedere lui''

Sans.

I miei occhi sono colmi di lacrime. Voglio rivederlo. Voglio che mi perdonino.
Voglio svegliarmi da questo brutto incubo e che lei mi lasci in pace.
Non avrei mai voluto uccidere, quella volta. Ma questo mondo fa così paura, e io... io sono solo...

''Andrà tutto bene''

Sì, andrà bene.
Sans, ragazzi, aspettatemi. Sto tornando. E, questa volta, potremo essere ancora tutti amici!




E' stato così facile, del resto.
La volontà umana è così debole. E' per questo che li odio così tanto e mi divertirò ad annientarli.
Con questo mio nuovo corpo. E questa mia nuova anima.

«Beh... in fin dei conti... forse io sono più forte di voi.»
   
 
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