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Autore: Manu_Hikari    23/03/2005    3 recensioni
Un grande amore al quale qualcuno ha messo la parole fine senza un valido motivo. Eppure lui non avrebbe saputo immaginare la sua vita senza di lei...
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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  I wouldn’t have imagined my life without you…

 

 

 

Ciao raga eccomi qui con una nuova fic! Questa volta è ispirata a Holly e Benji e vorrei precisare che è la prima che scrivo su questo anime quindi non so come sarà e il titolo non so precisamente cosa c’entri con tutto il resto ma a me sembrava così carino…

Cmq protagonista è Benji  e la storia è ambientata durante il primo campionato mondiale, quello in Francia. Volevo anche dirvi che, per motivi di copione, le età dei nostri beniamini varieranno lievemente da quelli nell’anime (Anche perché io non ho mai capito molto bene quanti anni hanno…) e che gli spoiler saranno veramente pochini perché io non ci so fare molto…^__^’’

Poi…ah, si. I personaggi di questa storia sono tutti del loro papi Yoichi Takahashi e solo Mie è inventata da me.

Penso che sia tutto, un bacione e buona lettura!

 

 

 

CHAPTER EIGHT

 

 

 

MERCOLEDì POMERIGIO

 

Mie guardò fuori dal finestrino dell’autobus il centro di Amburgo che le scorreva davanti agli occhi; negozi, vetrine e monumenti si avvicendavano sotto i suoi occhi annoiati. La scocciava infinitamente essere avvertita per un lavoro poche ore prima, primo perché non aveva il tempo di prepararsi decentemente, secondo perché quel pomeriggio avrebbe avuto ben altro da fare; Patty non era stata molto contenta di ricevere la notizia dell’assenza di Mie alla partita che si sarebbe disputata da lì a qualche ora.

«Una partita contro l’Italia, capisci? » Aveva sbraitato corrucciando le sopracciglia all’inverosimile. «Quando ricapita? Ti prego Mie, non puoi lasciarmi sola! »

Certo che capiva, non era una cosa da tutti i giorni giocare contro una delle squadre europee più forti, pertanto i ragazzi avevano bisogno di tifo, di sostegno, ma il lavoro era lavoro. Nemmeno a lei sarebbe ricapitato di ricevere una proposta da una delle agenzie più famose in Germania, forse era egoista a pensarla così, ma aveva promesso di diventare una modella famosa, era stata l’ultima promessa a Benji, doveva mantenerla ad ogni costo.

Una brusca frenata informò i passeggeri che l’autobus era fermo; Mie guardò rapidamente il foglio scribacchiato che teneva in mano; la sua fermata. Scese con fatica dall’affollato autobus numero13, spiaccicata fra una signora con un orribile cappotto di tweed nero e un vecchio signore scocciato quanto lei dalla situazione, poi si gettò nel caos di Amburgo centro.

Mentre cercava, fra i vari palazzi tutti enormi, quello dello studio fotografico di Johan Sten, le venne stranamente in mente il centro di Yokohama; ricco di negozi e sale da tè proprio come il luogo in cui Mie si trovava, quante volte ci era andata, conosceva a memoria tutte le vetrine, era entrata in tutti i negozi e si era seduta su tutte le panchine anche se quella che preferiva era quella di fronte alla gelateria dove lei e Benji comperavano sempre il gelato d’estate…Benji. Possibile che un semplice quartiere, un semplice luogo e, perché no, una semplice panchina acquistassero valore solo perché legati al ricordo del ragazzo?

“Mha…forse sono matta…” Pensò. “ Sicuro quel tipo laggiù che mi fissa deve pensarla così. ti credo, caro, una che ride da sola…rido di me stessa, perché se prendo una decisione,per quanto io sia determinata, poi non riesco mai a mantenerla…”

Alzò lo sguardo; Johan Sten Art. Era il luogo segnato sul suo foglio, spinse la porta come c’era scritto su un grazioso cartello ed entrò. Si ritrovò in quella che era sicuramente la reception, con un gran bancone, dietro al quale c’era una bella segretaria bionda_ classico_ e con tanti quadri appesi alle pareti; guardando da più vicino Mie si accorse che erano foto.

«Posso esserle utile, signorina? » Chiese la donna con una vocina sottile sottile.

«Ahm…sono stata convocata per un servizio fotografico per l’agenzia…bè, non so come si legge. » Disse arrossendo e mostrando alla signorina un biglietto da visita datole da Dyana.

«Oh, si. » Fece quella per tutta risposta. «Il suo nome? »

«Mie Atton…»

La segretaria, dopo aver dato uno sguardo su un foglio che le stava davanti, fece un cenno d’assenso e si alzò. «Venga con me, prego. »

Mie seguì la signorina per un lungo corridoio, ricchissimo di quadri e foto varie su per le pareti. Poi si fermarono in cima ad una rampa di scale, dove la segretaria spiegò a Mie che, una volta al piano inferiore, avrebbe dovuto seguire il corridoio alla sua destra, in fondo al quale avrebbe trovato i camerini; «Il suo è il numero 4. » Concluse.

La ragazzina obbedì e pochi minuti dopo era davanti alla porta del camerino numero 4. Bussò. Non ebbe alcuna risposta, possibile che le avessero riservato un camerino singolo? Ne dubitava, visto che dall’interno proveniva una musica a volume abbastanza alto. Entrò.

«Ciao! » Esclamò allegramente colei che occupava il camerino. «Non ti ho sentita, hai bussato per caso? »

«Dyana? » Esclamò Mie a sua volta riconoscendo i grandi occhi azzurri della ragazza. « dove mi metto? »

«Il tuo abito l’hanno messo là…» Rispose Dyana indicando un involucro nero poggiato su una sedia poco lontano dalla specchiera accanto alla quale si trovava lei.

Mie vi si avvicinò e aprì la sacca lentamente; non aveva mai visto un abito così bello. Di un rosa pallido, fatto di un materiale leggero e morbido che, una volta indossato, sembrava fondersi con la sua pelle. «Sembro la personificazione della primavera! » Esclamò la ragazzina guardandosi allo specchio e facendo una piroetta su se stessa.

«È quello che dovresti rappresentare! » Disse Dyana divertita.

Mie la guardò; era splendida nel suo abito bianco latte che probabilmente era la rappresentazione dell’inverno.  Altissima, con le curve al posto giusto e dolcissima per giunta; non aveva mai conosciuto nessuna così…perfetta.

Dopo qualche minuto le due ragazze salirono al piano superiore dove le aspettavano il trucco e l’acconciatura, ne risultò un effetto molto semplice, ma, pensò Mie, si vedeva che era stata preparata da dei professionisti; guardando Dyana, notò che era molto serena e rilassata, perfettamente a suo agio fra le abili mani del suo truccatore. Sapeva benissimo quando chiudere gli occhi, quando inclinare il capo in un senso o nell’altro; un livello di professionalità che a lei sarebbe piaciuto molto possedere.

Tuttavia quando il fotografo invitò le ragazze sul set e Mie sentì i flash scivolarle addosso, la sua tensione si annullò e si sentì finalmente a proprio agio, nonostante pochi metri lontano da lei ci fosse il direttore dell’agenzia che la fissava; si ritrovava nella parte della primavera, lei era fresca, allegra e perennemente sorridente e solare. Ma così era sul set, quando dimenticava tutto e tutti e ogni cosa ritornava com’era prima, prima che lasciasse Benji, quando era veramente felice, anche quando non posava.

«Complimenti! » Esclamò il signor Kranz, il direttore dell’agenzia di moda, quando Mie, finito il suo turno fu sostituita sul set dalle ragazze che rappresentavano l’estate. «Sei stata addirittura al di sopra delle mie aspettativa, si vede che hai del talento, continua così! »

«Grazie, signore! » Rispose Mie sorridendo; proprio le parole che sperava sentirsi dire. ringraziò ancora con un inchino, poi ritornò dai truccatori per un ultimo tocco prima della foto finale.

 

Accarezzò ancora una volta la vellutata stoffa rosa prima di chiudere l’involucro, poi gettò la sua roba nella borsa, chiudendola a stento per la troppa roba e sbuffò sonoramente  mettendosela sulla spalla.

«Che c’è? » Chiese Dyana mentre si preparava intuendo che la tranquilla e serena Mie di poco prima non era che un ricordo.

«No… niente…» Rispose Mie evasiva.

Dyana sorrise e caricandosi anche lei la borsa sulle spalle aprì la porta del camerino. «Ti va una cioccolata calda? » Chiese facendo l’occhiolino a Mie. «Conosco un posto dove la fanno buonissima! »  

 

Le due ragazze stavano chiacchierando da un bel pezzo come due vecchie amiche quando il cellulare di Mie squillò insistentemente.

«Scusa un attimo, Dyana! » Disse alla sua interlocutrice mentre era immersa nella ricerca del suo cellulare. «Pronto?...Ed! ciao…si, si tutto ok, e voi?...come si sono rifiutati?...va bè, mi racconti stasera, ok? ci vediamo, ciao! »

«È successo qualcosa? » Chiese Dyana preoccupata quando Mie ebbe riposto il suo cellulare nella borsa.

«No, era solo Ed, sai, il portiere della nazionale, voleva sapere solo come era andato il servizio fotografico…e poi mi ha detto qualcosa circa un rifiuto da parte dei giocatori italiani, ma non è che ci abbia capito molto! » disse ridendo.

«È il tuo ragazzo? » Chiese Dyana senza alcun indugio.

«N-non è che sia prorio il mio ragazzo…» rispose Mie riluttante.

«Non lo è proprio?...o lo è, o non lo è…»

«Bè…non è il mio ragazzo, semplicemente usciamo insieme qualche volta…. » Ammise Mie.

«Allora ti piace? »

A questa domanda Mie guardò stupita la sua amica; era una domanda che nemmeno lei si era posta e sulla quale non si era soffermata nemmeno una volta. «Bè…è molto caro, si preoccupa sempre per me e mi fa stare bene, ma…» Ma Mie era decisamente lontana dal provare amore nei suoi confronti; improvvisamente si rese con di quanto cattiva ed egoista fosse stata nei confronti di Ed, così presa dal tentare di dimenticare Benji che non aveva pensato ai sentimenti del ragazzo. «E tu? Sei innamorata Dyana? » Chiese poi all’altra ragazza scuotendo via quei pensieri.

«Oh…» Fece l’altra arrossendo. «A dire il vero…si »

«E di chi? » Indagò ancora più maliziosa Mie.

«Bè, immagino che sia inutile negare l’apparenza…infondo te ne sarai sicuramente accorta, inoltre lo sanno un po’ tutti… sono innamorata di Benji…»

Fortunatamente Dyana non lesse  lo stupore misto a delusione che si dipinse sul volto della sua nuova amica che non aveva sospettato nemmeno minimamente questo suo amore; il solo pensiero che un’altra ragazza potesse avvicinarsi a Benji non le era mai passato per la mente. Si diede della stupida nel momento stesso in cui si rese conto di aver considerato normale, per tutto quel tempo, che il ragazzo restasse in qualche modo legato a lei.

«Sai, dato che siamo in vena di confidenze,» Continuò poi Dyana con occhi sognanti « me ne sono innamorata dal primo istante in cui l’ho visto, durante una festa della squadra; ne organizzano spesso e io mi ritrovai lì quasi per caso; ebbi poi la possibilità di incontrarlo altre volte, di conoscerlo meglio… mi colpì subito il suo atteggiamento da duro, da menefreghista…ma io lo avevo capito che era tutta una finzione… » Dyana continuò a parlare dei lati della personalità di Benji che maggiormente l’avevano affascinata, Mie non rimase sorpresa dal constatare che erano gli stessi che avevano colpito lei; tuttavia non potè fare a meno di sorridere al pensiero di essere stata l’unica ragazza che era riuscita a fare in modo che Benji esternasse la sua vera indole, dolce e sensibile, di solito celata dietro la maschera di arroganza e di strafottenza.

«Un giorno, avendolo incontrato per puro caso nelle vie di Amburgo, » Continuò Dyana « gli offrii un caffè, poi proposi una passeggiata al parco e qui, seduti su una panchina nei pressi di un laghetto, gli confessai i miei sentimenti; »  

Mie si limitò a guardarla , cercando, in qualche modo, di non esternare la tensione che provava; «E cosa accadde? » Chiese poi.

«Mi guardò sorridendo, con infinita dolcezza, e mi disse che anche lui mi voleva molto bene, » Mie si sentì morire. «Ma…si scusò dicendomi che purtroppo lui amava un’altra; una ragazza che, a quanto pare, l’ha lasciato qualche anno fa e che non è mai riuscito a dimenticare. Un po’ la invidio, sai, Benji prova un amore così puro per lei…vorrei tanto sapere cosa l’ha spinta a lasciarlo…molto probabilmente era una di quelle ochette che non capiva il tesoro che aveva…»

«Io la conoscevo…» Disse Mie il cui cuore aveva iniziato a battere alle confessioni di Dyana, quasi fino a soffocarla; la tedesca era una ragazza così bella, perfetta e palesemente innamorata di Benji, possibile che lui le preferisse Mie?

«Davvero? »

«Si, l’ho vista qualche volta agli allenamenti, quando seguivo mio fratello…bè, mi sembrava  una tipa apposto…deve aver avuto le sue buone ragioni  per lasciarlo…e poi, non scoraggiarti, tu sei così buona e dolce che non appena avrà dimenticato quella ragazza e sarà pronto per innamorarsi di nuovo, tu sarai una delle candidate a possedere il suo cuore, vedrai! »

Dyana la ringraziò con un dolce sorriso.

«Ora devo proprio andare. » Disse Mie guardando l’orologio; «Ed mi starà aspettando, spero di rivederti presto! »

«Aspetta! » Esclamò Dyana fermando Mie che stava per uscire dalla porta del bar. «Grazie….grazie mille »

«Di nulla…»

 

 

 

 

 

…To be continued

 

 

 

Bè…scommetto che l’aveva capito il 99,9 % dei lettori che Dyana era innamorata di Benji; ho creato una antagonista un po’ diversa, non è cattiva e nemmeno smorfiosa, e credo che questo non sia l’ultimo capitolo in cui la incontriamo.

Vorrei ringraziare tutti quelli che hanno commentato finora e soprattutto Sonya per i suoi consigli. Inoltre vorrei informare gli eventuali lettori dell’altra mia fic “ Blue Eyes” che ho deciso di sospenderla momentaneamente perché non ne sono soddisfatta; riprenderò appena riuscirò a sistemarla e trovare un bel finale. Mi dispiace infinitamente, tenevo molto a quella fic.

Cmq, arrivederci al prossimo chap e mi raccomando, commentate!!!!!!!!!!!!!

  
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