Anime & Manga > Naruto
Ricorda la storia  |      
Autore: SNK    06/04/2009    2 recensioni
Matsuri scrive una breve lettera su Gaara e alcuni dei suoi comportamenti... una brevissima fic che sta a cavallo fra granello di sabbia e amare o rendersi utili. perchè certe cose degli uomini non si riescono davvero a comprendere...
Genere: Triste, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Se guardando i suoi occhi avessi saputo leggervi dentro, vedere un barlume dei suoi pensieri o perlomeno assaporare per un attimo qualche briciola dei suoi segreti, dei suoi misteri, ora non dovrei scrivere, piangere, arrabbiarmi, gioire, desiderare e ardere, odiare e sentire il vuoto.

Lui è così strano, così diverso da tutte le miliardi di persone che ho incontrato, conosciuto, perso…

Sorride eppure i suoi occhi rimangono seri e chiusi da un muro impraticabile di freddezza e solitudine; occhi che troppo spesso mi fanno sentire minuscola e infantile. Mi guarda, mi parla dandomi l’illusione di essere parte di quello che fa ma poi, come sempre, mi ricorda che lui ha solo la sua solitudine ribadendo che è così che deve essere.

Ma allora cosa vuole da me?

Perché mi lascia intere notti a guardare il soffitto buio?

Cosa mi hanno fatto i suoi occhi?

Ci sono volte in cui mi fa arrabbiare, volte in cui si fa odiare, detestare, volte in cui mi fa salire la tentazione di allungare una mano ad accarezzargli il volto.

Lui con me l’ha fatto…

Il suo animo è così scostante,così mutevole che in certe occasioni non riesco ad aprire bocca in sua presenza perché tutto ciò che penso mi sembra troppo banale. Lui, scherza e sorride con tutti, fa il gentile, risponde ad ogni domanda forse solo per cortesia che per interesse verso l’argomento trattato e poi, mentre mi impegno a fare quello per cui sono chiamata, alzo il mio sguardo e incontro il suo.

È solo un secondo, ma sembra un’eternità, quanto basta per leggervi una strana dolcezza che mi sfiora appena prima di tornare ad essere morta.

Mi parla di cose appassionate, che lo fanno commuovere e che vorrebbe io facessi per lui, poi cambia, immediatamente, senza lasciarmi il tempo di controbattere, e si spinge in discorsi più voluttuosi che mi rapiscono nelle loro note impudiche che debbono rimanere segrete.

Segrete, perché nessuno deve sapere che mi parla in modo sensuale, perché non fa parte del suo codice di comportamento.

Lui me lo ha confidato…

Lui, così distaccato da me quando c’è gente da farmi sentire inutile e insignificante come polvere.

Lui che si preoccupa per me quando è solo e la notte lo avvolge.

Lui, che fa finta di niente e se ne va quando io arrivo per dirmi in una frase silenziosa quanto poco è interessato a me.

Lui, che mi chiede di andare a trovarlo durante il suo ufficio, magari prima che inizi a lavorare così possiamo stare un po’ soli, a chiacchierare. E poi, quando sto per andarmene lui si avvicina con un sorriso che non gli vedo spesso, un sorriso che gli disegna appena le labbra. In quel momento non mi parla, mi guarda solo negli occhi trafiggendomi con quel suo sguardo intenso e inducendomi ad arrossire mentre vado alla ricerca di qualcosa di nuovo nelle mie scarpe.

In quel momento sento di voler scappare e di voler rimanere…

Affretto le cose perché non riesco a sopportare quel silenzio, quel sorriso e quell’ombra di tristezza che mi trapassano l’anima.

Lui lo sa e allunga la mano per accarezzarmi il volto.

Ma lo fa solo dopo essersi assicurato che nessuno lo veda compiere quel gesto, perché lui non può farlo mentre ricopre il suo ruolo ufficiale.

Me ne vado e so che non lo sentirò ne’ lo vedrò per un po’…

A volte passano giorni, mi dimentico o fingo di farlo pensando a quanto sciocca sono a dare peso a certi gesti e certi sguardi.

E guarisco, o per lo meno lo credo.

E lui ricompare per dirmi quanto sarebbe appassionata la nostra storia.

Storia che però sarebbe clandestina, perché nessuno deve sapere che il pezzo grosso se la fa con una sua subordinata.

Gli rispondo ciò che penso a riguardo  sperando in una sua frase, in un suo consiglio perché gli faccio sapere che le cose fatte di nascosto non mi piacciono, ma lui scompare lasciandomi di nuovo sola alimentata dai dubbi e incapace di sbrogliare la matassa di misteri che lo avvolgono. Ci sono volte in cui cerco di scoprire qualcosa sul suo conto ma lui non me ne vuole parlare, gli chiedo la data di nascita e lui risponde che preferirebbe non esistesse.

Poi, diventa freddo e distaccato, non mi parla se non per ordinare o per darmi mansioni anche quando so che siamo soli.

E allora io me ne vado offesa, risentita cercando di fargli intuire tutto il mio disprezzo e tutta la mia più grande tristezza che però non riesce a scalfirlo.

Poi, dopo giorni di silenzio, eccolo di nuovo.

Impudente, insolente, indecoroso mi viene ad invitare a stare con lui sola nell’immenso palazzo.

Questa volta faccio la cattiva, non gli do retta, cerco la via di fuga per allontanarmi da lui e non dover soffrire ancora immaginandolo mio.

Lui comprende, forse, e cambia…

Diventa triste e mi parla della sua solitudine, della sua voglia di fare impegnandosi, delle accuse che riceve dai suoi collaboratori.

Cosa vuoi da me?

Perché cambi così?

Mi chiedo se è davvero interessato o se mi sta solamente prendendo in giro, ma se osassi chiederglielo so che non mi risponderebbe. Lascerebbe che la domanda cadesse nel suo personale burrone senza fondo e non cercherebbe più di recuperarla.

Mi chiama a lavorare con lui perché sembra io possa servirgli a qualcosa, mi fa sentire importante per un istante. E io timidamente accetto le sue idee perché in fondo mi basta vedere che dimostra fiducia riguardo il mio operato.

Poi, ancora una volta, fra tanti collaboratori mi tratta indifferentemente quasi deridendo delle mansioni che ricopro.

Piango dentro di me, mi arrabbio e inizio ad odiarlo detestando di aver acconsentito la missione che mi ha dato. Sembra che lui capisca quello che penso solo guardandomi un istante nei miei occhi scuri ma non fa nulla per consolare il mio spirito trafitto e inferiore.

Eppure, ancora una volta, dopo che la missione è stata portata a termine, lui, solo nell’intimo della notte, mi sorride e si congratula del mio operato.

Ma cosa vuoi da me?

Perché sei così scostante?!

Mi sento impazzire…

Ha ragazze meravigliose al suo fianco, le vedo e mi sento tanto inferiore, tanto triste e tanto sciocca a pensare davvero che lui abbia nei miei confronti una sorta di affetto. Eppure, quando per buona educazione vado a dargli il resoconto dell’ultima missione porgendogli il mio rispettoso saluto, davanti a quelle ragazze  fissa i suoi occhi polverosi nei miei e mi sorride senza mai abbandonare quel contatto e quel silenzio facendo, così, sparire tutto il resto.

In quegli istanti sembra non gli interessi fare trapelare qualcosa che per me rimane ancora incomprensibile.

Ho dovuto raccogliere matasse e matasse di coraggio per affrontarlo un giorno e chiedergli perché. Chiedergli se le cose che mi dice quando è solo le pensa davvero. Chiedergli se mi prende in giro.

E lui, beffardo, mi ha risposto che non mi serve a nulla saperlo.

Come puoi saperlo?

Avrei così tanto bisogno di risposte, ma lui non fa che tenersi tutti i suoi segreti, anche quelli che mi riguardano.

Quanti lati oscuri che non vuole aprire a me.

Ora scrivo i miei pensieri su questa carta e poi la perderò pregando il sole, la luna, la pioggia che lui la trovi decidendo finalmente di darmi un po’ di luce.

Io intanto aspetterò

Perché solo questo posso fare.

 

 

 

 

  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: SNK