Le vie di Volterra sono così affollate...
le vecchie stanche che trascinano i piedi sul selciato,
gli alpinisti che tornano dalle loro scampagnate,
i bambini che corrono nella piazza e si godono il sole estivo...
esseri umani che potrebbero diventare ristoro.
Che potrebbero donare la propria forza vitale a me
e ai miei fratelli.
Ma io non provo niente quando mi nutro.
L'estasi, l'eccitazione, la brama quasi spasmodica
di assaporare quel sangue caldo e denso...
Non sono come Aro,
con la sua mente così acuta, sottile, calcolatrice...
nè come Caius,
iracondo e scioccamente desideroso
di portare sofferenza.
Io sono semplicemente stanco.
Stanco di esistere su questo pianeta,
perchè la mia vita è finita da millenni
e quando credevo di avere un'esistenza davanti,
mi hanno portato via anche quella.
Didyme, mia adorata, splendida Didyme...
L'amore è scomparso assieme a te,
ai tuoi occhi accesi,
al sorriso timido...
E a me? a me cosa rimane?
ho il vuoto tutt'intorno.
Gioia, dolore, passione, rabbia, gelosia...
Da tempo non provo niente di niente.
Un universo infinitesimale di emozioni perdute...
e tutto solo a causa della crudeltà, della spietatezza di tuo fratello.
Ah, già...
come dimenticarmene! lui crede che io non sappia!
Ma è così facile non far capire ad Aro la verità,
quando lasciando che mi sfiori
lui possa sapere ciò che penso...
ma non ciò che provo.
Quella è una mia prerogativa.
E non riesco neanche ad odiarlo! a volere la sua morte!
L'unica cosa che desidero, Didyme amatissima,
è potermi ricongiungere a te.
-E' questo il significato della parola amore...-
sussurro assaporando l'odore del sangue umano.
Di quelle vittime che Haidy sta accompagnando al patibolo,
verso me e il resto di questa congrega
che trova sostegno su pilastri fatti di falsità e crudeltà.
Ed i miei fratelli,
i miei alleati,
quelli che dovrei ritenere una "famiglia"...
è così appagante sapere che non lo saremo mai davvero.
Che il mio unico legame con Aro
è stato ucciso proprio dalle sue stesse mani.