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Autore: Kopa    20/04/2016    3 recensioni
Ambientato tre anni dopo la fine di A tutto reality: All Stars.
Heather ha perso se stessa dopo che una serie di disgrazie si sono abbattute su di lei. Il suo ragazzo, Alejandro, unica ragione rimastale per continuare a vivere, la lascia con la speranza che torni ad essere se stessa.
Duncan, uscito dal carcere dopo due anni, è pronto a rifarsi una vita come uomo nuovo e migliore ma, soprattutto, vuole riprendersi la donna che ama, Courtney. E non può farcela da solo.
Due persone incompatibili si ritroveranno insieme in un duro viaggio alla ricerca della felicità perduta; una deve ritrovarsi, l'altro rinnovarsi. Come finirà? Se vi ho incuriosito almeno un pochino leggete per scoprire il resto :D
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alejandro, Courtney, Duncan, Heather | Coppie: Alejandro/Heather, Duncan/Courtney
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Heather ci aveva provato, lo aveva fatto davvero.

Aveva eclissato tutto ciò che potesse infastidirlo o ferirlo, anche quelle sue piccole manie che ai suoi occhi potevano risultare sconvenienti. I  suoi comportamenti freddi e calcolatori erano stati sostituiti da una dolcezza che spesso non le si addiceva; quante volte guardandosi allo specchio non si era riconosciuta e, addirittura, aveva provato ribrezzo per se stessa.
In quegli ultimi tre anni Heather era cambiata, non era più la stessa ragazza che aveva smantellato amori e amicizie col solo scopo di arricchirsi, no. Ora era una giovane donna di quasi ventidue anni che lavorava come stilista e modella in una famosa agenzia di moda a Toronto ed era innamorata alla follia del suo ragazzo, la sua ancora e il suo sostegno, l’unico che c’era stato quando il mondo le era caduto addosso.

La vecchia Heather non era capace di provare gratitudine, la nuova Heather pareva essere capace di provare solo quello.
Non che fosse la gratitudine ciò che la spinse a vivere con lui e instaurare una relazione, Heather amava davvero Alejandro per innumerevoli ragioni, ma forse era proprio quella gratitudine ad averle permesso di mettere da parte il suo smisurato orgoglio, causa dei suoi continui rifiuti a ricambiare i sentimenti dell’ispanico. E a ignorare i grandi difetti del suo uomo, quasi costringendola ad adattarsi a lui.
Heather, per la prima volta in tutta la sua vita, si era spodestata: non era più lei stessa la persona più importante della sua vita, ora c’era Alejandro al suo posto. Debole o meno, il suo mondo girava intorno a lui e a nessun altro, era il suo fascio di luce nella coltre di tenebre in cui era caduta dopo la morte della madre e tutto ciò che tale avvenimento aveva comportato.

Ma pareva che quel cambiamento non era bastato, o forse non era ciò che lui voleva.

Era tornata da lavoro, lui la stava aspettando per iniziare a cenare. Tutto come al solito, a parte un piccolo dettaglio. Alejandro era freddo come il ghiaccio. Anche il leggero bacio che si scambiarono come saluto era quasi sbagliato per i gusti di Heather, ma non disse niente.

E poi, quando il loro maggiordomo si presentò in soggiorno con le sue valigie e varie borsette capì cosa stesse accadendo; guardò Alejandro basita, ma lui non incrociò i suoi occhi mentre parlava. Ogni parola era una stilettata dritta al cuore sanguinante della ragazza.

Voleva i suoi spazi.

Doveva pensare a quella relazione che aveva preso una brutta piega.

Lei non era più la donna di cui si era innamorato, ne era il fantasma.

E Heather pianse gettandosi ai suoi piedi ed abbracciandogli le ginocchia, gridando disperata preghiere e suppliche mentre lui cercava di scostarla gentilmente guardandola con leggero disprezzo; perchè Heather era una donna orgogliosa fino allo sfinimento, iraconda e vendicativa. Quella piccola creaturina debole e disperata  ai suoi piedi non poteva essere lei, la SUA Heather; se la caricò sulle spalle e la portò fuori, un taxi li aspettava sotto la lugubre luce della luna.

-Farà bene a entrambi, devi farlo- disse con durezza cercando di liberarsi dalla stretta ferrea della giovane donna.

-No! Non puoi lasciarmi Ale, ho bisogno di te! Che senso ha vivere se te ne vai anche tu?!- era disperata, gli occhi rossi e gonfi, pieni di lacrime e il trucco sbavato ai lati del viso sconvolto dal dolore. Sembrava così piccola e indifesa che Alejandro dovette usare tutta la sua forza di volontà per chiudere la portiera del taxi.

“Lo faccio anche per lei. Anche per lei” si ripeteva nella mente come un mantra, perchè era l’unico modo che aveva per riuscire a lasciarla andare.

-Ti sei persa Heather, e io non posso più aiutarti. Trovati, e potrai tornare- furono le sue ultime parole prima di rivolgersi al tassista e ordinargli di portarla nell’hotel migliore di Toronto. Il taxi partì mentre la donna continuava a singhiozzare e a fissarlo dal vetro posteriore finchè non girarono l’angolo.

Alejandro era sparito e lei si trovava di nuovo sola al mondo.

******

Una volta finito in prigione, Duncan capì davvero cosa significasse essere un carcerato; la sua permanenza nel riformatorio era stata un giretto in un luna park. Viveva insieme a ladri, assassini e pazzi furiosi che avevano tentato in tutti i modi di fargli la pelle negli anni trascorsi in quell’inferno.

Dormire era impossibile, il cibo era talmente orripilante che rimpianse spesso i pasti di Chef e non aveva nemmeno un minuto di tranquillità: lui non era un criminale, non meritava davvero la prigione e gli altri detenuti lo avevano capito subito, per questo lo avevano preso di mira per tirargli scherzi o fare anche di peggio a volte. Ci mise un paio di mesi per capire che DOVEVA uscire di lì il prima possibile o lo avrebbero portato fuori dentro una bara, e così fece di tutto per ridurre la pena di cinque anni a cui era stato condannato:  si comportò bene, lavorò , partecipò a varie attività tra carcerati e, alla fine, potè uscire solo dopo due anni.

Ma il peggio doveva ancora arrivare.

Con la fedina penale sporca e nessun titolo di studio, Duncan non aveva alcuna speranza di trovare qualcuno che potesse assumerlo stabilmente. Sua madre gli diede tutti i soldi che poteva permettersi di cedere, ma non lo fece rientrare in casa; nessuno della sua famiglia lo voleva più intorno dopo quel che era successo, e Duncan li capiva sotto molti aspetti. Nessuno era felice di avere un presunto delinquente in famiglia.

Affittò una piccola camera nella periferia di Toronto e si mise subito in moto per trovarsi un lavoro qualsiasi, perchè i tempi dei furti erano finiti per lui.
Come si era aspettato, nessuno voleva assumerlo per più di due mesi ma non gli interessava, faceva il suo dovere senza lamentarsi mai, anche se si trattava di lavori umilissimi. Durante uno dei suoi soliti giri alla ricerca di un lavoro conobbe un gruppo di musicisti con cui condivideva la passione per la musica metal e che erano alla disperata ricerca di un cantante grunge per mettere su una piccola band; fortuna o meno, Duncan accettò subito l’offerta senza fare complimenti e iniziò a gironzolare per i vari bar e locali della zona. Non guadagnavano molto, erano solo agli inizi ma, per la prima volta negli ultimi tre anni, Duncan si sentì finalmente felice e soddisfatto di se stesso.
Anche se, qualcosa mancava. O meglio, qualcuno.

Courtney.

Pensare a lei gli aveva permesso di non impazzire in carcere, aveva spesso sognato di rincontrarla una volta uscito da lì. Il tempo passato insieme, la sua voce dolce ma spesso autoritaria, le sue risate, i suoi occhi così carichi di amore nei suoi confronti, e i suoi baci; ricordi così dolci che gli avevano riempito il cuore durante le orribili notti che aveva passato vigile nella sua cella. Aveva avuto molto tempo per pensare a cosa volesse davvero e ai grandi errori che aveva commesso ma ora era cambiato, era un uomo nuovo alla scoperta di se stesso. Ora era pronto per Courtney, e la rivoleva.
Problema: non sapeva minimamente dove fosse, e c’era una sola persona a cui chiedere aiuto.

-Allora, che sapore ha la libertà?-chiese Gwen con un sorriso dolce stingendo la mano di Tren. Erano tornati insieme, Duncan era segretamente felice per loro.

-Non ne hai idea, è la cosa più dolce del mondo; grazie per aver trovato del tempo per parlare- disse il ragazzo sedendosi su un tavolino di un bar davanti alla coppietta.

-Figurati, cosa ti serve?-

-Voglio rivedere Courtney, dove si trova?- chiese il ragazzo senza perdere tempo, e Gwen a quelle parole si incupì facendo temere il peggio a Duncan.

-Lei e Courtney non si parlano da un bel pò ormai-parlò Trent al posto suo.

-Già, abbiamo litigato per alcune considerazioni che avevo fatto poco dopo la fine dell’ultimo reality, non ci vediamo da allora. Mi spiace-continuò Gwen affranta, e Duncan si afflosciò su una sedia sbuffando sonoramente. Pareva proprio non fosse destino ritrovare Courtney, l’aveva persa davvero? Possibile? Non era giusto! Proprio ora che aveva finalmente aperto gli occhi.

-Però so chi può aiutarti-aggiunse all’improvviso Gwen e Duncan quasi saltò sulla sua sedia concentrandosi nuovamente sulla ragazza-Ma ti assicuro, non ti piacerà la cosa-

-Sono pronto a tutto, dimmi chi è- disse speranzoso il ragazzo e Gwen lo guardò contrariata.

-Heather-sputò con acidità; a quel nome, Duncan spalancò la mascella talmente tanto che per un momento Tren pensò si sarebbe staccata.

-Heather? Come...cosa...-balbettò il punk incredulo mentre Gwen incrociava le braccia con stizza.

-Pare abbiano legato molto dopo il nostro litigio, non chiedermi come sia successo. L’unica cosa che so è che Courtney ha aiutato quell’arpia a risolvere una situazione alquanto spinosa e da allora sono diventate grandi amiche. Lei potrà sicuramente metterti in contatto con Courtney- Duncan non era molto entusiasta di rivedere Heather, non lo avrebbe mai ammesso ma quella donna gli aveva fatto paura in molte occasioni e sicuramente avere a che fare con lei non era nella lista delle cose da fare fuori di prigione. Ma c’era Courtney di mezzo, e non poteva tirarsi indietro. Non adesso.

-Dove posso trovarla?- a quelle parole, sia Tren che Gwen ridacchiarono di gusto lasciandolo intontito a fissarli come se fossero impazziti di colpo.

-Capisco che hai passato due anni in carcere, ma non hai mai provato a mettere piede nella zona più ricca della città nell’ultimo anno? O anche aprire un giornale ogni tanto?- chiese Trent e Duncan ringhiò.

-Non ho tempo per leggere giornali, e non vado in mezzo a riccastri con la puzza sotto il naso-sbottò irritato il punk, non contento di essere schernito. Gwen si fece avanti per spiegargli la situazione

-Beh, Heather lavora in una famosa agenzia di moda qui a Toronto, si è fatta un nome abbastanza importante nell’industria della moda sia come stilista che come modella. Senza contare che è la ragazza del grande e giovane imprenditore Alejandro Burromuerto- a già, mancava il latin lover all’appello. Quindi alla fine si erano fidanzati, e avevano anche fatto fortuna. Bene, ora Duncan si sentiva anche peggio.

-Non volevo sapere questo, solo dove potevo trovarla grazie- ringhiò il ragazzo leggermente frustrato. Vecchi ricordi di un Alejandro che flirtava con Courtney con l’unico scopo di ingannarla e usarla per i suoi scopi gli tornarono prepotentemente nella testa e la scosse violentemente.

-Non ho l’indirizzò di Heather-borbottò innervosita Gwen- ma se pazienterai qualche giorno potrò chiedere a qualcuno come fare per contattarla. Ti ricordo, comunque, che stiamo parlando di Heather. Ti aiuterà? Ne dubito, ma prova lo stesso. La speranza è l’ultima a morire- già, e Duncan constatò che in quel caso ce ne voleva davvero tanta di speranza. 

Si separò dai due ragazzi con la promessa che si sarebbero rivisti insieme ad altri vecchi amici del reality che loro continuavano a frequentare e se ne tornò a casa in fretta, doveva prepararsi per quella sera. Dovevano suonare in un locale aperto da pochi mesi e li pagavano anche abbastanza, doveva essere carico. Tentò di non pensare a Courtney e, soprattutto, a Heather mentre raggiungeva il locale e si preparava all’esibizione.
Visto tutte le informazioni (orribili) ricevute da Gwen quel giorno, Duncan avrebbe preferito rimanersene a casa quella sera piuttosto che stare lì, ma aveva bisogno di soldi per pagare l’affitto di quel mese e, fortunatamente, dovette suonare per solo mezz’ora prima di lasciare il posto a un’altra band e bersi qualcosa coi compari.
Mentre stava seduto sul bancone con una birra in mano tentando di seguire la conversazione dei suoi amici notò qualcosa, o meglio, qualcuno che stonava non poco in quel bar stra pieno di punk e metallari. Una donna  con addosso un vestitino bianco, un pò troppo elegante per gli standard di un posto come quello, che aderiva perfettamente alla sua forma tonica e minuta che il punk potè tranquillamente notare anche se si trovava alle sue spalle. Lunghi capelli neri, lucidi e curatissimi, le ricadevano ondulati sulla schiena e la donna li spostava ogni tanto dietro l’orecchio. Decisamente, quella ragazza era fuori luogo e sembrava anche abbastanza a disagio, forse a causa di tre tipi ubriachi che stavano a prendersi a pugni per lei.

Il vecchio Duncan avrebbe fatto una battutaccia e se ne sarebbe fregato, ma il nuovo Duncan decise di intervenire per aiutare quella povera ragazza smarrita; si avvicinò a piccoli passi e urlò a quei ragazzi di togliersi dai piedi se non volevano essere pestati. Quelli, conoscendo il passato di Duncan, se la filarono di corsa facendolo ridacchiare; abbassò il viso mostrando un sorriso cordiale per chiedere alla ragazza se stava bene, ma si congelò sul posto quando il suo sguardo si scontrò con due grandi occhi grigi e profondi con un leggero taglio asiatico. Come dimenticarsi quel volto bello da morire e allo stesso tempo capace di incutere puro terrore?

Forse la fortuna aveva finalmente cominciato a girare.

-He..Heath...ther?!- balbettò osservandola come se avesse appena visto un fantasma.

-Duncan...-sussurrò piano la ragazza, stupita quasi quanto lui.

 
XXX
Shalve a tutti! Questa è la mia prima fic su TD, la scrissi all’incirca un anno fa ma per vari impegni e problemi non sono mai riuscita a pubblicarla. L’ho ritrovata per caso oggi e abbandonarla nei meandri del mio portatile non mi sembrava una cosa carina quindi...eccola qua! :D
Spero che questo primo capitolo principalmente introduttivo (tranquilli, ci saranno molti più dialoghi inseguito, e ovviamente si verrà a sapere molto di più su quel che è successo a Heather) vi abbia incuriosito abbastanza da volerne sapere di più, fatemi sapere cosa ne pensate e se volete che continui la storia! Ciao ciao a tutti! ^.^
  
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