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Autore: SHUN DI ANDROMEDA    06/04/2009    7 recensioni
“Anf… Stupido marimo… Chi ti ha chiesto di venirmi a cercare..?”. “Il buonsenso, sopracciglia arricciate… anf… Se non ti avessi raggiunto, adesso saresti messo anche peggio…”. Per fortuna che l’ho trovato, quasi mi è preso un colpo quando non l’ho trovato nella sua cuccetta sulla Sunny, maledetto cuoco e il suo dannato senso dell’onore; d’accordo, le ragazze sono importanti per la nostra squadra, sono le nostre migliori amiche, ok la sua galanteria, ma proprio con un gruppo di decerebrati violenti doveva andarsi a picchiare? Se questo pomeriggio qualcuno mi avesse raccontato come fossero andate le cose, forse l’avrei potuto fermare prima." POV Zoro, in una notte d'estate. Dopo un pomeriggio un pò movimentato per i Mugiwara, cala la notte...
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Roronoa Zoro, Sanji
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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HURTS

“Anf… Stupido marimo… Chi ti ha chiesto di venirmi a cercare..?”.

“Il buonsenso, sopracciglia arricciate… anf… Se non ti avessi raggiunto, adesso saresti messo anche peggio…”.

Per fortuna che l’ho trovato, quasi mi è preso un colpo quando non l’ho trovato nella sua cuccetta sulla Sunny, maledetto cuoco e il suo dannato senso dell’onore; d’accordo, le ragazze sono importanti per la nostra squadra, sono le nostre migliori amiche, ok la sua galanteria, ma proprio con un gruppo di decerebrati violenti doveva andarsi a picchiare? Se questo pomeriggio qualcuno mi avesse raccontato come fossero andate le cose, forse l’avrei potuto fermare prima.

FLASHBACK

“Ehi, carine, perché non lasciate questi due stecchini e venite a divertirti con noi?”

Era mezzogiorno inoltrato, e parte della ciurma gironzolava tra i banchetti del mercato della nuova isola su cui si erano fermati per riposare e fare rifornimento, Sanji, Rufy e le ragazze erano incaricati dell’acquisto.

A quelle parole di scherno, i due ragazzi si voltarono, seccati da quell’apostrofare, trovandosi dinanzi a due colossi, vestiti come improbabili mercanti; all’istante, il capitano si parò davanti alle compagne, imitato dal cuoco: “Cosa vogliono i signori? Se siete qui per attaccar briga, meglio che ve ne andiate alla svelta.” disse con tono calmo il biondo, facendosi avanti tranquillo, accendendosi una sigaretta.

I due ghignarono e afferrarono per le braccia Nami e Robin, sollevandole con facilità quasi fossero fuscelli al vento: “LASCIAMI BRUTTO ANIMALE!!” sbraitò Nami, divincolandosi, “Ehi, fratello, io mi lavoro la rossa, le ragazze peperine mi piacciono, lo sai!” sogghignò uno dei due, stringendo maggiormente la presa sui polsi del navigatore, “E io la mora, è proprio un bel bocconcino e..”, ma non potè finire la frase, perché si ritrovò faccia a terra un istante dopo, e anche il suo compagno.

“Ma che diavolo..” mugolò, alzando il capo frastornato, ritrovandosi davanti i due ragazzi, i visi trasfigurati in una smorfia di disprezzo e odio, Nami e Robin più indietro, la rossa abbracciata alla maggiore, che sembrava volerla proteggere: “Ricordate, chi prova anche solo a toccare un membro della mia ciurma….” ringhiò furibondo il capitano stringendoli con i suoi arti di gomma; i due furono sollevati in aria, le loro ossa scricchiolavano sinistre, e un calcio rapido e preciso si abbatté sui loro visi, “finisce male.” completò Sanji, calciandoli a discreta distanza contro un muro, che si sbriciolò con gran fragore sotto il loro peso.

I due raggiunsero le compagne, ancora scosse e le sollevarono di peso, mettendole in piedi, le presero tra le braccia con affetto: “Forza, torniamocene a bordo, non mi sembra il caso di restare ancora in giro.” affermò saggiamente Rufy, tenendo vicino Robin e sorreggendo uno dei pacchi di provviste, “Ehi, Sanji, torneremo domani a fare scorte.” concluse il capitano, conducendo l’archeologa il più velocemente possibile via dal mercato, mentre Sanji faceva lo stesso con Nami.

FINE FLASHBACK

Santi numi, detesto quando questo cretino fa così, il vecchio Zef non poteva insegnarli qualcos’altro anziché educarlo alla galanteria con le donne? Non fa altro che cacciarsi nei guai! Se non fossi arrivato, sicuramente quei due colossi lo avrebbero ucciso.

Con attenzione, mi tirò a sedere, le mie spade ancora saldamente al mio fianco e lo guardo, sdraiato accanto a me, il petto affannato, gli occhi socchiusi; i miei si posano sulle figure a terra, poco lontano da noi, dei due bastardi contro cui si è scontrato, ammetto che sono piuttosto malconci, e soprattutto per merito del mio compagno, a volte mi fa seriamente paura.

Con un sospiro, mi alzo in piedi e lo tiro su con me, ignorando i suoi lamenti di dolore: “Sta zitto, te la sei cercata…” gli rispondo rudemente, passando uno dei suoi arti dietro la mia nuca per aiutarlo a camminare, dobbiamo allontanarci di qui, e in fretta anche.

Il più velocemente possibile, costeggio i moli del porto, scrutando attraverso l’oscurità per cercare la nostra nave, lo stupido è svenuto; senza fare rumore, salgo a bordo e lo porto in infermeria, per fortuna che Chopper ha deciso di restare in biblioteca stanotte, altrimenti avrebbe allertato tutta la nave.

Con malagrazia, lo adagio sul lettino, strappandogli un gemito di dolore intenso, tale da farlo rinvenire: “Ben svegliato, principino,” lo apostrofo, frugando tra i medicinali, “Dormito bene?”; vedo con la coda dell’occhio Sanji tentare di alzarsi e sono pronto a fermarlo, “Sta buono, devo ricucirti.” dico, sospingendolo all’indietro.

Lo vedo sbiancare: “TU?! Ma nemmeno per sogno! Dov’è Chopper?” esclama, strappandomi un sorriso divertito, “Non c’è, e poi è meglio non dirgli nulla, Rufy e Nami non approvano le risse, quindi sarò io il tuo infermiere.” dico.

Lo vedo abbandonarsi contro lo schienale del lettino, sbuffando seccato: “Va bene, ma vedi di essere delicato!” mi avverte con tono sconsolato, levandosi a fatica i pochi brandelli della camicia. Preparo le garze e il disinfettante, sotto lo sguardo impaurito della scemo; con destrezza, pulisco le ferite e gli fascio il petto, sembra quasi che abbia fatto da sacco a quei due decerebrati.

Concluso, mi attardo ad ammirare la mia opera, ho fatto un discreto lavoro; senza dire nulla, comincio a mettere in ordine, poi mi avvicino a lui, tiene gli occhi chiusi e le labbra leggermente dischiuse, da cui esala un leggero respiro, sembra essersi addormentato, è così tranquillo. Lo prendo in braccio, cercando di fargli il meno male possibile, si aggrappa al mio collo e non posso fare a meno di lasciarmi scappare un risolino divertito, conducendolo in camera: tutti dormono ancora, il mio arrivo per fortuna non li ha svegliati.

Con delicatezza, lo distendo nella mia cuccetta, ora come ora, portarlo nella sua sarebbe un suicidio, nemmeno io riesco ad arrampicarmi su per quella stretta scaletta con lui sulla schiena; lo copro con cura, lasciandolo dormire.

Poi, torno in infermeria, dove recupero le mie spade.

Con un ghigno, esco e scendo dalla nave.

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“Oh, guardate qui! Stanotte c’è stata una rissa e, a quanto pare, sono stati arrestati quei due che ci hanno aggredito ieri, Robin-chan!” afferma Nami, il mattino dopo, a colazione.

L’attenzione di tutti i miei compagni si fa spasmodica; siamo riuniti a colazione, per fortuna che le ferite più gravi si sono riassorbite rapidamente altrimenti il cuocastro non avrebbe potuto preparare nulla.

Ponderando su queste considerazioni, continuo a mangiare il mio pane tostato, scoccando di quando in quando un’occhiata ora a Sanji ora a Rufy, quest’ultimo si sta strozzando con la marmellata, non ho parole.

Usop sta cercando in tutti i modi di farlo riprendere, ma nessuno sembra curarsene.

“MA CHI è STATO??!” esclama il nostro capitano, una volta ripresosi dallo shock della notizia, rizzandosi in piedi, “Non si sa, qui dice solo che i due sono stati trovati davanti al comando locale della Marina, stamattina all’alba, erano pieni di botte, probabilmente un pestaggio. Secondo alcune indiscrezioni, erano due tipi poco raccomandabili.” concluse la rossa, chiudendo il giornale e tornando a sorseggiare il suo tè al mandarino.

“UFFA!! VOLEVO FARGLIELA PAGARE IO!!” sbuffa Rufy, e io non posso fare a meno di sorridere, so quanto avrebbe voluto picchiarcisi lui, ma era una faccenda personale.

Dopo colazione, aiuto il cuocastro a sparecchiare, mentre gli altri vanno fuori sul ponte, aspettandoci per scendere.

“Grazie per ieri notte..” mi sussurra all’improvviso, mentre lo aiuto a mettere a posto i piatti lavati, “Di nulla…” gli rispondo.

Improvvisamente, me lo ritrovo vicino, terribilmente vicino.

Ma che diavolo fa?

Non ci credo….

MI HA BACIATO SUL SERIO??!!

Dopo qualche istante, si stacca, ma non gli do nemmeno il tempo di respirare che di nuovo lo baio, questa volta più possessivo; mi fermo solo quando lo sento mugolare per le ferite, mi scosto leggermente: “Sta buono e subisci, te le sei cercate!” ridacchio, abbracciandolo.

I piatti sono orami abbandonati sul tavolo della cucina.

 

NON CI CREDO….

HO SCRITTO LA MIA PRIMA ZOSAN CON COGNIZIONE DI CAUSA!!!

Uff, non avrei mai creduto di farcela!!!

Ok, questa volta, la dedica è per HELENA-SAMA!!!

GRANDE FAN DELLE ZOSAN!!!

EVVIVA LO YAOI!!!

SHUN

   
 
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