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Autore: MmeBovary    06/04/2009    7 recensioni
Quello che succederebbe se Hermione smettesse di chiedersi sempre il perché di tutto e ascoltasse finalmente la voce di quel muscolo irrazionale chiamato cuore...
[N.B. Tipica Dramione fluff e scontata, con tutti i suoi difetti (OOC alle stelle!), scritta quando avevo 15 anni (ah, i tempi dell'innocenza... xD). Se non vi piace il genere, state alla larga!]
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto, Contesto generale/vago
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PERCHÉ?


Piccolo avviso: i personaggi di questa fan-fic non sono miei, appartengono tutti a J.K. Rowling e io li uso momentaneamente senza fini di lucro o simili. Eventuali citazioni da altri autori sono poste tra virgolette o segnalate come tali.
Ora godetevi la storia!




Perché?
Perché mi guardi così Draco?
Perché mi guardi come se volessi bruciarmi?
Come se volessi bruciarmi con quegli occhi di ghiaccio che ti ritrovi. Sì, perché anche il ghiaccio brucia. E parecchio.
Bravo, rivolgi il tuo nobile sguardo Purosangue altrove. Tanto lo so che guardavi me. Hermione Jane Granger. Me.
Ora perché cammini nella mia direzione?
“Granger… devo parlarti, puoi seguirmi?”
Ti guardo con deciso stupore.
“Anche no, Malfoy…”
Le tue labbra bellissime si incurvano in una smorfia annoiata.
“Non farmi perdere tempo, Mezzosangue…”
Harry e Ron non ci sono. Per fortuna, altrimenti chi glielo spiegava perché ti sto seguendo come un cagnolino mansueto…
Eccoci soli in un piccolo loggiato interno. Il tenue sole di primavera riscalda con i suoi raggi una panca di pietra grigia incrostata di licheni.
Con la nonchalance che ti caratterizza ti siedi a cavalcioni sulla suddetta panchina. Le tue costose scarpe italiane sfiorano l’erba umida ai lati opposti della pietra con lenti movimenti circolari.
Io incrocio le braccia sotto al seno e batto un piede con aria impaziente.
Sono curiosa di sapere cosa volessi dirmi…
“Siediti, Granger…”
Io non mi muovo. Figurati se ubbidisco. Basta fare il cagnolino.
“Seduta…”
Sento il sangue affiorarmi alle gote.
“Non parlarmi come ad un barboncino.”
Che sguardo stupito si dipinge sul tuo volto. Eppure dovresti saperlo che non mi faccio mettere i piedi in testa da nessuno. Neanche se i piedi calzano Ferragamo da 600 sterline.
“Prego, signorina Granger, cortesemente, vuole farmi l’immenso onore di portare il suo sdegnoso culo su questa fottutissima panca?”
Come dire di no ad una richiesta così gentile?
Mi siedo ed accavallo le gambe senza neanche pensarci. Tu invece lo noti subito e i tuoi occhi di ghiaccio scivolano lungo la mia coscia fino al pizzo delle autoreggenti che copro prontamente lisciando la gonna a pieghe.
“Pensi di dirmi perché mi hai chiamato o vuoi restare qui a guardarci negli occhi?”
Ti porti una sigaretta alle labbra e la accendi. Nuvole di fumo aromatizzato alla menta si diffondono nell’aria.
Intanto mi fissi negli occhi, come avevo “proposto” io. Speri forse che abbassi lo sguardo? Non ci penso neanche lontanamente. Tengo le mie iridi dorate fisse sulle tue pozze di ghiaccio.
Anche se brucia.
Stringo i pugni.
Silenzio e cerchi di fumo.
Ora frughi nella tua borsa a tracolla in cerca di qualcosa. Ma è il mio quaderno quello?
“Tieni Mezzosangue, l’ho preso per sbaglio oggi a Pozioni.”
Lo afferro senza neanche ringraziare e lo sfoglio subito per controllare che sia tutto intero. Questo quaderno vale più della mia stessa vita per me. Ci sono gli appunti di tutto l’anno, se lo perdo cosa faccio ai MAGO?
Ok, è tutto a posto.
“Bhe, grazie di avermelo riportato. Ora se non ti dispiace io andrei…”
“Mi dispiace eccome.”
Ho capito bene? Mi hai chiesto di restare? Ti diverti forse a confondermi?
Ancora silenzio e cerchi di fumo.
La mia pazienza ha un limite.
“Oh, insomma, basta! Io me ne vado, ho di meglio da fare che stare qui ad assecondare i tuoi folli capricci!”
La tua mano mi afferra il polso prima che io possa fare due passi.
“Aspetta.”
Stringi forte, quasi con rabbia. Mi fai male, ma non sembra una rabbia rivolta direttamente a me. Direi piuttosto a te stesso.
Infatti ora già le tue dita scivolano sulla mia pelle con estenuante lentezza. Se non ti conoscessi direi che mi stai accarezzando.
Nah, pensiero assurdo.
“Allora, Malfoy? Mi hai ridato il quaderno, ti ho già ringraziato; ora sai darmi una ragione razionale per cui dovrei rinunciare a 10 minuti extra di studio post-pranzo in biblioteca per stare qui a dialogare con te… sempre che questo si possa chiamare dialogare, dato che, offese escluse, hai pronunciato sì e no 3 sillabe…”
Una tua ennesima occhiata annoiata ferma il mio fiume di parole.
“Mezzosangue, perché devi razionalizzare tutto…”
“E perché tu devi agire solo senza ragioni apparenti tranne la noia, la voluttà o l’orgoglio?”
Ti ho fatto sorridere.
“E quale di queste mi muoverebbe al momento, Granger?”
“Non so… la prima?”
Non mi piace il sorriso che increspa le tue labbra adesso. Sembra più un ghigno e dà decisamente i brividi.
“La noia?... E perché non la seconda invece?”
Un brivido mi risale la schiena a queste tue parole.
La voluttà. Il piacere. La lussuria.
“Non vedo come potrebbe.”
O meglio, non voglio vederlo.
È il tuo corpo a mostrarmi come.
Le tue dita da pianista si chiudono sul mio braccio e mi attiri a te. Prima di rendermene conto sono di nuovo seduta sulla panchina e la mia schiena sfiora il tuo petto fasciato nei colori Serpeverde.
Tu, infida serpe… cos’hai in mente?
Perché le tue mani fresche ora si intrufolano prepotentemente sotto il mio maglione e cercano la mia pelle? Perché il tuo respiro sul mio collo si fa più accelerato?
Ma soprattutto, per Merlino, perché non ti fermo?
Basterebbe alzare una mano ed assestarti un bello schiaffo per toglierti la voglia di giocare al dottore. Non sarebbe la prima volta che oso colpire le tue guance eburnee.
Allora perché le mie mani non si muovono?
“Malfoy, che cosa ti sei messo in testa?”
Parlo senza troppa convinzione, ormai invischiata nella tela di seduzione che le tue dita esperte tessono sul mio corpo.
Figuriamoci se mi rispondi. Specialmente ora che la tua bocca è occupata a baciare il mio collo che contro ogni mia volontà si piega lascivamente al tocco della tua lingua.
La tua sigaretta gettata si sta spengendo ormai ai nostri piedi.
Un sospiro traditore sfugge alle mie labbra. Maledetto. Ora sento chiaramente la tua bocca allargarsi in un sorriso di soddisfazione.
Perché diamine stai facendo tutto questo?
Solo per sentirmi arrendevole sotto le tue dita? Bhe non ti darò neanche questa soddisfazione.
“Ora finiscila, Malfoy.”
Con uno sforzo di volontà incredibile mi sottraggo alle tue attenzioni e mi volto per ritrovarmi faccia a faccia con te, a cavalcioni sulla panca.
“Non dirmi che non ti piaceva, Granger…”
Cerco di controllare il rossore che si spande sulle mie guance.
Stavolta sarò io a non risponderti, voglio farti provare come ci si sente.
Ti fisso con aria di sfida. Oro contro argento. Fuoco contro ghiaccio. Grifone contro Serpe.
“Di solito le ragazze preferiscono abbassare le palpebre e farsi coccolare piuttosto che allontanarsi e guardarmi negli occhi.”
“Io non sono le ragazze, Draco.”
Oh Merlino… mi rendo conto solo ora, dal tuo sguardo confuso, che ti ho chiamato per nome. È stato un lapsus imperdonabile. Sarebbe una reazione esagerata se ora ti lanciassi un Oblivion?
“Lo so chi sei, Hermione…”
Oh Merlino e tutti i maghi… Come ti è  uscita questa? Era davvero il mio nome quello? Non so, sembrava un suono così dolce… ma forse è solo colpa della tua voce…
Devo essere io quella con lo sguardo confuso ora a giudicare da come sogghigni.
È una sfida per caso? Non te la darò certo vinta.
“Ma davvero lo sai… lo hai letto sul mio quaderno per caso?”
Un po’di sarcasmo è sicuramente l’arma vincente.
O no?
Accidenti a te, maledetta Serpe, mai una volta che tu possa essere leale, neanche in questa sfida…
Sì perché non è stato affatto leale sporgerti in avanti così all’improvviso ed impossessarti delle mia labbra senza dire una parola.
Non è leale che quella tua bocca velenosa che ha partorito tante ingiurie nei miei confronti abbia un sapore così buono e tentatore.
Non è leale che quelle tue mani che prima quasi mi spezzavano un polso ora si intreccino dolcemente con i miei boccoli e facciano pressione per farmi reclinare la testa e farmi schiudere le labbra.
Non sei leale, ma riconosco la sconfitta.
Abbandono il corpo contro il tuo. Le mie mani cercano il tuo petto, caldo, ampio e rassicurante;
mi perdo nel tuo abbraccio mentre lascio che la tua lingua mi invada la bocca, saggiandone ogni centimetro con forza possessiva. Grazie al Cielo sono seduta, sennò sarei già crollata a terra da un pezzo…
No, non ti staccare da me… inseguo il tuo viso che boccheggia in cerca d’aria e rinnovo il contatto lascivo delle nostre labbra, spinta da un bisogno prepotente di te. Dai praticamente dipendenza Malfoy; dovresti stampartelo in fronte, come fanno sui pacchetti di sigarette che tu consumi di continuo. Almeno ci avrei pensato due volte prima di lasciarmi andare.
O forse non sarebbe bastato neanche quello a fermarmi.
Ora sono io a prendermi un attimo per respirare e già mi manchi.
Una tua mano grande e fresca passa dolcemente sulla mia gota arrossata e io reclino il viso per accoccolarmi nel tuo palmo. Ci mancherebbe solo che mi mettessi a fare le fusa…
Mi sento tutta intorpidita, mi gira quasi la testa… come fai a farmi sentire così?
Le tue braccia muscolose mi stringono forte al tuo petto e io affondo il viso nell’incavo della tua spalla respirando forte il tuo profumo. Non voglio andarmene mai più…
“Perché stai facendo tutto questo?”
La domanda mi esce come un sussurro vicino al tuo orecchio.
Ti sento irrigidirti. Lo sapevo, come al solito rovino tutto con le mie domande inutili, ora mi morderei volentieri la lingua ma è troppo tardi, il danno è fatto.
“Devi sempre trovare un perché, vero, Mezzosangue?”
Stranamente il tuo tono è molto più melanconico di quanto mi sarei aspettata, direi quasi frustrato, e i tuoi muscoli sono ancora tesi allo spasmo. C’è qualcos’altro che vuoi dirmi?
“Allora spiegamelo tu, Granger,” una nota d’ira ti arrochisce la voce “spiegamelo tu perché non riesco a smettere di guardarti, perché ho usato un trucco infantile come rubarti il quaderno solo per poterti parlare, perché ho mandato a puttane l’orgoglio e ti ho baciata…”
Ti guardo con il puro stupore dipinto sul volto a colori accesi. Mi aspettavo di tutto, ma non questo. Perlomeno adesso so che non potrai sorprendermi oltre. Ma tu non hai affatto finito di parlare.
“…perché insomma, Mezzosangue, per quale diavolo di motivo non so stare senza di te?”
Ok, mi rimangio tutto, potevi ancora sorprendermi e lo hai decisamente fatto.
Muovo invano le labbra, senza produrre alcun suono. Cosa devo risponderti, Draco?
Tu sei lì davanti a me con gli occhi bassi e la mascella contratta per la rabbia e l’imbarazzo di aver rivelato i tuoi sentimenti come forse non avevi mai fatto in vita tua. E io sono qui, muta e incapace di pensare razionalmente.
Il mio cervello è in tilt.
Ma la risposta arriva da un punto più in basso, nel petto, da un muscolo che sta battendo all’impazzata.
“Forse per la stessa ragione per cui io non so stare senza di te…”
L’ho detto davvero io? Dovrei dare retta più spesso a questo mio povero cuore impazzito, perché mi sa che mi ha suggerito la risposta giusta. I tuoi muscoli si sciolgono sotto le mie dita e ti sento abbandonarti nuovamente al mio abbraccio.
La tua bocca sfiora gentilmente la mia pelle, il tuo fiato caldo mi solletica la base del collo e io socchiudo gli occhi, ma in realtà è come se li aprissi. Come se davanti a me si spalancasse una nuova prospettiva sul passato. Ti ho davvero detestato in questi 7 anni o piuttosto ti desideravo?
Una domanda mi sorge spontanea alla mente. Perché non ci siamo accorti prima di tutto questo?
Vorrei portela, ma il mio perché si spenge sulla tua bocca che ora si unisce morbidamente alla mia.
Pazienza.
Vorrà dire che i perché li rimanderò ad un’altra volta.
Ora voglio essere totalmente irrazionale. In fondo perché non dovrei?
È così piacevole…

[…] Comme des longs échos qui de loin se confondent
Dans une ténébreuse et profonde unité,
Vaste comme la nuit et comme la clarté,
Les parfums, les couleurs et les sons se répondent.

Il est des parfums frais comme des chairs d’enfants,
Doux comme les hautbois, verts comme les prairies,
- Et d’autres, corrompus, riche et triomphants,

Ayant l’expansion des choses infinies,
Comme l’ambre, le musc, le benjoin et l’encens,
Qui chantent les transports de l’esprit et des sens.

« Correspondances », Les fleurs du mal,
C. Baudelaire

[…] Come dei lunghi echi che da lontano si confondono
In una tenebrosa e profonda unità,
Vasta come la notte e come la luminosità,
I profumi, i colori e i suoni si rispondono.

Conosco odori freschi come carni di infanti,
Dolci come gli oboi, verdi come distese erbose,
- E altri, corrotti, ricchi e trionfanti,

Aventi l’espansione delle infinite cose,
Come l’ambra, il muschio, il belzoino e l’incenso,
Che cantano le estasi dell’anima e del senso.

“Corrispondenze”, I fiori del male,
C. Baudelaire
 

The End


§ Spazio autrice: §

Grazie per essere arrivati alla fine di questa mia piccola fanfic, la prima che pubblico su EFP.
Spero che leggerla sia stato gradevole per voi almeno la metà di quanto scriverla lo è stato per me.
Se è così posso ritenermi soddisfatta!
Alla prossima storia,

MmeBovary
  
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