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Autore: Fantachan    22/04/2016    1 recensioni
"[...] Sul divano trovarono delle foglie di tabacco s un biglietto, anch'esso sporco di sangue.
Quel lunedì i due furono i primi a sparire in quella afosa settimana di Luglio."
Maurice, Luglio 1895.
La vita della tranquilla cittadina della Louisiana francese venne sconvolta durante quelle afose giornate di Luglio.
Sette persone scomparvero nel nulla nel giro di una settimana.
Nessun indizio che potesse orientare le indagini.
Solo delle foglie di tabacco e dei biglietti insanguinati.
"[...] Quando sentirai bussare per ben due volte rintanati sotto le coperte e non alzarti fino a che non vedrai il sole sorgere. O alla porta troverai TonTon Macoute, che viene a prendere i bambini disobbedienti e a nasconderli nel sacco di iuta che porta in spalla..."
Genere: Mistero, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2
 
André Dupont era un uomo schifosamente ricco.
Ricco e alquanto opportunista.
Tutto ciò che faceva aveva il fine di accrescere la sua già grande ricchezza.
Ricchezza che proveniva dal lavoro di centinaia di uomini che lavoravano nella sua piantagione di tabacco. 
Anzi, più che lavorare, come alcuni dicevano, quegli uomini erano sfruttati e venivano considerati da Monsieur Dupont come degli schiavi.
Ma il proprietario della piantagione deteneva anche un certo potere nella tranquilla cittadina di Maurice e nessuno dei suoi lavoratori osava ribellarsi; ne’ tantomeno qualche cittadino si preoccupava di denunciare Dupont.
Figurarsi! Mettersi contro un uomo come lui: roba da matti!
Oltre che ricco e opportunista, Dupont aveva anche l’abitudine di comportarsi come un ragazzino viziato.
Quindi, nonostante i suoi cinquant’anni, non c’era da stupirsi se sbraitava contro il suo cuoco perché “la carne non è sufficientemente cotta”.
O ancora se se la prendeva con una domestica perché “la forchetta non è perfettamente lucida!”.
L’unica persona che riusciva a manipolarlo a suo piacimento era la sua Jeanne.
Che poi tanto sua non era.
Infatti Jeanne, o per meglio dire Madame Bourgeois, era la moglie di Guillaume Bourgeois, un uomo grassottello e più vecchio di lei di almeno trent’anni, che altri non era se non il sindaco di Maurice.
Madame Bourgeois era una donna giovane e bella e il fatto che avesse sposato quell’uomo senza midollo che era Monsieur Bourgeois aveva suscitato la sorpresa dei cittadini.
Sorpresa che era poi stata sostituita dalla consapevolezza che Jeanne voleva solo una cosa dal marito: il suo enorme patrimonio. 
Madame Bourgeois aveva però sottovalutato il brutto vizio dell’uomo che ogni settimana giocava d’azzardo, consumando così le ricchezze che tanto erano care a sua moglie.
Non c’era quindi da sorprendersi se Jeanne si era stancata e aveva ripiegato su Dupont che, per intenderci, aveva un vero e proprio debole per lei e quindi non le faceva mancare niente.
Poi il fatto che la relazione fosse ormai nota a tutti non destava la preoccupazione dei due amanti che si incontravano ogni giorno nella sontuosa villa di lui mentre il caro sindaco faceva finta di niente (o forse, sciocco com’era, non si era realmente accorto del tradimento della moglie).
In quel caldo pomeriggio di Luglio, i due amanti si erano incontrarti per poi dirigersi in un locale di Maurice dove cenarono e passarono la serata in attesa di poter recarsi poi alla villa di Dupont, dove avrebbero passato la notte fra le lenzuola.
Il sindaco infatti era lontano da casa.
“Un viaggio di lavoro” aveva detto lui, e la moglie ne aveva subito approfittato per passare del tempo con il suo amante.
Era ormai notte inoltrata quando i due rientrarono nella villa, ridendo ubriachi.
Ebbri com’erano non riuscirono nemmeno ad arrivare nella sontuosa camera con il letto a baldacchino quindi ripiegarono sul salotto.
Qui André, guardando la donna con un ghigno malizioso ed occhi affamati, decise di spingerla, senza neanche troppa delicatezza, sul divano vittoriano posto davanti al cammino spento.
La donna cercò di trattenere un risolino mentre cadeva sul sofà trascinando per la cravatta Dupont che le finì così sopra ed iniziò a denudarla baciandole lentamente il collo.
Intanto lei sbottonò impazientemente, e con non poche difficoltà, la giacca dell’amante che poi lasciò cadere assieme alla cravatta e ai suoi guanti sul tappeto persiano.
Non vedeva l’ora di giungere al dunque, era palese.
Ma i due al dunque non vi arrivarono.
Sentirono infatti bussare per due volte alla porta principale.
Ovviamente nessuno andò ad aprire: i domestici erano andati via già da un pezzo ormai, e i due amanti non erano sicuramente intenzionati ad interrompere ciò che stavano facendo.
Tuttavia la porta si aprì lo stesso ed uno strano individuo entrò indisturbato nell’atrio della villa.
La figura si calco il cappello che portava sul viso e si caricò meglio il grande sacco di iuta sulla spalla mentre si guardava introno: ai suoi piedi stava un grande tappeto mentre ai suoi lati si trovavano due mobili in mogano su cui poggiavano calici di cristallo e mezzi busti in marmo; sul soffitto si ergeva invece un lampadario, anch’esso di cristallo.
Seguendo i sospiri e i gemiti, l’individuo arrivò al salotto e qui ghignò, guardando soddisfatto la scena che gli si presentava davanti.
Iniziò a canticchiare un motivetto sinistro e lasciò che il suo sacco cadesse a terra, attirando l’attenzione dei due amanti.
Monsieur Dupont guardò allibito l’uomo; Madame Bourgeois invece si mise seduta, tentando di nascondere la sua nudità con l’abito mezzo sfilato.
L’uomo non diede tempo ai due di fare niente: alzò il braccio che reggeva un’accetta e squarciò la gola di Dupont mentre la donna urlò alla vista dell’amante che cadeva a terra con gli occhi vitrei rivolti al soffitto.
In preda al panico cercò di scappare, ma riuscì a fare solo pochi passi perché un colpo di accetta la raggiunse alla schiena.
 Si accasciò a terra, respirando affannosamente, mentre l’uomo alzava un’ultima volta  il braccio e la colpiva al petto, uccidendola.
Quando la mattina dopo i domestici si svegliarono trovarono ad attenderli uno spettacolo raccapricciante.
La porta della villa era aperta.
Tutti i pavimenti marmorei erano macchiati di sangue: nell’atrio vi erano solo delle macchie, come se avessero trascinato qualcosa, mentre nel salotto vi erano delle vere e proprie pozze.
Di Monsieur Dupont e Madame Bourgeois non vi era alcuna traccia.
Sul divano trovarono delle foglie di tabacco e un biglietto, anch’esso sporco di sangue.
Quel lunedì  i due furono i primi a sparire in quella afosa settimana di Luglio.
 
 
«Est-ce que tu viendras au arbre
où ils pendirent un homme
ils disent il a assassiné trois..»
 
 
Angolo autrice.
Dunque, non c'è molto da dire :')
Questo diciamo che può essere considerato il vero e proprio primo capitolo della storia.
Per quanto riguarda la frase finale tra virgolette, non è assolutamente di mia invenzione. È la versione francese di The hanging tree, cantata da Jennifer Lawrence ne Il canto della rivolta pt.1.
E niente, ringrazio chiunque recensirà o leggerà :)
~Fanta-chan
  
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