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Autore: Fiamma Drakon    06/04/2009    1 recensioni
Un alchimista... un demone devastatore... legati per la vita da una profezia annunziata secoli prima. Riuscirà Edward Elric ad impedirgli di stendere un velo di morte sul mondo?
Genere: Malinconico, Dark, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Elric, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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10_Conversazione Dal finestrino entrava una luce smorta, mitigata dalle nubi che oscuravano completamente il cielo, rendendolo solo una piatta cappa plumbea.
Edward e Alphonse sedevano in silenzio in uno dei vagoni del treno della mattina, diretto a Central City.
Il biondo osservava passivamente il paesaggio che scorreva al di là del finestrino, mentre con la mente vagava alla deriva, perso in pensieri che apparivano, improvvisi e fugaci, per poi svanire così come erano arrivati.
Cercò di concentrarsi sui prati verde sbiadito oltre il vetro, cercando di allontanare da sé tutti i pensieri che gli turbinavano in mente. Fu difficile trovare la calma psichica adatta per concentrarsi in modo definitivo su ciò che lo circondava.
Ben presto però, il muro che aveva eretto attorno alla propria mente per allontanare i pensieri molesti cedette e fu di nuovo invischiato in un vortice di riflessioni confuse.
- Fratellone... - esordì timidamente Alphonse all’improvviso, attirando immediatamente l’attenzione di Edward.
- Sì...? Che cosa c’è? -
- Ecco... pensavo che forse non sei ancora pronto ad affrontarla... -
- Come? Perché dici una cosa simile? -
- Non che non ti dia fiducia fratellone, ma non so se saresti in grado di combatterla... -
- Al, è una cosa che devo assolutamente fare e... -
- Sì, lo so! Ma tu non sai che cosa si prova quando ci si sente impotenti! -.
Edward rimase attonito, in assoluto silenzio.
- Co... Al, spiegati -
- Io non sono mai uscito da solo per andare fuori... -.
Alphonse s’interruppe un secondo e Edward capì che si stava riferendo alla mattina precedente.
- Tu non mi hai mai ritrovato in fin di vita abbandonato in un lago di sangue... non mi hai mai assistito mentre io morivo... non hai mai provato cosa significa la vera impotenza! Quella sensazione di sconforto totale quando ti ho visto in quelle condizioni e ho creduto che tu stessi per morire. Ho creduto che tu stessi impazzendo per il rimorso. E io non ho potuto far nulla per aiutarti! Non voglio che succeda di nuovo. Non voglio che tu muoia, fratellone... -.
In quell’istante, Edward comprese che cosa avesse realmente provato suo fratello. Comprese le emozioni profonde e dolorose che tutta quella storia gli aveva lasciato.
Alphonse era sempre stato molto più emotivo di lui. Tutte quelle sensazioni negative lo avevano cambiato. Lo avevano impressionato a tal punto che ormai non desiderava altro che mettere la parola fine a tutta quella faccenda. Lasciarsela alle spalle, come se non fosse mai successo niente. Ma ormai era tardi. Ormai era arrivato il momento di mettere fine a quella storia, che ad Alphonse piacesse o no.
- Al, capisco ciò che tu stai provando, ma è per mettere fine a tutto ciò che stiamo andando... -
- Non m’importa! Io non voglio vederti morire a causa sua! Non voglio che tu muoia. Come pensi che reagirei se Elizabeth ti uccidesse? -.
La domanda fece rapidamente breccia nella mente del biondo e quest’ultimo capì immediatamente dove suo fratello stava andando a parare.
- No, Al. Non devi farlo, per nessuna ragione al mondo! -
- Non avrei altre ragioni per vivere! -
- Tu almeno devi sopravvivere! Non voglio morire sapendo che tu mi seguirai. Non voglio pensare di aver dato il mio braccio in cambio della tua anima per poi vederti buttar via la vita così! È sbagliato! -
- No. Sarebbe giusto. Se lei ucciderà te, io ucciderò lei -
- Ma non riavrai indietro ciò che hai perso, Al! L’unica cosa che potrai fare è continuare a vivere. Continuare a studiare l’Alchimia e trovare un modo per riavere indietro il tuo corpo -.
Alphonse rimase in assoluto silenzio, mentre cercava di mantenere il controllo, costringersi a non legare suo fratello da qualche parte per impedirgli di andare incontro alla morte che lo aspettava a braccia aperte.
L’avevano sfiorata tante volte. Ci erano andati vicinissimi con la trasmutazione della loro mamma e con Scar. Ad un passo dall’oblio eterno però, erano sempre stati salvati dall’aiuto di qualcuno. Ma in quel frangente, nella lotta contro Elizabeth che si avvicinava inesorabilmente di secondo in secondo come un velo che, al suo passaggio, portava solo desolazione, nessuno avrebbe potuto salvare suo fratello dalla morte. Nessuno eccetto lui.
- Al... - esordì Edward, in tono grave - ... io ho deciso di intraprendere in solitudine questa mia prigionia interiore. Non avevo la minima intenzione di coinvolgerti, perché sapevo che non avrei fatto altro che darti nuove preoccupazioni e questa è l’ultima cosa che voglio. Non devi assolutamente sentirti coinvolto in tutto questo. Non è mia intenzione farti soffrire ancora... -.
Alphonse rimase a fissare incredulo suo fratello: credeva realmente che, dopo tutto quello che era successo, potesse tirarsi indietro e lasciarlo morire da solo?
- Fratellone... io so che tu non vuoi creare problemi, ma ormai ci sono anch’io dentro tutta questa faccenda e voglio che ne usciamo sani e salvi tutti e due. Ti prego... non tentare un suicidio futile... - rispose Alphonse deciso.
Quell’affermazione pose la parola “fine” alla conversazione.
Edward riportò la propria attenzione al paesaggio che correva veloce oltre il vetro del finestrino.
Central City si avvicinava inesorabilmente sempre di più. Ogni metro in meno che li separava dalla città era un metro in meno verso Elizabeth.
Edward sentiva la tensione salire ad ogni secondo. Lo pervadeva, dandogli l’orrenda sensazione di essere ormai giunto ad un punto morto.
Ebbe la fugace impressione di essere come sull’orlo di un precipizio. Alle spalle aveva solo solida roccia, che lo spingeva verso il vuoto oltre il margine.
Ecco, quella tensione gli premeva addosso come se stesse cercando di gettarlo dritto nel burrone. Era l’orribile sensazione di sconforto assoluto di quando sembra che il mondo giri al contrario, di quando sembra che non ci sia altra soluzione che tuffarsi a capofitto nel vuoto e sperare che tutto quello sconforto svanisca nel nulla.
Un fremito percorse il biondo mentre quest’ultimo cercava di allontanare quell’agghiacciante sensazione.
Ritornò fisicamente presente e cercò di impegnare tutte le proprie attenzioni sull’aperta campagna che sfrecciava intorno al treno.
La battaglia finale si avvicinava sempre di più.
   
 
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