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Autore: YukiWhite97    22/04/2016    1 recensioni
Tadashi Hamada ha sempre avuto una vita a dir poco particolare: ha affrontato tante cose, conosciuto le più strane delle persone, ha perfino sposato il proprio fratello Hiro, di cui si è innamorato.
I racconti riguardo la sua straordinaria vita sono ciò che più lo rende orgoglioso, peccato che sua figlia non sia dello stesso pensiero, dopotutto è ormai un'adulta e non ha tempo di pensare alle favole.
Ma quei racconti saranno solo finzione o ci sarà qualcosa di reale?
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Piccola fanfiction, ovviamente Hidashi, con accenni Mpreg e in cui troverete due pg della mia precedente storia "Seme d'amore, fiore di gioia", ma ovviamente può essere letta da tutti.
Se avete visto il film "Big Fish - storie di una vita incredibile" avete già capito tutto. Se invece non l'avete visto, spero di sorprendervi ;)
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Hiro Hamada, Nuovo personaggio, Tadashi Hamada, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Incest, Mpreg
Capitoli:
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Dopo anni la famiglia era nuovamente riunita allo stesso tavolo, nonostante non vi fosse una gran bella atmosfera. La tensione che si ergeva tra Tadashi e Hiashi era palese, così tanto da avere quasi l'impressione di poterla toccare con un dito. Hiro lanciava occhiate nervose al fin troppo silenzioso marito, il quale mangiava lentamente e con un'espressione non proprio simpatica sul volto.
Lo stesso si poteva dire per sua figlia, nonostante ella venisse distratta più di una volta dal bambino, tutto intento a gettare all'aria il proprio riso.
"Oh Tadashi - lo rimproverò - stai sporcando tutto, ti sembra il modo?"
"Su, su, non preoccuparti - intervenne Hiro - sono bambini"
"Io voglio giocare con nonno Tadashi!" - esclamò il piccolo alzando le braccia.
"Il nonno non sta bene, ci giocherai dopo" - rispose frettolosa la ragazza, lanciando un occhiata furtiva al padre. Capendo che quel silenzio non avrebbe portato da nessuna parte, Hiro si sgranchì la voce, sforzandosi di iniziare una qualche tipo di conversazione.
"Eichi - lo chiamò - Hiashi mi aveva detto che è stato pubblicato un articolo con delle foto scattate da te. Vedo che la tua carriera di fotografo va a gonfie vele"
Il ragazzo annuì.
"Si, e sono stato in Marocco un mese per quell'articolo" - rispose.
"Ah, dovremmo prenderne una copia" - rispose l'altro, rivolgendosi poi a Tadashi, come se volesse trascinarlo in quella conversazione.
Quest'ultimo rimase qualche secondo in silenzio, per poi prendere a parlare lentamente.
"Non so se lo sai Eichi, ma c'è un paese dell'Africa, il Congo mi pare, in cui i pappagalli parlano solo francese" - disse.
"Ah sì?" - domandò sinceramente divertito.
"Ovviamente. Di inglese conoscono sì e no qualche parola, ma se ti inoltri nella giungla li sentirai parlare nella più forbita lingua francese. E parlano di tutto quegli uccelli, di politica, cronaca... ma mai di religione!"
"Perchè non di religione?" - domandò a quel punto Hiashi.
"E' cattiva educazione - rispose - non sai mai chi potresti offendere"
"Beh, Eichi ci è andato l'anno scorso in Congo" - aggiunse, sperando di metterlo a tacere. Tadashi però, per tutta risposta, alzò lo sguardo, rivolgendosi al ragazzo.
"Ah, allora lo sai?" - domandò.
Dopo un ora la cena finì e fu giunta finalmente l'ora di andare a dormire, ma non per Eichi e suo figlio. Il primo si era assicurato che Hiashi dormisse, per poi prendere il bambino con sè.
"Papà - disse - dove stiamo andando?"
"Ssssh - lo zittì - parla a bassa voce. Beh, volevi passare un pò di tempo con tuo nonno, no? Quindi ti porto da lui"
"Ma perchè dobbiamo farlo di notte? - domandò -è perchè la mamma lo odia, vero?"
Eichi gli poggiò una mano sulla testa.
"La mamma non lo odia affatto. Hanno solo avuto dei... problemi. Adesso seguimi, spero che non stia già dormendo"
Dopodichè i due avevano aperto la porta socchiusa, scorgendo Tadashi steso a letto.
"Su avanti - sussurrò il più grande al figlio - vai, io rimango qui ad aspettarti". Un pò incerto, il bambino si avvicinò piano, osservando l'uomo, forse in dormiveglia, con ancora gli occhiali da lettura poggiati sul naso e con un libro poggiato sul ventre.
Non sapeva esattamente cosa fare, non che avesse troppa confidenza, ma decise comunque di avvicinarsi ulteriormente.
"Psss, nonno" - sussurrò piano. A quelle parole Tadashi si svegliò immediatamente, sorridendo nel vedere il bambino.
"Hey - lo chiamò - ciao"
"Ciao! - esclamò contento - papà mi ha portato da te, però tu non dire niente, ok?"
Il più grande rise.
"Va bene, non dirò niente. Sai, poco prima che arrivassi tu stavo facendo un sogno... uno di quei sogni prodigiosi... sai cosa significa "prodigioso"?"
Il bambino scosse il capo, incuriosito.
"Prodigiosi sono quei sogni che poi si avverano. Come quella volta in cui sognai un corvo che veniva da me e mi diceva: "Tua zia morirà". Ovviamente mi svegliai di soprassalto e corsi dai miei genitori a raccontarglielo. Loro però mi dissero di rimettermi a dormire e che era stato solo un incubo. La mattina dopo però mia zia Stacey era morta. Pensa che cosa terribile per un bambino di quattro anni che si ritrova con quel potere. Poi mi capitò di sognarlo un'altra volta, solo che questa volta il corvo mi aveva detto:"Ora tocca a tuo padre". Io rimasi parecchio scosso, e quando glielo raccontai lui mi disse di star tranquillo, nonostante vedessi come il suo viso fosse strano. Quello stesso giorno andò a lavoro e tornò molto tardi. Quando rincasò andò da mia madre e le disse:"Ho avuto la giornata più brutta della mia vita". E allora lei rispose:"Tu pensi di aver avuto una giornata terribile? Il povero lattaio è morto stamattina"
Da dietro la porta, Eichi si lasciò scappare una risata silenziosa, pensando allo stesso tempo a cosa potesse passare per la testa di quel tipo per raccontare ad un bambino così piccolo una cosa del genere.
Il piccolo Tadashi infatti lo guardò stranito, non potendo cogliere quell'allusione.
"Nonno - lo rimproverò - questa che mi hai raccontato è una bugia"
"Oh - sospirò - beh, qualche bugia rende la storia più interessante. Immagino tu sia abituato a dire la verità, non è vero?"
Il bambino annuì.
"Nonno posso farti una foto?" - domandò poi.
"Vedo che segui la stessa vena artistica di tuo padre, ma non credo sia necessario"
"A casa mia ci sono un sacco di foto tue, molte sono del matrimonio di mamma e papà. E tu hai foto del matrimonio?"
"Non esattamente - disse facendosi scappare una risata - il nostro non è stato un vero e proprio matrimonio... Hiro non doveva neanche sposare me, ai tempi era fidanzato con un'altra... La mamma non te l'ha mai raccontato?"
"No, mai" - borbottò muovendo le gambe.
"Ah, immaginavo - fece alzando gli occhi al cielo - non te l'avrebbe raccontato bene comunque"
"Raccontamelo tu allora - disse poggiando le braccia sul letto - è una storia lunga?"
"Beh... di certo non è breve"


                                                                                                                                                ***
Avevo appena lasciato Spectre, e stavo ora andando incontro al mio destino senza sapere cosa aspettarmi... valutai affondo tutte le occasioni che mi si presentarono
Baymax e Tadashi erano ben presto arrivati in un'altra città, e la sera stessa avevano deciso di darsi ad uno svago, ovvero quello del circo.
Quella sera vi era il pienone, e gli spettacoli si susseguivano l'uno dopo l'altro. Ciò che videro furono cani ballerini, tigri, leoni, acrobati e pagliacci, tutta roba divertente ma già vista e rivista. Colui che di certo si distingueva era il presentatore, alto, di colore, vestito di rosso e con in testa un cilindro. Egli si fece avanti tenendo un bastone da passeggio in mano, rivolgendosi al pubblico.
"Signore e signori! - esclamò - forse tutti voi pensate di aver visto di tutto, di aver visitato ogni angolo della terra. Ma io ho qui qualcosa che vi sorprenderà. Viene dalla Florida ed i suoi compagni di lavoro lo chiamavano "El Penombras"! Veniva chiamato così perchè a chiunque avesse lavorato a suo fianco, "El Penombras" copriva loro la luce del sole! - andò poi vicino una donna -  Non per spaventarla signora, ma se vorrebbe , potrebbe schiacciarle la testa tra i propri alluci! Ma no, non lo farà, perchè lui è il nostro prodigioso, unico e gentile gigante. Signori, ecco a voi Colossum!"
Mentre il presentatore parlava, un gruppo di clown nani avevano trascinato una sorta di piccolo carro, troppo piccolo per far sì che vi fosse dentro un gigante. Dopo essi si erano premurati nel rimuovere le catene, ed infine, il tanto famoso Colossum si levò in piedi, un tipo di circa tre tre metri, calvo e robusto, che aveva cominciato a giocare e a mangiare il fuoco come se nulla fosse. Tadashi si fece scappare un sorriso: Baymax avrebbe fatto un baffo a quello!
E difatti, il tenero gigante, seduto a debita distanza dal pubblico, si era in quel momento alzato in piedi, attirando l'attenzione di tutti gli altri, anche dello stesso Colossum, che si era soffermato a guardarlo, e dello stesso presentatore che con gli occhi spalancati era rimasto a guardarlo.
In quel momento, i clown nani capirono che fosse arrivata l'ora di chiudere lo spettacolo. In seguito vi fu un gran caos, tra l'altoparlante che parlava a gran voce e i vari lavoratori del circo che correvano a destra e a manca.
Quella sera Baymax incontrò il suo destino ed io il mio... quasi. Dicono che quando uno incontra l'amore della sua vita il tempo si ferma, ed è vero.
Tadashi era come stato colpito da un fulmine. Lo vide alzarsi in piedi, dalla parte opposta alla propria, un ragazzo parecchio più piccolo di lui ma non per questo privo di bellezza. Era magrolino, gli occhi neri e profondi, il viso ancora troppo simile a quello di un bambino.
Non sapeva perchè, ma nel vederlo aveva avuto l'impressione di conoscerlo da sempre, nonostante fosse la prima volta che lo vedeva.
Si sollevò, prendendo a camminare pian piano verso il ragazzo ora immobile, poichè il tempo si era davvero immobilizzato. Era qualcosa di assurdo, era sempre stato convinto che certe sensazioni potessero essere provate solo per persone di sesso opposto, ed invece a lui era successo con un ragazzo!
Non vi pensò però più di tanto mentre si avvicinava. Quando fu a pochi centimetri dal suo viso, Tadashi si lasciò scappare un sorriso: era giovane sì, ma anche molto bello.
Quello che però non dicono è che quando il tempo si rimette in moto va a doppia velocità per recuperare.
Ed infatti, pochi attimi dopo, quel ragazzino era sparito, la folla si era ritirata e tutt'intorno era diventato buio. Inutili furono i suoi tentativi di corrergli dietro.
Lui si era completamente volatilizzato.
Per quanto riguarda Baymax invece, era rimasto all'interno del tendone con il presentatore che ancora lo fissava sconvolto.
"Emh - boccheggiò quest'ultimo - com'è che ti chiami?"
"Mi-chiamo-Baymax" - rispose l'altro.
"Ah... Baymax... io sono Wasasbi, emh - disse facendo segno ad un clown nano di passargli qualcosa - dimmi Baymax, hai mai sentito parlare di involontaria schiavitù?
"Eh-no" - rispose.
"Inconsapevole contratto?"
"Nemmeno"
"Ah, bene - sorrise porgendogli quello che sembrava un contratto - ecco, tieni"
Baymax lo guardò stranito.
"Su, signor Grondasudore - fece rivolgendosi al clown nano - si faccia avanti, così Baymax può usarla come tavolo". In seguito a ciò, il tenero gigante firmò "inconsapevolmente" quel contratto, entrando a far parte del circo.
In quel momento Tadashi rientrò.
"Oh, oh - rise Wasabi - hey, il tuo amico è appena diventato uno star"
"Bene... sono contento..."  - sussurrò l'altro sedendosi su degli scalini.
"Che cos'hai amico? Non vedevo uno così depresso da quando un elefante andò a sedersi su uno spettatore! - esclamò, non vedendolo però ridere - lo depresse!"
Baymax prese a ridere in maniera molto "meccanica"
"Ah, vedi?! Il gigante l'ha capita!"
"Ho appena incontrato il ragazzo che sposerò, ma l'ho perso!" - esclamò tutt'ad un fiato. Wasabi strabuzzò gli occhi.
"Ragazzo? Oh beh, questo certo non si vede tutti i giorni. Beh, uno si deve sposare prima di perdere la moglie, o in questo caso, il marito, AHAH!"
"Io passerò il resto della mia vita a cercarlo, o lui o morirò da solo" - dichiarò fulminandolo con lo sguardo.
"Cavolo amico... fammi indovinare... ha gli occhi neri e profondi"
"Ah, sì" - sospirò sognante.
"Capelli d'ebano un pò ribelli"
"Sì" - sospirò ancora.
"Indossa una maglietta rossa ed una felpa"
"Sì... hey aspetta! Come fai a saperlo?"
"Lo conosco, amico di famiglia"
"Come si chiama? Dove abita?"
"Scordatelo amico, lui non fa per te, non sei alla sua altezza!"
"Che vuol dire? Neanche mi conosci!"
"Certo che ti conosco! Tu eri un pesce grosso al tuo paesello! Ma qui nel vero mondo sei sterco di vacca! Non hai un progetto, non hai un lavoro, non hai niente all'infuori dei vestiti che hai addosso!"
"Ma se ho lo zaino pieno di vestiti! - fece voltandosi e indicando un punto vuoto - ma... mi hanno rubato lo zaino"
"Tu eri un grosso pesce in una pozza piccola, ma questo amico è l'oceano, e  tu ci stai annegando! Ascolta il mio consiglio, torna a "Pozzangherville" "
"No! Senti, hai detto che non ho un progetto ed invece ce l'ho! Troverò quel ragazzo, lo sposerò e passerò il resto della mia vita con lui.. un lavoro non ce l'ho.. ma se tu me lo offrissi... certamente no ho niente, ma ho più determinazione di quanto ne troverai in tutti gli altri!"
"Mi dispiace amico, la carità non mi ripaga!"
"Lavorerà giorno e  notte e non dovrei pagarmi!". Wasabi si voltò a guardarlo. Lo fissò a lungo, per poi prendere un respiro profondo.
"Ogni mese che lavorerai io ti dirò qualcosa su quel ragazzo. E' la mia ultima offerta"
Tadashi sorrise.
"Accetto!" - esclamò.
"Molto bene, a lavoro allora!"
I mesi che seguirono furono molto duri: Tadashi si ritrovò a fare ogni sorta do lavoro, dallo spalare lo sterco degli elefanti, ad uomo cannone o ad infilare la testa nella bocca dei leoni. Sapeva però che ne sarebbe valsa la pena, era completamente preso, tanto che la questione sul trovare suo fratello fosse oramai passata in secondo piano.
Un colpo di fulmine, ecco come poteva definire ciò che era accaduto. Quel tenore di sta era difficile, ma per trovare quel ragazzo avrebbe fatto di tutto. Il primo mese era venuto a sapere e che i suoi fiori preferiti fosse gli asfodeli, il secondo che  facesse le superiori, e  via dicendo. Nei mesi seguenti furono molte le cose che venne a sapere  su quel ragazzo, tranne il nome e dove abitasse. Così, dopo oramai qualche tempo che lavorava a circo, una sera raccolse il coraggio tra le  mani e andò a cercare Wasabi dentro la sua roulotte. Non aveva fatto caso ai clown nani che lo fissavano malamente mentre fumavano i loro sigari, piuttosto notò come la roulotte del presentatore si muovesse e traballasse. Stranito si avvicinò ,per poi bussare.
"Emh... Wasabi?" - lo chiamò. Silenzio. Il ragazzo non ebbe neanche il tempo di capire nulla che la porta si spalancò, ed un grosso lupo sbucò fuori dalla roulotte, sovrastandolo. Tadashi fu spinto a terra e fu graffiato al viso mentre con le braccia cercava di difendersi da quegli artigli pericolosi quanto le zanne. Il signor Grondasudore, uno del clown,  aveva visto tutta la scena, e prontamente si era levato in piedi, avvicinandosi. Aveva estratto una pistola, puntandola contro il lupo con riluttanza, come se quel gesto gli provocasse tristezza. Poi sparò. Il proiettile colpì l'animale, che non si accasciò, limitandosi a spostarsi. Tadashi si alzò in piedi, guardandolo, incerto sul cosa fare prima di essere aggredito di nuovo. Poi vide un bastoncino e provò a vedere cosa fosse successo se lo avesse lanciato. Per tutta risposta, il lupo era corso a recuperarlo e  porgerglielo, come se si fosse trattato di un cucciolo addestrato.
Lì capii che la maggior parte delle bestie selvatiche spesso sono soltanto sole.
La seconda volta che egli lanciò il bastoncino, lo fece in modo che quest'ultimo cadesse lontano, facendolo finire in mezzo al bosco, luogo dove immediatamente il lupo si diresse, ululando. Tadashi rimase lì tutta la notte, e quando fu mattina vide proprio Wasabi arrivare dal bosco, con il bastoncino tra i denti.
Spalancò gli occhi: questo voleva dire che Wasabi era una sorta di licantropo.
"Umh... ho ucciso nessuno?" - domandò quest'ultmo un pò stordito.
"Emh no... solo un paio di conigli.."
"Ah ecco il perchè dell'indigestione... mi spiace per il graffio"
"Ah, non fa niente"
"Mh, sai mi sono sbagliato su di te. E' vero, non hai nulla, ma  di quel poco che hai ne hai a palate,e può avere accanto chi vuoi"
"E' solo lui che voglio accanto" - dichiarò
"Bene, allora... ascoltami bene... il ragazzo che tanto ami.."
Egli tese l'orecchio.
"Si chiama Hiro Hamada"
Tadashi spalancò gli occhi, sussultando.
"CHE COSA?!"
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Angolo mio
Povero Tadashi, tutta quella fatica sprecata *stupidotto patta patta*, ma almeno lui e Hiro si sono finalmente incontrati *entra in brodo di giuggiole*
Adesso che Tadashi si è reso conto che il ragazzo amo non è niente popò di meno che proprio Hiro, cosa accadrà? :D
   
 
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