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Autore: il dolce bacio di Harry    22/04/2016    1 recensioni
Stephanie trema di paura al sol pensiero che lui, la sua unica ragione di vita possa andarsene e lasciarla senza un motivo preciso tanto da chiedersi cosa fare, dire e di conseguenza come agire.
Tom non facilita decisamente le cose, anzi...
Esce di casa in piena notte di fretta e furia e girovaga per la città senza una meta o una data destinazione.
Lei è lì ad attenderlo; non vede l'ora di riabbracciarlo e di riabbracciarlo piena di sogni, speranze ed aspettative di vita.
Cosa dovrà dirle Tom alla persona più importante della sua vita?
E perché si sente un emerito vigliacco a dover dire quelle fatidiche parole alla sua Steph?
E lei che da sempre lo segue e lo ama come reagirà ad una notizia inaspettata?
Quando ami ti perfori l'anima, è inutile.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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< Sei uno schianto cavolo > ripete Julia sorseggiando il suo drink con non chalance.
Stasera la mia amica si ubriacherà come una merda ed io ovviamente da brava migliore amica farò lo stesso se non peggio. Ho voglia di divertirmi, di non pensare a nulla ma soprattutto di stare bene con me stessa per un paio d'ore.
< Posso assaggiare il tuo long Island? > domanda la mora riportandomi alla realtà come sempre; sorrido divertita e intimo < se vomiti stasera ti uccido giuro >.
Scuote animatamente la testa e urla per farsi sentire < io sono una forte, questo non è niente in confronto a quello che posso scolarmi.... Lo sai bene >.

Mhh certo che lo so bene.

E lo so bene perché la maggior parte della volte quella che stava male ero proprio io; la ‘leggerina’ come mi hanno dolcemente soprannominata Julia e i nostri compagni di avventure.
Quanti drink bevuti senza pensarci due volte, quante risate, quante cadute e quante figure di merda in questo fottuto locale così pieno di gente diversa tra loro.
I momenti più belli li ho vissuti proprio qui basta pensare al primo incontro con colui che da li a poco sarebbe diventato il mio salvatore nel vero senso della parola.
 
Tom.
 
Tom, sempre e solo Tom.
 

< Steph ci sei? > mi chiede Julia scuotendomi il braccio con un’insistenza non sua, chiaro segno di un’ubriachezza sempre più accentuata.
Mi limito ad annuire e poi sorridendole tracanno tutt’un sorso il mio long Island come se fosse uno schiantino.
< Ora sì che ti vedo carica > dice entusiasta la mia amica prima di chiedere al barista un giro di vodka liscia.
Scuoto la testa e le sussurro un < tu sei matta, stasera mi farai vomitare così… >.
< Ma che ti frega?! Stasera la serata è in onore dei vecchi tempi e quindi di conseguenza dobbiamo bere fino a star male cazzo! > squittisce con una voce stridula e acuta più del dovuto.
Prendo il mio bicchierino e butto giù il liquido amaro come non so cosa pentendomi subito di ciò che ho appena fatto; senza aspettare un altro secondo ordino un altro giro di vodka liscia che butto giù mentre la mia amica mi sculetta animatamente davanti come se ci fossimo solo io e lei in discoteca.
Certamente.
Scuoto la testa e rido come una matta mentre mi lascio trascinare dalla mia amica nella pista illuminata di vari colori ottenuti dai flash e dalle mille luci appese in ogni angolo.
< Juls calmati! > urlo cercando di farmi sentire ottenendo una risata come risposta.
Praticamente sto parlando al vento.
‘Brava ora lo hai capito Stephanie’ mi ripeto per dei secondi che mi sembrano interminabili.
< Vieni saliamo sul tavolo > mi sussurra la ragazza che ho vicino che dovrebbe essere la mia migliore amica.
Non faccio in tempo ad annuire che mi ritrovo sul tavolo cercando di trovare un equilibrio che in questo momento non ho a causa dell’alcool in circolo.
Bene!

Grandioso.
Non vedo l’ora che arrivino i ragazzi almeno possono controllarci per bene senza che mi debba preoccupare di fare figuracce e cazzate varie.
Vedo la mia amica ballare come se non ci fosse un domani e mi convinco a fare l’unica cosa che in questo momento mi sembra la più corretta: bere.
Sono un pochettino ubriaca e forse dovrei fermarmi ma l’idea di essere così sana non mi va proprio.
Sono in quella fase intermedia dell’ubriacatura; la testa mi gira, le pupille sono leggermente dilatate e sento le gambe molto ma molto più leggere ma non come vorrei che fossero realmente.
Così dopo averci pensato per un secondo appena mi avvicino all’orecchio di Julia ed espongo la mia idea < senti io ho bisogno di bere almeno un altro drink quindi andiamo a prendere qualcosa così poi ritorniamo qua >.
Annuisce distratta e si avvia verso al bancone seguita dalla sottoscritta che fatica a mettere un piede avanti ad un altro.
Arrivate lì balbetta qualcosa di incomprensibile a Mark il nostro barista di fiducia, poi dopo poco si sporge verso di me e mi porge un bicchiere colmo di una bevanda che non riesco a riconoscere.
< Cosmopolitan > mi spiega Mark facendomi un occhiolino fugace.
< Bevi, bevilo, bevi, bevilo avanti bevi! > incita la mia amica aiutandomi a tenere il bicchiere mentre lo finisco in pochi sorsi.
Oggi si va a schianto Stephanie.
E che schianto sia!
Faccio un passo per raggiungere la mia amica e per poco non mi sfracello addosso al bancone.
Bene, forse sono un pochino ubriaca.

Ma poco, poco.
‘Sei una guerriera’ ripeto a me stessa tante volte da perdere il conto.
Magari così mi imprimo di non vomitare e di stare lontana dai guai.

Sì, pff.
Quando mai.


Rido mentre Julia mi porta sul tavolo dove eravamo salite prima e con un balzo a mio avviso felino salgo mentre la testa prende a girare vorticosamente.
Chiudo gli occhi e mi lascio trascinare dalla canzone che passano in questo momento cercando di non pensare a nulla se non a divertirmi.
 

.   .   .
 
In the night she hears him calling
 
In the night she’s dancing to relieve the pain
 
She’ll never walk away (I don’t think you understand)
 
In the night when she comes crawling
 
Dollar bills and tears keep falling down her face
 
 
 
She’ll never walk away (I don’t think you understand)
 

 
Prendo le mani di Julia mentre muovo il bacino a ritmo di musica mentre la mia amica si struscia addosso a me con fare sensuale facendomi ridere a crepapelle per le numerose face buffe.
Mi volto leggermente per vedere il resto delle persone in sala che si dimenano allo stesso modo e con la stessa intensità; ci sono persone che si baciano, si strusciano l’uno addosso all’altro, persone che ridono ma anche persone che piangono.
Con una velocità impressionante vedo dei ragazzi che si stanno avvicinando verso il nostro tavolo.
Quei ragazzi come ho appena definito li conosco bene visto che sono i nostri amici; riconosco Bill impeccabile come sempre con la sua giacca di pelle e la camicia bianca pura e casta, Tom con il suo solito look da playboy trasandato ma sempre chic e poi un’ esterrefatto Georg con un elegante total black che tanto gli si addice.
Con un braccio indico il ragazzo barbuto che si avvicina scrutando ogni mia minima mossa; sorrido portando la testa all’indietro mentre sento la mia amica sghignazzare felice < sono arrivati Stephanie e ci trovano in queste condizioni pietose, batti cinque sorella >.
< Juls che diamine stai facendo? Scendi subito da lì sopra > ordina Georg incredulo come non mai prima di avventarsi sulla sua ragazza.
Non faccio in tempo a controbattere per calmare il mio amico con qualche risposta esilarante per via delle braccia che mi prendono di peso per farmi scendere; so bene di chi si tratta quindi lo lascio fare.
< Mi dicevano che non sei ubriaca stasera > dice Tom avvicinandosi di qualche centimetro al mio orecchio per farsi sentire.
Sbiascico un < sto bene > non tanto convincente visto le numerose risate che provoco alla persona che mi sta davanti.
< Oh mio Dio Stephanie sei ridotta malissimo! > mi abbraccia Bill investendo le mie narici di un profumo maschile talmente buono da farmi girare la testa che ahimè già frulla abbastanza di suo per altre motivazioni.
Scuoto la testa animatamente e mi appoggio al braccio di Tom mentre mi sposto verso il mio amico biondo con una grazia che non si può definire tale.
< Sei peggio di quando ti ho conosciuta > mi sussurra Tom accarezzandomi dolcemente una guancia.
Alzo le mani a ritmo di musica mentre faccio un giro su me stessa, poi mi volto ed urlo ai miei amici < andate a bere, così ci divertiamo! >.
< Che cosa hai bevuto? > domanda Bill sistemandosi la giacca.
< Mhh poco, poco lo giuro > sbotto raccogliendo i capelli in una simil cosa che cade subito dopo.
< Sei finita > sentenzia Bill portandosi una mano sulla faccia.
< Io finita?! Perché dovrei esserlo?! > domando sarcastica come non mai aspettando una risposta che non tarda ad arrivare < hai anche il coraggio di chiedermi perché; ti ho chiesto cosa avevi bevuto non quanto Steph >.
Porto una mano sulla tempia, sbuffo e scoppio in una fragorosa risata mentre vedo la mia amica muoversi verso di me con fare a dir poco meccanico.
< Tom ti consiglio di tenerla d’occhio > inizia a dire indicandomi per poi continuare imperterrita < è uno schianto stasera e gli uomini potrebbero avvicinarsi e sai com’è voi due dovreste stare insieme perché siete così carini insieme che… >.
In un secondo contato Georg le tappa la bocca e le intima ridendo < sta’ zitta ti prego, non sono affari che ti riguardano >.
Guardo Tom che ricambia il mio sguardo con fermezza per osservare una mia possibile reazione che fortunatamente non arriva; poi domanda < allora ci dite che cosa avete bevuto? >.
< Mhh allora vediamo: vodka! > urla Juls affannata come se avesse corso per dieci chilometri.
< No, no aspetta un secondo! Prima della vodka io ho preso un long Island e tu due cosmopolitan o quello è dopo il maragarita? > chiedo alzando le braccia.
< Insomma avete bevuto poco mi dicevano > interviene Georg dando un tenero bacio sulla fronte sudata della ragazza.
Annuisco e inizio a ballare mentre vedo Mark con un vassoio colmo di bevute che intuisco essere dei ragazzi; faccio un fugace occhiolino a Tom mentre mi volto per riprendere a danzare con la mia amica che non si regge in piedi.
< Non posso crederci! > grida Julia stordendomi nel vero senso della parola.
< Stephanie cazzo, girati… > mi strattona per un braccio rischiando di farmi rovesciare la bevuta del ragazzo che passa in questo momento.
< Che c’è? > tento di chiedere prima di vedere di cosa si tratta o meglio di chi si tratta.
Senza esitazioni inizio a correre per andare ad abbracciare i tre ragazzi che ho di fronte: i nostri vecchi amici, i nostri compagni di scorribande.
Sam, Connor e Mark.
Era da una vita che non li vedevo e non dico fesserie.
< O mio Dio! Mark come stai? > chiedo quasi urlando felice come una Pasqua mentre sento lo sguardo vigile di Tom che mi trapassa la schiena come a dire ‘ti tengo d’occhio non dimenticarlo’.
Sento le mani di Mark stringermi fermamente mentre mi fa volteggiare più volte per ammirarmi.
< Steph sei sempre più bella > dice sorridendomi teneramente mentre mi dileguo per andare a salutare i restanti moschettieri della squadra che mi accolgono a braccia aperte e volti calorosi.
< Tu non hai ancora risposto alla mia domanda > emetto puntando un dito contro la figura longilinea del moro che mi guarda esterrefatto.
< Prima dovete dirmi cosa ci fate qui! > squittisce Juls facendo ridere tutti.
< Tu cosa fai qui? > domanda Connor abbastanza sarcastico pronto a sentire la risposta entusiasta della rossa < bhè non si vede? Per ubriacarmi e divertirmi come ai vecchi tempi >.
Annuisco quando Mark domanda se siamo belle avanti con l’essere ubriache; poi senza aspettare troppo li invito a seguirmi mentre mi dirigo verso Tom, Bill e un super preoccupato Georg.
< Ragazzi vi presento Bill, Georg e Tom > giudico indicando tutti i presenti.
< Chi sono? > domanda Tom osservando o meglio squadrando gli altri ragazzi con fare minaccioso.

Tipico di Tom.
Si sente in pericolo, ha paura che possano rubargli il territorio.

Pff.

< I nostri vecchi amici > scandisco bene rimarcando sull’ultima parola come a volergli infondere sicurezza; poi mi avvicino al suo orecchio e sussurro un < tranquillissimo, sono solo amici; non devi assolutamente preoccuparti >.
< Di te non mi preoccupo > asserisce guardandomi prima di spostare l’attenzione su Julia e Connor che ridono divertiti.


Ops.


Non ci avevo minimamente pensato che qui c’è una persona che magari potrebbe star male: Georg.
Conosco Julia come le mie tasche e so per certo che non farebbe mai nulla di sbagliato per ferire Georg, il suo grande amore.
Però è pure vero che si tratta di Connor con Julia; tra i due c'è sempre stata complicità e per un periodo più o meno lungo si sono frequentati senza impegno.
E non credo che Georg sappia di questa piccola (se posso definirla tale) parentesi; non mi preoccupa tanto Julia in sé e per sé ma in questo momento è ubriaca ed ho paura che possa fare delle stupidaggini di qualsiasi genere.
 < Dobbiamo controllarla > sussurro a Tom mentre la mia amica abbraccia Connor un po' troppo affettuosamente.
Il moro annuisce e mi chiede il perché della mia preoccupazione.
Faccio un gesto della mano come a dire 'storia lunga da spiegare' e mi avvicino mentre Tom domanda strabuzzando gli occhi < non mi dirai che sono stati insieme quei due?! >.
< Mh mh > mi ritrovo a dire mentre Mark, Sam, Connor e Julia mi chiamano a gran voce per fare un'altra bevuta.
< Arrivo > urlo per poi voltarmi verso il moro che dando un casto bacio sulla fronte si assicura che io stia attenta.
< Lo farò, tu intanto fa calmare Georg > dico osservando i suoi occhi color nocciola rassicuranti.
Con passo indeciso mi avvio verso i miei amici e sorridendo dico < andiamo >.
< Che prendi Steph? > domanda Mark una volta arrivati al bancone di vetro.
< Io un cosmopolitan > impartisce Juls al barista.
< Tu non dovresti bere Juls, magari è meglio che ti fermi > le consiglio caldamente sperando di ottenere un grazie in risposta che invece non arriva.
Scuote la testa e ridendo borbotta un < sei pazza?!
La festa è appena iniziata Stephanie; adesso si comincia a fare sul serio >.
Scuoto a mia volta la testa ed alzo le spalle mentre la mia amica ordina il suo drink tanto desiderato.
< Dicevamo? > chiede Mark riportandomi alla realtà.
< Che prendo un Cosmopolitan anch'io > asserisco sorridendo al barista che velocemente prepara il drink richiesto per poi porgermelo dolcemente; una volta preso mi volto verso i miei compagni e brindo con loro mentre il liquido inizia a scorrere lentamente lungo la gola facendomi arricciare la faccia per quant'è forte.
< Te lo ha caricato è?! > mi domanda Juls mentre ci avviamo in pista facendoci spazio tra i corpi sudati ed appiccicati che si muovono musicalmente con una sincronia perfetta a dir poco.
Senza accorgermene finisco in un batter d'occhio la bevuta facendo sì che la mia ubriacatura arrivi al top; infatti inizio a ballare e a battere le mani mentre chiudo gli occhi per godermi al meglio la sensazione di libertà che mano a mano si sta alimentando.

Tu tu tu tu tun
Tu tu tu tu tun tu tu...


'Non può essere vero, non può essere quella canzone' mi ripeto più volte bloccandomi letteralmente in mezzo alla pista.
Sono sicura che si tratti di 'love who loves you back' dei miei adorati ragazzi; non può che essere quella.
< Cazzo Stephanie! C'è la canzone dei ragazzi > mi abbraccia Julia suscitando un sorriso alla sottoscritta che è ufficialmente ubriaca fradicia da far schifo.
Bene, vai così Steph!
Senza indugi inizio a cantare con Bill e a muovermi sensualmente al suono della chitarra di Tom.
'Love who loves you back' borbotto mentre sento la mano di Mark toccarmi i fianchi.
In due secondi si mette dietro di me, mi stringe e mi infila una mano sotto la maglia.
'Autocontrollo' impone la mia coscienza facendomi riprendere all'improvviso.
Così tolgo la mano di Mark e voltandomi confesso < scusa Mark ma non posso... >.
< Perché? > domanda avvicinandosi al mio viso  tanto pericolosamente da provocare dei brividi lungo la schiena accaldata.
< Perché no > sentenzio infine mentre decido di tornare dai ragazzi di là i quali si staranno sicuramente preoccupando da morire.
< Stephanie > urla Julia attaccata ad un ragazzo che di primo acchito non riconosco; sento il sangue gelarsi mentre mi avvento sulla mia amica pronta ad insultarla pesantemente.
Se ha tradito quel ragazzo meraviglioso che è Georg io giuro su me stessa che la picchio anzi no, la uccido sul serio.
Per forza, non posso fare altrimenti.
Proprio mentre sto per insultare la mia amica mi rendo conto che il ragazzo in questione altri non è che Georg.

Sia lodato il cielo!
Fortuna.

< Steph, ti vedo male > asserisce il mio amico scrutandomi da capo a piedi.
Annuisco e scuoto la testa contemporaneamente prima di domandare dove si trova Tom dato che non è qui in questo momento.
Il bassista ride di gusto e indica dietro la colonna prima di affermare < se vuoi ti accompagniamo >.
Faccio un gesto fulmineo e mi avvio pronta a trovare il mio bel chitarrista.
Sento le gambe cedere ed emetto una risatina convulsa mentre la testa cade pesante in avanti.
Aguzzo la vista per osservare meglio e dopo dei secondi che mi sembrano interminabili lo trovo.
Si lo trovo che parla con una biondina.
 

Non può essere vero.
 
No.
No.



No.



Inciampando un paio di volte arrivo dai due che stanno parlando e con uno scatto scanso la biondina prima di proferire un secco 'vattene'.
< Non ti trovavo > dice Tom portando una mano sulla mia spalla scoperta.
< Bhe vedo che ti sei dato da fare > ribatto acida mentre sento Tom ridere a crepapelle mentre mi spiega < è parte del nostro staff, precisamente art director.
Sammy 30 anni, sposata da due con Andriuw >.
Sbuffo mentre mi do mentalmente della stupida.
Mi faccio sempre troppi film mentali e non dovrei.
Sono una deficiente cavoli!
< Comunque ho bevuto intanto che ti decidessi ad arrivare > mi sussurra alitandomi quello che dovrebbe essere un mojito.
Ridacchio mentre vedo Tom sbattere più volte le palpebre segno di un'allegria dovuta all'alcool.
.   .   .

So we'll piss off the neighbours

In the place that feels the tears

The place to lose your fears

Yeah, reckless behavior

A place that is so pure, so dirty and raw

Be in the bed all day, bed all day, bed all day

Fucking in, fighting on


It's our paradise and it's our war zone
It's our paradise and it's our war zone.



< Andiamo a ballare > sbiascico mentre lo trascino al centro della pista.
Non so come mi ritrovo a muovermi più sensuale di quanto vorrei mentre Tom in un primo momento mi osserva famelico leccandosi le labbra poi si avvicina e si piazza dietro di me mentre lascia che la sua mano mi stringa i fianchi.
Porto la testa all'indietro mentre la barba mi solletica il collo dolcemente e trattengo un sospiro di piacere quando sento la sua mano torturare il mio orecchio.
< Dobbiamo... > inizia Tom per poi essere interrotta dalla sottoscritta < fermarci? Esatto >.
Il chitarrista indica l'uscita ed io mi ritrovo ad annuire placidamente.
Magari così si calmano i bollenti spiriti Stephanie.
< Me ne dai una? > chiedo indicando la sigaretta che Tom si è appena acceso.
Sono sicura che sta per dire di no vista la faccia ma invece devo ricredermi visto che me la porge.
< Fortuna che siamo usciti > balbetto inconsapevole mentre sbuffo il fumo dalle narici.
Il ragazzo di fronte annuisce e sorride divertito.
< Perché ridi? > chiedo appoggiandomi alla ringhiera del balconcino per essere più stabile possibile.
< Niente > dice osservandosi intorno.
< Il tuo ridere non è niente > sbotto portando la sigaretta alle labbra.
< Ammetto che avrei voluto toglierti quel vestito lí in mezzo davanti a tutti, ecco > sputa puntando i suoi magnetici occhi nei miei.
Dopo due secondi scoppiamo entrambi a ridere ed io mi ritrovo a spiegare < come quella volta al mare quando ci hanno sgamato; la colpa è la tua visto che come sempre non sai tenerti le mutande >.
< Io so tenere le mutande > sentenzia Tom abbastanza acido; rido e mi scuso < non devi mica prendertela, caro il mio sexGott...
La mia era solamente un'affermazione >.
Vedo Tom ridere e capisco che sta bluffando alla grande < ma la faccia del titolare?
Cioè ne vogliamo davvero parlare? Era fucsia per l'imbarazzo >.
< Mamma mia è vero! Povero... > mugulo prima di accusarlo 'la colpa è stata la tua >.
Il moro scuote la testa più volte e poi intima < sta zitta che stasera sei uno straccio >.
< Non... Sono uno straccio, no non sono uno straccio > fatico a dire mentre mi gratto una tempia con fare teatrale.
Poi scoppio a ridere ed affermo < si sono ubriaca da far schifo ma va bene così >.
< E con Mark? > chiede all'improvviso Tom cambiando argomento talmente velocemente da farmi chiedere perplessa < chi è Mark? >.
< Come chi è Mark? > allude Tom indicando la discoteca alle sue spalle.
< Ah... Quel Mark > asserisco capendo di chi si tratta.
< Comunque te l'ho già detto siamo solo amici >.
< Sicura? > mi domanda alzando le sopracciglia folte più del dovuto prima di insinuare < a vedervi così non direi... Sembrate piuttosto intimi direi >.
Scuoto la testa ed annuisco di conseguenza quando il moro chiede per l'ennesima volta se siamo amici.
< Steph, eccoti cazzo > sbotta un ragazzo alle mie spalle che conosco molto bene.
< Eccomi > mi ritrovo a dire mentre Tom sussurra un < parli del diavolo e gli spuntano le corna >.
Lo zittisco e gli tiro un cazzotto leggero sul braccio poi voltandomi verso Mark asserisco < sono uscita che avevo bisogno d'aria >.
Vedo Mark annuire e poi affermare un 'dobbiamo parlare'.
< Allora vado > tentenna Tom guardando nella mia direzione.
Gli prendo il braccio come a dire 'fermo' mentre Mark mi guarda dubbioso.
< Vorrei parlarti da soli Stephanie > supplica Mark osservando Tom.
< Ehi > mi conforta Tom toccandomi un braccio per poi riprendere a parlare < io ti aspetto dentro fa con calma >; poi rivolgendosi a Mark lo avvisa di tenermi d'occhio visto le mie condizioni.
< Allora tu e Tom presumo che...? > chiede serafino Mark una volta che il moro se n'é andato.
Alzo un sopracciglio e una volta ascoltata la domanda mi affretto a spiegare < oh no no, io e Tom nulla... Non stiamo insieme >.
< Allora perché ti sei scansata prima quando ballavamo? > chiede Mark sorridendomi dolcemente.
< Perché te l'ho già detto che non posso > dico seria guardando in basso.
< È per via di Tom? > domanda il mio amico facendo sì che la mia risata riempi mezzo locale < ti pare che è per Tom?
Noi due Mark siamo amici e gli amici non fanno quelle cose.
Io ti voglio bene ma nulla di più >.
< Quindi c'entra lui > ripete insistendo.
Scuoto la testa, sbuffo ed affermò < è il mio ex, tutto qua >.
< Ah ah lo sapevo che avevo ragione > mi stuzzica Mark prima di sentenziare < volevo scusarmi per prima, non so cosa mi sia preso.
Hai ragione tu sul fatto che gli amici non si comportano così, anche perché ti considero un'amica ma nulla di più' >.
< Bene allora, pace fatta > dico facendomi aria con la mano.
Ammetto che mi sto sentendo male, il vomito è alle porte purtroppo.
Ma non posso perdere così come una schiappa.



No e no.


< Possiamo parlare di te e del barbuto allora? > domanda inarcando le labbra in un sorriso da mozzare il fiato.
< Chi è il barbuto? > chiedo perplessa o semplicemente ubriaca.
< Tom >.
< Non c'è niente di cui parlare Mark > mi giustifico portando le mani avanti.
< Mhh non credo non ci sia nulla di cui parlare, sei tu che non vuoi parlarne in caso > continua a stuzzicarmi facendo un' occhiolino veloce.
< Veramente... > tento di dire fallendo poi cercando un autocontrollo che ormai non ho più rivelo < ascolta sono ubriaca, non riesco a mettere insieme due frasi in croce come posso parlare di un argomento così complesso? >.
< Ti ha lasciata lui? > chiede avvicinandosi di qualche metro.
Annuisco debolmente e poi senza aspettare la fatidica domanda rispondo < il perché è lungo da spiegare, diciamo che forse è andata meglio così Mark >.
Poi toccandogli un braccio gli dico sincera piú che mai < sto bene così veramente, il resto si vedrà >.
< Sei sempre la solita > confessa il mio amico facendomi ridere.
Scuoto la testa più volte e provo a difendere la mia reputazione mettendo su un finto broncio < io non sono sempre la stessa >.
Il mio amico sta per riprendere la parola quando viene fulminato da una moretta che lo guarda languidamente dal muretto di fronte a noi; guardo Mark letteralmente rapito o meglio stregato e decido di lasciarli soli così magari possono conoscersi meglio.
< Tu sei sempre lo stesso > gli intimo facendo riferimento alla moretta; detto ciò mi avvio dentro mentre ancora una volta mi ritrovo a ridere come una cretina senza un motivo valido e ragionevole.
Mannaggia a me e a quando mi ubriaco così come una merda.
Non so dove potrebbero essere i ragazzi e questa cosa mi preoccupa non poco visto le mie scarsissime condizioni.
Cerco nella prima sala ma niente così mi dirigo nella seconda e poi infine nella terza dove finalmente li trovo intenti a ballare in gruppo.
Passo dopo passo li raggiungo anche se a fatica e mi lascio travolgere dalla musica mentre i miei amici mi fanno volteggiare come se fossi una trottola volante ritrovandomi a ridere ed accasciarmi in due per il troppo mal di pancia.
< Sto...male > dico tutt'un fiato appena mi rialzo.
Sento il vomito farsi sempre più vicino segno indelebile che stasera ho veramente esagerato per non dire di peggio.
< Vuoi che ti porti fuori? > mi chiede Tom prendendomi il viso bianco come un cencio.
Annuisco o meglio provo dato che non mi reggo più in piedi, così mi aggrappo alle braccia di Tom mentre mi porta fuori spintonando chiunque si metta in mezzo per raggiungere al più presto l'uscita.
< Andiamo... là > farfuglio in maniera incomprensibile all'orecchio di Tom che mi porta il più lontano possibile dal club per non dare troppo nell'occhio.
Tempo due o tre secondi al massimo mi ritrovo a vomitare accasciata per terra mentre Tom mi tiene i capelli premurosamente.
< Non dovresti... Non dovresti dovresti guardarmi ridotta in questo stato > asserisco allontanando la sua mano mentre un altro conato mi costringe a ripiegarmi su me stessa.
< E come potrei lasciarti qui ridotta così? > mi domanda riprendendo i capelli e tamponandomi la fronte con le mani grandi e fredde.
< Hai ragione, faccio veramente schifo; prometto di non bere mai più fino a ridurmi in questo stato > dico tutt’un fiato provando a rialzarmi.
< Che ti serva da lezione, leggerina > stuzzica Tom ridendo.
< Io non sono una leggerina > dico asciugandomi la bocca sporca.
Sento Tom ridere e questa cosa mi fa capire quanto non creda alle mie parole.
Provo a dire che sto bene e che non sono affatto una stupida leggerina ma devo ricredermi e tenermi tutto dentro prima che un altro conato mi scuota dalla testa ai piedi.



Maledizione Stephanie.

Maledizione.



 
  
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