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Autore: GanzoBello    22/04/2016    0 recensioni
Storia Inventata, nessun fatto è realmente accaduto o è frutto di eventi reali.
Salve, questo è il mio primo racconto che condivido in questa community, quindi spero vi piaccia.
Le pagine le scriverò con una cadenza minima di una pagina a settimana. Se ci sono errori grammaticali o frasi criptiche, vi chiedo di essere gentili, segnalatelo nei commenti riportando il rigo così da agevolare la correzione.
Detto questo la storia narrerà della vita di una cacciatore di taglie americano che non trovando più soddisfazione dalla sua vita, cadrà in una profonda depressione. Per guarire si affiderà a un gruppo di sostegno.
(copertina in via di sviluppo)
Genere: Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ho preso una settimana di vacanza da tutto. Ho usato i risparmi per comprare alcol, tabacco e mi sono chiuso in casa. Ho passato un intera settimana senza parlare con nessuno. L'unico rumore era quello del silenzio. Ero completamente solo. Ho chiuso le finestre. Ho messo le lenzuola sui muri. Ho staccato le spine a tutto ciò che avevo di elettrico. Ho spento i telefoni. Non sentivo più neanche i miei pensieri. 

Ho passato un intera settimana nella solitudine senza neanche me stesso. Ho perso i giorni. Ho perso il tempo. Era tutto un grosso secondo. Era una perenne notte.

E' durata solo una settimana perché Fred mi ha sfondato la porta pur di entrare e vedere come stavo. Appena mi ha visto a urlato. Gli sembravo morto. Mi ha infilato sotto la doccia e mi ha lavato con l'acqua fredda proprio come si fa con i drogati. Io però non sono riuscito a fermarlo. Non riuscivo a reagire. Ero ancora in quel grande secondo eterno. Mi sono ripreso dopo che siamo tornati dall'ospedale. Dicono che fosse avvelenamento da alcol. Una sorte di reazione alle grandi quantità di alcol nel corpo. 

Fred mi ha guardato quel giorno con disprezzo. Mi ha visto come un peso. Ormai lo sono per tutti. Ha detto che devo ritornare in terapia, che forse ha sbagliato a farmi avere quell'appuntamento e che non avrebbe dovuto immischiarsi. 

"Fred pensi davvero di avere tutto questo potere sulla mia vita?" ecco la mia risposta fredda. Erano le prime parole dopo una settimana. La voce con cui lo dissi era estremamente rauca, quasi stroncata da tutto l'odio che provavo in quel momento. 

Dopo aver sentito quelle parole Fred mi riaccompagnò subito a casa mia e andò via senza più fiatare. Non lo sento più da almeno dieci giorni. 

Alle riunioni ho letto i vecchi testi che avevo scritto. Le parti che non avevo voluto leggere. Mi hanno salvato dalle domande. A coloro che chiedevano che cosa mi fosse successo rispondevo dicendo "Sono stato molto influenzato". L'unico che non mi ha creduto è stato il dottore. Aveva parlato con Fred. Lui gli aveva raccontato di come mi aveva trovato ed ora molto preoccupato.

"Sono preoccupato per te, Fred lo è pure. Siamo tutti preoccupati per te. E' una decisione difficile ma visto come ti eri ridotto non ho altra scelta che internarti in un centro specializzato"

Sono state le sue ultime parole, l'indomani mi hanno portato qui. E' bastato solo un giorno e già mi ero ambientato. C'è un bel giardino fuori. Non parlo con nessuno, se non quando sono obbligato. Sembrano tutti ridicoli. Tutti si lamentano dei propri problemi che li hanno mandati qui. Tutti dicono che si sentono meglio, che vogliono uscire, che la terapia ha funzionato o che lo psicologo ha sbagliato, che non sono stati loro, che non sono loro i pazzi ma è il mondo là fuori a esserlo!

Tutti ridicoli. Anche qui c'è la terapia di gruppo. Qui però è più divertente. Qui io rido alle storie degli altri. Non provo più rammarico a sentirli piangere. Qui non c'è Finn. Qui c'è solo gente disperata che ha gettato la spugna ed io sono come loro. Io ho perso la speranza di migliorare. Non ci voglio più neanche provare.

Oggi è il compleanno di Meloée. Una ragazza che conobbi al college e che divenne la mia migliore amica. Sono anni che non ci vediamo eppure due anni fa la cercai. Con il mio lavoro diventi bravo a cercare le persone. Le trovi in un attimo. Non so perché la volevo trovare. Già iniziavo a sentirmi depresso. Forse il mio cervello pensava che Meloée potesse essere la soluzione alla mia tristezza. La incontrai dopo due giorni di ricerca, per caso per strada. Lei non mi riconobbe. La chiamai. Lei non mi riconobbe. Si girò. Mi guardo. Mi guardo fisso negli occhi eppure non mi riconobbe. In quel momento, si proprio in quel preciso momento ho sentito che davvero qualcosa nella mia vita era davvero cambiata ero davvero diverso. 

Ed ora so cosa è cambiato. Non il mondo. Non il parere dei dottori. Non il parere della medicina e della psicologia. Sono cambiato io. Non mi manca la pelle che mi fa sentire amato. Non mi mancano le emozioni. Non mi mancano i sogni.

Mi manca un corpo in cui non sentirmi un mostro.

   
 
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