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Autore: YukiWhite97    23/04/2016    1 recensioni
Tadashi Hamada ha sempre avuto una vita a dir poco particolare: ha affrontato tante cose, conosciuto le più strane delle persone, ha perfino sposato il proprio fratello Hiro, di cui si è innamorato.
I racconti riguardo la sua straordinaria vita sono ciò che più lo rende orgoglioso, peccato che sua figlia non sia dello stesso pensiero, dopotutto è ormai un'adulta e non ha tempo di pensare alle favole.
Ma quei racconti saranno solo finzione o ci sarà qualcosa di reale?
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Piccola fanfiction, ovviamente Hidashi, con accenni Mpreg e in cui troverete due pg della mia precedente storia "Seme d'amore, fiore di gioia", ma ovviamente può essere letta da tutti.
Se avete visto il film "Big Fish - storie di una vita incredibile" avete già capito tutto. Se invece non l'avete visto, spero di sorprendervi ;)
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Hiro Hamada, Nuovo personaggio, Tadashi Hamada, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Incest, Mpreg
Capitoli:
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Ora tutto tornava. Ecco spiegata quella sensazione di familiarità che aveva provato nel vederlo. Quel ragazzo, quello di cui si era innamorato e che voleva sposare, non era altro che il fratello che stava cercando!
Tadashi era indietreggiato, sconvolto. Subito dopo aveva preso quella fotografia che si era portato dietro, quella che ritraeva un Hiro di quattro anni circa. Non avrebbe potuto riconoscerlo in ogni caso, la persona che aveva visto era completamente diversa.
Si portò le mani sulla testa. Non era sconvolto tanto per il fatto i aver lavorato praticamente per tre anni inutilmente, neanche il fatto di aver ritrovato suo fratello, ciò che lo sconvolgeva era la consapevolezza di essere caduto vittima di un amore impossibile. Non poteva amare il sangue del suo sangue, erano cose che non andavano fatte. Eppure era successo, quasi accidentalmente, era certo che se avesse saputo in tempo lui chi fosse, non se ne sarebbe innamorato..
Anzi, non era più tanto sicuro neanche di questo.
"Hi-Hiro Hamada? - sussurrò - Mi stai dicendo che il ragazzo che amo è mio fratello?!"
"Tuo fratello? Ah, siete fratelli, non l'avrei mai detto" - scherzò Wasabi.
"Non c'è niente da ridere! - esclamò nervoso - ti rendi conto? Mi sono innamorato della persona sbagliata, io non posso amarlo, non devo!"
"Beh, ma lo stai già facendo! - gli fece notare - ascolta amico, sarà sbagliato quanto vuoi, ma oramai è fatta, e dopo tutti questi sforzi sarebbe da stupidi tirarsi indietro"
"Ma come faccio ad andare da lui? Cosa devo dirgli "Hey ciao, tu non mi conosci, ma io sono tuo fratello e mi sono innamorato di te"?"
"Sì! - esclamò Wasabi - è esattamente quello che devi dirgli! Ho avuto modo di conoscerti in questi anni, non sarà di certo la vostra parentela a fermarti"
Tadashi assottigliò lo sguardo. Era certo che il sapere del vero legame che lo collegava  all'amore della sua vita, non l'aveva distorto dal proprio sentimento. Era una pazzia, forse anche in parte pericolosa, ma se lui ed Hiro si erano incontrati in quel modo, doveva essere un segno del destino.
"Dov'è che posso trovarlo?" - domandò.
"All'istituto privato di Howord, ma ti consiglio di sbrigarti, il trimestre è quasi finito!" - lo incoraggiò.
"D'accordo - sospirò - non posso credere che lo sto facendo, ma vado! Grazie di tutto Wasabi!"
"Buona fortuna amico!" - esclamò salutandolo con la mano.
Dopo aver salutato tutti ed aver lasciato il circo, egli prese tre treni per arrivare ad Howord. Con i pochi soldi che aveva da parte si comprò un abito un pò più formale, inoltre si sistemò i capelli, voleva fare una bella figura davanti al proprio fratello.Comprò anche un mazzo di asfodeli, certo Hiro era un adolescente e non una ragazza, ma magari gli avrebbe comunque fatto piacere.
Tutto impettito arrivò davanti la porta bianca dell'istituto privato, trattenendo il respiro. Non era certo su ciò che avrebbe dovuto dire, non era neanche sicuro che sarebbe stato in grado di parlare e di rivelare quei sentimenti poco consoni al loro rapporto fraterno.
Ma non ebbe tempo per pensarci.
Chi aveva aperto la porta era proprio Hiro. Quest'ultimo era cambiato dall'ultima volta che lo aveva visto, ora era un pò più grande e un pò più alto, ma il viso era sempre quello. Gli sorrise. Tadashi deglutì, e facendo per aprire bocca, tutte le parole si riversarono all'esterno senza che potesse fermarle.
"Ciao Hiro! - esclamò - probabilmente tu non sai chi sono, ma io sono tuo fratello maggiore, Tadashi! Sono partito da San Fransokyo con l'intento di cercarti, ed effettivamente non avrei mai pensato di poterti incontrare. Poi ti vidi quella volta al circo... e... beh... io mi ero innamorato di te! Sono ancora innamorato di te, nonostante so che non dovrei farlo, sento dalla prima volta che ti ho visto che sono destinato a sposarti! Ho passato gli ultimi tre anni a lavorare, sono stato usato come uomo cannone, mi sono anche rotto le osse due o tre volte, ma ne è valsa la pena! E so che tutto ciò è assurdo, ma ti prego non pensare che io sia pazzo, perchè questi sentimenti sono veri!"
Il più piccolo aveva ora spalancato gli occhi, nonostante non sembrasse troppo sorpreso.
"Quindi... sei tu Tadashi?" - domandò.
"Emh... sì - rispose confuso - tu... tu sapevi di me?"
"Sapevo di avere un fratello più grande, ma mia.. nostra madre non mi ha mai detto tu dove fossi e quindi non ho potuto cercarti. Sono... molto felice che tu sia qui"
Il più grande si sciolse al sorriso che in seguito gli rivolse, ma non capì, Hiro stava forse ignorando la sua dichiarazione?
"E che... che mi dici di quello che ti ho detto? Insomma, ti ho appena dichiarato il mio amore, un amore che va oltre quello fraterno!"
Il ragazzino abbassò lo sguardo.
"Beh... lo hai detto anche tu, noi non possiamo stare insieme in quel senso... e poi... io sono già fidanzato"
Tadashi ebbe quasi l'impressione di cadere a terra.
"Sei... già fidanzato?" - domandò.
"Sì... hai detto che vieni da San Fransokyo, vero? La mia ragazza è di lì, Gogo Tomago".
Quel nome, come non poterlo riconoscere! La stessa ragazza che conosceva sin da quando bambino e che lo aveva sempre detestato! Ma perchè stava con suo fratello,e  soprattutto da quando?
"Ah - sussurrò- io... ecco... beh... felicitazioni, mi spiace di averti disturbato"
"Ma aspetta, tu rimani comunque... mio fratello!" - cercò di consolarlo. Tadashi gli sorrise debolmente, porgendogli il mazzo di asfodeli gialli. Dopodichè si voltò, prendendo a camminare verso chissà dove.
Hiro lo guardò, mordendosi le labbra.
"Povero Tadashi - sussurrò - mi dispiace"
Il destino ha un modo crudele di beffarti, dopo tante fatiche per lasciare San Fransokyo, mio fratello si era fidanzato proprio con una delle cittadine più stronze. Ci sono delle volte in cui un uomo deve accettare la sconfitta, quando la nave è salpata solo un matto può continuare ad insistere,  ma la verità è che io sono sempre stato un matto.
Il ragazzo difatti, immediatamente dopo corse indietro, esclamando a piena voce.
"Hiro Hamada! Io Ti amo e sicuramente ti sposerò!"
Hiro, dal canto suo, si era affacciato alla finestra, attratto da quelle voci. Dovette ammettere che quelle attenzioni gli facevano paicere, nonostante sapesse che non avrebbe dovuto essere così. Ciò che invece non sapeva, era che il suo particolare fratello avrebbe fatto davvero di tutto per cercare di convincerlo.
Una volta, mentre il più piccolo si trovava a lezione, con la testa sempre piena di pensieri a causa di quell'incontro che lo aveva un pò sconvolto, sul proiettatore su cui l'insegnante stava spiegando qualcosa, era apparsa in bella vista la scritta "Hiro Hamada ti amo". Questa cosa lo aveva messo parecchio in imbarazzo, ma allo stesso tempo non aveva potuto fare a meno di sorridere. La seconda volta invece, mentre tornava a casa con degli amici, quest'ultimi gli fecero notare che vi fosse qualcosa di strano nel cielo: ed infatti, un aeroplano aveva appena formato una scritta con il vapore, anzi più precisamente un cuore in cui all'interno vi era scritto "Io amo Hiro". Anche questa cosa lo aveva profondamente lusingato, nonostante la stranezza.
Ma il gesto più eclatante, fu quando il ragazzo, svegliandosi una mattina, aprì la finestra della propria camera, ritrovandosi dinnanzi un panorama decisamente diverso dal solito: un vero e proprio tappeto di asfodeli che coprivano tutto il perimetro del giardino. E ovviamente, Tadashi era lì.
Immediatamente scese le scale e uscì, andandogli incontro sorridendo.
"Asfodeli!" - esclamò.
"Sono i tuoi fiori preferiti" - disse sorridendo.
"Come hai fatto a trovarne tanti?"
"Ho chiamato tutti i fiorai di tutti i cinque stati. Ho detto loro che era l'unico modo per farmi sposare da mio fratello"
"Tadashi - sussurrò - neanche mi conosci"
"Ho il resto della vita per farlo". Hiro gli sorrise, con gli occhi completamente lucidi.
Una voce li fece ad un tratto trasalire.
"Hiro!"
"Oh! - sussultò egli, vedendo una ragazza andare loro incontro - è Gogo, non farle del male!"
"No figurati, non picchio le donne" - lo rassicurò.
"Tadashi Hamada! - esclamò ella - cos'è questa storia, sei completamente impazzito?! Hiro è tuo fratello, ed è il mio fidanzato"
"Beh, mi spiace, non pensavo lui appartenesse a qualcuno" - disse con aria di sfida. A quel punto Gogo gli lanciò un pugno dritto in faccia, facendo sussultare il più piccolo dei due.
"Che ti prende? - fece spintonandolo - non hai il coraggio di batterti?"
"Io non picchio le donne" - ripetè un pò stordito. Furiosa, la ragazza gli si gettò addosso, nonostante le apparenze era incredibilmente forte e i suoi pugni facevano un male terribile.
Mentre io venivo picchiato a sangue, fu Gogo quella che ricevette poi la sua sconfitta. Tutta quella forsennata attività fisica aveva accentuato un suo congenito difetto alla valvola cardiaca, in poche parole, morì qualche anno dopo.
"Gogo, fermati! - esclamò Hiro invano - ti ho detto fermati! Gogo! Io non voglio più stare con te!"
La ragazza si soffermò a guardarlo, rimanendo con il pugno chiuso a mezz'aria.
"Cosa?! Non vuoi? E con chi vorresti stare? Con questo qui?!"
"Beh, è mio fratello e neanche lo conosco, ma lo preferisco a te. Adesso vattene!"
Tadashi, con il naso rotto che sanguinava e parte dei denti rotti, sorrise in modo irritante, tanto che Gogo fu costretta a lanciargli un altro pugno prima di spintonarlo a terra. Quando ella se ne fu andata, Hiro si inginocchiò accanto al fratello, il quale gli sorrise. Il più piccolo ricambiò il gesto, non potendo credere di stare provando quelle emozioni.
E fu così che io ed Hiro ci impegnammo per convolare a nozze...

                                                                                                                                             ***
"Ma nonno, hai detto che il vostro non è stato un vero matrimonio!" - esclamò il bambino.
"Infatti è così - rispose bevendo un sorso d'acqua - due fratelli non possono sposarsi, la nostra intenzione era quella di fare una cerimonia simile al matrimonio che ci avrebbe unito spiritualmente, anche se per la chiesa e per lo stato avremmo continuato ad essere semplicemente due fratelli. Il vero problema è che vi fu poi una complicazione..."
Eichi era certo che si sarebbe addormentato in piedi, poichè la conversazione stava tirando per le lunghe. Non immaginava che Hiashi, non avendo trovato il marito e il figlio nei rispettivi letti, si fosse alzata. Ella aveva udito delle voci provenire nella camera da letto del padre, e dopo aver visto Eichi, gli era andato incontro.
"Eichi! - lo chiamò - si può sapere cosa stai facendo? E dov'è Tadashi?"
"Ssssh - la zittì - lui e tuo padre stanno parlando"
"Cosa? A quest'ora? Aah, fammi entrare, non voglio che gli riempia la testa di sciocchezze!"
"Ah, lascia fare! - fece frenandola - dovresti ascoltare anche tu, sai". La ragazza gli lanciò un'occhiataccia, tendendo poi però le orecchie e ascoltando i due.
"Nonno, hai ancora sete?" - domandò il piccolo vedendo come il più grande si stesse riempiendo un'altro bicchiere.
"In verità io ho sempre avuto sete - rispose - una volta, quando avevo undici anni.."
"Mi stavi parlando del matrimonio!" - esclamò.
"Ci stavo arrivando da un'altro giro. Molti raccontano le loro storie in modo diretto, cosa che è più facile ma anche più noiosa"
"A me piacciono le tue storie!" - esclamò.
"A me piaci tu - fece scompigliandogli i capelli - stavo dicendo. Lavorando in un circo ovviamente non avevo un indirizzo fisso, e dopo tre anni vi era un sacco di posta arretrata..."
 

                                                                                                                                   ***
Nei seguenti giorni che passai in ospedale riuscirono a rintracciarmi, e mentre il mio cuore apparteneva a Hiro, il resto di me apparteneva all'esercito giapponese.
I due fratelli/amanti avevano trascorso quei giorni nella più totale tranquillità, quasi come se si conoscessero da sempre.Quella mattina un'infermiera consegnò la porta, e Tadashi si sorprese molto nel vedere che vi fosse una lettera per lui.
Quella lettera altro non era che l'obbligo di leva.
"Accidenti" - sospirò.
"Cosa c'è?" - domandò Hiro. Il più grande gli passò il foglio, e dopo che il più piccolo ebbe letto, alzò lo sguardo.
"Ma... devi andare per forza? Ci siamo appena ritrovati e..."
"Devo andare per forza - sussurrò portandogli una mano sulla spalla - devi stare tranquillo Hiro, tornerò, fidati di me"
Hiro aveva annuito debolmente, e con tristezza si era avvicinato alle sue labbra, donandogli un bacio.
A quei tempi il servizio di leva durava intorni ai tre anni, e avendo aspettato tre anni per incontrare Hiro, sapevo che non sarei riuscito a stare tutto questo tempo senza di lui, così mi gettavo in tutte le missioni più pericolose, nella speranza di abbassare l'obbligo militare a meno di un anno. Quando mi offrirono la possibilità di partecipare ad una missione segreta per rubare i progetti nucleo sperimentali di Shangai, non mi tirai indietro, pronto a servire la mia patria"
Avrebbe dovuto gettarsi da un aereo in piena notte, verso Shangai, ma Tadashi non ci aveva pensato due volte, e senza paura si era gettato con il paracadute, seguito dai suoi compagni.
Il progetto si trovava nascosto all'interno della base militare dove quella sera, l'esercito cinese si stava godendo un pò di intrattenimento. Dopo che il ventriloquo fu trascinato via a forza , fu il turno della vera star della serata, le sorelle Lemon. Honey e Strawberry erano gemelle siamesi unite dal bacino, ma nonostante questo erano incredibilmente sensuali e molto gradite al pubblico. Indossavano spesso abiti scollati e fosforescenti, e ciò in cui si esibivano era il canto, canzoni in cinese, nonostante loro non fossero per niente asiatiche. Mentre lo spettacolo andava avanti, Tadashi ebbe l'occasione di insinuarsi dentro la base, ma non avendo idea di dove si trovasse precisamente aveva preso a cercare il progetto da tutte le parti. Se solo avesse saputo che quello era il camerino delle due sorelle allora sarebbe stato più attento!
L'esibizione infatti finì presto, e quando Tadashi avvertì che qualcuno sesse arrivando, si sbrigò a nascondersi dentro l'armadio. Dall'esterno poteva udire due voci femminile che parlavano in cinese.
"Insomma! - esclamò Strawberry - hai stonato sull'ultima nota Honey, che figura!"
"Uffa, ma io non centro niente! - rispose Honey - e poi la brutta figura la fai da sola visto questo vestito orribile!"
"Ah,e  così io scelgo vestiti orribili? Va bene, allora apri l'armadio e scegli un pò tu!". Quando le due fecero ciò e si ritrovarono davanti quello straniero, squittirono dalla paura.
"Chi diavolo sei tu?!" - esclamò Strawberry.
"Non vi farò del male!" - rispose, grato di aver imparato a suo tempo il cinese.
"Questo è sicuro, guardia!" -urlò di nuovo. Una guardia fece ad un tratto la sua comparsa, ma Honey tappò prontamente la bocca alla sorella.
"Dì ai tuoi uomini di non disturbarci e chiudi quella tenda!" - esclamò.
"Vi prego- sussurrò il ragazzo - mi serve i vostro aiuto"
"Cosa ti fa credere che ti aiuteremo?" - domandò la più severa delle due.  Tadashi sorrise, mostrando alle due una foto del fratello.
Per quasi un ora parlai del mio amore per Hiro, raccontando delle peripezie che avevo affrontato per arrivare fin lì. E ancora una volta il mio amore fu la mia salvezza, era destinato ad esserlo. Io e le sorelle Lemon architettammo un semplice piano per scappare, servendoci di una baleniera fino alla Russia, una zattera fino a Cuba, un canotto fino a Miami, per poi ritornare in Giappone. Dovevamo insomma fare il giro del mondo e sapevamo sarebbe stato pericoloso.
"Ma se veniamo con te.. che ne sarà del nostro lavoro?" - domandò Honey.
"Vi trovo un ingaggio, conosco l'uomo di spettacolo più importante del mondo!" - rispose lui.  Entusiaste, le due sorelle accettarono immediatamente.
Fu così che io e le gemelle iniziammo un faticoso viaggio attraverso il mondo. Purtroppo non c'era modo di mandare messaggi e così l'esercito mi ritenne morto.
Una lettera arrivò infatti a casa di Hiro. Quest'ultimo l'aveva appena aperto dalla cassetta delle lettere ,e dopo aver letto il contenuto si era accasciato a tera: Tadashi era stato dichiarato morto, ma non poteva essere vero. Gli aveva promesso che sarebbe tornato, si era fidato di lui, come aveva potuto lasciarsi morire così facilmente? Immediatamente dopo incolpò se stesso, per non averlo fermato quanto avrebbe potuto. Si era davvero illuso di poter trascorrere il resto della sua vita con lui, dopo che si erano ritrovati, ed invece adesso tutto era crollato. Le lacrime presero a scorrere imperterrite e copiose.
"No..! - esclamò portandosi le mani sul viso -  no.. mio Dio, Tadashi no!"
Dopo quattro mesi Hiro aveva superato gli incubi peggiori. Quando il telefono squillava non pensava più fossi io, e quando passava una macchina non si affacciava più a vedere.
Quella mattina, una mattina uguale a tutte le altre in realtà, il ragazzo si ritrovava a stendere i propri vestiti. Era stato un periodo terribile, continuava ancora ad esserlo, non era neanche sicuro di aver superato lo stress. Certe volte gli capitava di vedere la sagoma di suo fratello, ma subito dopo doveva ricordarsi che lui oramai non esistesse più, ed ogni volta il dolore diveniva insopportabile. Mentre era voltato, qualcuno scostò il lenzuolo bianco e  profumato di gelsomino, cosa che fece voltare Hiro. Davanti a lui, vi era proprio la figura di Tadashi, sano e slavo con addosso la sua divisa.
Hiro sussultò, portandosi le mani sul viso, avendo quasi paura che quella potesse essere solo una visione.
"Ta-Tadashi - sussurrò - ma tu... tu.. eri morto..."
"Non sono mai stato più vivo di cosi" - disse andandogli incontro accarezzandogli il viso.
L'altro chinò lo sguardo, poggiando una mano sul suo cuore, e iniziando a piangere in modo sommesso.
"Stupido.. temevo di averi perso per sempre.." - gemette.
"Mi spiace Hiro... non ti lascerò mai più" - sussurrò stringendolo tra le braccia e donandogli poi un bacio che suggellò la sua promessa.
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Angolo mio
Scrivo tanto che oramai i pg me li sogno anche la notte... no, non è un bene se quest'ultimi mi fanno piangere T_T Adoro questo capitolo... dove c'è amore e guerra ci sono io, per cui u.u Ma l'importante è che Hiro e Tadashi stiano finalmente insieme :D
Al prossimo capitolo che ahimè sarà il penultimo D:


   
 
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