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Autore: SpecialKlaine    23/04/2016    1 recensioni
Phil era un Deos Amoris, che si traduceva in 'dei dell'amore', ma Phil pensava che fosse molto pretenzioso. Alcune persone facevano l'errore di chiamare tutta la sua specie 'Cupidi', e non era giusto nemmeno quello. Il più famoso di loro si chiamava Cupido; sarebbe stato come chiamare tutte le persone che lavoravano in un negozio 'Stephen' perché il capo si chiamava così.
[Traduzione]
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dan Howell, Phil Lester
Note: AU, Lemon, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Give Me Love - 11 Disclaimers: I personaggi non ci appartengono e il testo è proprietà di - notanotherphanfictionblog -, l'autrice a cui abbiamo chiesto il consenso di tradurre e ripubblicare qui la fanfiction.











Give me love

XI Capitolo

| capitolo originale |


Dopo il crollo di Phil, i due tornarono a come erano prima, passando più tempo possibile insieme. Phil al momento era immerso in una sorta di foschia, sapeva ancora che quello che stava facendo era sbagliato, ma non gli importava davvero. Tutto quello a cui pensava era il fatto di essere innamorato di Dan, e che Dan ricambiava.

Aveva passato la sua lunga vita convinto di non poter provare quello che provavano gli umani, non sapendo cosa fossero la tristezza, la felicità o l'amore. Ma adesso tutto ciò era cambiato, e in un breve lasso di tempo aveva provato tutti questi sentimenti e tanti altri con un'intensita abbagliante. Phil era sempre stato sicuro che la sua specie e gli umani fossero esseri molto differenti, ma adesso stava iniziando a realizzare che non lo erano poi così tanto.

Faceva sembrare tutto così inutile, anche il lavoro di Phil non sembrava affatto necessario- aveva pensato che gli umani potessero trovare l'amore anche da soli e che Phil fosse stato lì solo per affrettare le cose. Aveva sempre detto che tutto ciò che desiderava fosse essere felice, e aveva trovato la felicità sotto forma di riparo tra le braccia di Dan. Era la sensazione migliore del mondo, e decisamente non era ancora pronto a lasciarla andare.

"Credo che smetterò di andare all'uni per un po'" disse all'improvviso Dan una notte, mentre stavano accoccolati sotto una coperta, guardando un film del quale Phil non aveva capito la trama.

"Che intendi?"

"Non la sto... lasciando, solo che so che posso fare di meglio, e non ci sto provando al momento perchè non voglio. Ho bisogno di una pausa, mi prenderò un anno sabbatico e dopo ci tornerò." Dan stava annuendo mentre parlava, poi guardò Phil con gli occhi sbarrati e un'espressione quasi preoccupata, come se stesse aspettando la sua approvazione.

"Credo che sia una buona idea." disse Phil con un sorriso, dando una pacca sul ginocchio di Dan, il quale sorrise e annuì nuovamente, con più convinzione questa volta.

"Mi sembra di non aver visto abbastanza del mondo per scegliere cosa voglio decidere di fare per il resto della mia vita. Prima viaggerò in tanti posti, e scoprirò tante cose, poi mi concentrerò sulla mia carriera. E' come hai detto tu, sarò giovane solo per poco tempo, devo farne buon uso." Dan stava ancora sorridendo, gli occhi persi mentre guardava il soffitto e pensava a tutte le opportunità e le cose che poteva fare invece di andare all'università. Per la prima volta da quando Phil l'aveva incontrato sembrava speranzoso, e ciò rendeva Phil inspiegabilmente felice.

"Hai ragione, puoi vedere tutti i posti che vuoi, viaggiare per il mondo."

"Potresti unirti a me? Sarebbe molto meglio se ci fossi tu con me" Dan si girò per sorridere a Phil, con l'aria entusiasta, e Phil si sentì impallidire, mentre una morsa gli stringeva lo stomaco.

Non poteva restare con Dan per sempre, nemmeno per una frazione di tempo. Phil stava passando un sacco di tempo con Dan adesso, ma se lo stava godendo e contando i giorni per quando avrebbe dovuto andarsene, il che sarebbe stato presto. Sarebbe stato inviato in un'altra città da un giorno all'altro, e non aveva alcuna scelta a riguardo. Non poteva pensare a nulla di meglio che scappare via con Dan e mostrargli il mondo, ma non era la vita che poteva vivere, e questo lo feriva.

"Forse. Mi piacerebbe" rispose piano Phil con un debole sorriso. Dan si accigliò, sospettoso, ma lasciò stare per elencare emozionato tutti i posti che avrebbe voluto visitare, e con gioia Phil gli spiegò di rimando tutti i posti in cui era stato.

"Di tutti i posti che hai visitato, qual è il tuo preferito?" chiese Dan.

"Questo” rispose Phil senza pensarci un secondo. Dan sbuffò e alzò le sopracciglia.

"Mi stai prendendo per il culo, questo posto fa cagare. Cosa lo rende così speciale?"

"E' così... umano. Così affollato e sempre in movimento e ci sono migliaia e migliaia di persone che corrono in giro tutto il tempo ma ognuna di quelle persone ha una vita propria, una propria storia. Mi piace questo posto più di tutto perchè se lo guardi da lontano è solo un'altra grande città grigia con dei grandi edifici grigi e persone grigie, ma se guardi da vicino, c'è una storia diversa per ogni persona e ogni edificio, ovunque guardi c'è qualcosa di colorato." Phil sorrise tra se e se, e ripensò a tutti i bei posti che aveva visitato, quelli che avrebbe dovuto amare di più, ma sapeva che avrebbe sempre scelto questa città invece di quei posti.

"Mi piace perchè la vista dai tetti è la più bella che io avessi mai visto, e la amo ancora di più perchè ci vivi tu."

Dan nascose il viso nell'incavo del collo di Phil e premette un bacio sulla pelle sotto alla mascella.

"Cosa ho fatto per meritarti?" mormorò.

Phil lo circondò con le braccia e lo strinse a sè, esprimendo per la milionesima volta il desiderio di rimanere così per sempre, o almeno per più tempo di quanto gli fosse rimasto.

*

Phil sparì sempre più spesso per andare a lavoro, dato che non era sicuro dei casini in cui si sarebbe messo se non ci fosse proprio andato, e si sentiva ancora più in colpa, quindi lavorare qualche giorno a settimana lo faceva sentire un po' meglio. Spiegava il più vagamente possibile a Dan che doveva andare a lavoro prima di affrettarsi oltre la porta per evitare qualunque domanda - era davvero un pessimo bugiardo.

Camminò per le strade vuote, inspirando la fredda aria che gli fece dolere il naso, sperando di poter tornare al calore dell'accogliente appartamento di Dan.

Notò un gruppo che camminava sulla strada davanti a lui, e vide un ragazzo e una ragazza che si erano leggermente staccati dagli altri, per parlare tranquillamente l'uno con l'altro. Tennero le teste vicine, la mano della ragazza quasi a sfiorare quella del ragazzo, e Phil sbuffò quando il braccio del ragazzo circondò le spalle della ragazza, prima di esitare e cambiare idea, lasciandolo cadere.

Non riuscì a non sorridere tra se e se, notando ancora una volta le somiglianze tra lui e Dan e le coppie che univa. Gli dava ancora una sensazione spiacevole allo stomaco, ma era anche ugualmente incredulo di come qualcuno come lui potesse provare qualcosa di potente come l'amore, e che quel qualcuno potesse ricambiarlo, specialmente qualcuno di meraviglioso quanto Dan.

Posizionò attentamente la freccia sull'arco, dirigendola verso il ragazzo e la ragazzo e tirando delicatamente la corda finchè non iniziò a tremare per la tensione. Phil prese un respiro profondo, prendendo la mira, ed espirò mentre la freccia attraversò con un sibilo l'aria, tagliando il freddo e colpendo il ragazzo dritto nella schiena. La freccia lo attraversò, e Phil riuscì a vedere la punta attraverso la parte sinistra del suo petto prima che sparisse in una piccola nuvola di polvere dorata.

In quel momento, qualcuno urlò, e Phil si girò verso la sua sinistra per vedere Dan in piedi ad un metro da lui. Il suo viso era pallido e le mani gli coprivano la bocca mentre fissava con gli occhi sbarrati Phil.

Il gruppo di persone si girò per guardare Dan, che ricambiò lo sguardo, gli occhi che passavano freneticamente il corpo del ragazzo alla ricerca di qualche ferita, aspettandosi di vederlo cadere per terra a causa della freccia che gli aveva attraversato il cuore.

Phil era assolutamente sconvolto. Guardò le persone, e realizzò che non riuscivano a vederlo, solo Dan poteva. Perchè Dan lo stava guardando quando Phil era sicuro di non poter essere visto da nessuno in quel momento?

"Che cosa hai fatto?" chiese Dan con la voce spezzata. Stava visibilmente tremando, lo sguardo che saettava dal ragazzo al quale Phil aveva saettato a Phil, poi all'arco che Phil teneva in mano e le frecce sulla sua schiena.

Phil mise un dito sulle labbra, cercando di dire a Dan di zittirsi mentre si avvicinava a lui, ma Dan si allontanò, terrorizzato.

"Cosa cazzo è appena successo? Hai cercato di ucciderlo? L'hai mancato?" con ogni passo che Phil faceva verso Dan, Dan ne faceva altri tre all'indietro, le mani tese di fronte a lui.

Phil alzò lo sguardo verso il gruppo dall'altra parte della strada, che stava guardando Dan come se fosse pazzo, borbottando sottovoce tra di loro e guardandolo preoccupati. Phil però notò che il ragazzo e la ragazza che aveva appena accoppiato si stavano coccolando, il ragazzo aveva il braccio intorno alla vita della ragazza, e la ragazza aveva il viso mezzo nascosto nella maglia del ragazzo, appoggiandosi a lui.

Nonostante tutto, Phil sbuffò e fece un sorrisino.

"Io non manco mai" rispose, il che era probabilmente una pessima risposta, dato che Dan sembrava sul punto di vomitare o svenire, o entrambi.

"Dan ascolta, ti spiegherò tutto giuro, ma adesso sembra che tu stia urlando al vuoto, quelle persone non possono vedermi o sentirmi."

Dan chiuse la bocca, girandosi per guardare il gruppetto, che distolse velocemente lo sguardo, facendo finta di non star fissando il pazzoide che stava litigando con se stesso.

"Giuro che non ti farò del male, dammi la possibilità di spiegare da qualche parte che non sia nel bel mezzo della strada"

Dan si fermò, lanciando un'occhiata a Phil, poi annuì esitante, girando sui tacchi e iniziando a camminare. Phil si affrettò a raggiungerlo, mantenendo leggermente le distanze, dato che Dan sembrava assolutamente terrorizzato.

Tornarono a casa di Dan, e nel momento in cui entrambi erano alla porta il castano si girò vero Phil con una smorfia.

"Faresti meglio ad iniziare a spiegare molto in fretta, perchè giuro di averti appena visto sparare a qualcuno con arco e frecce, ma nessun altro sembra averlo notato."

"E' complicato. Ma prima cosa, decisamente non uccido le persone, e secondo, non dovevi nemmeno scoprire di tutto ciò- aspetta, mi stavi seguendo?"

Dan iniziò ad arrossire, e abbassò lo sguardo verso i suoi piedi.

"Eri tutto riservato, volevo-"

Rialzò la testa di scatto e riprese a guardarlo sospettoso.

"-non è questo il punto, perchè spari alla gente?" Dan si passò le mani sulla faccia e nei caplli, prendendo un respiro profondo. Sembrava assolutamente sconvolto, stava ancora tremando ed era pallido. Si appoggiò contro il muro, guardando Phil con gli occhi sbarrati.

Phil si sentì frastornato, Dan aveva paura di lui, e questo gli faceva male. Dan non doveva sapere, neanche una volta che fosse partito, Phil avva iniziato a creare bugie da dirgli il giorno in cui l'avrebbe lasciato così Dan non avrebbe mai dovuto aver a che fare con il suo segreto, mai avrebbe dovuto pensare che Phil non potesse essere umano.

Per quando Phil cercasse di ignorare la cosa, sapeva che era sbagliato perchè lui non era umano, non doveva nemmeno interagirci, figuriamoci innamorarsi di uno di loro. Non era solo un problema per Phil, perchè sapeva che Dan l'avrebbe visto in un altro modo se l'avesse scoperto, era ovvio. Gli umani non credevano in nulla al di fuori di loro stessi, negavano ogni essere mistico con convinzione, oppure lo parodiavano con un fascino infantile, perchè il pensiero di qualcosa di altro nel loro mondo del quale non sapessero nulla li spaventava a morte.

"Non so dove iniziare." mormorò Phil, nascondendosi il viso tra le mani.

"Perchè hai sparato a quel ragazzo se non per ucciderlo?" chiese piano Dan, come se fosse spaventato dalla risposta.

"E-era per accoppiarlo." emise un verso di frustrazione e si strofinò gli occhi con le mani, non voleva affatto fare tutto questo.

"Cosa dovrebbe significare?" la voce di Dan era tesa, Phil sapeva che odiava quando non riusciva a capire le cose, lo faceva impazzire.

"Posso fartelo vedere? Potrebbe essere più... facile."

Dan sembrava scettico. Lo guardò con un sopracciglio alzato e Phil ricambiò con uno sguardo implorante, torcendosi le mani.

Dan annuì lentamente, e Phil uscì fuori dall'appartamento, sentendo i suoi passi esitanti dietro di lui

*

"Devi fare piano, perchè loro possono vedere te, ma non possono vedere me." sussurrò Phil.

Lui e Dan erano seduti su un muretto, le gambe che dondolavano. Phil si era seduto accanto a Dan, e il fatto di essere stato scostato, per lasciare più spazio tra di loro, gli aveva fatto male al cuore.

"Già, perchè sei invisibile per tutti, giusto? E' una cosa permanente- oh mio dio ma quindi le persono non riescono mai a vederti? Perchè se è così deve essere stato così strano baciarti per strada e-"

Phil alzò le mani per fermarlo e scosse la testa.

"Non è una cosa permanente, le persone non possono vedermi quando lo decido io, quindi solo quando sto lavorando. Non sono sicuro del perchè tu riesca ancora a vedermi adesso."

Dan grugnì in risposta, sospirando sollevato. Sembrava ancora scosso, ma molto meno spaventato di prima.

Rimasero seduti in silenzio, gli occhi di Phil perlustravano la strada in cerca di una coppia da unire. Riusciva a sentire Dan vicino a lui, che continuava a guardarlo e aprire la bocca per fare domande, prima di chiuderla di nuovo e accigliarsi, guardando l'asfalto.

Una coppia attraversò la strada davanti a dove stavano seduti, e Phil li osservò attentamente, scosse Dan e li puntò senza dire nulla, e Dan lo guardò confuso.

La coppia erano un uomo e una donna, l'uomo aveva le mani nelle taschè e continuava a lanciare occhiate alla ragazza con un sorriso intenerito, e quella stava arrossendo violentemente, la mano a coprire la bocca mentre ridacchiava ai complimenti sussurrati dell'altro. Phil li guardò per un po', e decise che erano una buona coppia da unire. Tirò lentamente fuori una freccia dalla sua faretra, posizionandola sull'arco e cercando di ignorare Dan, che lo stava fissando a bocca aperta.

Dopo aver puntato, Phil tirò, sentendo il tonfo mentre quella trapassava il petto della donna. Dan sussultò quando vide la donna fermarsi di colpo, mentre l'uomo la sorreggeva dal gomito. Lei si girò verso di lui, alzandosi sulla punta dei piedi cosicchè i loro nasi di sfiorassero. L'uomo le appoggiò una mano sulla guancia e la ragazza circondò la sua vita con le braccia, sorridendo mentre si avvicinava per baciarlo.

Phil guardò Dan, che stava fissando la coppia corrucciato. Spostò lo sguardo verso di lui, poi di nuovo verso la coppia, sempre più turbato.

"Sei tipo Cupido o qualcosa del genere?"

Phil non riuscì a trattenersi dall'alzare gli occhi al cielo e sospirare.

"No" rispose scanco. "Cupido è uno come me, si è solo preso tutta la fama."

"Aspetta, quindi è una cosa che succede davvero? Ci sono persone che vanno in giro a sparare agli altri con le frecce per farli innamorare? E tu sei uno di loro?"

Phil annuì.

"Oh signore" grugnì Dan, strofinandosi gli occhi e poi alzandoli verso il cielo.

Rimasero seduti in silenzio, Phil a giocherellare nervosamente con le dita, Dan a fissare le stelle, cercando di regolare i respiri agitati.

"Sei umano almeno?" chiese piano Dan, come se sapesse già la risposta.

Dan abbassò lo sguardo verso Phil, il quale scosse la testa, tenendo gli occhi fissi sulla strada.

"Mi dispiace."

Dan annuì e basta, saltando giù dal muretto, camminando velocemente per la strada. Phil riusciva ancora a sentirne il respiro irregolare mentre si allontanava con le spalle incurvate e le mani strette a pugno.

Abbassò la testa con un sospiro e affondò il volto tra le mani. Iniziò a piangere, singhiozzando così forte che gli fecero male i polmoni e dovette ansimare a fatica in cerca di aria.

Phil era una persona terribile, egoista, ed era stato così stupido da pensare di poter essere più del patetico, inutile, angelo spezzato che era.

   
 
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