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Autore: Stray_Ashes    23/04/2016    1 recensioni
[Traduzione] - [Priest!Gerard] - [Frerard]
"«Gerard pensa che io abbia delle stigmate*» disse Frank, perché tanto, dannazione, le cose non potevano andare peggio di così. Aveva bisogno di liberarsi di quel peso.
«Oh, beh...» rispose Brian, il viso fra le mani. «Naturalmente» "
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Lavoro originale di Bexless, la mia è una traduzione. Personalmente, ho amato la serie di Unholyverse, quindi davvero, ve la consiglio anche in inglese; io, intanto, mi svago provando ad allenarmi traducendola. La storia ha diversi elementi legati alla religione, ai demoni e l'esorcismo, ma credo che meriti veramente molto comunque.
E poi, Gerard versione prete, ha un fascino tutto suo.
Genere: Avventura, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way, Mikey Way, Un po' tutti | Coppie: Frank/Gerard
Note: AU, Lime, Traduzione | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Chiedo venia infinita per il ritardo secolare.
E per il capitolo un po' cortino...

 


9. Saving People




«D’accordo,» borbottò Mikey. «D’accordo, chiamerò la ragazza».

Tutti sobbalzarono quando Brian sbatté i pugni sul tavolo, sollevandoli poi per aria, oltre la propria testa. «SI’!»

Tutti presero a fissarlo, allibiti. Brian si schiarì la gola: «Scusate,» disse, con aria improvvisamente mortificata, «E’ che sono così fottutamente sollevato... Oh, Gesù Cristo, cazzo, grazie Dio…»

«Uhm,» fece Ray, sbarrando gli occhi e prendendo a fare gesti alla “smettila adesso”. «Ixnay con l’asphemy-blay»(/ndt: uhm, è tipo un mescolio tra latino e,oserei dire, inglese. In ogni caso, sta come “piantala con le bestemmie”)

Bob roteò gli occhi. «Sono piuttosto sicuro che il Padre lo conosca il latino, Toro.»

«Esatto» affermò Mikey, orgogliosamente.

Brian parve d’un tratto imbarazzato. «Chiedo scusa, Padre»

«Absit iniuria verbis» rispose cordiale Gerard. «Magnum frates spectat te*» disse poi, voltandosi verso di Mikey, deciso.
«Ma per l’amor del cielo…» brontolò Mikey, tirando fuori il telefono.

Frank intanto si limitava a guardare il tutto dal suo letto, dove Brian aveva insistito stesse fino a nuovo ordine. Si chiese pigramente se anche i Romani suonassero così sexy quando parlavano latino... poi ricordò che forse qualche Dio avrebbe potuto sentire quel pensiero, e tossicchiò ad alta voce come se questo potesse coprirne le prove.

Immediatamente Brian balzò su, precipitandosi al suo capezzale. «Stai bene? Vuoi dell’acqua?Qualcosa..?»

«Sto bene, Brian, quante volte te lo devo ripetere?» disse Frank, zittendolo con un gesto della mano. «La cosa più importante è che Haywood le palle se le è infettate da solo.»

Brian si sporse sul bordo del letto e toccò lievemente il polso di Frank, sopra le bendature. «Ti fa male?»

«No,» Frank scosse la testa, «E’ strano, vero?»

«Tutta questa storia è strana,» confermò Brian, con convinzione. «Ma almeno non finiremo in galera»

«Temo che una notte in cella me la passerò comunque, dopotutto» rispose, chiudendo gli occhi.

Le dita di Brian si mossero avanti e indietro, i polpastrelli che sfregavano piano contro la stoffa delle garze. Dolcemente, gli accarezzò il dorso della mano con il pollice. «Non sapevo che credessi in Dio.»

«E infatti non ci credo» Frank aprì gli occhi e osservò Brian, che continuava a fissargli i polsi. Il sangue aveva lentamente imbevuto il bendaggio, quel tanto che bastava a creare un perfetto cerchio rosso sopra al bianco intonso.

Brian si schiarì la gola. «Il Padre--»

«Amico, si chiama Gerard» lo riprese Frank, ma l’altro si limitò ad ignorarlo.

«Il Padre pensa che potrebbero davvero essere stigmate, Frank»

Frank spostò lo sguardo su Gerard, intento a gesticolare mentre spiegava qualcosa a Bob, che annuiva pensieroso. Ray invece sedeva da un lato, osservando Mikey alle prese con il telefono. «Tu che ne pensi?»

Lì per lì Brian non rispose. Sembrava molto agitato, notò Frank, come se qualcosa di davvero terribile stesse accadendo… e probabilmente era vero. Ma nonostante questo, stranamente Frank si sentiva in pace. Faceva strano pensare che solo un paio di giorni prima stava morendo dissanguato tra le braccia di Brian, insomma – quelle non erano cose che potevano capitare nella vita reale. Eppure…

Frank rigirò la mano e strinse piano il pollice a Brian. «Ehy, io sto bene»

«Già» Brian prese alcuni respiri profondi, lasciando il petto sollevarsi e ricadere lentamente. «Okay, senti – qualunque cosa succeda adesso, qualunque cosa sia tutto questo, qualunque cosa si rivelerà essere... io sono con te, okay?»

Frank gli strinse di nuovo le dita, insicuro su cosa rispondere. Brian aveva un cuore d’oro, davvero, ma in genere era un tipo da “fattene una ragione” e basta, più che uno da “ecco, lascia che ti misuri la febbre”, o quello che era. «Grazie»

Brian si limitò ad annuire.

«No, no» stava dicendo Gerard a Bob. «Ovviamente penso che anche le donne dovrebbero poter diventare preti, è ovvio che lo penso – quello che volevo dire, è che una persona potrebbe fare di più per cambiare un istituzione di quel tipo, ecco tutto»

Bob fece la sua solita faccia riflessiva. «Ma se tutti si rifiutassero di prendere i voti finché le cose non cambiano, allora non avrebbero altra scelta che canonizzarlo»

Gerard scosse la testa. «All’inizio lo pensavo anch’io, ma io davvero--»

«Bene,» lo interruppe Mikey, tornando vicino a loro e chiudendo di scatto il telefono. «Brian, le ho dato il tuo indirizzo email, manderà le foto anche a te».
Brian sollevò le braccia al cielo, vittorioso. «Halle-fucking-lujah!» ((/ndt: non ho avuto cuore di cambiarlo))

«E la ragazza?» chiese tagliente Gerard, incrociando le braccia sul petto.

Mikey roteò gli occhi. «Voleva solo essere sicura che Frank non avesse qualche sito sconcio o robaccia del genere. Non ha nessuna intenzione di saltarmi addosso di nuovo»
Gerard aggrottò le sopracciglia. «Perché no?»
«Oh, mio Dio, ‘sta zitto» sbottò Mikey, coprendosi gli occhi con le mani. «Guarda, l’ho chiamata, lei invierà le foto: il mio lavoro l’ho fatto».

«Grazie Mikey,» disse Frank.

Il ragazzo parve a disagio tutt’a un tratto. «E’ il minimo che potessi fare»

Frank agitò distrattamente la mano. «Come vuoi, ma è già tanto così»

«No, non lo è» insistette Mikey, per poi incrociare le braccia e abbassare lo sguardo verso il pavimento.

Cadde un silenzio imbarazzato, poi Brian lasciò qualche pacca sul ginocchio di Frank e si alzò in piedi. «Allora! Chi ha voglia di pulire del sangue nel bagno di Frank...?»

«Io,» esordì Bob, alzandosi immediatamente.

«Oh mio Dio, non vedo l’ora» disse Ray, scattando in piedi a sua volta.

Gerard si accigliò nuovamente, ancora accomodato sul divano. «Ma Mikey ha detto che l’avevate già pulito prima»

«Probabilmente ci servirà un altro paio di mani, Padre» disse invece Brian, muovendosi per guidare gli altri verso il bagno, e Gerard lanciò a Mikey un’occhiata confusa, decidendosi ad andandosene comunque dalla stanza.

«Ma è tutto pulito qui dentro» lo sentì dire Frank, e poi la porta si chiuse, coprendo tutto il resto.

Frank si girò e catturò lo sguardo di Mikey – si fissarono per qualche secondo, per poi scoppiare a ridere. «Ah, Mikey, tuo fratello...»

«Lo so,» ridacchiò lui, incurvandosi un poco. «Da ragazzi condividevamo la stessa camera, davvero... e una volta stavo cercando di fargli capire che doveva andarsene per lasciarmi solo con la mia ragazza, e lui invece è semplicemente rimasto lì a guardarmi. Fargli intendere cose di questo tipo è come gettare allusioni dentro un buco nero»

«Forse stava cercando di salvare la tua anima peccatrice,» suggerì Frank. «Sai, rapporti prematrimoniali, e quelle cazzate lì»

Mikey sbuffò, lasciandosi cadere su un angolo del letto. «Non credo proprio, sai? Gerard non pensava ad altro che al sesso prematrimoniale, quando era al liceo»

Frank sghignazzò. «Oh, se solo l’avessi conosciuto a quel tempo»

«Lo sapevo!» Mikey gli puntò addosso un lungo, secco dito accusatore. «Lo sapevo, che avevi una cotta per lui... Cristo, Frank»

«Okay, prima di tutto: chi cazzo dice ancora “avere una cotta” al giorno d’oggi?» Frank gli afferrò il dito e si spostò uella mano dal petto, ghignando per nascondere l’imbarazzo. «E stavo solo scherzando. Andiamo... è un prete»

«Già, lo è» mormorò Mikey, in un lungo sospiro sofferente. «E non è come quella volta, quando hai deciso che l’eterosessualità del ragazzo della caffetteria non era un ostacolo poi così grave, capito?»

«Dio!» esclamò Frank, costernato. «Lo so benissimo!»

«Esatto.»

Frank lo spinse giù dal letto. «Senti, puoi semplicemente scusart,i così che possa decidermi a dormire un po’?»

«Scusarmi per cosa?»

«Per cosa?! Per non avermi coperto le spalle quando Ray e Bob stavano mettendo su le loro piccole fantasie!»

«Mi avevi detto tu di non dire mai nulla a nessuno!»

«L’avevo detto prima!»

«Prima di cosa

«Prima di pensare che io stessi davvero diventando pazzo!» urlò Frank, lanciando le braccia per aria, irritato.

Mikey si limitò a fissarlo in silenzio. E Frank ricambiò immobile lo sguardo, per almeno una trentina di secondi. Fu una lunga sfida di sguardi, insomma, mentre la loro rabbia piano piano scemava.

Fu Mikey a rompere la situazione di stallo, roteando gli occhi. «Bene,» disse con voce annoiata. «Mi dispiace che l’ira di Dio ti stia rendendo uno stronzo»

«A me dispiace che tu non abbia un cuore, solo un cavità vuota nel petto e una fottuta pietra abbandonata lì dentro» replicò allora Frank, e ripresero a fissarsi in silenzio per un’altra manciata di secondi.

«Avete finito? Al Padre non piacciono i bagni»

«Si chiama Gerard!» urlarono in coro Frank e Mikey; quest’ultimo gettò all’altro un timido sorriso, e già da quel gesto Frank capì che tra loro non c’erano più rancori.

Non appena gli altri uscirono dal bagno, Brian cominciò a lamentarsi che dovevano tutti tornare al lavoro, il prima possibile. «Non voglio lasciarlo da solo,» disse a Mikey, ma alludendo a Frank, con un’espressione ansiosa. «Ma ho bisogno di chiamare gli avvocati, e Ray e Bob sono entrambi pieni di appuntamenti e--»

«Resterò io con lui» si propose Gerard, a Brian gli scosse la mano con gratitudine.

Frank roteò gli occhi. «Potete smetterla di parlare come se io non ci fossi?»

Bob si limitò a lasciargli dei colpetti sulla testa. «Come potremmo dimenticarci di te?»

«Cerca di non bucarti di nuovo mentre non ci siamo, okay?» aggiunse Ray, ironicamente, per poi toccare il gomito a Mikey. «Tu vuoi restare?»

«No, vengo con voi» Mikey sfiorò una delle gambe di Frank, ferma sotto la coperta. «Passerò di nuovo finito il lavoro, okay?»

«Okay» confermò Frank, agitando la mano per congedarli. «Adesso via, sciò»

Mikey abbracciò Gerard, seguendo poi gli altri fuori dalla porta. Quest’ultimo, quindi, afferrò una sedia e la posizionò accanto al letto di Frank, accavallò le gambe e allacciò le braccia attorno alle ginocchia. «Ray e Bob sono delle gran belle persone»

«Già, sono fantastici» si trovò d’accordo Frank, con un sorriso. «Ehy, riesci a passarmi una sigaretta?»

Gerard allungò la mano, chiudendola attorno al pacchetto, per poi fare un’espressione dubbiosa. «Sicuro che ti è concesso?»

«Non è una fatica fisica»

Il moro scrollò le spalle, accese una sigaretta e la allungò a Frank, parendo poi indeciso su qualcosa, ma Frank ne capì in fretta la raagione: «Prenditene pure una»

Gerard non se lo fece ripetere due volte, accendendola e inspirando felice. «Mmm... Grazie. Ho lasciato le mie in macchina»

«Insieme ai Cd con gli inni religiosi...?»

«Esatto,» sogghignò Gerard.

«E’ così strano pensare che tu sia un prete...» si lasciò sfuggire Frank, all’improvviso. «Sembri un ragazzo normale. Non posso credere che tu non l’abbia mai, uhm.. sai – fatto.»

Gerard lasciò uscire il fumo di lato, socchiudendo le labbra. «Non sono nato prete»

«Quindi almeno una volta hai fatto sesso,» chiarì Frank, ridacchiando quando Gerard roteò gli occhi. «E allora cosa, non ti è piaciuto?»

«Esiste qualcosa che può non piacere affatto?» Gerard fece scorrere la sigaretta su e giù tra le dita. «Nel diventare un prete c’è di più che l’essere celibe, Frank. Nessuno prende i Voti perché non vuole fare sesso»

«E tu perché li hai presi, allora?»

Gerard rimase in silenzio per alcuni lunghi attimi, abbastanza lunghi da far credere a Frank che non avrebbe mai davvero risposto. «Volevo salvare le persone.»

Frank scoppiò a ridere. «Non puoi star parlando sul serio...»

«La Chiesa mi ha salvato la vita,» spiegò Gerard, tranquillamente. «Ero un gran casino prima, Frankie, tanto che non ci crederesti nemmeno. Però poi ho trovato Dio, e Lui mia ha salvato. Improvvisamente, ho sentito uno scopo nella mia vita»

«Sembri uno uscito fuori da un documentario» constatò Frank, sbigottito. «Hai trovato Dio e lui ti ha salvato? Ma ti senti?»

L’altro strinse gli occhi. «Sei piuttosto scettico per essere uno che ha delle stigmate, lo sai?»

«Non sappiamo ancora che cos’ho,» lo corresse Frank. «E come sei finito a investigare su toast e... su di me, in ogni caso? Volevi salvare le persone, non dovresti essere allora in giro da qualche parte a, che ne so, predicare?»

«Avrei voluto» esclamò Gerard. «Avrei voluto entrare nel pastorale giovanile, sai, per aiutare i ragazzi a rischio o cose del genere. Era quella la mia meta. Ancora lo è»

«E allora perché non l’hai fatto?»

«Ma io l’ho fatto» Gerard aggrottò le sopracciglia, osservando distrattamente la sigaretta e mordicchiandosi un labbro. «L’ho fatto, e sono stato bene»

«Che è successo?»

Il giovane si accomodò meglio sulla sedia, sospirando pesantemente. «Ci provai davvero – i ragazzi mi chiedevano consigli, sai, e io gli dicevo ciò che pensavo fosse più giusto, ma non sempre le mie parole coincidevano con gli insegnamenti della Chiesa, e... beh, alcuni dei loro genitori non hanno gradito, poi l’ha scoperto il Vescovo, e non ha graditoper niente. Io però ero un idiota testardo che non accettava di farsi indietro, e quindi adesso fanno di tutto pur di tenermi a debita distanza dai ragazzi e giuro, Frank, che se adesso fai qualche battuta sui chierichetti ti recito tutti i salmi che so finché non ti sanguineranno le orecchie, e al diavolo i tuoi polsi.»

Frank sollevò innocentemente le mani. «Non ci stavo neppure pensando, giuro su Dio»

Gerard incrociò le braccia, in modo scorbutico. «Sarà meglio per te»

«Il punto è – capisco il voler aiutare le persone, e specialmente i ragazzi. Ma perché un prete? Perché non un assistente sociale, o un insegnante?»

Gerard parve confuso. «Beh, a volte sono entrambe le cose»

«Sì,» disse Frank, pazientemente. «Ma quei tipi di persone possono avere rapporti»

«Il voto alla castità in realtà non riguarda il sesso,» spiegò subito Gerard. «Se un prete avesse una famiglia, una compagna, dei bambini, questi sarebbero la sua priorità su tutto, giusto?» Frank annuì e Gerard continuò: «La priorità di un prete è l’essere al servizio di Dio, ecco perché»

Frank ci ragionò su. «Credo tu abbia ragione»

«In ogni caso, tu?» Gerard gesticolò verso il suo viso.  «Come sei diventato un piercer?»

«Sono stato Chiamato» rispose Frank, con solennità.

Questa volta fu Gerard ad alzare gli occhi al cielo. «Signore, dammi la forza» disse, con scherzosa drammaticità.

Frank ghignò. «E cosa dovrei dire, amico? Tu mi hai appena detto di essere stato scelto da Dio per salvare bambini, o quello che è. Io invece buco capezzoli.»

«Wuargh» grugnì Gerard, incrociando nuovamente le braccia.

«Non ti attira, l’idea?»                 

«E’ una cosa così strana...» disse, e fece una smorfia. «Mi terrorizza»

 «E’ anche piuttosto facile sbagliarlo, sai?» affermò Frank. «Se l’ago scivola e attraversa il capezzolo anziché passare sotto--»

«Smettila!» Gerard si buttò le mani davanti agli occhi, come se Frank avesse potuto piazzargli lo schifoso anellino incriminato sotto il naso. «Non posso sopportare piercing ai capezzoli, okay?»

«Quanto spesso è un problema per te?»

«Più spesso di quanto si possa pensare» borbottò trucemente Gerard.

Frank rise ancora di più, per poi darsi lentamente una calmata. «Non lo so, mi sono semplicemente sentito fatto apposta per quello. Sai, tipo, i piercing – e i tatuaggi, ma quelli sto ancora solo imparando a farli – sono cose che le persone decidono di farsi in occasioni speciali, come fosse un regalo a sé stessi. In questo modo ricorderanno sempre quando hanno passato l’esame, o preso la patente, ogni volta che si metteranno un orecchino, eccetera. E’ una cosa che mi piace, è forte»

«Quindi entrambi ci dedichiamo a qualcosa che fa sentire meglio gli altri,» sorrise Gerard. «Sai che i piercing e quel tipo di arte ci sono anche nella Bibbia?»

«Sul serio?»

«Oh sì. Infatti, il vitello d’oro, il falso idolo che ha tanto fatto infuriare Dio, era fatto di orecchini d’oro fusi. Oh, e c’è una parte relativa agli orecchini dei servi; bucavano loro le orecchie con quegli anelli per segnarli irrimediabilmente come propri schiavi»

«Gran bel modo di mettere in buona luce la modifica del corpo, Bibbia» borbottò Frank.

Gerard ridacchiò e scosse la testa. «A quel tempo le uniche persone con i buchi nelle orecchie erano schiavi e pagani. C’è anche una parte in cui uno dei servi di Abramo dona a Rebekah un anello per le narici» disse, per poi toccare il dorso della mano di Frank. «Ehy, hai per caso altri disegni vagamente religiosi?»

«Non che io sappia» Frank scrollò le spalle. «Comunque, se la modifica del corpo non lascia passare in Paradiso, direi che sono già piuttosto fottuto»

«Non credo che sia così»

 «Credi che a Gesù non interessi qualche segno d’inchiostro?»

«Io penso che torneremo a Lui così come siamo nati. D’altronde, siamo tutti segnati, Frank. Chi più visibilmente di altri, chi meno.»

Frank non seppe che ribattere. Non aveva mai incontrato una persona come Gerard, in grado di sputar semplicemente fuori frasi del genere; frasi potevano sì essere imbarazzanti, a volte, ma che gli facevano anche venir voglia di sedersi ai suoi piedi ed ascoltarlo per sempre.




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"Magnum frates spectat te"  = Grande Fratello ti sta guardando
  
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