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Autore: Arcieoctz    23/04/2016    0 recensioni
Pride era un humunculus e, come loro, non era stato creato per amare, forse è per questo che non si è mai affezionato a nessun'umana.
Ma un giorno, una bambina di dieci anni venuta dal Nord gli farà capire che anche lui ha un cuore... ma doveva prima fare i conti con il suo dannato Orgoglio!
Avviso: qui, Selim avrà dieci anni e i fatti narrati trovano luogo dopo l'incontro tra il "bambino" e gli Elrich. (per darvi un'idea del perché la storia sia un what-if)
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Envy, Nuovo personaggio, Pride, Un po' tutti, Wrath
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Pride era rimasto accasciato sul letto a pancia in giù, non aveva mangiato nulla a pranzo.

Quando la signora Bradley ritornò a casa da lavoro venne informata da uno dei servitori che le riferì: “Il signorino Selim non è sceso per pranzare, è chiuso nella sua stanza da quando è tornato.”.

La signora decise: “Ci penso io.”.

La donna salì le scale fino alla stanza del suo figlio adottivo, bussò alla porta e chiese il permesso di entrare.

Pride mugugnò qualcosa svogliatamente e si sforzò di mettersi seduto.

La signora Bradley entrò chiudendosi dietro la porta e accendendo la luce.

“Non dovresti stare troppo tempo al buio o finirai per rovinarti gli occhi.” lo rimproverò la donna dolcemente sedendosi accanto a lui.

Pride non disse nulla, era ancora perso nei suoi pensieri.

La signora Bradley si accorse, osservando il letto di suo figlio, che c'era un disegno dove, non poco tempo prima, doveva esserci stata la faccia di suoi figlio dato che erano rimaste le pieghe.

“Sei stato tu a fare quel disegno?” gli chiese la donna, lui fece di no con la testa e rispose: “E' stata una bambina che si è da poco trasferita qui, è una mia nuova compagna, si chiama Noom Celestovolta.”, lei affermò: “Beh, di sicuro ha parecchio talento. Sembra che ti abbia fatto una foto.”, lui disse: “Già.”.

Questo non lo aiutava!

Doveva togliersela dalla mente, non pensarci ancora di più!!!

“Magari più tardi mi parli di questa tua nuova amica, è ora di cena. Mi hanno detto che non hai mangiato niente a pranzo.” disse la signora Bradley con un tono di rimprovero e lo prese per mano.

Pride la seguì svogliatamente, sforzandosi di rimanere nel ruolo di Selim.

Avevano da poco iniziato a cenare (e l'homunculus non aveva ancora addentato niente) quando tornò a casa King Bradley... ovvero Wrath!

“Sei tornato a casa in tempo per la cena, caro.” lo salutò la signora Bradley invitandolo a prendere posto a tavola con lei e Pride.

“Selim, stai bene? Non hai ancora mangiato niente.” chiese Wrath, il “bambino” disse subito: “Adesso mangio.” e addentò un pezzo di carne.

Sempre con l'aria di essere in un altro mondo, mangiò tutto quello che aveva nel piatto.

Dopo cena, la signora Bradley lo convinse a restare con loro due in salotto, voleva evitare che suo figlio si richiudesse in camera al buio.

“Ci potresti parlare della tua nuova compagna di classe?” lo invitò l'unica donna del trio.

Pride non avrebbe voluto parlare di quella bambina davanti a suo fratello minore Wrath, ma ormai non aveva altra scelta.

“Si chiama Noom Celestovolta, ha dieci anni come me. Si è trasferita qui da North City con la sua famiglia. Ci ha raccontato di quanto fosse bello vivere al nord e di quanto sia diversa Central City dalla sua vecchia casa. La maestra l'ha fatta sedere nel banco vuoto accanto al mio. Durante la lezione di storia abbiamo parlato di non mi ricordo cosa (che bugiardo!) ed è diventata triste e anch'io mi sono sentito come lei. Al cambio dell'ora mi ha regalato un disegno che mi aveva fatto, quello che hai visto nella mia camera. Quando è finita la scuola, è venuta incontro a me e a Kurai e Riccardo e ci ha raccontato una sua avventura ed era così fiera e contenta di parlarne, ma poi... quando le ho chiesto se suo padre fosse un soldato di Briggs si è intristita di nuovo e prima che mi potesse dare una risposta, sua madre l'ha chiamata.”.

Pride terminò il suo discorso con un sincero: “Questo è tutto quello che so su di lei.”.

“Beh, sembra una ragazza simpatica.” affermò Wrath e la signora Bradley aggiunse: “Non preoccuparti, sono sicura che riuscirà ad ambientarsi velocemente. Invitala a venire qui se le fa piacere, mi piacerebbe conoscerla.”.

Il cuore di Pride perse un battito e sentì qualcosa bollirgli nelle guance.

“Certo. Sono stanco, me ne andrò a dormire.” disse l'homunculus sbadigliando.

“Buonanotte, tesoro.” disse la signora Bradley e Wrath aggiunse: “Dormi bene Selim.”.

Mentre saliva le scale, la donna disse: “Guarda che se, quando vengo a controllare, ti trovo ancora sveglio al buio ti prendo per le orecchie!”.

Pride si sentì come se un sasso l'avesse appena schiacciato.

Essere trattato come un bambino era inconcepibile per il suo orgoglio!

Entrò nella sua stanza e si preparò per dormire.

-La moglie di Wrath ha ragione. Noom, quella bambina, smetterà di interessarti appena si sarà ambientata e tutto tornerà come era prima!- pensò sicuro Pride una volta nel letto.

Si girò di lato e chiuse gli occhi pensando: -Finché non passa troppo tempo assieme a te... siamo al sicuro.-.

E si addormentò in poco tempo. Anche gli homunculus hanno bisogno di dormire.

 

Intanto, nel salotto, i signori Bradley erano ancora seduti sulle poltrone quando la signora Bradley non riuscì a trattenere un risolino.

Wrath la guardò come se chiedesse: “Cosa?”.

La moglie rivolse un sorriso a suo marito e rispose alla domanda sottintesa: “Il nostro Selim si è preso una bella cotta!”.

L' homunculus deglutì pensando a quanto ciò fosse improbabile se non impossibile: Pride in tutti i suoi secoli di vita non aveva mai provato affetto per una singola bambina/ragazza/ donna e di sicuro quella lì non sarebbe stata la prima.

“Pr...Selim... innamorato?” chiese Wrath balbettando, sempre incredulo, sua moglie rise: “E perché no? Non hai visto come era perso nei pensieri a cena? Come ha mangiato? Di come ne ha parlato? Quelli sono i segnali! Il suo primo amore! Non lo trovi incredibile?”, lui rispose: “Sì, proprio impensabile.”.

“Beh, così va la vita. Prima o poi sarebbe successo.” affermò la signora Bradley e Wrath pensò che, invece, non sarebbe dovuto succedere.

Di sicuro gli sarebbe passata, gli doveva passare! Perché non poteva innamorarsi di un'umana. Andiamo! Stiamo parlando di Pride!

“Sono proprio curiosa di conoscere questa Noom Celestovolta.” ammise la signora Bradley e Wrath affermò: “Già, lo sono anch'io.”.

Doveva capire cosa aveva di speciale quella bambina!

 

Il mattino dopo, Pride si sentì estremamente bene, come se si fosse già dimenticato di Noom.

Mangiò come faceva di solito alla “maniera di Selim” e si preparò per andare a scuola.

-Forse me la sono solo immaginata.- pensò durante il tragitto casa-scuola.

Scese dall'auto, si diresse verso l'entrata, tutto andava bene fino a quando...

“Fermo lì!”

Pride si sentì strano, la conosceva quella voce!

Seduta vicino all'entrata della scuola, nascosta dietro un blocco da disegno che le lasciava vedere solo i capelli rossi, Noom era intenta a disegnare.

“Ecco cosa mancava! Ti dispiacerebbe restare fermo con la gamba in avanti per un po'?” gli chiese guardandolo con quei suoi dolcissimi occhi blu elettrico con aria implorante.

“No.” la risposta gli uscì dalla bocca prima ancora che Pride potesse veramente pensarci.

“Grazie. Non ci metterò molto.” lo rassicurò riprendendo a tracciare linee con la matita.

-Ma che sto facendo?- si chiese da solo Pride guardando quella bambina concentrata nel suo lavoro, pensò -Devo assolutamente evitare di pensare a lei! Non pensarci!-.

Più se lo ripeteva e più continuava a fissarla.

“Ecco fatto!” esultò Noom, poi si rivolse a Pride: “Selim, adesso puoi muoverti. Vuoi vedere il mio disegno?”.

Lui si avvicinò continuando a ripetersi di non pensare a quello che era successo il giorno prima e si sedette accanto a lei.

Osservando il disegno vide l'entrata della scuola disegnata con una perfezione e attenzione per i dettagli incredibile. Le foglie dell'albero accanto al cancello erano leggermente mosse come se la giornata fosse lievemente ventosa, e anche nuvolosa dato che il cielo era quasi del tutto coperto, ad eccezione del sole che risplendeva. Le mattonelle del vialetto d'entrata erano tutte perfettamente rettangolari ed erano presenti delle buche proprio nei punti dove c'erano effettivamente nella realtà. E il dettaglio più curato, proprio al centro del vialetto, era lui con il volto in parte in ombra per rispettare i chiaroscuri e sembrava sul serio che ,da un momento all'altro, avrebbe preso vita e avrebbe camminato fuori dalla carta.

“Come fai?” le chiese Pride.

Noom si girò verso di lui con uno sguardo che diceva più cose di quante ne avrebbe potute formulare la voce.

“Sei talmente brava a disegnare... insomma, hai già fatto due disegni perfetti.” ammise lui, lei gli sorrise pensando -Veramente sono tre disegni perfetti.- e spiegò: “Anche la mamma dice che ho un talento innato per il disegno. Dice che riesco a cogliere la vera essenza delle persone a prima vista.”.

Questo fece pensare Pride: se davvero poteva vedere come erano davvero le persone... poteva capire che lui era un homunculus?

-E' solo un'umana! Non può fare miracoli del genere.- pensò lui osservando la rossa che stava risistemando in un astuccino una matita tutta consumata e una gomma ridotta alle dimensioni di un sassolino.

“Come mai sei già qui?” le domandò incuriosito, Noom sistemò il suo blocco per disegni nella cartellina e rispose: “Mia madre lavorava come bibliotecaria a North City ed è riuscita a trovare un incarico nella grande biblioteca qui a Central City. Il suo turno è di mattina presto quindi mi ha accompagnata a scuola molto prima del suono del campanella.”.

Gli rivolse un'occhiata di sfuggita e chiese: “Allora, Selim Bradley, sei davvero il figlio del Comandante Supremo?”, Pride rispose, mentendo come ormai era abituato: “Già, immagino che tua madre te l'abbia detto.” lei disse subito: “No, non lo ha fatto.”.

Questo lo lasciò un po' scombussolato.

“Ci sono arrivata da sola.” disse Noom, spiegò: “Tu, di cognome, fai Bradley e, il Comandante Supremo, si chiama King Bradley; non ho fatto altro che una supposizione.”.

Pride era rimasto con una faccia epica quando si era spiegata.

-Non è che ci siano molti Bradley in giro!- si disse per convincersi che quello che aveva fatto la bambina fosse normale.

Prima che potesse stupirlo ancora di più, due bambini arrivarono a razzo.

“Ciao Noom!” salutarono all'unisono fermandosi davanti alla rossa, che gli rivolse un sorriso e ricambiò il saluto di Riccardo e Kurai.

“Spero tanto che la maestra ci metta in gruppo assieme.” disse il biondo, Kurai gli diede subito una spinta: “E' quello che volevo dirle io!”.

“Non litigate!”.

Le due parole uscirono nello stesso momento da Noom e Pride.

“Toccati il naso!” gli disse la rossa toccandosi la punta del suo con l'indice, il moro chiese: “Perché?”, lei rispose: “Io e mio padre lo facevamo sempre quando dicevamo la stessa cosa nello stesso momento.”.

Allora, Pride fece come gli aveva detto.

Appena la guardò di nuovo, si accorse di una piccola cosa...

-Oh, no. Non di nuovo!- pensò l'homunculus vedendo che la bambina si era di nuovo intristita.

Per salvare la situazione, intervenne la campanella.

Noom non rivolse più la parola a Pride per tutto il resto della mattinata, fino a che la maestra non disse quelle parole.

“Ora vi dirò le coppie per il lavoro di storia.” annunciò prendendo il foglio suol quale aveva annotato i nomi dei bambini con il rispettivo compagno.

Kurai e Riccardo si rivolsero occhiatacce malefiche appena scoprirono che nessuno dei due era stato messo in coppia con Noom, erano delusi e allo stesso tempo soddisfatti: neanche l'altro era in gruppo con lei.

E poi, il macigno finì addosso a Pride.

Selim Bradley e Noom Celestovolta” lesse la maestra.

E il piano: “non stare più tempo con lei del necessario (cioè la scuola)” se ne andò a farsi friggere.

La bambina rimase col viso sul libro che stava leggendo.

-Ho paura che non finirà bene.- pensò Pride capendo che Noom non sarebbe stata per niente felice di fare coppia con lui, considerando quante volte si era intristita per causa sua.

Appena la campanella segnò la fine delle lezioni, Pride andò a parlare alla maestra del suo problema.

-Ricorda, lo stai facendo per Noom!- si ripeteva: -Non puoi lasciare che un gesto egoista distrugga la tua copertura!-.

“Selim Bradley, mi devi chiedere qualcosa?” gli chiese la maestra vedendolo avvicinarsi a lei, lui disse timidamente: “In effetti sì. Vorrei parlare riguardo alla sua decisione di mettermi in coppia con Noom. Non sono sicuro che sia stata una buona idea.”.

La signorina affermò: “Da come interagivate ieri, credevo che andaste d'accordo. Poi, l'ho messa in gruppo con te perché, essendo il migliore studente della classe e il figlio di un illustre personaggio della nostra nazione, potessi aiutarla ad ambientarsi. Non lo credi anche tu, Selim?”.

Pride si costrinse a fare un cenno di assenso per poi andare a cercare Noom.

Per suo stupore, corse a salutarlo appena lo vide uscire dalla scuola.

“Scusa per prima, avevo la luna storta.” ammise la rossa, Pride le disse: “Non ti preoccupare.” e come se fosse la cosa più normale di questo mondo, gli rivelò: “Devo ancora riprendermi dalla notizia dalla morte improvvisa di mio padre. E' per questo che mi sono intristita prima e anche ieri, scusa se non te l'ho detto prima.”.

Pride si sentì in modo strano: sul serio quella bambina gli aveva rivelato un particolare della sua vita privata con quella leggerezza?

Essere trattato in quel modo... lo faceva sentire speciale agli occhi di Noom.

“Quando ci vediamo per scrivere la nostra ricerca?” gli chiese la rossa sorridendogli, lui sentì di nuovo le sue guance ribollire e cercò di non farci caso.

“A me va bene qualunque giorno. Prima dobbiamo decidere su quale città fare la ricerca... che ne dici di North City?” le propose, vedendo lo sguardo che gli aveva rivolto Noom appena nominò la sua città natale, si spiegò: “Credo che il fatto che tu sai molte cose sulla città da dove vieni e che ami potrebbe rendere il lavoro più piacevole, potresti anche scoprire delle cose nuove che non sapevi.”.

La rossa pensò -Sul serio, vuole farmi fare una città che mi piace per aiutarmi? Non è mai successo a North City... è ok! Poi, in questo modo, potrò avere tutto il tempo che voglio per scoprire il suo segreto!-.

“Mi va benissimo! Credo che avremo parecchio lavoro da fare.” affermò Noom, poi aggiunse: “Chiederò alla mamma di aiutarmi a trovare tutti i libri che parlano di North City nella biblioteca.”.

“Posso darvi una mano anch'io.” disse Pride senza rifletterci.

Si mise una mano sulla bocca e si girò per maledirsi da solo.

-Non avevo stabilito che non ci dovevamo frequentare, accidenti!-.

“Sarebbe una cosa meravigliosa! Che ne dici di ritrovarci a casa tua? Immagino che tu debba avere una casa molto grande essendo il figlio del Comandante Supremo.” affermò Noom, lui ammise: “In effetti è così. Posso portarti direttamente io quando finisce la scuola.”, gli sorrise: “Sei gentile, grazie.”.

Riecco quel bel sorriso.

Le labbra di Pride si curvarono in su di istinto, anche in modo piuttosto involontario.

“Mi dispiace per tuo padre.” disse lui con un qualcosa che somigliava al sentimento dell'empatia nella voce, Noom affermò: “Per quale motivo? Non sei certo stato tu a causare la sua morte.”.

Eppure, l'homunculus aveva un pessimo presentimento al riguardo.

Nota autrice: spero che la storia non faccia schifo! 
Mi sento imbarazzatissima dato che sto sconvolgendo il personaggio fantasticamente diabolico di Pride, sono sicuro che ci sono delle fan che mi stanno odiando in questo momento, ma, lo devo ammettere, mi diverte da morire!
Noom è uno dei miei OC preferiti perché è dolcissima ed intelligente, ma quando si arrabbia... vedrete che vi combina!
OK, questo è il secondo capitolo, spero che a qualcuno sia piaciuto e... è tutto.
Abbracci virtuali da Arcieoctz!


 

   
 
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